I personaggi, i giri sono sempre gli stessi ma c'è un modo di metterli in scena sufficientemente personale e il regista ha il merito di privilegiare gli accenti riflessivi rispetto a piazzate, sparatorie e inseguimenti. Si concede anche qualche sincera ilarità come quando Rick viene a sapere della figlia ed espone divertito l'ambientazione anni '80 con relative musiche e costumi, conscio di non poter raggiungere la capacità epica di altri registi più attrezzati. Quasi 3 pallini.
Per la serie "Vatti a fidare...", ecco la storia vera di un ragazzino catapultato nel peggior modo nel mondo degli adulti spacciatori e consumatori di droga; e se questo non bastasse, con un mezza cartuccia di padre, che non poteva che vendere armi, inadatto a gestirte lui e alla sorella tossicodipendente. La pellicola descrive le varie fasi della vita da informatore e spacciatore, senza che emerga un particolare talento registico. Si resta nel mestiere, nel compito, ma lo si fa con dignità e con una certa bravura nel dirigere i protagonisti, conosciuti e non. Nel suo genere, un film riuscito.
MEMORABILE: Lui: "Hai un figlio che caca in una busta e una figlia tossicodipendente". E il padre: "Che vuoi, sono uno che vede il bicchiere mezzo pieno".
Triste storia vera di un ragazzino poco più che adolescente che per spaccio sconta 30 anni di carcere pagando anche per i pesci più grandi scappati dalla rete della polizia. Storia molto interessante ambientata nella miseria delle periferie americane anni 80 tra droga, armi e omicidi. Buon film che paga forse una regia non all'altezza della bella trama. Il cast si rivela essere davvero eccezionale (validissimi infatti tutti i personaggi). Nel complesso può dirsi un film riuscito.
Il contenuto del film si focalizza su un caposaldo della cultura giuridica moderna, la proporzionalità della pena. A questo si aggiungie la considerazione delle attenuanti. La parabola di vita, per quanto breve, di Richard Wershe rappresenta l'esempio perfetto su cui impostare questo ragionamento. Può un ragazzino minorenne, cresciuto in un ambiente degradato, "usato" in maniera discutibile dalla polizia, diventare in poco tempo l'"esempio" da sacrificare al posto di potenti intoccabili?
Costretto a diventare informatore della polizia per evitare la galera al padre commerciante d'armi, un ragazzino di 14 anni intraprende una strada senza ritorno quando inizia a spacciare per proprio conto... Ispirato ad un vero caso di cronaca giudiziaria, un film contraddittorio nei toni adottati: le vicende di malaffare del protagonista, interpretato in modo convincente da Merritt, sono narrate in modo semi-documentario, mentre sul fronte familiare si spinge sul pedale del melodramma, sull'onda della prestazione risentita di McConaughey. Risultato squilibrato ma di un certo interesse.
L'unico dato sconcertante che può giustificarne la trasposizione cinematografica si trova nelle didascalie di coda; per il resto si naviga nell'ultra-visto e nella banalità del malaffare quotidiano tra armi, droga e clan multirazziali. Notevole la ricostruzione ambientale dei bassifondi di Detroit negli anni '80, la scelta delle musiche che un po' ravviva una narrazione piuttosto disuguale che nel finale sfiora il mélo (decisamente migliore la prima parte). Prova attoriale tenuta a freno tra le incertezze e i vuoti dello script. Altalenante.
MEMORABILE: La "carriera" di Rick e l'amaro finale; Gli agenti federali.
A dire il vero, le scene più toccanti sono quelle che riguardano il rapporto tra Richie sr. e la figlia Dawn, finita nella spirale della tossicodipendenza. Fa tenerezza questo padre grezzo e limitato che, a suo modo, nel bene e nel male, in base ai suoi bizzarri princìpi (spacciare armi è giusto, spacciare droga no), comunque prova a proteggere la famiglia. McConaughey (avvezzo a film dagli ambienti degradati e squallidi, attorniati di miseria), al solito conferisce quel quid in più. Infatti il ritmo è lento (a tratti soporifero) e non coinvolge mai veramente.
Una storia vera, meritevole di essere raccontata, si traduce in un film interessante, che si avvale di una buona ricostruzione ambientale della Detroit degli anni '80, dove bande di spacciatori si dividono il mercato e un giovane di estrazione proletaria viene infiltrato dalle forze dell'ordine locali. Sebbene privo di momenti memorabili e con una regia poco brillante il film si fa seguire grazie anche ai due ottimi protagonisti. Se McConaughey è una certezza, la sorpresa è il giovane Richie Merritt, autore di una prestazione eccellente.
Ispirato dalla classica storia vera, avesse avuto una regia più brillante e un montaggio più dinamico sarebbe stato davvero un ottimo prodotto. Ma anche così, riesce a convincere. Grazie a una buona ricostruzione della Detroit degli anni 80 e soprattutto grazie alla buone interpretazioni di quasi tutto il cast. McConaughey è la solita garanzia mentre il giovane Merritt una piacevole sorpresa. Il resto del cast non eccelle ma fa comunque la sua parte in modo più che dignitoso, da una irriconoscibile Piper Laurie all'ultraottantenne Dern.
La vera storia del più giovane informatore dell'FBI, che scontò 30 anni per spaccio di droga dopo una condanna discussa. Interessante e ben riuscito racconto di una storia quasi incredibile, l'incontro tra una famiglia white trash e un clan di spacciatori neri di Detroit. Il racconto dell'epidemia di crack dei primi anni 80 è molto efficace, meno la storia familiare del protagonista e del bizzarro padre (un sempre grande McConaughey). Forse il contesto storico avrebbe potuto essere spiegato meglio, ma vale sicuramente la visione.
Una vicenda vera che offre alla fine una certezza: mai fidarsi dei federali americani e dei loro sodali dei servizi. Dopo una prima parte discreta in cui si analizza la zozzeria di Detroit, nella seconda si assiste a una vicenda più familiare e intimista che mostra il marcio del gioco, se così si può definire. Matthew è sempre un protagonista per l'appunto "marcio", il giovane Merritt una rivelazione.
Un film davvero ben fatto e che, concedendo poco alla retorica di dubbio gusto che spesso circonda i gangster movie, va dritta al punto e racconta con piglio e ottimo ritmo la parabola di White Boy Ricky. A impreziosire il tutto un ottimo Mattew McConaughey, che si dimostra sempre più a suo agio nei panni dell'uomo disperato e ai margini della società. Da vedere!
Molto al di sotto delle aspettative suscitate dall'esordio di Demange, questa opera seconda, pur ereditando analoga regressione temporale (qui gli anni '80) e un'altra periferia dove guerra e miseria sembrano condizioni irriducibili (una Detroit dallo squallore postindustriale), assume un punto di vista troppo appiattito sulla vicenda finendo paradossalmente per banalizzarla senza esser capace di raccontarla né analizzarla. Non aiuta la scelta evidentemente mirata dell'angelica presenza di Merritt, che estremizza la sacrificalità di White boy mentre McCounaghey ruba troppo la scena.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
CuriositàDaniela • 21/06/19 13:32 Gran Burattinaio - 5929 interventi
Nel 2017, allo stesso personaggio era stato dedicato un documentario: White Boy, regia di Shawn Rech (cfr.IMDB)
DiscussioneRaremirko • 4/07/21 20:17 Call center Davinotti - 3862 interventi
Film lineare ed avvincente, con ottimo cast (McCounaghey, Dern, la Leigh, la Laurie ed il ragazzo protagonista è alla sua prima prova attoriale in assoluto): la storia è vera (la frase finale, dal vero protagonista, spezzza il cuore) e tocca vari temi (ingiustizia, dramma carcerario, droghe, ecc.). Me lo persi al cinema e vale assolutamente il recupero.