Pioniere del cinema svedese (ma anche del cinema in generale), Sjostrom traspone l’omonimo poema nordico di Henrik Ibsen in una pellicola dalla straordinaria, struggente potenza comunicativa; una triste vicenda di guerra, carestia e morte dei propri affetti, in cui la brama di vendetta è sciolta dalla percezione del dolore altrui e dallo slancio generoso dell’umiltà. Sguardi intensi, gesti lenti ed enfatici, un bianco e nero che si accende fulgido e pittorico in viraggi blu, rossi e gialli: il fascino e il pathos centenari del cinema muto.
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