Blue bayou - Film (2021)

Film che denuncia un cavillo legislativo per il quale persone adottate e residenti negli Usa da tanti anni possono essere deportate al paese d'origine. Dramma livido e realistico scritto, diretto e interpretato da un Chon in stato di grazia, supportato da un cast all'altezza; non si perde mai l'attenzione nonostante la durata di due ore e si potranno perdonare un paio di momenti stucchevoli (perlopiù nel ripetuto dualismo nascita/morte) a fronte di un film duro, emozionante e commovente, con una parte finale da Kleenex inevitabili. Certamente melodrammatico ma resta davvero notevole.

Interessante nello svelare una problematica migratoria tutta particolare, trova dei punti di forza nella varietà del cast e nel dare ad una storia per molti aspetti prevedibile un certo sapore e coinvolgimento emotivo. Anche come accompagnamento musicale e immersività nelle sequenze guadagna punti. Meno riuscite altre sequenze che spostano la storia su altri piani temporali e la banalizzazione di alcuni aspetti legati alla tematica in questione, nonché alcuni personaggi poco approfonditi.

Adottato da una coppia americana, da adulto Antonio si trova a combattere con una legislazione che gli vieta la cittadinanza e lo costringe ad essere rimpatriato in Corea, suo Paese di origine, facendo scempio dei suoi affetti e della sua volontà. Nonostante le intenzioni di denuncia del problema legale, il regista/attore disperde la narrazione nel singolo caso umano, puntando sui guai soggettivi e le distonie di una famiglia "allargata", con sottotrame sentimentali e flashback mentali sui traumi del protagonista. Molta melassa, specie nella scena madre finale all'aeroporto.