il Davinotti

il Davinotti: migliaia di recensioni e commenti cinematografici completi di giudizi arbitrari da correggere

IL MATTATORE
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338393 commenti | 63967 titoli | 25364 Location | 12578 Volti

Streaming: pagine dedicate

Location Zone

  • Film: Il buco in testa (2020)
  • Luogo del film: La spiaggia dove Maria (Saponangelo) si addormenta e al risveglio trova un uomo morto
  • Luogo reale: Via Calastro, Torre del Greco, Napoli
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  • Film: Fontamara (serie tv) (1980)
  • Luogo del film: La piazza in cui i cafoni della Marsica vengono convocati per ascoltare le decisioni del nuovo gover
  • Luogo reale: Piazza della Libertà, Popoli, Pescara
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ULTIMI VOLTI INSERITITUTTI I VOLTI

  • Giulia Schiavo

    Giulia Schiavo

  • Claudia Delli Noci

    Claudia Delli Noci

Nella pagina che si apre cliccando qui sono catalogati migliaia di volti di attori legati direttamente o marginalmente al cinema italiano, ognuno con nome e filmografia (davinottica e non). La pagina (e conseguentemente le schede dei film) sono costantemente aggiornate con nuove introduzioni.

ULTIMI COMMENTI

Commento di: Cotola
Corto di quattro minuti in cui si susseguono una serie di scenette con sullo sfondo dei ventagli. Il filo comune che lega il tutto pare quello essere di avere come protagoniste soprattutto donne importanti, ma non solo: Eva, Saffo, Cleopatra, Messalina. Francamente è difficile capire il senso dell'operazione che appare abbastanza vuota e fredda. E, rispetto ad altre opere di Cohl, mancano sia la vivacità che la simpatia e il divertimento.
Commento di: Siska80
Durante il servizio militare una recluta chiede e ottiene di poter essere allenata da un famoso pugile, che però non crede in lei. Spassosa commedia americana dal ritmo lesto in cui si sorride per tutto il tempo (ma si impara anche, nel caso specifico viene dimostrato infine che l'apparenza inganna) sia per le sequenze spesso poco verosimili (lo stile ricorda le pellicole con Stanlio e Ollio) sia principalmente per le espressioni facciali dell'impacciato protagonista (pure queste da comicità muta). Molto bella la fotografia in bianco e nero, riuscita la scelta del cast. Da vedere.
Commento di: Trivex
Variante originale ed efficace del tema degli zombi, ma anche di quello vampiresco. "L’essere", con tutte le attenuanti del caso, è proprio un “orrore”. Basta il suo sorriso per gelare il sangue e quando “opera”, usando tradizionali strumenti “umani”, fa davvero senso. Decisamente efficace la metodologia con la quale il regista propone la vicenda e caratterizza i personaggi, riuscendo a creare un'atmosfera tesa e inquietante, con sprazzi di violenza e sadismo abbastanza accentuati. Finale d'azione ma "disperato". Film da vedere.
Commento di: Thedude94
Film particolare, storico, che racconta una storia interessante ambientata in un paesino svizzero alla fine dell'Ottocento, durante un periodo di pieni e imminenti cambiamenti politici in Europa. Si vedono la passione e l'amore per la fabbricazione manuale degli orologi da parte di chi ha scritto quest'opera; sono infatti numerosissimi i dettagli sulle incisioni e le lavorazioni, a dir la verità molto ben fatti. Ottima qualità anche per quanto riguarda la fotografia e i costumi. Per il resto il ritmo è piuttosto blando, ma comunque nel complesso non è male.
Commento di: Siska80
Povero boscaiolo fa letteralmente di tutto per una donna frivola che non merita: riuscirà ad aprire gli occhi in tempo? Intenso drammone d'altri tempi con una protagonista bella quanto insensibile che la fa da padrona. Azione, ritmo, passioni estreme, amori tenuti nascondi in fondo al cuore sono gli ingredienti perfetti per rendere la visione coinvolgente fin da subito; senza contare la valida ricostruzione dell'epoca, i bei costumi e le acconciature ma soprattutto la scelta di un cast affiatato e molto convincente. In sostanza una pellicola dal ricco intreccio che merita la visione.
Commento di: Erfonsing.
Di solito gli slasher non hanno una vera e propria trama, solo ammazzamenti. Anche il primo Halloween, in fondo, per quanto inarrivabile sotto molti aspetti, proprio in quanto capistipite del genere aveva una trama basica. Questo ultimo capitolo vorrebbe, in realtà, proporre qualcosa di nuovo, di diverso e di profondo; ma non ci riesce per colpa di una sceneggiatura raffazzonata e di una regia fuori fuoco: gli attori non sono male, ma sono sprecati nella confusione di una storia non chiara. Finale non coerente. Insomma, da evitare anche se si sono visti i precedenti.

ULTIMI PAPIRI DIGITALI

L'idea di base attorno alla quale tutto ruota è quella di utilizzare la location veneziana per ospitare una cupa vicenda di sangue di matrice thriller che esalti il fascino oscuro della città. Si imbastisce così una facile storia che si agganci alle grandi proteste dei veneziani contro l'entrata delle gigantesche navi da crociera nel bacino di San Marco e vi si mette al centro un gruppo di giovani turisti spagnoli contro i quali il killer di tuno prevedibilmente si accanirà. Si sfruttano i mascheramenti tipici del carnevale per nascondere l'identità...Leggi tutto di quest'ultimo e si comincia.

Due ragazzi (Illoro e Bang) e tre ragazze (García Jonsson, Alonso e Blanco), di quelli che scherzano continuamente tra loro in modo irritante svelandone il disincanto e una primitiva ansia di divertirsi, prendono alloggio in un hotel dopo aver incontrato, nel tragitto in motoscafo-taxi fino a lì, un buffo personaggio in maschera che cita il "Rigoletto" e tanto disturba da farsi piantare in mezzo alla laguna dal tassista (Lo Verso), stanco delle sue molestie al gruppo. Inizialmente sembra che il divertimento possa proseguire senza intoppi, ma poi uno dei giovani, durante una festa in un palazzo alla quale i nostri accedono azzeccando la parola d'ordine abbozzata lì per lì ("Rigoletto"), scompare nel nulla e entra sulla scena l'immancabile commissario di turno (De Razza) prima che pure la coppia di fidanzati interna ai cinque faccia la stessa fine.

Insomma, succede quello che tutti ci si aspetta, mentre qualche indizio lo suggerisce l'insistere dei cittadini sulla lotta all'ingresso delle grandi navi in bacino. Il killer conciato da giullare uccide non solo di notte ma pure di giorno, quando di fronte a frotte di turisti sgozza allegramente le sue vittime tra l'ilarità generale: sono tutti convinti che siano effetti speciali per compiacere il folto pubblico non pagante (difficile da credere, ma tant'è...)! Qualche altro elemento dà vaga sostanza alla pista thriller, ma è evidente come tutto sia assolutamente subordinato alle riprese tra calli, campi e ponti, con una discreta resa (al di là di una fotografia discutibile) di luoghi che intelligentemente evitano quelli troppo inflazionati (piazza San Marco si vede solo di sfuggita) per dare visibilità a scorci suggestivi.

Visivamente, insomma, il lavoro di De la Iglesia (meno sconclusionato e “impazzito” del previsto) ha il suo perché, ma tralascia quasi completamente di poggiare su una sceneggiatura minimamente credibile o qualitativamente accettabile, con dialoghi che sembrano quasi improvvisati e un movente abbozzato sbrigativamente. La frenesia dell'azione si traduce in una sovreccitazione generale che non per questo garantisce scorrevolezza; solo una velocizzazione spesso risibile che rischia in più occasioni di generare confusione. Il sangue non manca ma nemmeno abbonda, considerato il genere, la creatività nei delitti è la grande assente e quindi, in presenza di un quadro complessivamente di rozza ingenuità, è difficile premiare il film, non certo aiutato dalle interpretazioni. Ci si contenti in definitiva di scoprire bui anfratti veneziani e singolari architetture mai troppo glorificate di una città unica al mondo. Il resto è anonimo contorno, a cominciare dalle musiche...

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Amiche da una vita, Jane (Ladd) e Mandy (Armstrong), separate dalla distanza, si ritrovano in occasione del compleanno della seconda. E' Kelly (Booth), la figlia di Mandy, ad aver avuto l'idea di riunire mamma con quella che lei ha sempre chiamato "zia" in virtù di un legame davvero forte che lega due donne.

Jane è vedova da qualche anno, Mandy ha qualche problema non ben specificato con il suo Will (Moses), che al contrario pare ancora inamoratissimo di lei. Cosa turba Mandy? Un amante? No, è piuttosto la sensazione di un rapporto ormai incrinato per...Leggi tutto una routine inaccettabile, una sensazione di disagio che fatica ogni giorno a nascondere e che confessa a Jane, una volta avendola lì con lei "a disposizione". Mandy, che cade dalle nuvole, cerca di capire cosa stia succedendo, ma che tra Mandy e Will le cose non vadano è evidente. La rottura è a un passo e Jane non sa bene come comportarsi: vorrebbe che non si separasse, vorrebbe farle capire che forse è solo un momento di passaggio, ma sa che non può essere lei a stabilire quello che vuole la sua “migliore amica” (così sempre si definiscono le due, anche in pubblico).

Kelly, adolescente legatissima ai genitori, non può che assistere addolorata al frantumarsi della loro relazione e Jane, invitatata a rimanere qualche giorno dall'amica, pensa a quel punto di tornare a casa. Qualcosa invece succede, e cambia a sorpresa le carte in tavola; qualcosa di intuibile leggendo il titolo (anche italiano, che è una corretta traduzione letterale dell'originale). D'altra parte non è certo l'originalità, la carta migliore che il film ha da giocarsi. Ciò su cui invece si lavora discretamente è la complessità dei sentimenti di Mandy e l'impostazione del suo rapporto con Jane. Anche grazie a due attrici che riescono a lasciar trasparire una certa autenticità nell'interpretazione, la costruzione della storia è affontata con maturità, e se anche i mezzi produttivi non sono dei migliori - fotografia piatta, quasi esclusivamente interni - la sceneggiatura, unita alla solida regia di Waris Hussein, permette di seguire bene la vicenda mettendo una discreta curiosità per i suoi sviluppi.

C'è di mezzo anche il boydfriend di Kelly, che suona in un gruppo rock e che Jane va a registrare col mangiacassette sul palco (i telefonini non erano ancora diffusi), ma tutta l'attenzione resta sulle due amiche. Insomma, considerato che di film per la televisione si tratta, si può dire che rispetti le aspettative di chi cerca un dramma sentimentale senza grandi ambizioni, che resta nell'ambito della normalità preoccupandosi di dare quanto più possibile spessore alle due protagoniste, con l'ex Charlie's angel Cheryl Ladd (che sostituì la diva Farrah Fawcett) in scena con l'habitué di PERRY MASON William R. Moses. Si fa luce soprattutto sulle titubanze e lo spaesamento di chi si ritrova in una situazione del tutto inattesa e deve decidere come gestirla.

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Tipica commedia inglese dei Sessanta, intrisa di quell'umorismo caratteristico che la lega da subito al paese d'origine e che, vista oggi, appare indissolubilmente agganciata ai suoi anni, molto meno divertente di quanto vorrebbe essere. La colpa è anche di una storia non particolarmente interessante, che mette in scena un anomalo patto stretto tra la malavita londinese e Scotland Yard con l'obiettivo di sconfiggere una banda di "travestiti". Niente a che vedere con l'orientamento sessuale dei criminali, ovvio; è semplicemente la definizione data dal doppiaggio...Leggi tutto d'epoca (quanto sono cambiati i tempi!) a tre delinquenti australiani in trasferta che, per compiere le loro malefatte, si travestono da poliziotti. Un'idea assai furba e producente: seguono i ladri reduci da fruttuosi furti, li bloccano minacciandoli di portarli in prigione ma dopo essersi fatti consegnare la refurtiva si dileguano lasciando capire quanto coi veri agenti di Scotland Yard nulla hanno a che fare.

La mala della capitale inglese, organizzata quasi come fosse un vero sindacato e guidata dal carismatico "Paino" Gates (Sellers), capisce che i "travestiti" devono avere qualche informatore nella loro banda ma non immagina che questi sia proprio la donna del gran capo la quale, sfruttando l'avvenenza e il suo ascendente su Paino, gli fa spifferare tutto tra un bacio e una carezza. E così, dopo cinque, sei colpi in cui i suoi uomini finiscono derubati da altri criminali evidentemente più svegli, Paino pensa sia arrivato il momento di farsi aiutare dal nemico per eccellenza, a sua volta ovviamente interessato a preservare il buon nome di Scotland Yard da falsi poliziotti che derubano il prossimo.

L'idea è quella di organizzare un furto in grande stile, di farsi seguire e derubare dai "travestiti" e infine di arrestarli una volta per tutte. Un'operazione complessa, ben architettata (ma non spiegata con troppa chiarezza nelle sue sfumature) e che occupa tutta la seconda parte del film, in cui l'azione più concitata si sostituisce all'impostazione più da commedia poliziesca della prima. Meglio? Non troppo, anche se pure fin lì la storia risulta inutilmente complessa, densa di accadimenti che finiscono col soffocare battute già presenti in numero limitato.

Sellers, che curiosamente nello stesso anno del primo Clouseau usa come copertura un personaggio che parla con forte accento francese, resta un ottimo attore, ma in un ruolo tendenzialmente serio e per nulla imbranato come il suo memorabile ispettore, non ha lo stesso impatto comico, gli altri - che non possono naturalmente contare sulla stessa predisposizione al genere - risultano talora pure irritanti. La verve sta più nel ritmo che nei dialoghi, insomma, ma la regia di Cliff Owen è anonima, troppo occupata a seguire gli sviluppi scialbi della storia per risultare spassosa come vorrebbe. Non che manchino spunti azzeccati, ma vengono svolti meccanicamente, privati della necessaria interazione tra figure simpatiche o perlomeno buffe (valga per tutti l'ispettore "Nasello" Parker di Lionel Jeffries, esempio di un umorismo sorpassato e ad oggi difficilmente digeribile).

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Il tenente Colombo

Da sempre una grande passione del Davinotti, il tenente Colombo ha storicamente avuto sul sito uno spazio fondamentale. Ogni puntata uscita ha un suo singolo commento da parte di Marcel MJ Davinotti jr. e di molti altri fan, ma per Colombo è stata creata fin dagli albori del Davinotti una homepage personale che raccoglie non solo i commenti ma anche informazioni e curiosità su uno dei più grandi personaggi televisivi mai apparsi. ENTRA

L'ISPETTORE DERRICK

L'unico altro telefilm che col tempo ha raggiunto un'importanza paragonabile a Colombo (con le dovute differenze) sul Davinotti è “L'ispettore Derrick”. Anche qui ogni singolo episodio della serie (e sono 281!) è stato commentato, da Zender prima e da molti altri fan poi, ma con un approccio più sdrammatizzante, in ricercato contrasto con la compostezza del telefilm. Il link porta a una pagina collegata anche agli approfondimenti in tema. ENTRA

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