Detour - Autostrada per l'inferno - Film (1945)

Detour - Autostrada per l'inferno
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Detour
Anno: 1945
Genere: gangster/noir (colore)
Note: Aka "Detour - Deviazione per l'inferno".

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Calibratissimo noir filmato Edgar G. Ulmer, DETOUR ha in effetti il merito di sovvertire le regole del noir classico mettendo in scena la tragedia di un uomo (Tom Neal) che si ritrova senza colpe vittima di una serie di assurde coincidenze sulla strada che porta da New York a Hollywood (dove è diretto per raggiungere la sua amata, che ha voluto tentare la fortuna piantandolo in asso). Costretto a chiedere un passaggio con l'autostop, Robert incontra prima un uomo che gli muore inspiegabilmente a fianco durante il tragitto, poi l'amante di questi che subito capisce cosa è successo e comincia a “ricattare” il pover'uomo minacciando di spifferare tutto alla polizia....Leggi tutto La seconda parte del viaggio, con l'auto “rubata” al morto e la di lui amante seduta vicino, è quella in cui i dialoghi e i personaggi si delineano con precisione: lei (Ann Savage) s’impone come dominatrice assoluta del rapporto (“Siamo come due gemelli siamesi, da adesso”) e lascia a lui pochissimo spazio per le decisioni. Ulmer, lontano da ogni tentazione manieristica, gira con classicità assoluta, uno stile senza tempo che ancor oggi fa apparire il suo DETOUR come un film godibile, estremamente teso e cupo. Non c'è quasi nulla fuori posto (forse qualche esibizione canora di troppo nella prima parte), il commento fuori campo che accompagna i ricordi di Robert (il quale In pratica rivive l'intera vicenda come in un lungo flashback) è gradevole e mai superfluo. Il finale giunge un po' inatteso e può deludere, ma nel complesso il film è uno dei più amabili noir dell'epoca. Poi certo, oggi i tempi son cambiati...

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TITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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Deepred89 5/10/08 12:01 - 3706 commenti

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Thriller anni 40 di alto livello. La forma risente leggermente dei mezzi tutt'altro che abbondanti ma Ulmer riesce a creare un clima sottilmente inquietante e a tratti quasi onirico, riducendo tutto all'essenziale (nonostante qualche leggera lentezza nei primissimi minuti), scegliendo efficacemente una narrazione in flashback e servendosi di scenari e ambientazioni, nella loro semplicità, notevoli. Senza infamia né lode il cast, osceno il doppiaggio italiano.

Capannelle 3/02/09 16:42 - 4411 commenti

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"Il più famoso b-movie" si rivela un buon film per l'epoca ma oggi appare un po' datato. Punto di forza, più che la tecnica del flashback, è un protagonista così tormentato e colpito dalla malasorte che si pone all'opposto degli usuali canoni del noir. L'unica storia dove avvicinarsi ad Hollywood significa addentrarsi in un incubo sempre peggiore. Regia attenta e asciutta, bene la Savage nella parte di Vera, appena sufficiente lui: vabbè il ruolo ma ogni tanto, per risultare credibile, dovrebbe attenuare l'espressione da eterno sfigato.

Renato 14/04/09 12:25 - 1648 commenti

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Discreto noir-thriller girato con due soldi e cresciuto negli anni fino a raggiungere una certa popolarità. Mi è piaciuta soprattutto la storia, che riserva un paio di colpi di scena davvero notevoli, mentre la confezione è passabile e poco più. Comunque si respira la tipica aria dei noir classici di quel periodo, con l'uomo sballottato da un destino che non può mai controllare. Attori tutti mediocri, tranne il buon protagonista Tom Neal.

Galbo 18/04/09 07:13 - 12393 commenti

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Famosissimo noir americano realizzato da Edgar Ulmer, un allievo di Murnau (è considerato il miglior lavoro del regista dalla critica). Il regista riesce con grande bravura a presentare allo spettatore un film dalle atmosfere kafkiane che rappresenta una progressiva discesa all'inferno per il protagonista e completamente impregnato di torbide atmosfere rese più vivide dalla magistrale fotografia. Ottima la prova del cast.

Brainiac 20/04/09 18:55 - 1083 commenti

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Noir invecchiato male come l'espressione da "loser" del pianista. Si tratta comunque di un buon film ma francamente le aspettative che si portava dietro, con la sua fama da Cult, non sono state confermate dalla visione. In particolar modo la causa scatenante di tutta la vicenda non regge, ed il protagonista si imbarca in una serie di azioni sempre più deliranti senza aver commesso il benchè minimo reato. Viene così a mancare l'immedesimazione con protagonista e non è un'ingrediente da poco ai fini della valutazione di un film. Non male, ma non un Cult.

Daniela 22/11/09 14:44 - 12662 commenti

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Noir leggendario, ma non un capolavoro. Più che una discesa agli inferi, uno sprofondamento nella nebbia il viaggio del pianista che si ritrova, per una serie di circostanze fortuite, a commettere un delitto suo malgrado (è la scena migliore del film). Il protagonista stesso sembra agire quasi in stato di trance, senza valutare le conseguenze dei suoi atti. Ma allo progressione per accumulo dei fatti non sembra corrispondere uno sviluppo del personaggio, fatalista per indole prima ancora per necessità. Comunque un film significativo, da vedere.
MEMORABILE: Il filo del telefono

Pau 12/04/10 18:01 - 125 commenti

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La quintessenza del noir. Non manca niente: l'innocente che sprofonda in un incubo, la dark lady avida e manipolatrice, le atmosfere nebbiose, il plot contorto, il senso di un destino ineluttabile che porta alla sconfitta, il disincanto amaro e il senso di impotenza che, col passare dei minuti, costituiscono la cifra psicologica del protagonista. La trama è a dir poco inverosimile, ma ragazzi... è un noir! Deve esserlo (scherzo, ma nemmeno tanto, a pensarci bene, o forse i plot di Vertigine e Il mistero del falco brillano per linearità?)
MEMORABILE: L'omicidio involontariamente compiuto dal protagonista usando il filo del telefono.

Shannon 30/07/10 18:57 - 72 commenti

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Gli ingredienti del noir ci sono tutti: il pianista squattrinato con la fidanzata che lo aspetta, lo scherzo del destino ("nella vita, qualunque strada un uomo decida di percorrere, se il destno gli è contrario, lo aspetta al varco e gli fa cambiare direzione"), una donna che la vita ha reso fredda e dura come la roccia, la tragica fatalità. In un lungo flashback, il protagonista racconta l'incredibile serie di disavventure in cui si è involontariamente trovato. Tutto già visto, d'accordo, ma questo film è del '46. Bello!
MEMORABILE: Il destino in agguato: Albert vede Vera mentre fa l'autostop: "L'ultima persona che avrei dovuto incontrare"...

Pigro 9/01/11 10:34 - 9666 commenti

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L'autostoppista si sostituisce all'autista morto accidentalmente, ma una donna lo ricatta. Acuta parabola sui trabocchetti del caso, che sfrutta abilmente il topos del grande viaggio a ovest, rinominato come "deviazione" dall'ordine naturale delle cose (corollario: il relativismo dell'innocenza...) e vissuto come crisi identitaria. Splendida idea e discreta sceneggiatura (un po' oberata dall'onnipresente voce del flashback), ma regia appena sufficiente e attori poco incisivi. Pessimo doppiaggio italiano. Un film comunque intrigante.

Il Gobbo 26/01/12 08:47 - 3015 commenti

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Celeberrima consacrazione dell'arte di fare virtù della ristrettezza di mezzi. La penuria di dollari (contro cui il protagonista-zombi inveisce con accenti biblici nel suo fluviale monologo off) diventa espediente stilistico e contribuisce a trasformare il film in parabola metafisica sulla crisi d'identità e sul ruolo del caso nell'esistenza, senza bardature filosofiche. Astratto.

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Mickes2 4/10/13 10:46 - 1670 commenti

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Paradigmatico noir in cui protagonisti assoluti, più che gli stessi interpreti, sono il destino e la fatalità. Un incubo dalle plurime visioni, strade prese e poi perdute: un viaggio dannato della moralità in cui la sola apparente, salvifica ed effimera via di fuga sta nell’identificazione con un morto. Diventare un morto per continuare a vivere, ma dove? in una città spettrale, caotica e fotocopiata, mossa solamente da un cinismo sulfureo. La voce off come solenne requiem di confessione di scelte tragicamente sbagliate e ineluttabili. Stupendo.

Pinhead80 18/11/15 19:21 - 4760 commenti

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Il destino, si sa, può giocare brutti scherzi ed essere tremendamente crudele. Ne sa qualcosa il nostro protagonista, che troverà sulla sua strada tutta una serie di sfortune una più grande dell'altra. Da una parte abbiamo l'ingenuità di chi cerca un futuro migliore attraverso l'amore, dall'altra l'impossibilità di scendere a compromessi con l'ineluttabile destino. La morsa di paura che stringe sempre di più il protagonista finisce per coinvolgere anche lo spettatore, che assiste inerme a questa storia. Un noir da gustare tutto d'un fiato.

Rufus68 7/02/17 22:46 - 3842 commenti

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Una irresistibile discesa nell'incubo, prosaica quanto terribile nella sua normalità. I richiami a Kafka et similia sono certo esagerati: Ulmer non possiede la statura per ordire una tale tragedia metafisica. È indubbio, tuttavia, che il viaggio del protagonista verso la felicità, contrastato dal caso e dall'assurdo, si carichi di una valenza simbolica così intensa da aprirsi anche alle interpretazioni più ambiziose; l'ambiguità di fondo che ne risulta costituisce il fascino maggiore del film.

Saintgifts 10/03/17 01:04 - 4098 commenti

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Fra i primi road movie, un coast to coast verso ovest sulla mother road, con il pollice alzato per salire su auto ed entrare nella vita e nella morte di sconosciuti. Sono quasi degli zombi, coloro che cambiano la vita di Al (Tom Neal), anche se a ben guardare è Al stesso, incapace di prendere le giuste decisioni, a cambiare la propria vita. È Vera il personaggio che lascia il segno, una dark lady che in comune con la signora delle camelie (alla quale Al la paragona) ha solo la malattia. Non un capolavoro, ma con alcune scene rilevanti.
MEMORABILE: La morte di Charles sotto la pioggia.

Vito 5/06/17 11:26 - 695 commenti

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Nato come B-movie, col tempo questo film di Ulmer è diventato un vero e proprio cult, tra gli amanti del cinema noir ed è anche stato rivalutato come film d'autore dalla critica. Il regista, oltre che concentrarsi sulle ombre e la nebbia tipiche del noir, approfondisce i caratteri dei protagonisti descrivendo un mondo popolato da personaggi tristi e soli che vanno incontro a un destino tragico. Un individualismo a tutti i costi che si scontra con una realtà avversa. Kafkiano.

Myvincent 22/08/17 07:21 - 3741 commenti

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Un uomo squattrinato cerca di raggiungere la sua bella all'altro capo degli Stati Uniti e lo fa con l'autostop senza immaginare cosa gli riserverà quel viaggio. Una storia di incontri casuali che si attorciglia attorno alle infelicità umane contribuendone agli esiti sfortunati, con sullo sfondo un'America materialista. Sopravvalutato alquanto, il film ha una sceneggiatura con sviluppi assurdi e nessuna impalcatura narrativa solida, almeno apparentemente.

Pessoa 26/09/17 23:41 - 2476 commenti

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Gran bel film di Ulmer denso di alta letteratura (il fatalismo di Diderot, la situazione del protagonista palesemente pirandelliana) che fa da contraltare a una vicenda affetta da quel tipo di verità che non ha bisogno di essere verosimile. La sceneggiatura secca e tagliente offre spesso un la intonatissimo al talento cristallino dei due protagonisti. Ritmo molto elevato che non lesina sorprese, benché un'abile scelta di montaggio si prenda il lusso di dirci subito come andrà a finire. E per tutto il film si spera che non sia così. Eccellente!
MEMORABILE: La Savage ubriaca nella stanza d'albergo che cambia registro espressivo a ogni inquadratura, recitando da grande attrice.

Il Dandi 17/08/19 20:44 - 1917 commenti

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Titolo celebre, quasi eponimo, forse più citato che davvero visto (famosa è anche la circostanza che la critica specializzata avrebbe continuato per decenni a decantarne un piano sequenza finale in realtà assolutamente non esistente). Non il capolavoro tout court che è per molti, ma la virtuosa essenzialità (appena sei giorni di riprese) e una declinazione pressoché ineccepibile del paradigma del noir (il loser, la femme fatale, la tragedia come fatalismo e predestinazione) ne fanno comunque un gioiellino.
MEMORABILE: Hitchcock deve averlo apprezzato, visto che la vendita dell'auto e il poliziotto in motocicletta sembrano anticipare scene analoghe di Psyco.

Rambo90 27/10/21 22:22 - 7697 commenti

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Noir imprevedibile, che si diverte a rimescolare le carte del genere e a spiazzare lo spettatore con una spirale di sfortuna e caducità che avvolge il protagonista fin dall'inizio. Ulmer sa come dirigere bene, aggirando i problemi di una produzione di serie B e inventando alcune trovate visive decisamente innovative per l'epoca (come il finto piano sequenza verso la fine, con inquadrature sfocate e nitide ad alternarsi). Non male il cast. Lontano dal capolavoro ma sicuramente interessante.

Anthonyvm 20/11/22 02:35 - 5689 commenti

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Piccolo classico del noir, girato con inappuntabile precisione (e modestissimo budget) dallo specialista di Poverty Row Edgar G. Ulmer, qui alle prese con una semplice e cupa vicenda di contrattempi e spiacevoli incontri, inesorabile viaggio verso la perdizione criminale di un uomo qualunque, che assume connotati quasi metafisici (ben imbroccato il sottotitolo della versione italiana). Se il mood pessimistico e venefico è tangibile, non si può dire altrettanto della suspense e del pathos umano (l'abuso di monologhi e la regia essenziale afflosciano entrambi). Imperfetto ma da vedere.
MEMORABILE: L'esibizione pianistica del protagonista; I colpi di tosse della conturbante autostoppista; Lo strangolamento in camera da letto; La fine "moralista".

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Minitina80 10/01/23 08:48 - 2984 commenti

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Bel noir raccontato interamente a ritroso e caratterizzato da quell’ambiguità perfetta per il genere. Il punto focale dell’opera risiede nel vortice distruttivo in cui si può piombare in seguito a una scelta sbagliata. Forse l'intera storia è inventata e la voce fuori campo del protagonista potrebbe essere semplicemente il tentativo di creare un alibi. La produzione non è sfavillante, il set e le riprese sono semplici e il cast ridotto al minimo. Nonostante questo, tiene incollati e con il fiato sospeso per attendere l’epilogo, che arriva veloce e in modo sbrigativo.
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  • Discussione Cotola • 6/09/09 12:44
    Consigliere avanzato - 3844 interventi
    Per la catalogazione: dei film di Ulmer è l'unico in cui il nome del regista è segnalato
    senza il doppio nome. Per fare in modo che quando si fa la ricerca escano tutti, o si aggiunge l'iniziale a questo o si toglie a tutti
    gli altri. Che ne pensi Zender?
  • Discussione Zender • 13/09/09 13:30
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Si guarda sempre Imdb, perché dovendo avere un riferimento si è scelto il più completo. Quindi va aggiunta qui la G. Molte grazie Cotola.
  • Homevideo Noir • 28/10/10 16:22
    Galoppino - 573 interventi
    In uscita in "versione restaurata" il 19 Gennaio 2011 per la DCult.
    Ultima modifica: 14/02/18 14:45 da Zender
  • Curiosità Columbo • 26/07/11 10:27
    Pulizia ai piani - 1098 interventi
    L'auto dell'allibratore che poi Neal farà sua e con la quale continuerà il viaggio è una Lincoln Continental Cabriolet del 1941.
  • Curiosità Columbo • 26/07/11 10:31
    Pulizia ai piani - 1098 interventi
    Tom Neal uccise (lui disse accidentalmente) la sua terza moglie e si fece sei anni di carcere.

    http://en.wikipedia.org/wiki/Tom_Neal
  • Curiosità Buiomega71 • 16/11/14 10:11
    Consigliere - 25999 interventi
    Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni (Ciclo: "Eccentriche Visioni", 6 agosto 1985) di Detour - Deviazione per l'inferno:

  • Homevideo Lodger • 14/02/18 14:20
    Pulizia ai piani - 1563 interventi
    Noir ebbe a dire:
    In uscita in "versione restaurata" il 19 Gennaio 2011 per la DCult.


    in verità poi si è scoperto che la versione DCult non è affatto restaurata, si vede da schifo come quella della Ermitage.
    http://www.dvd-italy.it/recensioni.asp?id=1779
    Ultima modifica: 14/02/18 14:45 da Zender