Limpido esempio di come sprecare il talento di un attore (che fa ugualmente del suo meglio) come Crispin Glover (Willard). Simon Says è un prodotto realizzato con cura e può vantare un budget discreto, in grado di garantire effetti speciali realistici ed impressionanti, che cedono il passo al ridicolo solo nei pochi momenti di abuso della CG. La violenza è estrema, ma innestata su un plot (i gemelli) mancato ed insignificante. Efficace per le inattese trovate ma irritante per il mancato obiettivo. Poteva essere ben altra cosa. Misogino.
MEMORABILE: Mentre una vittima viene "bruciata viva" da Simon/Stanley, un impressionante lamento (o urlo?) di dolore rievoca "l'urlo del Diavolo".
Buona dose di sangue e fa piacere vedere nella parte del protagonista il caro Crispin Glover. Delitti sanguinolenti e ben costruiti, costruzione dei personaggi piuttosto orrida e non una gran suspence. Uno slasher senza pretese che si fa comunque vedere con piacere.
Se la si prende per quello che è, ovvero una boiata, spero almeno in parte voluta, allora questa pellicola potrà anche risultare vedibile, soprattutto per l’alto tasso di splatter e truculenza tritacorpi.
Certo, film come questo tolgono credibilità al puro horror, scopiazzando male a destra e a manca e disegnando cattivoni di turno in maniera assolutamente superficiale e quasi ridicola. Qui però, se non altro ci si è sbizzarriti con piogge di picconi, lanciati da catapulte e altre macchine artigianali e violenza a tutto spiano, che non risparmia proprio nessuno di questi attori da mattatoio.
MEMORABILE: Picconata con svolazzamento; Barboncino piallato con un pestone; Come conta i soldi un uomo con un dito solo; La donna lettore CD.
Slasher derivativo e pieno di clichè, ma a tratti abbastanza originale (le macchine di morte, il killer loquace, il finale non innovativo ma quasi a sorpresa). Non aggiunge nulla al panorama horror contemporaneo ma se si ha la pazienza di andare oltre la prima, soporifera mezzora, risulta godibile e anche divertente, in alcuni momenti.
Se si supera l'istintiva allergia di fronte agli inutili protagonisti, ci si ritrova in un film ben studiato limitatamente all'impianto orrorifico, con personaggi inquietanti ben realizzati e delitti tutto sommato originali. È e resta un film piuttosto pesante per le inutilità delle sequenze "tranquille", chiaramente buttate lì a mo' di intervallo, a fare da ponte con quelle slasher: è lì che il lavoro di Dear si salva. La sequenza che fa da base ai titoli è copiata da Jeunet.
Thriller-slasher abbastanza noiosetto con l'ennesimo protagonista psicopatico che si produrrà nella "solita" mattanza che stavolta si distacca però da pellicole analoghe a causa di una certa ingegnosità nell'elaborare delitti a base di armi assortite. Per il
resto tutto già visto e nessuna sorpresa, cosa che fa aumentare il tasso di tedio che in ogni caso non raggiunge (anche per la breve durata), per fortuna, livelli insostenibili. Se proprio amate il genere potete dargli una possibilità: in caso contrario risparmiate il tempo.
Inizia come il più classico e banale degli epigoni dei vari Non aprite quella porta, Wrong turn, La maschera di cera... Ma poi qualcosa si trasforma e il film prende una piega goliardica e sopra le righe, che ne esalta le banalità rendendole parte di un grande gioco citazionista. L'eccentrico Crispin Glover ruba la scena, com'è giusto che sia, nel ruolo dello psicopatico di turno. Impagabile il massacro a metà film, a danno di personaggi che non si erano mai visti prima e messi lì solo per incrementare il bodycount. Tanto gore e divertimento.
MEMORABILE: Le trappole nascoste nel bosco che lanciano miriadi di picconi roteanti in ogni direzione; Il finale.
B-slasher movie, teenager nei soliti boschi southern, soggetto usato come optional, caratterizzazione e situazioni da commedia involontaria con dialoghi spesso improbabili e ridicoli (a confronto quelli anni '80 di Venerdì 13 sembrano poesia pura) sia nello pseudo softcore che nella parte kitsch horror; e tra una tresca adolescenziale e l'altra, numeri di assurde volate in aria antigravitazionali con infilamenti finali a spiedino, picconi usati tipo alabarde spaziali di Goldrake e altre panzane splatter-gore con effetti e manichini quasi amatoriali. Si salva la parte finale.