Non si segnala per nulla in particolare, questo dramma romanesco a tinte nere coi soliti ragazzacci che stanchi di vivere ai margini passano all'azione. Una delle tante pellicole che partono dal rievocare idealmente il massacro del Circeo (qui un doppio stupro ai danni di una giovane e di una vicina di casa in età che aveva suonato il campanello per chiedere cosa stesse succedendo) ed evolve inserendosi invece nel filone della rapina con ostaggi. I due giovani criminali sono di estrazione diversa e si conoscono nel giardino d'una festa: Paolo (Cutini) è il ribelle tipo, bello, selvaggio e spietato, Giovanni (Marati) il pariolino insoddisfatto figlio di papà, trascinato nell'escalation...Leggi tutto di violenza dal nuovo amico che su di lui esercita un forte fascino ergendosi a improbabile maestro di vita. E così, dopo qualche superficiale filosofeggiamento sull'importanza dei soldi e un lungo stupro (sequenza interminabile che lascia intuire quanto i tempi non sian dosati esattamente al meglio), i due si rendon responsabili di qualche veloce bravata prima di procurarsi le armi e chiudersi nel ristorante d'un albergo dove sequestrano una ventina di clienti lì a pranzo. Non ci vuole molto prima che si faccia vedere la polizia, guidata dal commissario Aldobrandi (Bianchi) e si aprano le difficili negoziazioni. Il film di Petrini comincia quindi a sondare i caratteri degli ostaggi e il rapporto di questi con i sequestratori, impegnati tra loro in una personale e sotterranea lotta psicologica: Paolo agisce da leader e l'amico è costretto a replicare cercando di mostrarsi altrettanto deciso (ma si capisce bene che nel tentativo arranca). L'operazione Kappa del titolo è il nome in codice con cui nel film la polizia identifica l'ultima soluzione prevista, quella che prevede l'appostamento di cecchini col compito di sparare sui sequestratori (a vista, per l'appunto). E' però una soluzione da scongiurare quanto più possibile, così il tira e molla prosegue intanto attraverso la negoziazione tradizionale: dateci i soldi entro quest'ora o facciamo fuori gli ostaggi... no è troppo presto dovete darci più tempo... Buoni e cattivi contrapposti insomma secondo lo schema tradizionale, con i secondi che insultano, schiaffeggiano, minacciano, sghignazzano, urlano e i primi che meditano, nel caso del commissario con l'aggiunta di un dramma sentimentale clamorosamente posticcio (e tanto di corse felici sulla spiaggia) che c'entra davvero come i cavoli a merenda. Indovinato qualche scorcio romano periferico (ma c'è anche Trinità dei Monti) prima della fase claustrofobica in albergo, limitata la gamma espressiva dei protagonisti per quanto tutto sommato entrambi sufficientemente credibili nei rispettivi ruoli. A sorpresa qualche battuta tra i rappresentanti della legge (“Quanti figli hai?” “Quattro, signor commissario!” “Io dal prossimo mese ti sbatto al turno di notte! Tu Mancuso fotti troppo, la notte!”) che vivacizza un po', così come fanno le musiche del trio Bixio-Frizzi-Tempera nella prima parte. Mancano però un minimo di inventiva nei dialoghi e un po' di buona gestione della suspense per reggere l'unità di luogo nella seconda parte, così che si attende la conclusione curiosi solo di capire come il tutto finirà (l'epilogo ricorda peraltro un film di Argento).
Non inganni il titolo da spionistico, è un reperto settantasettino che vede due disadattati (un proletario con idee superomistiche e un pariolino), già autori di varie nefandezze, asserragliarsi in un ristorante per chiedere soldi e un aereo. Povero ma brutto, di commovente squallore quanto a locations e scenografie, e un'adeguata dose di assurdità. Eppure, non privo di un suo discreto fascino trash. In compenso buone musiche del trio Bixio-Frizzi-Tempera, con un tema in odore di plagio da Peter Gunn!
MEMORABILE: "Coi soldi vai in culo a tutto il mondo" "Attento al mal di reni"
Discreto "poliziesco" che può ingannare per il titolo. Il buon Mario Cutini nei panni di un proletario incazzato in compagnia di un pariolino psicopatico, diretti da Petrini (che dirigerà Cutini anche in Ring). Si tratta di un poveristico ma rispetto a Il tempo degli assassini e altri titoli sulla falsariga dei giovani violenti ha diversi punti a favore. La colonna sonora la ritroveremo in Napoli si ribella.
Con pochi mezzi, senza peli sulla lingua, usando un realismo senza eccessi, Petrini sforna un capolavoro da noi ignorato, così ci han pensato gli anglosassoni a rieditarcelo sotto il naso, lasciandoci solo i mediocri passaggi tv della notte dei tempi. Pochissimi film claustrofobici son riusciti così bene... La miseria totale dell'uno e la frequenza quotidiana di perbenismo, disonestà e ipocrisia di una famiglia borghese dell'altro, fanno imboccare ai protagonisti una strada senza ritorno. Papale papale, senza rimorsi o rimpianti... la realtà è nera.
MEMORABILE: Non solo il pestaggio di Daniele Dublino, ma anche quando si spara selvaggiamente.
Un poliziesco abbastanza povero di mezzi ma sorprendentemente notevole. Scazzottate, teppismo, inseguimenti, belle ragazzuole, ostaggi e violenza sono gli ingredienti principali, ovviamente. Mario Cutini ha la faccia giusta per il suo personaggio (altro che attori di fiction). È il tipico poliziesco stile fine '70 sul tema della delinquenza giovanile. La trama scorre bene ed è ben diretta da Luigi Petrini. La sceneggiatura l'ho trovata in parte perfetta e in parte retorica, meritava un po' più cura (forse l'unico punto debole).
MEMORABILE: Ely Gallean col pancione; "Ehi biondina, ci tieni al tuo ragazzo? Se non torni farà una brutta fine! Capito!?"
Dopo averne combinate più di Carlo in Francia, due scapestrati sequestrano alcune persone pretendendo un elicottero per liberarle. Gagliardo, questo misconosciuto poliziesco tricolore! Il regista Petrini riesce a fare di necessità virtù e, con i soldi della paghetta di un tredicenne, mette in piedi un film altamente coinvolgente il cui tasso di violenza è talvolta prorompente. Buona l’eterogenea coppia di criminali, mentre lo sbirro incaricato di stanarli risulta altresì anonimo.
Noir italiano ingiustamente sottovalutato, privo di particolari idee originali ma abile nel tratteggiare il profilo di due losers che non disdegnano la kubrickiana ultraviolenza. Petrini gira con eleganza e gestisce con abilità i momenti di disagio, accusando giusto un lieve calo nel secondo tempo, un po' sulla scia di Quel pomeriggio di un giorno da cani. Il deus ex machina paterno sposta l'asse verso la psicologia in modo rozzo ma avvincente, tanto da far tollerare un Marati in sempre più marcato overacting. Meglio del previsto Cutini.
MEMORABILE: La lunga scena delle due donne spogliate e umiliate; Il tatto e la sensibilità del padre all'altoparlante.
Poliziesco dalle trovate poco originali, non entusiasma. Cutini, già manipolatore della calda Lisa, stavolta tiene sotto scacco un annoiato studente. Mario Antoni ispettore sin troppo compassato, insulsi i siparietti tra lui e la sua bella. La parte del sequestro si sarebbe potuta sviluppare calcando maggiormente la mano con la violenza, erano pur sempre gli Anni Settanta!
MEMORABILE: La presenza ammaliante di Maria Pia Conte durante il sequestro.
Due ragazzi di estrazione diversa (un pariolino e un "cane randagio") si formano come coppia durante una festa degenerata, per vivere una giornata all'insegna della violenza più creativa. Mario Cutini se la cava alla grande, al punto da chiedersi come mai il suo volto non sia stato più sfruttato. La trama si esaspera attorno al tema della delinquenza giovanile, toccando solo superficialmente le motivazioni sociali e politiche, che avrebbero stonato con lo "spettacolo" generale offerto.
Questo insolito (e buon) noir può vantare un'atmosfera tesissima (che si protrae per l'intera durata) capace di rendere la visione piacevolissima (e mai fiacca). Bravi e in parte Cutini e Marati, bella e sicura di sé (nel personaggio) la Conte e anche il resto del buon cast (tanti caratteristi del cinema italiano anni 70) risultano molto in parte. Ritmo (straordinariamente) incalzante, belle musiche e una certa dose di violenza lo rendono un prodotto più che dignitoso. Purtroppo sottovalutatissimo!
Un pariolino complessato fa amicizia con un borgataro esaltato e in men che non si dica i due diventano compagni di droga, stupro, rapina e omicidi; finché per trarsi d’impaccio decidono di barricarsi in un albergo con degli ostaggi. Buon poliziesco elementare e feroce, con qualche caduta di stile nella seconda parte (fra sevizie di cattivo gusto e l'immancabile sindrome di Stoccolma). Ma come spesso accade nel filone “ragazzi della Roma violenta” il film cattura soprattutto per l’efficacia di location reali e di volti sconosciuti.
MEMORABILE: Il primo stupro con omicidio; Il pestaggio dello spacciatore; Il pestaggio (gratuito) del lettore di giornale.
Un delinquente comune intossicato/esaltato da qualche droga e uno "smidollato pariolino" (così è definito dal commissario) cominciando per scherzo si daranno senza tregua alla violenza bieca e delirante. Il film dispiega scene da ultraviolenza e linguaggio volgare e sguaiato, trova discreti momenti di gustosa follia e cade rovinosamente in certi passaggi (siparietti pseudo-comici e pseudo-sentimentali francamente assurdi; strambo comportamento della polizia). Non è girato con i piedi; si lascia seguire per l'aura fuori controllo.
Quello della delinquenza giovanile a Roma è un argomento che il poliziottesco ha affrontato piuttosto spesso, ma qui è gestito meglio del previsto. Le motivazioni che portano la coppia protagonista a delinquere vengono liquidate piuttosto rapidamente, la parentesi sentimentale del commissario è un inutile riempitivo, ma il resto funziona, con un ritmo e una tensione davvero incalzanti, violenza ben dosata e qualche nudo femminile che non guasta. Il cast se la cava discretamente e il basso budget non inficia il risultato finale.
MEMORABILE: Lo stupro; L'irruzione nel ristorante, con tutto quel che segue.
Escalation delirante di violenze e furti per due losers, un pazzo invasato e l'altro succube. Petrini manovra bene la mdp e nel complesso, nonostante il basso budget, se la cava; ma gestisce meglio la prima parte rispetto alla seconda del sequestro, che necessitava più irruenza. Nel cast risaltano la Conte e Cutini (faccia perfetta da B-movie, ahimè poco sfruttata); belle toste le musiche di Bixio, Frizzi & Tempera.
MEMORABILE: "Bisogna essere come i gatti, fregarsene di tutto e tutti... e bisogna fare soldi!"
Inizia come una "rievocazione" del massacro del Circeo, avvenuto due anni prima dall'uscita di questo (poco noto) film, per evolversi e concludersi come un posticcio rifacimento di Quel pomeriggio di un giorno da cani. Il cast anonimo e una regia svogliata non lo rendono particolarmente memorabile. Forse l'unica cosa da salvare sono le musiche di Bixio-Frizzi-Tempera, peraltro riutilizzate nel contemporaneo Napoli si ribella.
MEMORABILE: "Quanti figli hai?" "Quattro". "Allora ti faccio mettere al turno di notte" "Perché?" "La notte fotti troppo!"
Fuori dal coro il titolo rievocante lo spionaggio fantascientifico e i titoli di testa con un menestrello hippie quasi irreale che intona un trailer-sunto delle tematiche trattate. Il regista corre la staffetta con Deodato, lasciando a lui il trofeo che porterà glorioso fino alla Casa sperduta nel parco. Fuori dal coro i protagonisti beceri, balordi e fragili nella loro efferatezza. Fuori dagli schemi quell'ora di claustrofobia e la violenza che esplode alle luci dell'alba e non nell'oscurità. Diamo al film il benvenuto tra i cosiddetti "distinti".
MEMORABILE: I quadri angosciosi del ristorante; L'impotenza sessuale dichiarata e rinfacciata, fonte di violenza; La cliente solitaria tiene testa ai criminali.
Il film di Petrini insegue il filone cinematografico post Circeo coi "pariolini" col vizio della violenza. Diviso tra noir e poliziesco all'italiana, è un film che forse assume più fascino oggi (l'estetica Anni '70) che allora, quand'era un mero prodotto di consumo per cinemini di periferia. Non si riesce ad avere alcuna empatia con i due protagonisti, esseri senza alcuna morale che non riescono a suscitare nemmeno la simpatia delle canaglie. Da questo punto di vista l'opera funziona, pur nella sua imperfezione.
Girato al pari di altre pellicole in quel biennio 76-77 sulla scorta dei fatti del Circeo, quest'opera di Petrini è una delle più dure, tant'è che ebbe i suoi bei problemi con la censura dell'epoca. Sono presenti varie suggestioni, da Kubrick a Lumet, e il film parte pure forte, ma laddove dovrebbe spiccare il volo, con la parte del ristorante, purtroppo si incarta, fra comportamenti inverosimili degli ostaggi, parentesi rosa del tutto gratuite (l'amante del commissario) e scorci umoristici (il brigadiere). Cultissimo invece Mario Bianchi commissario.
MEMORABILE: Il doppio stupro iniziale.
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HomevideoGeppo • 31/05/18 16:51 Call center Davinotti - 4269 interventi
È uscito il cofanetto DVD/Bluray del film "Operazione kappa: sparate a vista" per la label tedesca Subkultur Entertainment.
Master: Restaurato in HD
Audio: Italiano, tedesco e inglese (DTS HD Mono)
Video: 1.85:1 (16:9)
Durata: 01h31m19s
Extra: Trailer, Intervista a Fabio Frizzi
Da segnalare l'incredibile e reiterato nudo frontale (anche in primo piano) di Linda Sini, aristocratica signora del cinema italiano, qui già sulla sessantina.
Il protagonista Marco Marati cambierà carriera diventando paroliere e produttore musicale, collaborando spesso con artiste quali Laura Pausini, Ivana Spagna, Anna Oxa.
HomevideoXtron • 17/05/22 13:59 Servizio caffè - 2147 interventi
Il dvd francese ARTUS
Audio italiano e francese Sottotitoli in francese (si tolgono senza problemi) Formato video 1.85:1 anamorfico Durata 1h30m46s Extra: Presentazione del film, galleria fotografica, trailers