Due cuori fra le belve - Film (1943)

Due cuori fra le belve
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MMJ Davinotti jr
Anno: 1943
Genere: comico (bianco e nero)
Note: Aka "Totò nella fossa dei leoni", "Due cuori tra le belve".
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Uno dei primissimi film di Totò, in cui ancora il grande comico napoletano non riusciva a imporre la sua personalità ai registi meno affermati come farà in seguito. Il risultato, come nel precedente IL RATTO DELLE SABINE o L’ALLEGRO FANTASMA, è alquanto deludente. Al di là di una sceneggiatura altamente deficitaria che ricicla gag e situazioni viste e straviste, a Totò si ordina di concentrare tutta la sua verve nelle consuete mosse e mossette da cinema muto. Così, sottolineate da una musica a base di archi tipica di quegli anni, vediamo reiterate ad libitum le possibili...Leggi tutto disarticolazioni motorie di un mimo (Totò) non ancora in possesso delle deliranti capacità verbali che acquisterà successivamente. Qui si limita a recitare interi monologhi teatrali dimostrando una padronanza invidiabile del mestiere, ma per riuscire a divertire non è chiaramente sufficiente. Oltretutto, dovendo muoversi all'interno di un cast men che anonimo, il nostro non trova una spalla davvero valida ed è costretto a sobbarcarsi da solo il peso di un film nato male e concluso peggio. La prima parte lo vede intrufolarsi clandestino nella nave partita alla volta dell'Africa alla ricerca di un fantomatico uomo scimmia pericolosissimo: fingendosi cuoco combinerà disastri. La seconda invece è interamente ambientata nella giungla (ovviamente finta quanto i suoi abitanti, selvaggi con facce da romani veraci) dove tutto verrà catturato e si salverà solo oscurando il sole (in realtà prevede un’eclissi leggendo Barbanera). Finale scontato in una sala conferenze. Si ride non più di due volte, sempre e unicamente grazie a un Totò comunque lanciato verso un sicuro successo.

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Smoker85 30/09/12 15:51 - 487 commenti

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Dopo i due film con Palermi, Totò resta invischiato in una pellicola di poche pretese (un anticipo dei filmacci che sarà costretto a girare successivamente) dove per ridere bisogna davvero sforzarsi. Il protagonista, intendiamoci, dà prova del suo talento, ma la sceneggiatura è, specie da metà film in poi, raffazzonata. Totò, abbandonato totalmente a se stesso, non può dunque risollevare la pellicola, nonostante la trama avesse del potenziale. Il tema del selvaggio sarà sfruttato decisamente meglio in Totò Tarzan. Debole.
MEMORABILE: La scena del pianoforte; Totò che spiega al medico la teoria evolutiva.

Graf 11/10/12 03:38 - 708 commenti

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Girato nel 1943, in piena guerra e a pochi mesi dalla caduta del Fascismo, il film, sceneggiato da Steno, è un tentativo, in equilibrio tra l'assurdo e il grottesco, di trapiantare Totò in un film d'avventura ambientato il luoghi esotici, lontani e misteriosi. Siamo di fronte a un'opera di poche pretese e con una trama esilissima, dove troviamo il solito Totò dei primi film ridotto a una semplice maschera da cartone animato quasi solo smorfie e gestacci ipertrofici e appena insaporita dal sale di qualche stralunato gioco verbale. Non riuscito.

Panza 1/05/13 18:32 - 1834 commenti

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Il Totò prima maniera è più un mimo che un vero e proprio attore; purtroppo questo film risente eccessivamente di una strutta teatrale in cui l'attore non trova uno sfogo. C'è da dire che la parte sulla nave strappa qualche risata ed è anche seguibile, ma quando si calca troppo sulla storia d'amore il ritmo diventa blando. Arrivati nella giunga si perde ogni divertimento anche a causa di un irrealistico Carnera nei panni di un indigeno! Comprimari opachi e messi al servizio di un soggettino che risulta davvero noioso a causa dell'età del film.

B. Legnani 27/11/13 01:44 - 5519 commenti

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Fra i peggiori film con Totò, nel quale l'artista non può sfruttare neppure quei giochi verbali che altre volte salveranno, almeno parzialmente, la baracca. Qui il Principe deve quasi ridursi a mimo, all'interno di una sceneggiatura scombinata e poco coinvolgente, senza neppure un attore in grado di fargli da accettabile spalla. Film corto, ma noiosissimo. C'è Primo Carnera.

Ryo 1/05/15 16:23 - 2169 commenti

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Simpatica novella che permette al grande comico napoletano di utilizzare tutto il suo repertorio di plasticità corporea e mimica facciale. Momenti di comicità nonsense geniali. Evidente la povertà dei mezzi che viene sopperita egregiamente grazie a un ritmo di regia godibile e divertente. Fra i cameo spunta il mitico pugile Primo Carnera!
MEMORABILE: La nave alla deriva mentre Totò suona il piano; L'eclissi.

Minitina80 24/03/16 08:49 - 2976 commenti

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Un film bruttino e malriuscito che non trova il modo di esaltare a dovere il talento di Totò. Tirando le somme risulta un lavoro piuttosto banale dove una regia fiacca incide in negativo non riuscendo a dare un senso compiuto a una sceneggiatura scarna e priva di grandi idee. Totò deve ancora prendere le misure con il cinema, eppure già si intravede il potenziale, qui purtroppo non sorretto da nessuna spalla all’altezza. Consigliato a coloro che non possono proprio fare a meno di Totò.

Faggi 13/08/18 17:57 - 1548 commenti

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Reperto archeologico della cinematografia comica italica; girato in piena Seconda Guerra Mondiale (chissà l'effetto che avrà fatto alle platee dell'epoca). Totò si spertica nel marionettismo ma funziona solo per frammenti; e rischia la ridondanza. L'ambientazione esotica e la vicenda più che far cedere le braccia fanno quasi tenerezza per l'ingenuità. È un oggetto molto polveroso, poco più che un documento sull'arte del Principe. Curiosa la partecipazione di Carnera (sempre come documento); bella, avvolta da sensualità d'antan, Vera Carmi.
MEMORABILE: "Bazzecole, quisquilie, pinzellacchere"; Lo starnuto di Primo Carnera.

Taxius 21/04/20 15:56 - 1656 commenti

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In piena Seconda Guerra Mondiale il grande Totò è protagonista di uno dei suoi film meno conosciuti e meno riusciti. La durata è particolarmente breve e questa è forse la nota migliore, vista la trama sgangherata e poco divertente. L'inizio, ambientato in barca, non è malvagio e dà la possibilità a Totò di esprimere la sua comicità; cosa che, nella seconda, con l'ingresso in scena degli indigeni, viene meno. Consigliabile giusto a chi vuole completare la filmografia di Totò.

Pigro 14/01/21 10:58 - 9623 commenti

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Clandestino su una nave al seguito di una spedizione alla ricerca dell’uomo-scimmia. La trama non solo è un pretesto, ma una scombinata accozzaglia male aggregata di situazioni che devono servire come supporto per le gag di Totò, sfruttato come esuberante marionetta snodata, con un’impostazione da comica muta, che qua e là strappa qualche risata, ed è spesso divertente nella sua figura di folletto keatoniano. Ma il problema sta nell’insieme, che rimane disorganico e a tratti imbarazzante. E c’è pure Primo Carnera gigantesco selvaggio.

Gottardi 15/04/21 12:51 - 394 commenti

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Spedizione in un’Africa di cartapesta alla ricerca di scienziato disperso, con Totò guastatore a piede libero e tanto di Tino Buazzelli cattivo di turno e Primo Carnera capo dei selvaggi. Viene da chiedersi come tutti e tre vi siano rimasti impigliati: sconclusionata farsa col piede sull’acceleratore per tutta la durata. Pochi mezzi, poche idee, colonna sonora disturbante, e Totò che si arrabatta per cercare di tappare le falle ma è come voler svuotare il mare con un secchiello. Uscì ne 1943 col titolo in oggetto, poi nel dopoguerra col titolo mutato in "Totò nella fossa dei leoni".
MEMORABILE: Le riprese del treno in corsa fatte riprendendo un plastico con trenino!

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Pessoa 7/09/21 04:14 - 2476 commenti

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Uno dei primi tentativi di lanciare al cinema l'astro nascente di Totò, che già sbancava i botteghini del teatro di rivista. La comicità è piuttosto ingenua e il grande attore napoletano resta ancora legato agli stilemi dell'avanspettacolo, esagerando oltremodo il ricorso a lazzi e mossette, mentre la trama, piuttosto evanescente, è retta da una sceneggiatura semplice oggi decisamente superata. Rimane una buona occasione per capire l'excursus artistico di uno dei più grandi attori del nostro cinema comico e, se presa con lo spirito giusto, riesce a strappare ancora qualche risata.

Giùan 3/07/23 08:41 - 4528 commenti

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Oltremodo scombiccherato e peraltro poco divertente, testimonia (se paragonato ad esempio al più tardo e consimile Totò Tarzan) la ancora vulnerabile conoscenza dei tempi e degli stilemi cinematografici da parte del Principe (che si lancia in mossette senza gran costrutto), così come ovviamente il disinteresse a misurarsi con il suo repertorio da parte degli "autori" (regista e sceneggiatori). Il buon Carnera fa malinconia come capo cannibale mentre il grande Arturo Bragaglia è l'ineffabile dott. Paolozzi. Gli animali "selvaggi" erano guidati sul set da Angelo Lombardi.
MEMORABILE: Il volto di Totò mentre suona Liszt.
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