Frankenweenie - Corto (1984)

Frankenweenie

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

A un anno di distanza dall'uscita del romanzo di Stephen King “Pet Sematary” anche sullo schermo c'è chi pensa di resuscitare qualche animaletto domestico. E' l'allora ventiseienne Tim Burton, che però non guarda certo all'horror e abbandona le scorciatoie indiane in favore del più complicato “metodo Frankenstein”. Affascinato da una lezione in classe sulle rane di Galvani, il piccolo Victor (Oliver) decide che per recuperare a nuova vita l'affezionatissimo cagnolino Sparky finito poco prima sotto una macchina userà la corrente elettrica. Allestita velocemente una camera laboratorio seguendo le istruzioni di libri acquistati per l'occasione (cose come “Live after death” e soprattutto...Leggi tutto “Electricity and the creation of life”), indossa il camice da perfetto “mad doctor” e riesce nell'impresa di resuscitare il suo cane. Naturalmente il look del nuovo Sparky è un po' diverso dal precedente: ricoperto di cicatrici, ha pure due buchi sotto il collo, da turare con due viti che ricordano tanto quelle inconfondibili alle tempie del mostro di Frankenstein. Trasformazione completata e nessun dubbio sull'ispirazione di Tim Burton: dal titolo al cognome della famiglia protagonista (Frankenstein, per l'appunto) la filiazione dal romanzo di Mary Shelley è evidente. Ma la storia viene trattata con toni da favola, ringiovanita dall'età del protagonista (gli adulti restano sullo sfondo) e dalla tenerezza di Sparky. Il cimitero dove questi è seppellito anticipa con straordinaria evidenza gli stilizzati e contrastati paesaggi di NIGHTMARE BEFORE CHRISTMAS, il bianco e nero è scelta insolita che dona ulteriore eleganza e patina rétro a una produzione in cui il talento del regista emerge già con prepotenza. La qualità della messa in scena è indiscutibile, la ricerca tra ombre, luci e inquadrature d'effetto anche, mentre si nota più di un omaggio a SHINING, dalla presenza di Shelley Duvall come madre di Victor alle veloci corse riprese ad altezza pavimento per i corridoi di casa che rimandano al quelle di Danny in triciclo all'Overlook. Il rispetto reverenziale per la matrice romanzesca si concretizza al meglio nell'incendio al mulino nel finale, in cui fiabesco e genuino orrore s'incontrano unendo le due anime del cinema di Burton. Più che un corto una dichiarazione d'intenti e la rivelazione di un talento che presto esploderà.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/09/07 DAL BENEMERITO PUPPIGALLO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 13/03/19
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Puppigallo 6/09/07 08:45 - 5251 commenti

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Qui Tim Burton ci colpisce già con i titoli di testa (le lapidi degli animali sono uno spasso). Se un bambino perde il proprio cane (Sparky) in un incidente, cosa fa? Secondo Burton, se il bambino si chiama Victor Frankenstein, non può che riportarlo in vita con la cara, vecchia elettricità. Si tratta di un simpatico e riuscito omaggio al capolavoro in bianco e nero, dove Karloff viene sostituito da un cagnolino tutto ricucito con elettrodi nel collo. L’ottusità della gente gli sarà però deleteria. Bel finale. Un buon sorso di Burton.
MEMORABILE: Il cane perde acqua.

Fabbiu 13/10/08 01:56 - 2133 commenti

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Una favola gotica stranamente disneyana, in cui Burton ai suoi quasi esordi sfrutta già molti ingredienti che utilizzerà in diverse produzioni, in primis il bianco e nero, poi la passione per i classici dell'horror, omaggiando in questo caso il Frankenstain di Karloff. La storiella ha ritmo e buon gusto il regista già mostra la sua particolarissima attenzione ai dettagli scenici.

Rebis 19/12/08 18:05 - 2331 commenti

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Encomiabile esempio di economia ed efficienza narrativa al servizio dello spettatore, il mediometraggio di Burton non è semplicemente un tributo appassionato all’immortale classico di Whale ma un’opera capace di catturarne ed evocarne la cifra archetipica – non solo iconografica – che ha ormai assunto nel nostro immaginario. Meravigliosamente fotografato, riserva genialità e poesia dosate con misurata e squisita intelligenza. Un piccolo e folgorante manifesto d’autore.

Daniela 15/06/09 22:16 - 12606 commenti

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Delizioso omaggio ai capolavori di Whale, questo cortometraggio anticipa le atmosfere di Nightmare Before Christmas nelle scene del cimitero degli animali e in quelle del parco giochi, in cui la cifra del regista si rivela inconfondibile. Pare che Burton ne stia progettando un remake, chissà se riuscirà a replicarne la raffinata eleganza, la tenera poesia. Nel piccolo ruolo del maestro che illustra gli effetti dell'elettricità, il regista indipendente Paul Bartel.
MEMORABILE: La cagnolina dalla chioma bianca e nera come Elsa Lancaster

Sabryna 20/11/10 13:46 - 225 commenti

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Due anni dopo Vincent, Tim Burton firma questo mediometraggio che sfrutta l'idea di base di Frankenstein e del ritorno alla vita. Come nel caso di Vincent, anche qui ci si ritrova di fronte alla scelta di un b/n piuttosto azzeccato. La resa dei contrasti luci/ombre - giorno/notte è fantastica. Il piccolo Victor ricorda in alcuni punti Vincent Malloy, soprattutto per il camice che indossa durante l'esperimento. Ottima la denuncia sociale contro coloro che gridano al mostro e buona la morale. Trenta minuti piacevolissimi.

Homesick 13/02/10 17:24 - 5737 commenti

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Produzione Disney in cui Burton, parodiando Frankenstein in chiave moderna e sostituendo il mostro con un cagnolino riportato in vita dopo un incidente, enuncia in meno di mezz’ora la personale poetica fiabesca riconoscibile in tutti i suoi successivi lungometraggi; l’elegante bianco e nero della fotografia evoca esterni espressionisti e d efficaci simboli – i bracci a forma di ossi della croce posta sulla tomba del quadrupede – scaturiti dalla fantasia infantile.

Pigro 10/05/10 07:53 - 9624 commenti

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Frankenstein è qui un bambino che vuole ridare vita al suo cane morto. Deliziosa reinterpretazione moderna e infantile del mito, che Burton compie con un occhio sui classici film spielberghiani con ragazzini genietti e ritmo fiabesco, e con l'altro sull'inevitabile film originario, con tanto di fotografia attenta ai contrasti terrorifici del b/n e alla scenografia disegnata con tratti espressionisti. Il tutto trattato con la giusta leggerezza e il giusto brio Disney, che ne fanno un corto godibilissimo.

Ilmonco 22/11/10 18:46 - 41 commenti

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Quando Burton era ancora un discreto regista. La Disney, produttrice, lo bloccò poiché lo ritenne non adatto a un pubblico sotto i 14 anni e non capisco cosa ci sia di così terribile da essere vietato. I bambini avrebbero rianimato il proprio cane morto? Avrebbero dato fuoco a un mini golf? Gagliardo comunque, una parodia canina di Frankenstein con molto umorismo e il tipico tocco alla Burton (le facce degli attori sono sempre indimenticabili). Il mulino a vento in fiamme è come uno sgaurdo alla futura filmografia del regista.

Galbo 22/03/13 20:17 - 12372 commenti

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Secondo cortometraggio di Tim Burton, realizzato circa un trentennio fa e prodotto dalla Disney, è anzitutto un commosso omaggio del suo autore al cinema del passato e a quello del grande James Whale in particolare. Tecnicamente realizzato con grande eleganza, è portatore di un messaggio non scontato sull'amore e la diversità, che sarà peculiare nel percorso artistico del suo autore.

Giùan 13/10/13 07:40 - 4528 commenti

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Ciò che impressiona (non necessariamente solo in positivo) in questa lontana prima prova “professionale” di Burton è la già conchiusa “familiarità” sia con gli stilemi narrativi che con il mezzo cinematografico. Così il film pare paradossalmente inficiato da un eccesso di naturalezza e di confidenza, come se le già perfettamente tracciate linee guida del corto impedissero qualsiasi non preventivato lampo inventivo, caratteristica che segnerà poi molto del cinema “adulto” di Tim. Fatta la tara al deja vù cinefilo resta un'opera di estrema fluidità.

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Rambo90 3/07/19 02:34 - 7661 commenti

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Frankenstein in versione per "ragazzi" in uno dei primi lavori di Burton, che già mette a punto il suo discorso sulla diversità (in questo caso il cane riportato alla vita) in un mondo cupo e grottesco allo stesso tempo. Già pregevole il lavoro di regia, con un bel bianco e nero e inquadrature a volte notevoli (il punto di vista del cane che scende le scale a esempio). Finale consolatorio azzeccato.

Anthonyvm 21/02/20 15:23 - 5615 commenti

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Ottimo cortometraggio in live-action di Tim Burton, in cui il regista omaggia col suo tocco fantasioso il Frankenstein di Whale (con tanto di bianco e nero e fotografia espressionista), esibendo la sua poetica sul "diverso" e sul "genio incompreso" che svilupperà nei capolavori Edward mani di forbice e Ed Wood. Storia piccola (in ogni senso: il climax finale col mulino in fiamme si svolge in un campo da minigolf!) ma deliziosa, cast degno di nota (la Duvall e il cameo di Bartel) per una favola dark visivamente appagante. Scenografie perfette.
MEMORABILE: Il cortometraggio fantahorror di Victor; I campi lunghi al cimitero degli animali; La resurrezione di Sparky; Il barboncino-moglie di Frankenstein.

Fedeerra 25/12/20 05:03 - 770 commenti

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Il Burton degli esordi era un folle visionario con una straordinaria poetica tutta sua. Frankenweenie è un mediometraggio coeso e macabro, fotografato come un noir degli anni 40 e con suggestioni provenienti da tutto l’immaginario orrorifico dagli anni 20 in poi. Scenografie sepolcrali e cast perfetto. Un gioiello rifatto come lungometraggio dallo stesso autore nel 2012.
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  • Curiosità Caesars • 11/09/12 11:26
    Scrivano - 16796 interventi
    Il cane Sparky compare anche in velluto blu di David Lynch (fonte Imdb)