Interessante seguito del capolavoro di Browing. Infatti il film può contare su un ottima atmosfera, suggerita
dall'atmosfera nebbiosa, dalle splendide scenografie e un coraggioso accenno saffico nella scena in cui la vampira seduce una modella. Ottimo il ritorno del professor
Van Helsing interpretato dall'ottimo Sloan per la seconda volta dopo la versione di Browing.
Riprende là dove era terminato il precedente capolavoro di Tod Browning (Dracula del 1931), con la maledizione di Dracula che pervade la mente della figlia. Ottime le atmosfere (che non hanno nulla da invidiare al precedente film di Browning) e la recitazione degli attori, che si può apprezzare maggiormente nella versione in lingua originale.
MEMORABILE: La scena in cui le guardie hanno in custodia le bare di Dracula e Renfield.
Ottima la scelta di avere Gloria Holden come interprete della figlia di Dracula, dall'aspetto cupo e vampiresco e dall'atteggiamento continuamente tormentato. Atmosfere noir e suggestive per questo horror in cui originale è il ricorso alla psichiatria dell'epoca come mezzo per superare il mondo sovrannaturale dei non-viventi. Ma alla fine, senza possibilità di riscatto.
La datazione si sente tutta, sia negli iniziali scambi pseudocomici dei due poliziotti (uno è un codardo), che in quelli tra l'assistente (petulante e gelosa) e il dottore. Ma grazie a una protagonista in parte (vampira pittrice), con l'occhio vitreo, la voglia di un'impossibile normalità surclassata da quella di sangue umano e a un assistente che le smonta tutti i sogni (lei parla di cose normali e lui le reinterpreta come incubi, togliendole ogni speranza), questa pellicola non è poi così male, nonostante il ritmo decisamente blando. Dialoghi piuttosto curati e qualche intuizione qua e là.
MEMORABILE: "Cosa hai trovato?". E il poliziotto: "Un gentiluomo con un paletto conficcato nel cuore"; "Avete mani bellissime, ma così bianche ed esangui..."
Dalla mano di Lambert Hillyer esce questo buon film di vampiri che può avvalersi di atmosfere fosche e misteriose. Piacevole ritorno per Sloan nel ruolo di Van Helsing, dopo averlo interpretato nel Dracula di Browning. Per quanto mi sia più caro il primo film, tre pallini meritatissimi.
Mistery Universal decisamente attraente, capace di creare, in barba all'evidente pauperismo produttivo, un progressivo ed inesorabile clima di catatonico magnetismo. Il legame col Dracula di Browning è limitato alla torva atmosfera e alla presenza di Van Helsing/Van Sloan, ma il film di Hillyer pur avendo meno classe è svelto e solido. L'incipit da comica coi cops e gli intermezzi con le baruffe psichiatra ed infermiera farebbero disperare, invece lo script del veterano Fort e soprattutto la Zalewska di Gloria Holden son ben sopra la media del genere.
MEMORABILE: La "vampirizzazione" della biondina; Il personaggio di Sandor interpretato dal regista/attore Irving Pichel, vagamente somigliante a Benicio del Toro.
Il Dracula Universal non ha avuto gli ottimi seguiti di Frankenstein (ci penserà qualche anno dopo la Hammer a fare continuare degnamente le gesta del personaggio di Stoker). In questo secondo episodio il conte esce di scena e con lui l'attore Bela Lugosi, che cosi bene ha incarnato il vampiro transilvanico da restarne intrappolato (malgrado negli anni successi sia andato ad interpretare altri persionaggi validi). Qui viene sostituito da sua figlia, in una vicenda non troppo entusiasmante, malgrado l'atmosfera oscura ed alcune parti buone.
Melò più che horror (con tocchi di screwball comedy) con la tormentata contessa che vorrebbe sfuggire al suo fato e forse amare il peraltro antipaticissimo psichiatra (che poi fa un po' di tutto) ma quando mai ci si riesce? Certo di dollari ce ne sono pochini, tutto si gioca quindi sulle atmosfere. Grazie alla provvidenziale chiusura a 1.08 si limitano i danni.
Dove finisce il mitico Dracula di Browning (e pure la sua versione spagnola) inizia questo La figlia di Dracula: Van Helsing viene accusato d'omicidio nel mentre la contessa Zalesca si rivolge a un medico per curare la sua malattia. Corroborato da buone atmosfere e privo di qualunque effetto speciale (al punto che non si vedono nemmeno canini), il film oscilla tra ironia (l'incipit con le guardie, il rapporto tra il medico e l'invaghita infermiera) e dramma. Gradevole ma non memorabile. Gode di un tardivo remake datato 1994 e intitolato Nadja.
Elegante variazione sul mito del vampiro. Scenografie e dialoghi rimandano decisamente all'Inghilterra anche per l'insinuazione di toni brillanti (i bisticci fra lo psichiatra e la segretaria) e finanche comici (i due poliziotti). Un pastiche di buona fattura cui infonde un alone mitteleuropeo la convincente prova di Gloria Holden, pallida e crepuscolare cacciatrice che si fa portare le giovani vittime in casa. Minore nelle ambizioni, rimane uno dei migliori prodotti Universal.
Fuori dalle pagine di Bram Stoker, la saga Universal di Dracula trova nei generi cinematografici della Hollywood classica, combustibile narrativo: la fusione tra sophisticated comedy (Marguerite Churcill nel personaggio dell'assistente), noir (la dark lady Gloria Holden, molto ben caratterizzata), melodramma (l'amour fou per lo psichiatra salvifico) e gotico (gran finale nei Carpazi) mantiene alta l'attenzione in una durata complessiva davvero essenziale (poco più di un'ora). Lambert Hillyer gestisce con sobrietà un soggetto sfaccettato.
In questo sequel diretto del film di Browning viene introdotta una delle più interessanti vampiresse dell'horror mainstream dei tempi che furono, prendendo spunto più da Le Fanu che da Stoker (decisamente esplicite per l'epoca le allusioni saffiche, intorno alle quali ruota la scena migliore del film). Ci sono buone trovate (la contessa che spera di guarire dalla maledizione attraverso la psicanalisi) e personaggi memorabili (persino sui protagonisti viene svolto un buon lavoro di caratterizzazione), anche se la storia in sé resta debole e le atmosfere non sono così seducenti.
MEMORABILE: L'aiutante della contessa; Il farfallino; La modella fatta spogliare dalla vampira con abbondanza di sguardi libidinosi; L'uccisione con la freccia.
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