Clint (Django in tutte le versioni estere), uscito di galera, va in cerca del socio che lo ha fregato. Questi però ha un fratello assai somigliante... Tutta roba strasentita. A rendere un po' più interessante la minestra ci sarebbe l'inconsueta lavorazione in Israele e delle gustose sequenze di tortura propinate dal caratterista Nestor Garay. Nociva, invece, una certa fiacchezza generale, forse dovuta all'intenzione di Paolella di fare "un western contro la violenza": che idea balzana!
Trama ripetitiva e con scarse idee – solita caccia al tesoro nascosto e due fratelli dal carattere opposto – che nell’epilogo vorrebbe affacciarsi alla tragedia con il tema dell’amicizia tradita; la vendetta si declassa a duello leale e non può quindi compensare le torture con mazza ferrata e sanguisughe subite per ben due volte da un Richardson in doppio ruolo. Si salvano una certa competenza tecnica (la fulgente fotografia di Scavarda) e i vasti paesaggi israeliani. Musiche di Lallo Gori, il cui main-theme per trombe sarà riciclato in svariati western di Fidani.
Western italico tipico del periodo in cui non si evidenzia nessuna novità ma uno sviluppo narrativo abbastanza comune. Richardson si sdoppia nella parte di due fratelli. Il finale punta sul rifiuto della violenza cercando di bandire la stessa. Colonna sonora incalzante con il fiato delle trombe. Vedibile.
Non un granché, anzi. Probabilmente è sbagliata l'idea di partenza, che si basa su un western concettualmente controtendenza. La trama è costruita su stereotipi troppo sfruttati per mantenere l'attenzione dello spettatore. Buone le ambientazioni geograficamente particolari (è girato in Israele), la fotografia. I dialoghi sono banali e pagano lo scotto di un malcelato impegno sociale.
Il secondo e ultimo western di Paolella non è assolutamente brutto come lo si dipinge: ben diretto, ha dalla sua una buonissima fotografia, belle scenografie e un montaggio moderno per l'epoca. Il problema risiede nei buchi di sceneggiatura e nella mancanza di mordente di tutto il prodotto, nonostante qualche buona sequenza e l'adeguata recitazione di Mimmo Palmara. È un peccato perché il film, nonostante tutto, non è affatto da buttar via e avrebbe meritato più cura per essere, se non un classico, almeno interessante. Solo per appassionati.
Western-spaghetti piuttosto derivativo di Paolella dalla fruizione non facile a causa di un uso eccessivo del montaggio alternato (funzionale alla vicenda) e di una sceneggiatura decisamente scadente. In compenso gli attori hanno le facce giuste, i morti ammazzati superano il numero legale e le splendide cornici naturali del Monte Ramon in Israele sono una gioia per gli occhi. Il regista fa di necessità virtù dato il budget limitato ma trova qualche bella sequenza. Buona la fotografia e le musiche. Nel complesso niente di che, ma agli appassionati del genere potrebbe bastare.
Domenico Paolella HA DIRETTO ANCHE...
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HomevideoGeppo • 27/03/09 11:45 Call center Davinotti - 4285 interventi
Disponibile in Germania il DVD tedesco, etichetta Koch Media, con traccia audio "italiano e tedesco" integrale.
Stupendo boxset con 3 DVD: "10.000 dollari per un massacro", "Per 100.000 dollari t'ammazzo" e "Execution". Il boxset contiene anche il CD-Audio con la colonna sonora completa di "10.000 dollari per un massacro" e "Per 100.000 dollari t'ammazzo" più un bellissimo booklet di 24 pagine con curiosità e locandine.
Extra: Intervista a Gianni Garko (53' minuti), Trailers.