The untold story - Film (1993)

The untold story
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Yan yuk chia siu bau
Anno: 1993
Genere: horror (colore)
Note: Aeguito da "The untold story 2" (1998).

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Lee e Yau mescolano il poliziesco nero hongkonghese al thriller venato d'orrore per raccontare le vicende (vere, non si sa quanto romanzate) di Wong Chi Hang (Anthony Wong), un serial killer dalla storia a dir poco travagliata. Trasferitosi da Hong Kong a Macao, Wong uccide il proprietario d'un ristorante chiamato “Gli otto immortali” e qui s'installa, continuandovi le sue malefatte (tra le vittime un aiutante di fresca assunzione) e farcendo i suoi involtini di maiale con la carne umana ricavata dai delitti. Sulle sue tracce, la polizia non ci mette molto a individuarlo come responsabile delle malefatte, ma la sua storia “mai raccontata” (come recita il titolo) continua...Leggi tutto al distretto e poi in carcere, dove Wong verrà spinto a confessare usando la stessa brutale violenza di cui aveva fatto uso lui. Una parabola che cresce in ferocia minuto dopo minuto e che raggiunge forse l'apice in un flashback tremendo nel quale i due registi non arretrano di fronte a nulla, nemmeno ai bambini. Sostenuto dalla superba interpretazione di Wong, il film si sdoppia alternando le vicissitudini del protagonista a quelle – decisamente meno incisive – dei poliziotti, che vorrebbero aggiungere qualche tocco ironico ma ottengono solo di apparire maldestramente comiche. Se quindi da una parte abbiamo il dramma sanguinoso e orrido di Wong che si consuma tra stupri, mannaiate, tritacarne intasati e corpi sezionati, dall'altra ci ritroviamo a che fare con un commissario che se ne va allegramente a prostitute e se le porta in ufficio, con una poliziotta mascolina ma schizzinosa presa in giro dai colleghi e con una serie di agenti zuzzurelloni che nessuno si augurerebbe assomiglino a quelli che ci dovrebbero proteggere ogni giorno. Un film dalla doppia faccia quindi, che comunque riesce a coinvolgere il necessario anche durante la fase di indagine (per quanto sbrigative). E' comunque certo che il successo lo deve alla figura del folle protagonista, il quale sa rendersi a suo modo memorabile aiutato dalla violenza grafica sparsa a piene mani (caratteristica l'inquadratura da sotto i tavoli col sangue delle vittime che cola dal bordo celando ciò che di terrificante si sta consumando “sopra”). Cruda e feroce anche la parentesi in carcere, dove Wong beve l'urina di un compagno di cella per curare le ferite interne procurategli dai continui pestaggi. E dire che si era cominciato in tutt'altro modo, con il rinvenimento nelle prime scene di un braccio putrefatto in riva al mare e la poliziotta a turarsi il naso e ad emettere schifiltosi gridolini, segno di idee non chiarissime sulla direzione da dare al film. D'altra parte il cinema orientale sposa da sempre ambiti per noi diversissimi senza porsi troppi problemi...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 14/04/07 DAL BENEMERITO IL GOBBO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 6/04/17
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Il Gobbo 14/04/07 12:23 - 3015 commenti

I gusti di Il Gobbo

Celebrato campione della famigerata category III hongkonghese, vede Anthony Wong pazzissimo cuoco psicopatico dedito a svariati omicidi, stupri (anche con le bacchette per il riso!) e confezione di ravioli a base di carne umana! La Cat. III e il buon gusto sono due universi paralleli, e tutto il film, dalle parti truci a quelle comiche, è grossier all'estremo, ma l'impatto visivo e gore del film è innegabile, come la potenza recitativa di Wong (davvero incredibile). A suo modo un classico.

Herrkinski 1/06/10 14:18 - 8112 commenti

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Divenuto ormai un classico del cinema estremo underground, questo film hong-konghese (che si vorrebbe ispirato a una storia vera) è un piccolo campionario di atrocità e disgusto, il tutto condito con il tipico senso del grottesco orientale. Tra ravioli di carne cinesi fatti con cadaveri freschi (idea ripugnante), corpi fatti a pezzi, una strage familiare (impressionante per crudeltà) e altre delicatessen, il film è consigliato solo agli stomaci forti. Strepitoso Wong, pazzoide da antologia, marcia e nauseabonda a dovere l'atmosfera. Disturbante.

Gestarsh99 14/10/10 00:21 - 1395 commenti

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Rifugiatosi in quel di Macao dopo aver compiuto un omicidio, il baro cinese Wong prende in gestione un ristorante, iniziando a servire ai clienti insolite pietanze... Co-diretto da Herman Yau e Danny Lee (il poliziotto di The killer), questo category III è quanto di più estremo e sanguinario il Cinema hongkonghese abbia potuto offrire negli anni '90. Una pellicola formalmente inappuntabile che sorprende per come riesca a far convivere l'insostenibile violenza dei crudeli massacri con la buffonesca demenzialità dei molti intermezzi comici tipicamente orientali. Wong si dimostra uno psicopatico irredimibile.
MEMORABILE: La sconvolgente carneficina in cui Wong fa a pezzi a colpi di mannaia un'intera famigliola, bimbi piccoli compresi!

Greymouser 29/04/11 11:42 - 1458 commenti

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Un vero "cult" del perturbante, questo frutto marcio della cinematografia di Hong Kong presenta elementi tutto sommato convenzionali dell'estetica horror asiatica, ma "cucinati" (è il caso di dirlo) con rara ferocia stilistica e imperturbabile cinismo ideologico. Non c'è speranza di trovare la parte "giusta", nè - ovviamente - nel repellente (e bravissimo) psicopatico omicida, nè nei tutori della legge, qui particolarmente bastardi. Visione consigliata, ma occorrono nervi saldi e stomaco forte.

Mco 19/12/15 19:16 - 2327 commenti

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Pasto di difficile assimilazione quello offerto da Yau. Vero è che una vena umoristica, quasi caricaturale, ne smussa (o tenta di smussare) gli spigoli più infausti, ma altrettanto vero è che taluni passaggi rimangono storia del cinema terrifico (tutta la sequenza dello "stupro con bacchette"). Wong cela dietro le lenti degli occhiali una natura spietata, più che bestiale e la sua confessione è scioccante. Gli effetti sono funzionali al pari del variegato cast di contorno (gli agenti, l'ispettore...) ma sono le immagini le vere protagoniste!
MEMORABILE: Gli involtini succulenti preparati con cura... maniacale.

Anthonyvm 6/08/18 22:20 - 5689 commenti

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Violentissimo e delirante esponente della famosa Categoria III di Hong Kong, che non si fa scrupoli nella messinscena di morti truci, stupri, torture e chi più ne ha più ne metta, il tutto incorniciato da una sorprendente quanto spesso imbarazzante aura comica (ma le battute e le gag lasciano molto a desiderare). Il vero punto di forza del film è il protagonista (Anthony Wong), folle psicopatico pronto a tutto per raggiungere i propri obiettivi, senza ovviamente contare le numerose scene ultragore. L'ultima tranche è senz'altro la migliore.
MEMORABILE: Le scene di involontario cannibalismo; Lo stupro che culmina in un omicidio con bacchette cinesi; La famosissima scena del massacro della famiglia.

Bubobubo 14/11/18 14:28 - 1847 commenti

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È più rilevante lo humor nero o la componente horror? Lasciano più interdetti i sanguinolenti massacri a colpi di mannaia o le situazioni da barzellette di caserma in cui viene dipinta la squadra investigativa (con particolari riferimenti sessisti)? I ravioli di carne umana superano in gusto pedinamenti e inseguimenti o piuttosto il contrario? Non si fraintenda: il film è godibilissimo e in più di qualche occasione picchia duro, ma proprio non si sa da che parte prenderlo. Motivo per cui è consigliata una certa moderazione nel voto finale.

Fromell 8/12/19 10:14 - 77 commenti

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Brutale e indigesto come i ravioli di carne che il killer offre ai clienti del ristorante di cui ha ucciso il proprietario in seguito a una scommessa non pagata e vi si è installato abusivamente dopo avergli smembrato la famiglia. Letteralmente. A colpi di mannaia. E la scena del massacro dei familiari è una delle scene più hardcore che esistano, resa più atroce dal continuo alternarsi di generi (splatter e commedia demenziale) tipico del cinema orientale.
MEMORABILE: La strage al ristorante, che non risparmia nemmeno i bambini.

Leandrino 30/01/22 09:56 - 513 commenti

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I due registi cinesi fanno un bel lavoro di sintesi tra la cronaca vera del massacro al ristorante di Macau e la leggenda urbana che vi è stata costruita attorno (i ravioli cinesi fatti di carne umana). Il tutto è immerso in una buona dose di ambiguità: da una parte abbiamo le efferatezze del killer in tutta la loro ferocia (niente e nessuno è risparmiato) e dall'altra i poliziotti scemi con le loro ridondanti gag, funzionali nel bilanciare un'atmosfera sudicia e malata che regala scene quasi insostenibili. Ne esce un film sicuramente ben fatto, che mette davvero alla prova.

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  • Discussione Zender • 14/10/10 07:56
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Aggiunto. Nemmeno come n.c. oltretutto...
  • Discussione Schramm • 16/11/18 13:37
    Scrivano - 7694 interventi
    Bubobubo ebbe a commentare:
    il film è godibilissimo e in più di qualche occasione picchia duro, ma proprio non si sa da che parte prenderlo.

    è una prerogativa di quasi tutto il cat III, per cui se intendi addentrarti più a fondo in quest'area sappi che quasi mai la si scampa: a impennate sleazy-splatter e atmosfere malatissime si susseguono siparietti chiamiamoli umoristici che oscillano tra il pietoso e l'incomprensibile, che spaccano l'acquisizione emotiva e umorale del film - e il film stesso - in due come una mela. ma le rare volte in cui non accade, si dorme preoccupati. vedi, per dirne una, run and kill.
    Ultima modifica: 16/11/18 13:44 da Schramm
  • Discussione Bubobubo • 16/11/18 15:08
    Archivista in seconda - 271 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    Bubobubo ebbe a commentare:
    il film è godibilissimo e in più di qualche occasione picchia duro, ma proprio non si sa da che parte prenderlo.

    è una prerogativa di quasi tutto il cat III, per cui se intendi addentrarti più a fondo in quest'area sappi che quasi mai la si scampa: a impennate sleazy-splatter e atmosfere malatissime si susseguono siparietti chiamiamoli umoristici che oscillano tra il pietoso e l'incomprensibile, che spaccano l'acquisizione emotiva e umorale del film - e il film stesso - in due come una mela. ma le rare volte in cui non accade, si dorme preoccupati. vedi, per dirne una, run and kill.


    Ammetto che sul cinema cinese e/o di Hong Kong non sono molto ferrato. Anche in Giappone mi è capitato di imbattermi in schemi simili (mi viene in mente Uzumaki, che ho commentato da poco), ma mai in maniera così pervasiva. Non ho capito se mi piaccia o no, ma ha una sua aura intrigante.
  • Discussione Schramm • 16/11/18 15:48
    Scrivano - 7694 interventi
    coi jappy si sposta di parecchio l'asse: non si ha una divaricazione così netta di ambiti e umori, anzi; anche nei casi più esageratamente demenziali (vedi certo sushi typhoon) il grottesco spinto e l'orrorifico sono uno innesto e innesco dell'altro e si determinano reciprocamente, il risultato è sempre più spiazzante e inquietante (oltre che più compatto e unitario). insomma se anche ci si diverte si ride molto meno, e l'intento non è quello di creare parentesi distensive o antologie del buon umore. va detto che ciò nonostante, di untold story a distanza di molti anni io continuo a ricordare più di ogni altra cosa gli spietati minuti finali.

    del regista di uzumaki ti consiglierei il recentemente schedato long dream.

    già che siam qui, dovrai svelarci la formula per vederne-commentarne a tutta propulsione senza un minuto di respiro :D
    Ultima modifica: 16/11/18 15:52 da Schramm
  • Discussione Bubobubo • 17/11/18 12:18
    Archivista in seconda - 271 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    coi jappy si sposta di parecchio l'asse: non si ha una divaricazione così netta di ambiti e umori, anzi; anche nei casi più esageratamente demenziali (vedi certo sushi typhoon) il grottesco spinto e l'orrorifico sono uno innesto e innesco dell'altro e si determinano reciprocamente, il risultato è sempre più spiazzante e inquietante (oltre che più compatto e unitario). insomma se anche ci si diverte si ride molto meno, e l'intento non è quello di creare parentesi distensive o antologie del buon umore. va detto che ciò nonostante, di untold story a distanza di molti anni io continuo a ricordare più di ogni altra cosa gli spietati minuti finali.

    del regista di uzumaki ti consiglierei il recentemente schedato long dream.

    già che siam qui, dovrai svelarci la formula per vederne-commentarne a tutta propulsione senza un minuto di respiro :D


    Ti ringrazio del consiglio. Ultimamente il tempo è ridotto ai minimi termini, ma posso sempre appuntarmelo :)
    Questo risponde anche alla tua domanda sui commenti. Chiaramente l'80% dei film su cui lascio un commento sono stati visionati in passato. E' un bell'esercizio per la mia memoria e, anche, per tenere traccia di tutto ciò che vedo. Spero non dia fastidio!
  • Discussione Schramm • 17/11/18 12:58
    Scrivano - 7694 interventi
    mannò anzi! hai tutta la mia invidia e ammirazione.
  • Discussione Zender • 17/11/18 13:48
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Bubobubo ebbe a dire:
    Schramm ebbe a dire:
    coi jappy si sposta di parecchio l'asse: non si ha una divaricazione così netta di ambiti e umori, anzi; anche nei casi più esageratamente demenziali (vedi certo sushi typhoon) il grottesco spinto e l'orrorifico sono uno innesto e innesco dell'altro e si determinano reciprocamente, il risultato è sempre più spiazzante e inquietante (oltre che più compatto e unitario). insomma se anche ci si diverte si ride molto meno, e l'intento non è quello di creare parentesi distensive o antologie del buon umore. va detto che ciò nonostante, di untold story a distanza di molti anni io continuo a ricordare più di ogni altra cosa gli spietati minuti finali.

    del regista di uzumaki ti consiglierei il recentemente schedato long dream.

    già che siam qui, dovrai svelarci la formula per vederne-commentarne a tutta propulsione senza un minuto di respiro :D


    Ti ringrazio del consiglio. Ultimamente il tempo è ridotto ai minimi termini, ma posso sempre appuntarmelo :)
    Questo risponde anche alla tua domanda sui commenti. Chiaramente l'80% dei film su cui lascio un commento sono stati visionati in passato. E' un bell'esercizio per la mia memoria e, anche, per tenere traccia di tutto ciò che vedo. Spero non dia fastidio!

    Non è questione di fastidio, è che si rischia di fare seri errori, se si commenta a memoria. Teoricamente sarebbe richiesto di commentare ciò che si è visto da non troppo. Più che altro perché la memoria tende a deformare i ricordi, inevitabilmente, e a farci dimenticare molto.
  • Discussione Raremirko • 17/11/18 21:26
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    Bubobubo ebbe a commentare:
    il film è godibilissimo e in più di qualche occasione picchia duro, ma proprio non si sa da che parte prenderlo.

    è una prerogativa di quasi tutto il cat III, per cui se intendi addentrarti più a fondo in quest'area sappi che quasi mai la si scampa: a impennate sleazy-splatter e atmosfere malatissime si susseguono siparietti chiamiamoli umoristici che oscillano tra il pietoso e l'incomprensibile, che spaccano l'acquisizione emotiva e umorale del film - e il film stesso - in due come una mela. ma le rare volte in cui non accade, si dorme preoccupati. vedi, per dirne una, run and kill.



    Ma perchè fare così?

    Perchè mettere nel calderone spietatezza e leggerezza?
  • Discussione Bubobubo • 18/11/18 00:55
    Archivista in seconda - 271 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Bubobubo ebbe a dire:
    Schramm ebbe a dire:
    coi jappy si sposta di parecchio l'asse: non si ha una divaricazione così netta di ambiti e umori, anzi; anche nei casi più esageratamente demenziali (vedi certo sushi typhoon) il grottesco spinto e l'orrorifico sono uno innesto e innesco dell'altro e si determinano reciprocamente, il risultato è sempre più spiazzante e inquietante (oltre che più compatto e unitario). insomma se anche ci si diverte si ride molto meno, e l'intento non è quello di creare parentesi distensive o antologie del buon umore. va detto che ciò nonostante, di untold story a distanza di molti anni io continuo a ricordare più di ogni altra cosa gli spietati minuti finali.

    del regista di uzumaki ti consiglierei il recentemente schedato long dream.

    già che siam qui, dovrai svelarci la formula per vederne-commentarne a tutta propulsione senza un minuto di respiro :D


    Ti ringrazio del consiglio. Ultimamente il tempo è ridotto ai minimi termini, ma posso sempre appuntarmelo :)
    Questo risponde anche alla tua domanda sui commenti. Chiaramente l'80% dei film su cui lascio un commento sono stati visionati in passato. E' un bell'esercizio per la mia memoria e, anche, per tenere traccia di tutto ciò che vedo. Spero non dia fastidio!

    Non è questione di fastidio, è che si rischia di fare seri errori, se si commenta a memoria. Teoricamente sarebbe richiesto di commentare ciò che si è visto da non troppo. Più che altro perché la memoria tende a deformare i ricordi, inevitabilmente, e a farci dimenticare molto.


    Hai sicuramente ragione e concordo con te. Diciamo che ho una buona memoria e che, tolto un paio di casi eccezionali, non commento film che non rivedo da troppo tempo. (Ex. Interstellar di Nolan non lo vedo dalla sua uscita e preferisco rivedermelo prima di commentarlo). Scusate l'OT, la chiudo qui!
  • Discussione Zender • 18/11/18 07:50
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Hai fatto bene a precisarlo invece. Se la distanza massima è quella tra oggi e l'uscita di Interstellar al cinema è diciamo un lasso di tempo accettabile.
    Ultima modifica: 18/11/18 07:53 da Zender