Un battito d'ali dopo la strage - Film (1972)

Un battito d'ali dopo la strage

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/04/07 DAL BENEMERITO IL GOBBO
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Il Gobbo 3/04/07 19:15 - 3015 commenti

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Bellissimo e insolito polar di Granier-Deferre, pervaso fin dall'inzio da un'incombente atmosfera di morte. La grande idea è l'ambientazione in Corsica, in un villaggetto dove Yves Montand, gangster che è diventato qualcuno negli USA, torna per assistere la madre moribonda, e per scoprire chi ha ucciso suo padre. Ma dei sicari sono sulle sue tracce... Dolente, essenziale, da non perdere. Cast eccellente, fra gli sceneggiatori taluno indica Enrico Vanzina (!)

Tarabas 5/12/09 00:37 - 1878 commenti

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Un boss della malavita torna in Corsica da New York, rivede la madre malata e la ragazza che amava, sposata al fratello, rimasto a casa a fare il pastore. Il padre è morto in circostanze poco chiare. Pensa alla vendetta, ma rinuncia, disorientato dalle emozioni provate al contatto con la vita semplice della sua infanzia. Intanto due killers lo aspettano al varco. Noir intimista di Deferre, non uno specialista del genere (e si vede), con un bravo Montand e una intensa Massari. Lento e malinconico. Il finale è un po' debole.

Daidae 28/07/10 14:12 - 3163 commenti

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Mi aspettavo di meglio. Troppo melanconico, romantico, buonista... la violenza è ridotta ai minimi storici per un noir. Ottimo il cast, stupende le ambientazioni in Corsica; alla fine, nonostante la lentezza, direi che non è un cattivo film, anche se in parte ha tradito le aspettative.

Faggi 25/08/16 18:01 - 1548 commenti

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Un polar quasi esistenzialista, dove tengono banco i presagi, le atmosfere malinconiche, i luoghi della memoria. Ben girato, con belle interpretazioni e cura dei dettagli; molto riuscita l'ambientazione isolana (siamo in Corsica), che gli conferisce le proprietà di una realtà distaccata dal consueto scorrere degli eventi e dove i personaggi sono simboli di condizioni umane e presenze misteriose. Sembra una sorta di messinscena organizzata da un oscuro fato.

Myvincent 7/04/17 15:46 - 3722 commenti

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Un boss malavitoso muove da New York al suo natio paesello corso per assistere la madre in fin di vita, ma il vero moribondo sembra essere lui, col suo passato scottante e il suo presente di pochi scrupoli. Due volti d'altri tempi, Yves Montand e Lea Massari, riempiono lo schermo dentro a un racconto scabro, lento, implacabile. Finale un po' affrettato rispetto al resto. Inutile il doppiaggio di Lea Massari.

Rufus68 31/07/17 21:10 - 3819 commenti

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Nonostante la presenza di Montand il film scivola via stancamente sin al finale, assolutamente prevedibile. Il mondo selvaggio della Corsica, rurale e livido di vendette, rimane sullo sfondo, banalizzato in una serie di scorci oleografici. Di ordinario rilievo anche il rapporto del protagonista col personaggio della Massari che pure si fa notare col suo volto maturo e sofferto. Titolo italiano immaginifico.

Beffardo57 10/04/18 21:43 - 262 commenti

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Gangster corso emigrato a New York torna al paese natio per l'addio alla vecchia madre malata, ma sprofonda lentamente nel suo passato e finisce col lasciarci le penne. Lento, intimista e oppresso da un senso di incombente fatalità. Strano film, molto ben realizzato e recitato, quasi un dramma teatrale messo in scena in un ambiente immobile e arcaico, da cui non si può fuggire.

Berto88fi 5/07/18 08:59 - 216 commenti

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Il punto forte è sicuramente la favolosa ambientazione corsa, che conferisce alla pellicola fascino e mistero. Per il resto la storia si trascina molto lentamente, quasi in maniera documentaristica, fino all'epilogo troppo scontato. Ottime le interpretazioni di Montand e la Massari. Score fuori luogo; titolo italiano insensato, molto più coerente l'originale "Il figlio".

Daniela 17/09/18 21:01 - 12606 commenti

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Rientrato in patria per vedere un'ultima volta la madre malata, un malavitoso corso emigrato anni prima negli USA ritrova la donna amata in gioventù sposata con suo fratello e scopre la verità sulla morte del padre... Difficile sbagliare del tutto un film potendo contare su uno spunto risaputo ma sempre efficace come il ritorno del figliol prodigo, splendide ambientazioni naturali ed attori come Montand e Massari, ma Granier-Deferre lo narcotizza girando con un ritmo sonnacchioso, in linea con una sceneggiatura evanescente e poco grintosa. Il titolo italiano è un puro parto di fantasia fumata.

Nicola81 13/12/20 21:22 - 2831 commenti

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Tanto suggestivo quanto fuorviante, il titolo italiano alimenta aspettative che svaniscono man mano che si procede nella visione. Intendiamoci, l'ambientazione in una Corsica aspra e selvaggia ha il suo fascino, l'omertà dell'ambiente è molto ben resa, Montand e soprattutto la Massari forniscono ottime prove, ma il ritmo impresso da Granier-Deferre è troppo sonnacchioso. Nella vana attesa che da un momento all'altro accada qualcosa di eclatante si arriva comunque fino alla conclusione, ma anche quella non è che faccia gridare al miracolo.

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  • Curiosità Rufus68 • 31/07/17 23:16
    Contatti col mondo - 218 interventi
    La poesia infantile citata varie volte nel film è una favola di Jean de La Fontaine, "Gli animali malati di peste". Ecco un estratto:

    "Nessuno ormai volea
    curarsi d'una vita orrida troppo;
    ogni cibo facea fastidio e groppo,
    e lupi e volpi ciaschedun vivea
    le mani e i piedi in mano;
    fuggian le tortorelle per dispetto,
    fuggia l'Amor lontano
    e fuggia coll'Amor ogni diletto.

    Allor tenne il Leone un gran consiglio,
    e disse: - Amici miei,
    poiché davanti al Ciel tutti siam rei
    di colpe, ed è perciò che ne castiga,
    per toglierci di briga, ecco, direi
    che quei che ha più peccato
    nella sua vita, sia sacrificato".