La poesia infantile citata varie volte nel film è una favola di
Jean de La Fontaine,
"Gli animali malati di peste". Ecco un estratto:
"Nessuno ormai volea
curarsi d'una vita orrida troppo;
ogni cibo facea fastidio e groppo,
e lupi e volpi ciaschedun vivea
le mani e i piedi in mano;
fuggian le tortorelle per dispetto,
fuggia l'Amor lontano
e fuggia coll'Amor ogni diletto.
Allor tenne il Leone un gran consiglio,
e disse: - Amici miei,
poiché davanti al Ciel tutti siam rei
di colpe, ed è perciò che ne castiga,
per toglierci di briga, ecco, direi
che quei che ha più peccato
nella sua vita, sia sacrificato".