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TITOLO INSERITO IL GIORNO 30/03/07 DAL BENEMERITO ALMAYER
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- Davvero notevole!:
Tromeo - Quello che si dice un buon film:
Galbo, Piero68, Furetto60, Nando, Pesten, Rambo90 - Non male, dopotutto:
Flazich, Homesick, Paulaster, Anthonyvm - Mediocre, ma con un suo perché:
Renato, Luchi78, Enzus79, Saintgifts, Daniela - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Fele, Onlypippo, Ishiwara - Gravemente insufficiente!:
Almayer, Cinevision, Siregon, Atticus85
Il film inizia bene, ma non appena cominciamo a conoscere i personaggi tutto accade, e tutto accade troppo in fretta. Vero che tutto successe in fretta anche quella mattina, ma qui si esagera. Praticamente tutto quello che succede quel giorno viene eliminato per concentrarsi su Cage e il suo commilitone. Non è un film sull'11/9, non è nemmeno un film sul sacrificio dei NY finest, è un film su due tizi che son sotto le macerie: noiosissimo, iperlento, con momenti mistici da fucilazione del regista. Un melodrammone al ralenti...
Dopo il flop di Alexander, Oliver Stone torna alla regia facendo quello che meglio sa fare: raccontare la storia contemporanea scegliendo l'evento per eccellenza, ovvero la tragedia delle torri gemelle. Questo però rimane come un gigantesco sfondo per parlare di due storie personali, quelle di due agenti tragicamente coinvolti nel crollo. Il regista si muove prima velocemente (fino al momento del crollo) poi lentamente supportato da ottimi interpreti, specie, per una volta,Cage. Un film imperfetto ma onesto.
L'11 Settembre è senza dubbio uno degli argomenti più complicati da affrontare al cinema. Oliver Stone, regista dal glorioso passato, lo ha affrontato nel modo peggiore possibile.
Un film patriottico? No... un film politico? No... un film di inchiesta? No.
In sostanza, un film inutile, basato su due agenti imprigionati nelle macerie delle torri che raccontano le loro vite ed è talmente zeppo di luoghi comuni che la cosa pare premeditata (appare persino Gesù Cristo!!!).
Addio Oliver Stone, addio.
MEMORABILE: Nessuno
Oliver Stone fa la saggia scelta di evitare il sensazionalismo occultando, volontariamente, le scene dell'impatto e del crollo. La tensione, la confusione, le paure e l'angoscia di quei momenti viene vissuto attraverso due sopravvissuti e le loro rispettive famiglie. Il film colpisce e lascia il segno. Inevitabile cadere parzialmente nel melodrammatico (la scena con Gesù poteva essere evitata) ma nel complesso è sopportabile. Il regista riesce nel suo obiettivo: trasmettere il dolore di un'America ferita, impaurita.
L’impatto emotivo provocato dall’indicibile tragedia dell’11/9 è talvolta affievolito da concessioni al patetismo da fiction e alla fastidiosa retorica da marines (l’invasato personaggio di Shannon). Stone comunque rievoca un frammento di una storia vera e toccante che dirige con rabbia trattenuta, evitando ogni discorso politico esplicito e lanciando un messaggio di ottimismo: bontà e solidarietà sono l’unica salvezza della razza umana. Bravi Cage e Peña, che delineano due tipi opposti e complementari.
MEMORABILE: Lo straziante bilancio di morti e feriti prima dei titoli di coda.
Il film parte in maniera piuttosto convincente, proponendosi come il caposaldo del cinema catastrofico del XXI secolo: si riesce ad avvertire la tipica paura pre-apocalittica di qualcosa di grave che sta per accadere e sappiamo che accadrà. Purtroppo però, allorché viene abbandonata la notevole carica di pathos e tensione che felicemente caratterizzano i primi minuti, passando drasticamente dalla dimensione del catastrofismo globalizzante a quella intimista, il film perde parecchio e subentra la noia che ben presto si fa logorante. Patetico.
Oliver Stone affronta l'11 settembre con uno stile più pacato rispetto al solito. Lascia gli aerei fuori campo e si concentra sull'interno del WTC e sulla tragedia di due uomini che diventano degli eroi. Lo stile di Stone è evidente però per come tratta la tragedia: esplosioni, macerie in primo piano, che ricordano in modo agghiacciante le scene di guerra di Platoon. Un film necessario, commovente e claustrofobico. Un film morale.
Emozionante ma pesantemente ricattatorio, il film narra di un paio di agenti rimasti sotto le macerie del palazzo 5 crollato a NY l'11 Settembre. Stone sa come raccontare una storia e non lesina certo emozioni, ma la materia gli sfugge decisamente di mano e lo porta ad eccedere, a voler raccontare per filo e per segno ciò che andrebbe - per pudore - solo suggerito. Comunque Cage e la Gyllenhaal sono bravissimi e rimane il rimpianto per la possibilità sprecata da un regista con la mano troppo pesante.
MEMORABILE: La ridicola apparizione di Gesù Cristo immerso nella luce con in mano una bottiglietta d'acqua.
Non mi ha convinto per niente! Se non affrontasse un argomento (l'11 settembre) che tocca il cuore di ognuno di noi sarebbe un film che passerebbe completamente inosservato, come è capitato a Squadra 46 con John Travolta. Ma comunque, trattandosi di una storia vera, non può non commuovere, ed è proprio per questo motivo che lo giudico un film molto furbo e ruffiano. Sinceramente io un lungometraggio sull'11 settembre l'avrei fatto in maniera completamente diversa. E la scena con Gesù Cristo con la bottiglietta in mano è inenarrabile!
Non si può girare un film su una tragedia così grande, seguita live da media di ogni genere con immagini reali scolpite indelebilmente nel cuore della gente. Sa di operazione sbagliata in partenza. Anche se intitolata ai coraggiosi pompieri e poliziotti che hanno perso la loro vita per salvarne molte altre non si riesce a digerire, sa di exploitation. Gli attori ce la mettono tutta a non strafare ma la colpa qui è tutta di Oliver Stone, che pigia sul pedale del coinvolgimento emotivo dello spettatore. Imperdonabile.
Connor Paolo HA RECITATO ANCHE IN...
Stone al punto più basso della sua carriera delude parecchio con questo film decisamente indegno. Passi la scelta di Cage come protagonista (pessimo come sempre), ma dopo un inizio promettente il film crolla di botto come i palazzi sulle teste dei protagonisti. Interminabilmente lungo e senza idee, con momenti misticheggianti (il Cristo del sacro cuore reidratante) e patriotticamente folli (il marine-missionario). La testa di Cage che spunta dalle macerie si confonde bene con i sassi, perché darsi la pena di estrarla? L'argomento meritava di più.
Trionfo del patriottismo più melenso e ipocrita. Mai ci si sarebbe potuti aspettare da un regista come Stone una sbobba simile, dall'impatto drammatico fatiscente e dalla sceneggiatura francamente ridicola. Piatto e slavato, monocorde nelle interpretazioni, ambiguo in alcuni risvolti (che senso ha il marine?) e avvilente nei risultati. L'11 settembre meritava ben altro trattamento.
MEMORABILE: L'apparizione di Gesù con bottiglietta d'acqua: da annali del mistico-trash!
Delusione parziale: una prima parte più interessante, tra l'oscurità delle macerie e la lotta per la sopravvivenza. Poi arriva un marine interpretato con una boria insopportabile e il film comincia a cedere sotto i colpi del sentimentalismo patriottico all'americana. Una tragedia così importante non si può ridurre al solo attaccamento alla gloriosa bandiera "stars and stripes" che ci permette di riscoprire una bontà ormai dimenticata (dico, in Ghostbuster II veniva trattata la stessa tematica in chiave goliardica).
È proprio vero che l'11 settembre ha sconvolto tutti gli americani. Anche Stone ne rimane travolto e, al di là delle polemiche complottiste e dell'inside job, sceglie una storia di base vera e decide di raccontarla a modo suo. Un modo come un altro per darne una lettura e omaggiare i soccorritori. Soprattutto quelli che morirono. Per quanto sia lento e a tratti noioso, il film però funziona e sa di riscatto sia per il regista, reduce da parecchi flop, sia per Cage, che finalmente sceglie bene dopo tante decisioni sbagliate.
Impostato WTC sulla vicenda di un gruppo di poliziotti che vengono travolti da qualcosa che, dalla loro prospettiva, potevano solo intuire, Stone ha lasciato ad altri il compito di narrare il pregresso, le conseguenze, le ricostruzioni, le controversie politiche e ha realizzato un film crudo, senza retorica, commovente, difficile da mandar giù così come difficile deve essere stato girarlo, un film che doveva essere fatto per esaltare, ancora una volta, che animale folle sia l’uomo, capace di gesti tanto atroci quanto mirabili.
MEMORABILE: La polvere, i detriti, i corpi e i volti ridotti come creta, il sangue, gli arti spezzati.
Film poco Oliverstoniano. Si è puntato tutto sul commovente, purtroppo, e questo non è da un regista che ha girato Assassini nati o Platoon (solo per fare due esempi). Forse poteva durare di meno cancellando i momenti strappalacrime... Nicolas Cage sottotono (come sempre, nell'ultimo periodo).
Chiara l'intenzione di rappresentare la tragedia dell'11 settembre da un punto di vista particolare. In questo caso è portare all'eccesso lo stile dei film sulle catastrofi, quello di concentrarsi sulla vicenda di alcuni scelti personaggi per dare allo spettatore la possibilità di più emozionarsi e avere "campioni" su cui tifare per l'esito finale. In questo caso non funziona per diversi motivi, il più importante dei quali è che di vicenda purtroppo vera si tratta e non può essere minimalizzata concentrandosi solo su individualismi made in USA.
La catastrofe dell'11 Settembre vista con gli occhi di due agenti di polizia rimasti intrappolati sotto le macerie. Dopo la parte iniziale la pellicola viene pervasa da un notevole senso di ansia che termina nel liberatorio finale. La mano di Stone si vede nelle riprese, anche se talvolta il ritmo appare decisamente lento. Convincente il cast, in cui Cage si mostra in buona forma.
Da sempre le tragedie umane sono state utilizzate al cinema per pellicole più o meno riuscite. In questo caso Stone mette a segno un buon colpo riuscendo a parlare di uno degli eventi recenti più tragici, infarcendolo sì di quel pizzico di propaganda tipicamente americana, ma senza mai scadere nel banale. Il crescendo di tensione segue in maniera positiva il susseguirsi degli eventi, con un svolgimento ansioso che ti tiene costantemente incollato allo schermo. Il film ha ricevuto varie critiche, ma considerato il tema era naturale.
MEMORABILE: Cage, in ottima forma.
Commovente film che riesce a raccontare bene la tragedia dell'11 settembre attraverso la storia dei due protagonisti, della loro sofferenza per restare vivi e di quella delle rispettive famiglie. Stone dilata un po' troppo il ritmo e a volte eccede in patriottismo, ma è comprensibile vista la trama. La messa in scena è curatissima, con buoni effetti e un cast ben scelto, dove Cage trova una delle sue rare performance davvero convincenti. Buono.
Oliver Stone HA DIRETTO ANCHE...
Nel giorno del crollo delle Torri Gemelle due poliziotti cercano di sopravvivere. In un soggetto dove la realtà supera abbondantemente la fantasia, Stone sottolinea il lato patriottico dell’intervento e solidale degli aiuti. I protagonisti sono simboli di chi non è stato sconfitto dal male, anche se l’intervento dell’invasato salvatore (con annessi sogni divinatori) dà un’immagine troppo “coi muscoli” della politica Usa. Con film del genere uno Spike Lee avrebbe fornito più analisi (vedasi il finale). Coppia principale di scarsa empatia.
MEMORABILE: L’ondata di detriti nel crollo; Le macerie fumanti; I cartelli “Missing” appesi al muro; La discutibile citazione del marine tornato a combattere.
All'uscita nelle sale, deluse chi si aspettava un film fortemente schierato e polemico sulla scia di JFK, dato che Stone affronta gli eventi dell'11 settembre concentrandosi sull'eroismo dei pompieri ed in particolare sui due interpretati da Cage e Pena. Approccio legittimo, certo motivato da una sincera ammirazione, ma che finisce per far assomigliare il film ad un catastrofico qualsiasi, nonostante le didascalie finale riconducano la tragedia alle sue devastanti proporzioni e, se non mancano momenti autenticamente commoventi, ce ne sono troppi altri ricattatori o stereotipati.
Considerati i pochi anni di differenza fra il film e l'epocale evento, ma anche la nota predisposizione di Stone a temi scottanti, c'è da stupirsi dell'approccio adottato dal regista, fedele ai fatti senza votarsi al documentarismo, politicamente sobrio quanto intensamente focalizzato sul lato umano della tragedia, non solo in termini di perdite ma anche e soprattutto di speranza e attaccamento alla vita. Il tutto non è dissimile da tanti altri drammi survivalisti, che dondolano tra gli interni claustrofobici e la disperazione del fuori, ma è stata probabilmente la scelta migliore.
MEMORABILE: Il crollo dell'edificio e la corsa al ralenti verso la tromba dell'ascensore; Shannon che come al solito buca lo schermo; Gesù e la bottiglia d'acqua.
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- Per il ruolo del protagonista furono considerati
Mel Gibson e George Clooney.
Fonte:Imdb
