Ogni cosa è illuminata - Film (2005)

Ogni cosa è illuminata
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Everything is illuminated
Anno: 2005
Genere: commedia (colore)
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L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 11/02/07 DAL BENEMERITO MAGNETTI POI DAVINOTTATO IL GIORNO 24/07/11
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Magnetti 11/02/07 23:42 - 1103 commenti

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Jonathan è un ragazzo ebreo americano che decide di partire per l'Ucraina alla ricerca di chi salvò suo nonno durante la guerra con i nazisti. A bordo di una Trabant lo accompagnano Alex (giovane ucraino che parla un inglese "particolare"), suo nonno finto cieco e il cane di quest'ultimo. Rievocheranno i drammi della guerra e del genocidio nazista. E' un film on the road profondo che fa riflettere e sorridere malinconicamente.

Puppigallo 17/05/07 08:55 - 5259 commenti

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Storia della ricerca di una persona, che parte da una vecchia foto e un medaglione di ambra con un insetto. Un viaggio attraverso l’Ucraina di tre personaggi singolari: il protagonista, che sembra un alieno (vestito da damerino, con due fanali al posto degli occhiali e una morbosa passione per il collezionismo), il traduttore, che parla un linguaggio tutto suo e il nonno, che crede di essere cieco, ma guida e ha un cane psicopatico. A tratti divertente, ma anche molto triste (il doloro viaggio a ritroso del nonno; le scatole). Da vedere, senza avere troppa fretta.
MEMORABILE: Il giovane traduttore ucraino al protagonista, che viene dagli USA: "Quanto prende in America un commercialista omosessuale negro?".

Galbo 18/11/07 16:04 - 12380 commenti

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Al suo esordio nella regia, l'attore Liev Schreiber dirige un doloroso film sulla memoria tratto da un bel libro di Foer. La ricerca di un luogo non più geografico ma simbolico come il villaggio di Trachimbord (così importante per la famiglia del protagonista) viene raccontato con toni ricchi di sensibilità e poesia, dolore certo ma con un filo sottile di speranza che il bizzarro collezionista porterà con sè al suo ritorno. E Wood nella parte di Johnatan si rivela attore versatile e maturo.

Pigro 2/06/08 10:18 - 9635 commenti

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La ricerca delle radici in un villaggio ucraino da parte di un giovane ebreo americano è il pretesto per uno splendido film sulla memoria e sull’amnesia, personali e collettive. Il tono leggero e scherzoso sulle avventure di un occidentale in un mondo a parte digrada pian piano verso profondità e emozioni potenti, ma sempre con il tocco della poesia e il retrogusto della fiaba. Allegorie e simboli in quantità non disturbano, anzi impreziosiscono il film, ben interpretato, in particolare, da un tenero Elijah Wood e dalla rivelazione Eugene Hutz.

Lele Emo 3/06/08 11:43 - 184 commenti

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Grande film su un dolorosissimo e triste spaccato della storia di questo pazzo mondo. Film che anela la distruzione barbara e mostruosa della furia nazista e la desolazione lasciata in un territorio abbandonato da sempre dal regime sovietico prima e dalla sua caduta dopo. Affascinante e commovente, ma anche sobrio e divertente. La ricerca costante e il collezionismo maniacale diventano il tappeto dove lo storico "ebreo errante" risale al dolore ancestrale procurato da anni di persecuzioni. Bellissimo.

Capannelle 12/10/09 11:51 - 4399 commenti

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Buon esordio di Schreiber regista che mixa con successo una parte leggera (la pittoresca famiglia ucraina e l'arrivo dell'"americano") a una più riflessiva (il ricordo di cosa successe durante la guerra). Magari non tutto torna alla fine (quella vasca da bagno..), magari si esagera con i clichè sui locali, ma il sapore da film alternativo e l'impianto reggono bene. Una sorpresa il giovane Hutz, grazie anche a chi ha saputo doppiarlo con efficacia.

Daniela 17/12/09 12:00 - 12625 commenti

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Da un attore bravo ma non proprio carismatico, il film che non ti aspetti, quello che ti coglie impreparato: pensi di vedere una cosina umoristica, con Frodo strambo collezionista "on the road" in Ucraina, in compagnia di tipi bizzarri, e poi invece ti commuovi fino alle lacrime, con uno squarcio doloroso su memorie storiche, frammenti di vita, che, per quanto inscatolate e catalogate, restano vive e pulsanti. Opera lieve e "pesante" ad un tempo, capace di ritagliarsi uno spazio permanente nella memoria, che spinge alla lettura del romanzo.

Saintgifts 7/01/10 22:54 - 4098 commenti

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Sorretto costantemente da un commento musicale che ricorda i film di Kusturica, un road movie molto particolare nelle campagne ucraine alla ricerca di un passato colmo di dolore. Lo spettatore è messo nelle condizioni del protagonista, un americano di origini ucraine, non potendo capire i numerosi dialoghi in lingua ucraina e tradotti molto spartanamente e non sempre, dal coetaneo compagno di viaggio e da suo nonno. Il film ha grandi velleità e alcuni spunti buoni, ma non riesce a far dimenticare la voglia di stupire a tutti i costi del regista.

Matalo! 9/01/10 12:43 - 1378 commenti

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Il tema della memoria (persecuzioni naziste sugli ebrei) viene raccontato con apparente levità nel primo tempo da Schreiber, utilizzando un incipit bizzarro e iperbolico per descrivere il narratore (Huntz), ucraino lungagnone, fan di Jacko e dell'occidente, per un on the road a ritroso piuttosto pregnante, che vede coinvolto un nonno finto cieco (metafora chiara) e un bizzarro nerd collezionista. Rivelazioni per tutti e tre in un secondo tempo commovente. Un piccolo film toccante e riuscito con un Huntz strepitoso.
MEMORABILE: Huntz in discoteca; la patata; l'incontro con l'anziana di Trachimbord. "Ogni cosa è illuminata dalla luce del passato". Sammy Davis jr. jr.

Belfagor 9/01/10 14:48 - 2689 commenti

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Un film che ben coniuga il meccanismo del road-movie con il tema della memoria (la memoria per antonomasia, in questo caso). Semplice e sobrio ma anche per questo profondo, inaspettato, con un'originale rivisitazione del tema dell'ebreo errante. Per una volta, un film che si propone di essere alternativo e ci riesce senza strafare, riuscendo anche a far riflettere in modo serio sulla questione del secolo senza ridursi alla pedanteria.

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Xamini 10/01/10 13:05 - 1247 commenti

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Curiosa mescolanza, quest'opera. Di bizzarria, di ironia, di leggerezza, di pesantezza. Quando pare voglia ridere, sale sulla china del dramma. Parte da un assortimento di personaggi (attori) luminoso come un campo di girasoli gettandoli in mezzo alla strada per un approccio on the road; anche se non tutto torna e qualcosa pare eccessivo (la vasca), quel che dice lo dice con il tocco leggero della poesia. Tanto mi basta per gradire e consigliare.
MEMORABILE: Lo sguardo del protagonista sul finale, quando si posa su persone (dettagli) apparentemente casuali.

Domino86 19/04/10 11:32 - 607 commenti

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Film veramente bello e ben riuscito. La storia è triste e riguarda terribili avvenimenti della storia mondiale. I personaggi sono completamente azzeccati e così nella tristezza generale si riescono a trovare dei momenti per sorridere e ridere. Da vedere assolutamente.

Didda23 11/12/10 14:26 - 2426 commenti

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Film davvero originale e preziosissimo. Il suo fascino sta nell'alchimia perfetta fra commedia e dramma, perché il film offre delle scene molto divertenti (Eugene Hutz che piacevole sorpresa!) e altre che inducono alla riflessione profonda su temi profondi come il dolore e l'importanza della memoria storica. C'è della poesia molto intensa. Wood è convincente e non poco. Mai sopra le righe, "Ogni cosa è illuminata" è assolutamente un film da vedere e rivedere. Emozionante.

Tyus23 16/02/11 12:29 - 220 commenti

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Dall'intenso libro di Safran Foer, Schreiber ricava un film girato con notevole sensibilità e ben interpretato da attori in parte. Funziona meglio la prima parte dove viene dato più spazio all'umorismo mentre la seconda, nel tentativo di virare verso il drammatico e commovente, convince un po' di meno. Divertente il personaggio di Eugene Hutz con la sua buffa parlata.

Giùan 4/04/12 15:56 - 4539 commenti

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Uno dei film più sorprendenti degli ultimi anni, il cui principale pregio sta nell'affrontare con una leggerezza meritevolmente fuori dal tempo alcuni temi delicatissimi moralmente (la Shoah, il dovere della memoria) e cinematograficamente ad alto rischio banalizzazione (il valore dello sguardo legato a doppio filo al desiderio di catalogare, collezionare). Il difetto di Schreiber è tuttavia crogiolarsi troppo della sua scrittura, lasciando i personaggi nella loro unidimensionalità. Manca insomma un po' d'anima, compensata da freschezza e intelligenza.
MEMORABILE: Trachimbroad; Gli occhiali di Elijah Wood; La cagnetta psicopatica.

Myvincent 2/04/12 16:04 - 3727 commenti

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Opera sensibile di Schreiber, si divide fra una prima parte scanzonata e un po' Kusturica e una seconda drammatica, con elementi di gran presa emotiva che si susseguono senza sosta. Il cast è ben rappresentato ed amalgamato e qualche forzatura ad "effetto", eccessiva nella sceneggiatura, si dimentica del tutto, nel trasporto sentimentale e nostalgico che accompagna fino al suo epilogo.

Marietoile 28/10/13 11:54 - 5 commenti

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Di film sulla storia degli ebrei ne son stati fatti a iosa e di importanti e memorabili se ne annoverano parecchi. Ma Ogni cosa è illuminata è il primo diverso, innovativo, esilarante, bizzarro, particolare... è un film triste eppure fa ridere e, nonostante il colore nero (visto l'argomento trattato), la pellicola è strabordante di colori in una fotografia d'effetto: basti solo ricordare la meraviglia di quell'immenso campo di girasoli. Un film che mi ha davvero sorpresa. Bellissimo.
MEMORABILE: Indimenticabile l'inglese strampalato di Alex: -)

Cotola 31/01/14 23:47 - 9009 commenti

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Più commedia che dramma (il tragico si palesa solo nell'ultima parte) ma non è certo un difetto, anzi. Affronta temi risaputi come il ritorno-ricerca delle radici e l'importanza della memoria, ma lo fa in modo abbastanza brioso e spigliato ma non per questo poco efficace. Ci sono ritmo, risate, emozioni ( non solo quando si scopre la verità su quanto accaduto) ed una bella e coinvolgente colonna sonora. Una gradita sorpresa la prova di Hutz. Un buon film.

Lou 22/10/15 00:21 - 1119 commenti

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Questo racconto del viaggio di un giovane nerd ebreo americano, maniaco collezionista, alla ricerca delle sue radici in uno sperduto villaggio dell'Ucraina, accompagnato da una coppia nonno/nipote improbabile, è qualcosa di non comune: la narrazione ha toni varianti dal grottesco al poetico, con una sorprendente progressione verso tematiche impegnative e profonde quali quelle degli eccidi nazisti degli ebrei. È un'opera di forte personalità, sull'importanza della memoria e sul confronto tra diverse culture, che diverte e commuove.

Paulaster 23/04/19 10:28 - 4391 commenti

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Nipote ebreo andrà a cercare in Ucraina una donna che salvò il nonno. Il tema del ricordo (e dell'Olocausto) viene rinverdito con un cast eterogeneo. Prima parte on the road dai toni grotteschi che somiglia troppo allo stile di Kusturica (senza raggiungerlo) e che vive della caratterizzazione felice di Hutz. Quando i contenuti si fanno seri la regìa la mette sul pietoso e svela i retroscena amari che, indiscutibilmente, è giusto soffermare nella memoria. Wood serve solo per i particolari tratti somatici.
MEMORABILE: Hutz che incensa tutto ciò che è "superiore"; La casa in mezzo ai girasoli; La tomba nel prato.

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Nick franc 18/04/22 23:48 - 509 commenti

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Il tono della parte iniziale, leggero e frizzante, ricorda lo stile di Wes Anderson, con bizzarri personaggi impegnati in una struttura da road movie; col passare dei minuti il film diventa, però, una commovente riflessione sulla ricerca delle proprie origini, sull'assenza e sul dovere di tenere viva la memoria sull'indicibile. Raccontato con sincerità, lucidità e grande garbo, spinge alla lacrima senza mai essere ricattatorio e si risolve in una memorabile parte finale intensa e poetica. Ottima la prova di tutto il cast (Lyoskin e Lauret su tutti) in un'opera da vedere senza remore.
MEMORABILE: Le scatole a casa di Lista; I flashback sul passato del nonno; Jonathan in piedi do fronte al fiume di notte.

Noodles 5/11/22 23:19 - 2204 commenti

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Tratto da un romanzo di Jonathan Safran Foer, il film riesce a dare tutto sommato un coinvolgimento simile a quello del libro e a veicolare il suo significato in maniera efficace. Il tutto parte come una commedia, con parti anche simpatiche, per poi tuffarsi nel dramma dell'Olocausto. Splendida la fotografia e buono il cast, anche se forse Elijah Wood non è il massimo a cui si poteva aspirare. Un viaggio più spirituale che fisico. Da vedere.
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