Io non spezzo... rompo - Film (1971)

Innocuo filmetto con la coppia Noschese-Montesano, che dimostra notevole sinergìa, ma che paga un secondo tempo molto scarso, rimpolpato da un'interminabile scena di lotta. La cosa più interessante è l'imitazione di Noschese, che parla esattamente come Volonté in Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto. C'è Janet Agren!

Ottima commedia di Corbucci che si regge all'80% sull'intepretazione del grande Noschese. Assieme a un buon Montesano sono due poliziotti che vogliono essere esemplari ma... Il resto del cast è valido ma poco sfruttato: ci sono Banfi (nella parte dell'appuntato Zagaria, suo vero nome) e la Agren, che però fa poche scene. Ad essere pignoli, il film è leggermente penalizzato dalla scena in teatro, unica parte debole del film. Un tentativo simile sarà fatto anni dopo - ma con risultati pessimi - con l'orrendo Vento, vento, portali via con te.

Il titolo sembra simile a quelli usati per i film di kung fu dell'epoca, invece Bruce Lee e affini non c'entrano nulla, perché questa è una farsa poliziesca con il duo Alighiero Noschese/Enrico Montesano, già visti insieme in Io non scappo... fuggo dell'anno prima. Noschese si lascia andare ai suoi travestimenti mentre Montesano sembra preparare il suo carabiniere che sarà in coppia con Verdone 13 anni più tardi. Janet Agren è una bella presenza femminile, ma ha poche scene, idem per Gordon Mitchell. Noschese era un genio, ma in tv era meglio.

Divertente commedia del duo Noschese-Montesano. La trama è un pretesto per dare spazio ai due e ad alcuni travestimenti in cui Noschese è fenomenale; anche i duetti tra i due sono molto simpatici. Ci sono anche Banfi e altri validi attori, e il film è girato bene da Bruno Corbucci.

Esilarante commedia di Bruno Corbucci con il duo Montesano-Noschese. Noschese utilizza la sua innata ed eccezionale arte nei travestimenti, Montesano la sua scoppiettante vis comica e dall'unione dei due nasce qualcosa di davvero divertente. Valido anche il resto del cast: ci sono Lino Banfi, Giacomo Furia, Claudio Gora e Gordon Mitchell. Splendida come sempre Janet Agren, ma peccato esca davvero poco. Un film ideale per passare una serata in pieno divertimento e relax. Niente male.

A dire il vero, questa serie di sketch sui carabinieri "rompe" abbastanza, considerando lo scarso effetto comico di battute, equivoci e travestimenti. Anche dagli attori non si ottiene molto, a parte qualche vivace botta e risposta tra Noschese - che dà sempre il meglio di sé nelle imitazioni - e la spalla Montesano, i succinti interventi di Ignazio Leone e la parentesi con l'ex muscolosissimo Gordon Mitchell. Su note riecheggianti quelle di Indagine..., nella sigla iniziale Piero Focaccia cita noti gangsters cinematografici, da Al Capone a Mamma Barker.

La coppia Noschese-Montesano è ben affiatata in tutti i film realizzati nei primi anni Settanta. In questo caso è affiancata da attori bravissimi come Leone, Banfi, Furia, Gora e Sportelli. La regia di Corbucci è sinonimo di garanzia: ritmo, battute spesso efficaci e azione, gli ingredienti che contribuiranno, successivamente, al successo dei film di Bud, Terence, Tomas e Bombolo. Bellissima Janet Agren, simpatico il motivo eseguito da Piero Focaccia che accompagna i titoli di testa e di coda.

Secondo film della coppia creata da Dino De Laurentiis, Noschese-Montesano; scritta da Castellano e Pipolo e diretta da Bruno Corbucci, è una farsetta priva di mordente che fa leva soltanto sulla simpatia dei due protagonisti. Il mestiere c'è, ma in questo caso non serve a molto. Curiose le citazioni cinematografiche a inizio e a fine film (in particolare, nel finale, al romanzo "Papillon", che di lì a poco sarebbe stato portato sul grande schermo).

Un intreccio elementare viene usato come appendino per gli sketch istantanei di sapore televisivo della coppia di mattatori. Noschese fa il verso al "dottore" di Petri, mentre Montesano sfoggia l'usuale palpebra calata da finto tonto con il cervello fino. Dopo un inizio brillante, che punge qui e là con irriverenza e caustica modernità, le cartucce finiscono e il brodo si allunga, rifugiandosi in primitive soluzioni slapstick che pretenderebbero di farci ridere con schiaffoni e sculacciate. Incantevole Janet Agren, purtroppo relegata a poco più di una rigida figurina decorativa.