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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Fantascienza russa da esportazione che saccheggia abbondantemente (e con estrema evidenza) da classici recenti come INCEPTION e il DOTTOR STRANGE nella resa visiva di un mondo che trova comunque le sue radici nei disegni impossibili di Escher. E' grazie a ciò che il film trova il proprio unico vero motivo di esistere: nonostante la palese derivatività, infatti, appoggiata perdipiù da architetture digitali che svelano limiti produttivi non certo all'altezza dei blockbuster hollywoodiani in tema, mostra una certa fantasia nella composizione delle scenografie....Leggi tutto Un po' perché non siamo abituati a osservare nella fantascienza architetture orientaleggianti, con grattacieli bianchissimi e sinuosi, cupole e ponti, un po' perché l'incrocio delle linee dell'orizzonte nello spazio creano effettivamente un crogiuolo di prospettive impazzite piuttosto divertenti da percorrere idealmente insieme ai protagonisti.

Tale immaginario onirico viene giustificato all'interno della storia da un'avventura che vede un architetto di scarso futuro e grandi idee (Mukhametov) finire in coma ed entrare in un sogno apparentemente senza fine. Risvegliatosi tra edifici che non rispettano le logiche gravitazionali all'interno di una dimensione in cui gli elementi si sbriciolano, svaniscono, flettono, Viktor fa la conoscenza di altri individui che lì stazionano e che almeno inizialmente nulla gli svelano del folle universo parallelo in cui si trovano, venutosi a comporre attraverso i ricordi approssimativi di chi lo abita e per questo imperfetto, privo di molte parti costruttive, contorto.

All'interno dello stesso non potevano mancare i nemici da combattere, in questo caso figure in costante decomposizione chiamate Mietitori, la cui pericolosità non si concretizza tuttavia in particolari modi di uccidere. Perché anche molti elementi della trama restano assai fumosi, ancorati a un'eredità russa che in ambito fantascientifico sconfina spesso nella filosofia, come bene ci ha insegnato Tarkovskij. Non a caso certi percorsi nel verde, tra le rotaie, rimandano a un capolavoro come STALKER, che coi disordini mentali giocava sfruttando però ben altra profondità intellettuale. Qui i personaggi, conciati come in un qualsiasi postatomico di serie Z, non mettono insieme un solo dialogo decente, né offrono interpretazioni in grado di nascondere la modestia della sceneggiatura, che anzi si aggroviglia in brandelli di spiegazioni fumose rinunciando a dare - in stile Nolan - una struttura realmente comprensibile del tutto.

Insomma, i difetti sono tanti e sotto gli occhi di tutti, eppure - e anche a fronte dei citati eccessi di computergrafica nella costruzione degli effetti speciali che sviliscono la portata immaginifica - il risultato mantiene fino alla conclusione una sua stramba, fascinosa unicità, spezzata solo quando il gruppo, lanciato alla ricerca di una misteriosa isola ideale in cui il pericolo dei Mietitori non dovrebbe esistere, si ferma a bivaccare e cianciare azzerando l'apporto delle sceneografie. Sparatorie, fughe, grida, improvvisi ritorni alla "realtà"... è il cóte tipico della fantascienza d'azione, il cui coinvolgimento resta purtroppo in questo caso assai basso...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 30/05/20 DAL BENEMERITO BUBOBUBO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 14/05/22
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Bubobubo 30/05/20 12:24 - 1847 commenti

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Giovane architetto si risveglia in una realtà escheriana, in cui lotta per la propria sopravvivenza assieme a un gruppo di reietti dotati di vari superpoteri. Ma come ci è finito e perché? Modernissimo action-sci-fi russo, visivamente spettacolare, che dal punto di vista del contenuto propone un frullato fin troppo eterogeneo di influenze (l'universo dei personaggi è una sorta di Zona nolaniana, ma ci sono echi percepibili anche del solito Matrix, di certa Marvel e dell'ultimo Garland) e una storia la cui logica, specie in coda, scricchiola.
MEMORABILE: L'architetto scopre il suo superpotere.

Cotola 3/11/20 22:14 - 9043 commenti

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Fantascienza russa un po' fracassona ma che non manca, nel finale, di qualche riflesso "filosofico". Lo spunto narrativo iniziale è intrigante e stimolante, ma a colpire più di tutto è sicuramente un estro magniloquente che delizia gli occhi e si può cogliere appieno nelle scenografie urbane-escheriane che a tratti sono davvero notevoli. La storia è derivativa e rielabora elementi di altre pellicole e fa fatica ad ingranare risultando anche un po' confusa. Alla fine però tutti i pezzi vanno al loro posto. Merita la chance di una visione.
MEMORABILE: Le scenografie urbane alla Escher.

Daniela 16/12/20 00:28 - 12662 commenti

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Comatrix sarebbe stato un titolo più calzante per questo film russo che mescola senza pudore suggestioni derivanti da altri celebri film di fantascienza, immergendo i comatori abbigliati in stile povero-chic in scenografie d'impatto ma già viste in Inception e nel Dottor Strange mentre la città progettata dall'architetto incompreso sembra un incrocio tra una Dubai candeggiata e l'ultimo set di Lego Architecture. La trama solleva il capo con la rivelazione dell'inghippo per poi ripiombare nel coma della prevedibilità, non scansata neppure dall'ultimo timido guizzo. Troppo derivativo.

Puppigallo 16/01/23 17:03 - 5275 commenti

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In questo caso è fin troppo facile sbizzarrirsi nel gioco "da dove attinge la pellicola", potendo addirittura aggiungere Lanterna Verde, che creava strutture e oggetti con la mente. Ma bisogna ammettere che ha comunque una sua idea di partenza, che viene anche sviluppata nel prosieguo, dando se non altro un perché al paesaggio frammentato, alle stanze personalizzate e persino ai mietitori. Ciò fa sì che il tutto, oltre ad assumere una sua identità, consenta allo spettatore di riflettere su una condizione mentale ancora pressoché oscura, accettandone l'interpretazione. Non male.
MEMORABILE: Il mondo frammentato e dalle multi gravità (non nuovo ma sempre visivamente interessante); La stanza che si riempie; I ricordi controproducenti.

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