Tre amiche amanti della musica metal incontrano tre ragazzi a un concerto e decidono di passare con loro una notte folle. Ma niente è come sembra. Sorta di curioso home invasion al contrario, il film costruisce il suo interesse sulle situazioni e sul fanatismo religioso prima ancora che sulla tensione, inverso piuttosto scarsa. Interessanti le dinamiche e i ribaltamenti dei ruoli, inseriti in un contesto che parte con toni da commedia e sfocia in una violenza poco grafica ma comunque efficace. La Daddario è sempre un gran bel vedere.
Omaggio allo slasher anni '80 che parte in maniera tipica e si prende il suo tempo prima d'entrare nel vivo; l'ambientazione d'epoca tra metallari è ricostruita discretamente - anche grazie ad alcuni dialoghi ad hoc in tema - ma la cosa più interessante è vedere finalmente un ribaltamento dei ruoli che esula dai soliti cliché sul metal. La parte clou, a cavallo tra home-invasion/survival e slasher classico, riserva qualche idea curiosa, una Daddario convincente e la dose di splatter è nella media; verso la fine si nota che le idee scarseggiano.
MEMORABILE: Il brano che suona la band fittizia al concerto, in realtà "Black Funeral" dei Mercyful Fate!
Anno 1988, horror incentrato sulla controcultura heavy metal nata in quel decennio. Le pellicole sul metal si contano sulle dita di una mano e spesso deludono o sono trattate in maniera ingenua; in questo caso la regia dimostra una conoscenza approfondita dell'argomento con citazioni e ambientazione ben ricostruita. I temi sono il satanismo nel rock/metal, i predicatori integralisti anti-rock (le sette in generale). Buona gestione della materia e dell'azione/suspense, ironia, sangue moderato e si va anche più in profondità con una riflessione sull'inversione tra "paradiso e inferno".
MEMORABILE: Il concerto dei..."Mercyful Fate"; Il twist; Le citazioni delle band; Inversione di luoghi comuni; "Sa, non dovrebbe credere a tutto quello che vede".
Ambientato verso la fine degli anni '80, tra l'impeto dissacrante del metal e la cieca conservazione reazionaria di congreghe religiose, quest'horror, pur conservando vari elementi tipici del genere (l'individuazione delle prede, la villa isolata ecc) si distingue dal soliti abusati cliché per l'inversione di aspettative che il regista sa graduare con abilità. Il sangue scorre, ma prevale l'aspetto "psichiatrico" che muove azioni e reazioni, non senza il gusto citazionistico d'antan, compresa una certa vena ironica (il motore fuoribordo). Cast giusto per personaggi sopra le righe.
MEMORABILE: Le discussioni sulle band metal; Il ripensamento di Bev; La matrigna; Il pastore rivela i veri scopi; Sangue e capelli sul radiatore.
Discretamente divertente, con un ribaltamento iniziale dei ruoli prevedibile ma che porta una boccata d'aria fresca nel genere. Quello che avviene dopo si mantiene sempre sul filo dell'ironia più cinica, non prendendosi troppo sul serio e nonostante qualche momento statico convince. L'ambientazione anni Ottanta è riuscita e omaggia il genere stesso, con un finale pieno di ribaltamenti di situazione abbastanza svelto. Poco sangue, ma una certa cattiveria di fondo c'è. Non male.
Nulla crea ma nulla distrugge: raro, in un film d’assedio, trovare sei giovani volti così convincenti e divertiti (anche Austin Swift come primo della lista), una regia smart ed efficace, una passionale attenzione nella scelta delle musiche multicolore (dagli Slayer a Belinda Carlisle, con chicca finale dei T’Pau) e una conscia furbizia nel dissimulare gli eventi che poi puntualmente si verificano. Manca, forse, solo un finale un po' più cattivello. Dedicato a quei “noi” che negli anni 80 ascoltavano heavy metal a manetta ed erano tacciati di essere (improbabili) satanisti.
Assolutamente mediocre... Per piattezza di regia e stile sembra quasi un film tv. Non succede niente per il primo terzo di film fino al momento dello pseudo sacrificio, poi si anima un po' ma sempre senza entusiasmare. Il riferimento agli eighties è puramente pretestuoso: potrebbe benissimo essere stato ambientato in qualsiasi epoca, se si escludono i riferimenti posticci all'heavy metal. Attori anonimi e poco conosciuti a parte la Daddario, esageratamente sopra le righe. Solito e ormai stantio ribaltamento woke: i cattivi sono ovviamente i fanatici cristiani, non certo i satanisti!
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Nella prima parte del film i protagonisti vanno a vedere un concerto Metal; la band che suona è fittizia ma il brano suonato (in playback) è la versione originale di "Black Funeral" dei Mercyful Fate, dal loro masterpiece "Melissa" (1983).