Vivarium - Film (2019)

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Una cupa e silenziosa avventura tra le ville tutte uguali di un misteriosissimo, labirintico quartiere residenziale chiamato Yonder. Vi ci finiscono Gemma (Poots) e Tom (Eisenberg), una coppia affiatata in cerca di una nuova casa. Vengono invitati sul posto da uno strambo agente immobiliare (Aris) che, dopo aver magnificato le lodi del luogo, li convince a seguirli lì accompagnandoli in quello che fin da subito appare come un mondo alieno, totalmente disabitato, in cui villini verdi affiancati a centinaia allontanerebbero in partenza chiunque desiderasse vivere in una dimensione vagamente “umana”.

Giunti di fronte al civico 9, i due entrano seguendo Martin, che mostra loro...Leggi tutto l’abitazione stanza per stanza scomparendo poco dopo nel nulla. Convinti che sia semplicemente uscito, Gemma e Tom tornano all’esterno, dove però non trovano nessuno. Risaliti in auto si apprestano a fare ritorno, accorgendosi tuttavia che uscire da quel dedalo di viuzze assolutamente identiche tra loro risulta più difficile del previsto. Diciamo impossibile…

Imprigionati in una realtà modulare che pare disegnata, i due dormono nella casa numero 9 scoprendo poi che all’esterno qualcuno fa loro trovare uno scatolone contenente un bimbo: “Crescetelo e sarete liberi”, dice l’unico messaggio. Che altro fare? E’ quello che a questo punto si devono essere detti Lorcan Finnegan (anche regista e sceneggiatore) e Garret Shanley, che con Lorcan ha scritto il soggetto. Perché in film così, in cui l’effetto sorpresa si esaurisce velocemente, la bravura sta nel saper rendere interessante ciò che segue. E qui cominciano purtroppo le note dolenti. La futuristica location dai toni magrittiani continua a restare un punto di forza, soprattutto per il silenzio incombente che la domina, così come quel cielo fatto di nuvole irreali prive della possibilità di immaginare in esse alcuna forma (entrambe singolarità sottolineate nel film); ma non basta, ci voleva più capacità di arricchire la vicenda per riuscire a coinvolgere, considerata la staticità dell’insieme, o interpretazioni che oltrepassassero la soglia del corretto.

L’introduzione del bimbo, che cresce in 98 giorni fino a raggiungere l’apparenza di chi ha sei o sette anni, non garantisce una variazione troppo significativa e, per quanto si provi a renderlo “diverso” ed enigmatico nei comportamenti (con un urlo che quasi rimanda ai replicanti di Kaufman), resta un personaggio accessorio. Si calca naturalmente la mano sulla condizione di solitudine dei protagonisti, sulla loro sempre maggiore irritabilità, sull’allontanamento progressivo da un quotidiano normale richiamato pallidamente da improvvisi scampoli di un passato di ricordi sempre e comunque felici (la musica dalla radio dell’auto).

Si prosegue in definitiva per buona parte della seconda metà pensando a come potrà finire il film, perché si sa come a volte storie così possano concludersi d’improvviso senza alcun cambiamento per accentuare il clima da incubo senza speranza. Comunque qualche buona intuizione non manca, l’impianto scenografico è di sicuro effetto e per chi ama il lato più straniante della fantascienza, lontano da quella più spettacolare o necessariamente ambientato nello spazio, è un film da vedere, che per diversi motivi (tutti legati all’impianto visivo) rimarrà impresso nella memoria di molti.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 28/03/20 DAL BENEMERITO HERRKINSKI POI DAVINOTTATO IL GIORNO 28/02/24
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Bubobubo 13/04/20 17:57 - 1847 commenti

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Serpe in seno: un cuculo che s'intrufola in un nido altrui e parassita la madre acquisita sino a sopraffarla. "Yonder", laggiù, vi sono cunicoli per l'inferno, divani fondi come tombe e tombe in forma di isolati di villette a schiera tutte uguali, con nuvole cartoonistiche, soli irreali e terreni artificiali: lì dove l'american dream incontra Magritte, il focolare familiare Kafka. La potente distopia saprofita di Finnegan si nutre di orrore puro, incomprensibile e inspiegabile quindi infinito: un destro alla famiglia, un gancio all'esistenza.
MEMORABILE: Martin fa vedere la villetta n°9 a Tom e Gemma; Urla a colazione; Pattern alla televisione; Nuvole a forma di nuvola; Sotto il marciapiede.

Kinodrop 8/04/20 20:22 - 2909 commenti

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Una giovane coppia in cerca di casa si ritrova in uno straniante quartiere labirintico nel quale rimane prigioniera, con l’obbligo di crescere un “figlio” recapitato dal nulla. Una storia molto inquietante per le sue implicazioni simboliche sull’inconsistenza del libero arbitrio e sul dominio della morte nel suo meccanismo di replicazione. Agghiacciante il contrasto tra i colori pastello e la connotazione “cimiteriale” delle villette a perdita d’occhio e tra la normalità dei personaggi e l’oscurità che li avvolge; certamente criptico, ma scuote.
MEMORABILE: L’algido agente immobiliare; Gli strilli di Martin; La fossa in giardino.

Herrkinski 28/03/20 15:43 - 8052 commenti

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Il film s'inserisce nella nicchia creata da film come Cube o il recente Il buco; i protagonisti sono qui intrappolati da un'entità superiore in un quartiere che si ripete all'infinito senza via d'uscita, in un gioco di specchi che imita grottescamente la vita reale. Un incubo tra sci-fi, thriller e dramma che forse è una satira sul non-sense delle convezioni sociali moderne, angosciante nei suoi colori pastello e nell'estetica pittorica tra Magritte e Escher, oltre che nei volti dei misteriosi "alieni". Ottimi Eisenberg e la magnetica Poots.
MEMORABILE: L'inquietante Martin.

Cotola 4/04/20 12:20 - 8998 commenti

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L'idea di fondo è interessante, ma ha il fiato corto: come i protagonisti, ben presto anche il film finisce in un vicolo cieco. Ed è proprio la mancanza di svolte narrative il limite principale di una pellicola che all'inizio intriga, ma col passare dei minuti si fa troppo ripetitiva. La curiosità però non manca: si ha voglia di capire cosa succederà e come finirà. Ma anche sotto quel versante, l'epilogo può deludere. Tuttavia meglio un finale del genere che uno che ricorre alla sorpresa a tutti i costi. Delizioso l'aspetto visivo, con le sue influenze magrittiane. Occasione mancata.

Daniela 7/04/20 10:42 - 12606 commenti

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Giovane coppia in cerca di casa si ritrova intrappolata in un quartiere residenziale di villette tutte identiche, abitato unicamente da loro e da un neonato che devono far crescere se vogliono tornare liberi... Incubo magrittiano color verde pastello di grande fascino visivo che si presta a più interpretazioni: quella fantascientifica suggerita dal titolo è la più esplicita, ma esistono anche possibili letture in chiave esistenziale ("a cosa serve una madre?). Può lasciare perplessi della sua cripticità, ma si tratta di un film originale, inquietante, in grado di suscitare disagio ed orrore.
MEMORABILE: Le imitazioni del bambino.

Anthonyvm 27/05/20 01:31 - 5615 commenti

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Un passo da gigante per Finnegan: finalmente questo autore dallo stile visivo lodevole (già si notava in Without name) riesce a bilanciare forma e contenuto, humour nero e inquietudine, ricostruendo Il villaggio dei dannati sul set di The Truman show in una satira fanta-horror dai tocchi surrealisti (si cita Magritte). La famiglia viene dissacrata, la prole demonizzata e i mezzi d'informazione e didattici (la televisione, i libri) diventano incomprensibili allacci a un mondo arcano popolato da parassiti alieni. Un incubo che si farà ricordare.
MEMORABILE: Il prologo col cuculo; Le villette color pastello con cielo fasullo; Le urla del bambino; Passaggio infernale sotto al marciapiede.

Gestarsh99 24/10/20 15:35 - 1395 commenti

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Cattivo segno per Tom e Gemma se il nido d'amore da sempre agognato somiglia paurosamente a una maquette penrosiana fatta di moduli abitativi in ricorsione e diorami surrealistici da sfondo teatrale (il sole di Ernst, i tetti e le nuvole di Magritte). Facile metafora del ciclo vitale e ancor più facile allegoria del rapporto fra uomo e (leggi del) mondo animale, che abbreviando per scorciatoie furbastre e sparpagliando intorno più ellissi di una mappatura orbitale, si gingilla con le rimembranze cinefile istantanee e il kafkismo cheap più cartolinesco tracannabile dal pubblico medio.
MEMORABILE: L'indesiderato pacco regalo...

Capannelle 31/10/20 22:49 - 4394 commenti

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Siamo tra due e mezzo e tre, perché a fronte di un inizio interessante e una componente artistica nello stile sicuramente significativa, il film disperde parte del suo potenziale in spunti che si ripetono o che non riescono a smarcarsi da quel fattore visuale che ne aveva posto le premesse. Come caratteri più versatile la Poots che Eisenberg, mentre il bambino assomma un che di inquietante e di irritante. Location e abiti stile Pleasantville, claustrofobia da Truman show o Cube, è una pellicola che non manca di frecce al suo arco ma che si balocca troppo su sè stessa.

Fromell 19/11/20 09:33 - 77 commenti

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Una giovane coppia trasloca in un quartiere residenziale e ne diventa prigioniera. Nessun abitante intorno a loro, casette tutte uguali, cielo color cobalto e viveri che appaiono all’improvviso per il loro sostentamento. Poi, in uno scatolone, appare anche un bambino che decidono di tenere e allevare. Gli ingredienti ci sono tutti per creare un film weird spiazzante. Inizio e finale funzionano bene mentre è troppo dilatata la parte centrale, come sempre accade in queste opere a scatola chiusa tutte imparentate col celebre Cube di Natali.

Hackett 30/11/20 15:48 - 1865 commenti

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Intrigante pellicola tra l'horror e il fantastico che sembra appartenere alla tradizione di storie grottesche e alienanti inaugurata da serie come Ai confini della realtà o L'ora del mistero. La giovane coppia rimasta ostaggio di una realtà simulata a libertà molto limitata, ridotta a cavia di un oscuro disegno superiore, non può non lasciar serpeggiare nello spettatore una sottile inquietudine, complice anche l'isolamento cui siamo soggetti dalla triste realtà contemporanea. Qualche momento di fiacca ma il film è godibile.

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Xamini 10/12/20 18:24 - 1244 commenti

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Se tutto il villaggio che ti circonda diventa verde sbiadito, Magritte si fa incubo e la distopia travolge tutta l'opera. Vivarium è sgraziato e fastidioso come un cucciolo di cuculo che getta dal nido i piccoli di altre specie e i nostri due protagonisti si ritrovano, loro malgrado, in un nido da cui non possono fuggire. I gesti si ripetono, i tentativi si moltiplicano e l'opera prende la forma di una critica sinistra allo stile di vita consumistico in cui siamo immersi, senza riuscire a trovare spazio per una pur minima consolazione.

Galbo 28/03/21 20:18 - 12372 commenti

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Dall'idillio all'incubo, il passo è breve per una giovane coppia in cerca di casa. Quasi una versione sotto acido di The Truman Show, un ibrido tra fantascienza e horror che parte bene ma dimostra nel prosieguo il fiato un pò corto anche se sono apprezzabili i momenti di umorismo nero che stemperano la tensione della vicenda. Rimane un film da vedere per l'intuizione principale e per l'aspetto stilistico anche se i simbolismi sono un po' troppo manifesti. Bravi gli attori.

Pumpkh75 6/05/21 14:01 - 1736 commenti

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All’incubo impossibile (e profondamente pessimista, altroché) della coppia Eisenberg/Poots va tributato l’applauso, perché alimenta un disagio olistico non limitato alla semplice fruizione visiva ma capace di formare delle crepe sulle mura intime e conformiste della propria percezione. Così come monta il malessere cresce però la nuda curiosità da spettatore e qui, al compimento del ciclo vitale, serviva un maggior pragmatismo anche a costo di una probabile perdita di fascino. Stilisticamente inappuntabile. Se ne potrebbe discutere delle ore.
MEMORABILE: Le urla, insopportabili, del bambino.

Didda23 17/05/21 14:29 - 2424 commenti

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Vale più o meno lo stesso identico giudizio per Il buco: ottimo spunto di partenza, una fotografia oltremodo curata (molto bravo il debuttante  MacGregor), ma con la stessa superbia nell'uso di banalissime allegorie che mostrano ben presto la corda. Sostanzialmente il film inizia a girare a vuoto (in perfetta osmosi con i suoi protagonisti) quasi subito e nonostante qualche bella trovata (sotto il marciapiede), la noia prende subito il sopravvento e si attende qualcosa di geniale nel finale, che purtroppo non accade, sprofondando nella soluzione più banale. Adorabile la Poots.
MEMORABILE: La visita dell'appartamento numero 9; L'odore all'interno della macchina; La musica e il ballo liberatorio.

Magerehein 7/03/24 09:00 - 977 commenti

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Non banale anche solo per il fatto che, per una volta, i protagonisti (ben interpretati) non se la vanno a cercare. Ambientazione (che pare una degenerazione di certe scenografie di Wes Anderson) e prima parte risultano fisiologicamente inquietanti e disturbanti (quel "bambino" turba non poco), ma strada facendo il film emula la malcapitata coppia e finisce per smarrire la strada girando continuamente in tondo. C'è dunque troppa monotonia e anche un eccessivo ermetismo; solo i titoli di testa danno un'idea del perché tutto ciò sia accaduto, ma nient'altro viene spiegato. Imperfetto.
MEMORABILE: Le abilità imitative del "bambino".

Pinhead80 19/08/21 13:26 - 4715 commenti

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Una giovane coppia di fidanzatini si reca presso un'agenzia immobiliare per vedere un appartamento. Accompagnati sul posto dall'agente finiranno per essere catapultati in un incubo allucinante. Vivarium può essere interpretato su diversi livelli che sfruttano una realtà distopica per rappresentare di fatto qualcosa che accade quotidianamente. Un ciclo vitale accelerato e disturbante fondato sulle aspettative della società. Bravissimo il regista a trasmettere questa sensazione opprimente, creando un mondo assurdo e senza via di fuga. A dir poco inquietante e davvero molto originale.
MEMORABILE: La finalità ultima della buca.

Jdelarge 25/05/22 21:38 - 1000 commenti

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L'impressione è che Lorcan Finnegan abbia confuso il concetto di grottesco con quello di ridicolo, perché il film, portatore di una critica evidente nei confronti dell'apparato famiglia, non fa altro che ripetersi dall'inizio alla fine in situazioni che se inizialmente possono scuotere, col passare dei minuti finiscono col far sorridere e infine annoiare. Fotografia confezionata su misura, così come la casa dei poveri protagonisti. Regia anonima.

Lupus73 31/05/22 13:59 - 1485 commenti

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Giovane coppia in cerca di casa è condotta dal mediatore in un quartiere da favola.. .forse troppo. Tutto risulta asettico, finto, disabitato, con un cielo a nuvolette che sembra uscito da un'opera di Magritte, ed effettivamente la situazione degenererà in surreale con un bambino-automa fastidiosissimo che cresce a vista d'occhio. Tutto è in funzione di un'enorme allegoria, e quindi la regia rinuncia a qualsivoglia canovaccio intrinseco lontanamente concreto e per di più il senso allegorico è comprensibile molto in generale (col senso della moderna esistenza) ma abbastanza aperto.

Schramm 16/08/22 20:10 - 3490 commenti

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Casa è dove si trova il cuore. Bisogna vedere il cuore di chi. O di cosa. E da che immobilificio è arredata. Da quale designer, che forse l'ha concepita come una tomboniera. E se l'agente è davvero immobiliare o del caos. Ci si diverte alla veglia di Finnegan, perché fa sua la lezione di Magritte, applica cioè il mistero a ogni frame, ci precipita in quell'abisso che separa la cosa dalla sua immagine, vincola a considerare tutto ciò che si (ci) osserva una domanda a prova di risposte, esaspera-moltiplica l'unheimlich. Il buongustaio dell'incubo si sente, amorevole paradosso, a casa.

Pigro 12/10/22 09:14 - 9624 commenti

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Il quartiere modello di casette tutte uguali e perfette è un agghiacciante labirinto, specchio della famiglia borghese con prole da allevare. Diabolico e disturbante horror allegorico, che si nutre della folgorazione visiva di Magritte o Hopper per addentrarci in una claustrofobia sociale, dove i pochi personaggi vivono in vitro un’esistenza routinaria che cela voragini di asservimento alla produttività. Interpreti non azzeccatissimi, narrazione a tratti un po’ rigida e naif, ma l’inquietudine pervade e da un certo momento è tutto brividi.

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Dr.mabuse 14/10/22 10:00 - 18 commenti

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Una giovin coppia piccolo borghese alla ricerca della prima vera casa si ritrova intrappolata senza via di fuga nell'inquietante quartiere residenziale di Yonder, che altro non è che una bacheca dimensionale costruita da una non ben individuata specie aliena a scopo di osservazione sperimentale del genere umano. Idea di partenza promettente, produzione di livello a sostegno della stessa, ma sopra al soggetto si avverte forte la mancanza di uno script strutturato, di una idea ben definita di cosa dovesse essere o non essere questo film. Un approccio registico supponente e immaturo.

Buiomega71 25/11/23 00:49 - 2899 commenti

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Finnegan cita la crudeltà della natura vontreieriana (gli uccellini appena nati e schiantati al suolo), la villetta data alle fiamme che, il giorno dopo, è come nuova (Christine) e il prefinale a incubotiche scatole cinesi che sembra uscito da uno dei capitoli di Nightmare. Angosciante e asfissiante inferno dai colori pastello, tra profonde fosse scavate, mostruosi bambinetti urlanti e mutanti (il gozzo scanneriano) e uno smarrimento (la perdita dell'orientamento) che mette davvero i brividi. Da confrontare con The room.
MEMORABILE: Il bimbo/mostro che spia i genitori acquisiti fare all'amore; "Non sei mio figlio, bastardo"; Le fragole che non sanno di niente; I sacchi mortuari.
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  • Discussione Herrkinski • 30/03/20 14:47
    Consigliere avanzato - 2629 interventi
    L'uscita italiana dovrebbe essere il 14 Maggio 2020.
  • Discussione Bubobubo • 13/04/20 17:59
    Archivista in seconda - 271 interventi
    Herrkinski ebbe a dire:
    L'uscita italiana dovrebbe essere il 14 Maggio 2020.

    Lo dico? Forse la distopia più originale e potente degli ultimi anni. L'ho detto.
  • Discussione Daniela • 14/04/20 11:55
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    Bubobubo ebbe a dire:

    Lo dico? Forse la distopia più originale e potente degli ultimi anni. L'ho detto.


    Mica hai detto male: mi vengono i brividi tutte le volte che ripenso alla distesa di casette tutte verdi e al bimbo che fa le imitazioni...
    Cerco di vedere il bicchiere mezzo pieno: al confronto di quel che accade alla coppietta del film, l'obbligo di restare tappata in casa mi pare una bazzecola, almeno il cibo non è insapore, il prato del giardino non è sintetico ed il figliolo, per quanto strambo, è inequivocabilmente umano.
  • Discussione Herrkinski • 14/04/20 15:40
    Consigliere avanzato - 2629 interventi
    Bubobubo ebbe a dire:
    Herrkinski ebbe a dire:
    L'uscita italiana dovrebbe essere il 14 Maggio 2020.

    Lo dico? Forse la distopia più originale e potente degli ultimi anni. L'ho detto.

    E' certamente un film interessante, a tratti molto angosciante. Avrei dato 3 palle ma mi sono fermato a 2 e mezzo perchè forse hanno un po' esagerato con l'assenza di spiegazioni; per carità, non mi aspettavo e non avrei voluto un mega-spiegone finale, però così è veramente difficile dare un'interpretazione se non del tutto allegorica o legata alla pura dimensione dell'incubo. Finisce quindi per sembrare un po' una storia da Twilight Zone, per quanto più riuscita della media.
  • Discussione Daniela • 14/05/20 20:44
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    Herrkinski ebbe a dire:
    Finisce quindi per sembrare un po' una storia da Twilight Zone, per quanto più riuscita della media.

    Leggo solo ora questa tua nota. In effetti, c'è una analogia evidente tra il soggetto di questo film e quello di un episodio della quinta stagione della serie classica Ai confini della realtà: si tratta di "Una sosta in una città tranquilla" in cui marito e moglie, dopo una serata in cui hanno entrambi bevuto troppo, si svegliano in una casa a loro sconosciuta, posta in una cittadina deserta in cui tutto è finto: il telefono, l'erba, lo scoiattolo sul ramo... Analogia confermata dal finale, dimensioni degli "osservatori" a parte.
    Ultima modifica: 15/05/20 06:40 da Daniela
  • Discussione Herrkinski • 14/05/20 22:50
    Consigliere avanzato - 2629 interventi
    Daniela ebbe a dire:
    Herrkinski ebbe a dire:
    Finisce quindi per sembrare un po' una storia da Twilight Zone, per quanto più riuscita della media.

    Leggo solo ora questa tua nota. In effetti, c'è una analogia evidente tra il soggetto di questo film e quello di un episodio della quinta stagione della serie classica Ai confini della realtà: si tratta di "Una sosta in una città tranquilla" in cui un marito e moglie, dopo una serata in cui hanno entrambi bevuto troppo, si svegliano in una casa a loro sconosciuta, posta in una cittadina deserta in cui tutto è finto: il telefono, l'erba, lo scoiattolo sul ramo... Analogia confermata dal finale, dimensioni degli "osservatori" a parte.

    Ah pensa te, neanche a farlo apposta!! L'atmosfera alla fine un po' è quella, anche se più cattivella...
  • Discussione Schramm • 13/08/22 13:40
    Scrivano - 7693 interventi
    Daniela ebbe a dire:
    mi vengono i brividi tutte le volte che ripenso alla distesa di casette tutte verdi e al bimbo che fa le imitazioni...
    peraltro interpretativamente sbalorditivo. lascia davvero esterrefatti per bravura e spontaneità. e mette davvero i bordoni. non che il resto del cast batta la fiacca,
    Herrkinski ebbe a dire: 
    forse hanno un po' esagerato con l'assenza di spiegazioni; per carità, non mi aspettavo e non avrei voluto un mega-spiegone finale, però così è veramente difficile dare un'interpretazione se non del tutto allegorica o legata alla pura dimensione dell'incubo 
    io invece ringrazio chiunque abbia preso parte alla realizzazione del film di avermi risparmiato un'unilateralità di senso che mette ogni cosa come chi dove perché al suo posto e che mi avrebbe fatto sentire deluso, annoiato e fors'anche un po' insultato (come mi è per esempio accaduto con rapture). dare un'interpretazione possibilmente non chiusa è forza lavoro e diletto dello spettatore, se mi si toglie questa possibilità il rischio è di scollarmi dal film, e tutto si riduce a un aderire o meno alla visione univoca dell'autore. un incubo è tale e tanto più angosciante proprio quanto più non si presta a facile decodificazione e in tal senso sono anche soddisfatto e contento che non la si sia buttata - come spesso si indulge in questi casi - su una riconoscibile allegoria, sarebbe stata una scorciatoia che avrebbe a mio avviso depotenziato tutto.
     
    mi ritrovo nell'entusiasmo quadripallato di bubo, anche se non arrivo a viverlo come una distopia (e di nuovo: meno male). forse una delle cose se non proprio più originali (twilight zone docet, pare) di certo più potenti viste di recente. 
  • Discussione Buiomega71 • 25/11/23 10:03
    Consigliere - 25896 interventi
    Cosa si cela dietro il quartiere residenziale di Yoder (che ha tutta l'aria del nome di un pianeta pronto a invadere silentemente e subdolamente la terra) dove tutto è diabolicamente idilliaco e innaturalmente fittizio? (le fragole che non sanno di niente) come insegna David Lynch nell' intro di Velluto blu

    Lorcan Finnegan, che viene dall'Irlanda di Neil Jordan carica di fiabe oscure e inquiete, non dà risposte concrete, ma lascia nel limbo delle supposizioni. Metafora sulla maternità? Cospirazioni aliene? Denuncia sull'alienazione della società moderna sotto forma di racconto raybradburyano?

    Un pò Ai confini della realtà, ma molto più simile all'episodio de L'ora del mistero Un gioco da bambini, con il nido di uccelli e gli uccellini schiantati al suolo all'inizio, che sembrano citare la natura crudele dell'Antichrist vontreieriano, per poi omaggiare Christine (la villetta data alle fiamme di sera, si ripresenta nuova e in tutto il suo splendore, come in una scena clou dell'opera carpenteriana/kinghiana), per passare al tema dell'infanzia dannata e mostruosa (il bimbetto mutante che imita le voci, grida come un'ossesso, cresce a vista d'occhio, si piazza davanti al teleschermo della televisione che proietta solo segnali indecifrabili e disturbanti, parente non troppo alla lontana dell'Anthony dantiano, che spia i genitori acquisiti fare all'amore sotto una luce morbosa che ricorda il nostro cinema di genere con protagonisti sporcaccioni in erba e, in uno dei momenti più terrificanti, si muta in un essere alieno dal gozzo scanneriano pulsante), fino al prefinale a incubotiche scatole cinesi, passando da una stanza all'altra che stanno in dimensioni parallele, come se fosse uno dei capitoli di Nightmare.

    Lo smarrimento mette angoscia (la perdita dell'orientamento della coppia che gira intorno alle villette, smarrendo del tutto l'uscita, per ritrovarsi sempre al civico numero 9), l'asfissiante claustrofobia della villetta/prigione è un'ansia continua, Martin, l'agente immobiliare, è la quintessenza dell'inquietudine e del disagio, le nuvole perfette come se fossero dipinte, il sole innaturale, la fossa ossessivamente scavata in giardino, la perdita della ragione causa isolamento, i misteriosi pacchi lasciati sulla strada, i sacchi mortuari "pressurizzati". Tutti tasselli di un puzzle infernale color pastello, di un incubo circolare che porta sempre al punto d'origine senza possibili vie di fuga, come se Pleasantville si fosse amalgamato ai racconti inquieti di Ray Bradbury, dove il fantastico entra prepotentemente nel quotidiano. In quella che può essere anche letta come una diversa rappresentazione del mito degli Ultracorpi (il bambino, lo stesso bambino ormai cresciuto) o della Fabbrica delle mogli (il quartiere residenziale ingannevolmente incantevole che nasconde subdole pianificazioni e esperimenti distopici).

    Un pizzico di humor nero ( A message to you suonata dall'autoradio della macchina mentre la coppietta, ignara del pericolo incombente, si reca alla visita del quartiere residenziale) e un'inquietudine che , spesso, mette davvero i brividi (non solo il piccolo e insopportabile mostro, ma anche tutta l'impronta farlocca della riproduzione aliena di un'ipotetica e fasulla realtà, di un non luogo che potrebbe benissimo essere un'altro pianeta parallelo al nostro).

    Straordinario tour de force attoriale per una Imogen Potts sempre più brava e intensa.

    Non sono tua madre, bastardo!

    Da confrontare col coevo, e altrettanto destabilizzante, The room-La stanza del desiderio.




    Ultima modifica: 25/11/23 14:02 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 25/11/23 10:23
    Consigliere - 25896 interventi
    Il dvd edito da Notorious/Eagle Pictures

    Formato: 2.39:1
    Audio: italiano, inglese
    Sottotitoli: italiano e italiano per non udenti.
    Nessun extra
    Durata effettiva: 1h, 34m e 19s

    Immagine al minuto 0.25.23

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images67/PDVD-342.jpg[/img]
    Ultima modifica: 25/11/23 14:51 da Zender