Flowers - Film (2015)

Flowers

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 28/03/20 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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Buiomega71 28/03/20 01:22 - 2899 commenti

I gusti di Buiomega71

Olezzoso, lercio, putrido, malsano, malato e disturbante viaggio nell'anticamera dell'inferno della pura necrofilia. Sei cadaverelle alle prese con carcasse mummificate in ogni dove, liquami e poltiglie organiche sanguinolente, viscere estirpate o rimesse all'interno, grottesche e macabre pantomime (l'amplesso con gli scheletri), vomitate di vermi, squarci e ricuciture autoptiche (allo specchio col ventre aperto), laidi e lardosi serial killer feticisti delle interiora. Ma c'è una vena poetica femmineo/necrofora in tutto ciò e Stevens diventa impuro cantore del marciume della carne.
MEMORABILE: Le cibarie zeppe di vermi; La ricucitura; La penetrazione hardcore; Gli intestini spalmati sul micropene; I video rivelazione della morte dei "fiori".

Fedeerra 30/03/20 04:41 - 770 commenti

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Phil Stevens appartiene a quella cricca di registi di genere che hanno fatto del sottosuolo underground americano la loro dimora fissa. Flowers è un viaggio sospeso tra il macabro e il lirico, tra la vita e la morte. Più che un film (quasi totale assenza di dialoghi) è un’installazione che basa la propria poetica su immagini ben precise e definitive. Ottimi gli effetti speciali, ipnotico il sound design.

Raremirko 30/08/20 23:16 - 577 commenti

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Di sicuro curato, ben fatto e ben diretto, pone qualcosa di nuovo nel panorama horror underground e non sfigurerebbe affatto nella nuova serie Guinea pig, pur essendo un po' più d'atmosfera di quest'ultima. Grande lavoro per la colonna sonora, straniante e disturbante; tra litri di sostanze ineffabili, di sangue e sesso, c'è tempo per qualche finezza registica. Buoni gli sfx, bravi gli attori. Stevens sa bene il fatto suo.

Schramm 7/04/23 16:21 - 3490 commenti

I gusti di Schramm

Di sotto si striscia da redivive lungo pertugi museali dell'autolisi e delle ptomaine, anelli mancanti tra pozzi neri divelti e obitori bombardati; di sopra congreghe para-serbe quali accademia di belle morti, ed è pane hazemo per le fauci del tortureporner: un'olimpiade della liquoproduzione decompositiva, l'estetico del fognario che si fa stemma. Stevens waterboarda nel brodo giuggioloso il necrofeticista, sorpassa Stanze e Winter sommati, afasico e a tutta deadizione fionda tutte le modulazioni dell'insalubre su empirei da rendere Vogel, Dora e Peralta galantuomini d'altri tempi.

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  • Discussione Buiomega71 • 28/03/20 11:13
    Consigliere - 25892 interventi
    ATTENZIONE A POSSIBILI SPOILER

    Olezzoso, lercio, putrido, malsano, malato e disturbante viaggio nell'anticamera dell'inferno della pura necrofilia e nei turbamenti femminei nel limbo post morte.

    Ma Flowers è di più che un semplice "extreme" tutto budella e squartamenti buttato lì alla bell'emeglio.

    La dimora di un serial killer collezionista di "fiori" (cioè di ragazze), dove pare (e forse lo è) l'antinferno. Un antinferno zeppo di carcasse di cadaveri in ogni dove, poltiglie sanguinolente e schifosi liquami organici vari, mosche, ambienti decadenti, squallidi, ripugnanti e disgustosi.

    Un serial killer laido e lardoso, un angelo della morte di repellente consistenza, che vediamo trastullarsi con le interiora appena sviscerate dalla sua vittima e spalmarsele sul suo obbrobrioso micro pene, sintonizzato su uno schermo televisivo fuori sequenza che dà l'effetto neve.

    Ma chi sono realmente i sei "fiori" che si "risvegliano" nel tugurio necroforo dell'uomo che le ha (apparentemente) rapite?

    Sei ragazze, che devono superare una specie di prova di sopravvivenza, in un percorso fatto di mummie, corpi in decomposizione che fanno sembrare la dimora di Ed Gein un parco giochi per bambini e la necrofilia di Schramm un leggero passatempo.

    Fiore #1 si deve districare in una specie di bugigattolo ripieno di cadaveri insaccati e fatti a pezzi, mentre , fuori, il suo rapitore picchia una ragazza appena rapita, le orina addosso e la porta nella dimora degli orrori.

    Fiore #2 striscia in un condotto ripieno di ogni tipo di viscere estirpate e di sostanze organiche disciolte.

    Fiore #3 si trova in una stanza da bagno di ributtante luridume, in compagnia di un carcassa umana nella vasca da bagno (altro che Il silenzio degli innocenti), di una testa di maiale amputata ficcata nel lavandino e piena di mosche, e una porta chiodata. La ragazza, come le altre, ha una vistosa cicatrice autoptica che le squarcia il petto.

    Fiore #4 si risveglia in un interno simile al Cubo, vede i passaggi della sua vita (macabra pantomima rappresentata da due scheletri: droga, sesso e maternità, poi uno sparo in bocca sulla tazza del cesso), delle mani femminili cercano di ghermirla, uno stuolo di cadaveri mummificati le si para davanti in ogni angolo.

    Fiore #5 si ritrova in una repellente sala da pranzo in compagnia di una specie di figura grottesca (un suino antropomorfo inanimato con in mano un coltellaccio e deposito per tafani vari). Comincia a trangugiare avidamente ogni tipo di cibo (il pollo, gli spaghetti) con disgustosa volutà, per poi accorgersi che il cibo non è altro che un'ammasso di marciume andato in vermi. Vomita sangue nerastro, lo perde pure dalla vagina, e si ravana l'interno della cucitura che ha sul petto, estraendo pezzi di interiora.

    Fiore #6 un camerino, delle foto, un vestito, lei che si trucca davanti allo specchio. Nota l'enorme squarcio sul petto con i punti di sutura, se li apre con la forbice e tenta di rimettersi dentro gli organi interni.

    Appuntamento per tutte e sei in una stanza con dei monitor, vedono come sono morte e chi le ha uccise: a martellate, soffocate da un sacchetto di plastica, strangolate e sgozzate, sparate in bocca (c'è pure una sequenza hardcore di penetrazione di pochi secondi), il collezionista di fiori si gode la sua collezione immerso in un fetido e necroforo atto di serenità.

    Pura poesia necrofora e surrealismo astratto dell'orrore più viscerale, soave e ributtante incubo femmineo/mortifero a occhi aperti, tra composizioni cadaveriche che sfiorano l'arte astratta, la carne martoriata e villipesa che diventa magma plasmabile e la puzza acre delle fetide stanze, associato alla claustrofobica messa in scena di una specie di mostruoso teatro dell'assurdo.

    Stevens (che fà quasi tutto da sè, il classico autore eclettico che gira il film quasi tutto tra le pareti di casa sua, trasformandola in un set cimiteriale , sparpagliando mummie e paccottiglie sanguinolente dappertutto) realizza qualcosa di più che un "semplice" extreme usa e getta (non siamo dalle parti di un Vogel), caricando l'atmosfera necrofila e disturbante e donando qualche fioca luce poetica, in un "mondo parallelo" (che potrebbe essere l'inferno) del trapasso, dove i resti umani, le mosche, i vermi, gli scarafaggi, le interiora, il vomito, gli squarci autoptici, le inquietanti fotografie messe in mano alle ragazze, l'agire dell'immondo serial killer (e il suo feticismo per le frattaglie umane appena estratte), la siringa e il "buco" che emana pus, le vasche da bagno ricolme di ogni tipo di liquami nerastri e "fangosi", il piede perforato dal chiodo arrugginito sulla porta (nessun dolore, no, nessun dolore, forse solo quello di essere già morte), le pietanze marcite, il disgustoso banchetto, i ventri aperti e ricuciti e la risoluzione video finale sul destino crudele dei "fiori" sono metafora del "femminicidio" e al tempo stesso gironi infernali di ragazze perdute e allo sbando, che hanno trovato, sulla loro funesta strada, solo disgrazie e sventure: tossicodipendenti , suicide con un matrimonio fallito alle spalle, dedite alla prostituzione o a girare squallidi filmetti porno, tutte vittime dello stesso serial killer.

    Caso raro di film senza NESSUN tipo di dialogo, ma accompagnato solo da rumori di fondo, musica ambientale e qualche lieve bisbiglio. Perchè, forse, l'inferno è veramente così, e non servono parole per sottolinearlo (e l'abilità di Stevens risiede anche in questo, narrare un incubo oniricheggiante e sgradevole con il solo potere delle immagini e della musica).

    Plauso agli sfx di Marcus Koach (non accreditato) e bravissime le sei attrici sconosciute (e tatuate) a supportare l'orripilante e allucinato viaggio all'inferno costruito da Stevens.

    Autore personalissimo, a suo modo originale e che non ha mezze misure (già ha completato Flowers 02, e dai trailer pare tanta, tantissima roba), con una visione prettamente intima e autoriale nel modo di fare cinema "underground" e "estremo", e con un estetica della morte (e delle composizioni macabre) quasi pittorica, che stà tra lo sperimentalismo e la bellezza visionaria del disfacimento (sia fisico che psichico).

    Un mezzo fottutto geniaccio, cantore impuro della marcescenza poetica della nuova carne (e non solo), del supplizio infernale delle donne odiate e soppresse (come se fossero delle bambole da distruggere o dei meri pezzi di carne da fare a brandelli) dalla furia omicida maschile, che le recide, senza alcuna pietà, come dei fiori lasciati a marcire.

    Ovviamente non per tutti i gusti (più che per il sadismo in sè, per la scontertante, malsana e zozza atmosfera, anche se alcune sequenze sono un pugno nello stomaco), ma se lo segni sul taccuino chi cerca qualcosa di diverso e di davvero disturbante, senza ricorrere a ettolitri di sangue.

    Necrofobico e impudrito piccolo vademecum sull'estati della morte e del dolore (e i suoi derivati).
    Ultima modifica: 29/03/20 19:00 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 28/03/20 11:39
    Consigliere - 25892 interventi
    Ottimo il dvd tedesco edito dalla Extreme, in una lussuosa confenzione in digipak, che contiene la member card del film e un booklet interno con intevista a Phil Stevens (ma scritta in tedesco) e foto si scena del film (più i disegni macabri di Stevens stesso) di ben venti paginette.

    Formato: 1.78:1

    Audio: Il film è senza dialoghi, ma usufruisce solo di rumori di fondo e di musica ambientale.

    Come extra: due corti di Phil Stevens di poco più di quattro minuti (Kiss me whore 1 & 2) una video intervista a Phil Stevens, genesi del film e backstage, per la durata di 80 minuti.

    Durata effettiva (versione rigorosamente uncut) di 1h, 18m e 40s

    Immagine al minuto 00.21.52. Flower #3 (Anastasia Blue) si ritrova nel laido bagno degli orrori.

    Ultima modifica: 28/03/20 13:27 da Buiomega71
  • Discussione Herrkinski • 28/03/20 20:28
    Consigliere avanzato - 2629 interventi
    Dalla descrizione avrebbe potuto far parte dei nuovi Guinea Pig... Molto interessante comunque, dovrò recuperare.
  • Discussione Buiomega71 • 28/03/20 20:52
    Consigliere - 25892 interventi
    Herrkinski ebbe a dire:
    Dalla descrizione avrebbe potuto far parte dei nuovi Guinea Pig... Molto interessante comunque, dovrò recuperare.

    L' approccio di Stevens, però, e completamente differente.

    Il sadismo fine a sé stesso non è contemplato ( anche se alcuni momenti sono parecchio disturbanti e " schifosi", soprattutto nella figura del laido e lardoso serial killer, feticista degli organi interni femminili)

    Certamente non per anime candide, un viaggio astratto e surreale nei meandri dell' antinferno , dai sapori fortemente necrofori.

    Un opera allucinata, srgadevole e putrida, ma con una larvata poesia mortifera di sottofondo non indifferente

    Curioso di leggere il tuo commento

    Comunque, si, non sfigurerebbe in una produzione di Stephen Biro ( tra l' altro compagno di merende di Stevens, guarda caso)
    Ultima modifica: 28/03/20 21:01 da Buiomega71
  • Discussione Raremirko • 28/03/20 21:44
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Grande buio, segno!