Due giovani rapinatori in fuga, per portare a termine l'impresa si inguaiano ancor di più cadendo dalla padella nella brace, finendo in una villa i cui padroni a dir poco svitati hanno molto da nascondere. Thriller dalla struttura di commedia che mantiene una tonalità tendente al paradossale proprio nell'attenersi agli stilemi del genere (macchina in panne, cantina buia, legacci, tentativi di fuga ecc). Soffre un po' di lentezza nella prima parte e vi circola sempre un che di già troppe volte visto, ma la spigliatezza del cast ripaga appieno.
MEMORABILE: La bambina; La follia della padrona di casa e l'accondiscendenza del marito; Recuperare il piercing; Sniffare per rianimarsi.
Commedia nera dall'impianto thriller basata su un'idea non del tutto nuova (vari sono gli spunti ripresi da La casa nera e rielaborati, tra gli altri) che però è diretta con un certo brio; il labile filo tra parodia e tensione è conservato intatto, con momenti coinvolgenti alternati ad alleggerimenti mai troppo invasivi; tutto sa di già visto ma risulta comunque una visione gradevole, anche grazie a un cast molto buono (davvero notevole la coppia Donovan/Sedgwick) e a una fotografia colorata e curata. Non memorabile, ma un lavoro ben fatto.
Chi sono i "villains" del titolo? Certo non la coppietta di giovani criminali che vediamo all'inizio fuggire dopo una rapina, tanto goffi quanto innamorati. Infatti, ecco che entra in scena un'altra coppia, più matura ed anche più schizzata, proprietaria della villa nel bosco in cui gli incauti si sono introdotti dopo esser rimasti a secco di benzina. Situazione già vista altre volte, quella di una home invasion a ruoli ribaltati, qui declinata nei toni di una commedia nera che, se non riesce ad inquietare, diverte per merito dei caratteri messi in campo, affidati ad attori tutti in parte.
Coppietta di ladruncoli con auto in panne si intrufola in una casa ma la coppia di proprietari è assai poco raccomandabile. Tema simile al successivo (e migliore) The owners, ma trattato con più ironia, fino al finale in cui subentra un tono melodrammatico che finisce per rovinare un po' tutto il lavoro fatto durante la pellicola. Buone la caratterizzazione dei personaggi e le interpretazioni, così come la confezione. Guardabile, simpatico, ma niente di così eccezionale.
Una coppia di rapinatori di mezza tacca si trova prigioniera di una famiglia di squilibrati criminali. Divertente black comedy che ci trascina in uno scoppiettante tour dei luoghi comuni thriller-horror, sistematicamente rivisti e s-corretti: ogni secondo è un ammiccamento ai generi e al tempo stesso una frizzante reinvenzione. Ma in realtà il film è un inno strampalato al romanticismo e all’amore travolgente e totale che accomuna le due coppie in una simmetria arguta. Post-finale in calando ma per il resto godibilità assicurata.
Più commedia nera che thriller, il film ripropone e "dileggia" tramite l'arma della parodia svariati elementi e situazioni tipiche tratte da pellicole di genere: a me ad esempio è venuta in mente soprattutto la craveniana Casa nera. Il risultato finale non è certo di quelli da spellarsi le mani ma non è nemmeno del tutto malvagio. Qualche momento riuscito e divertente c'è ed il ritmo è discreto. Evitabili nel finale, le cadute nel melodrammatico prima e nel melenso poi.
Abile e arruolato: nel contesto di una vicenda che sembra aver poco da narrare (e quel poco parrebbe trito e ritrito), i due registi lasciano perplessi per poi rainimare il film a fuoco lento quando camminano da equilibristi sul filo del concetto di weird, bilanciando spietatezze e sarcasmi con inattese emotività e sorprendenti dolcezze. Se però la catena non cade dalla corona diamo il corretto merito alle coppie Skarsgard/Monroe e Donovan/Sedgwick, fenomenali nel prendersi il film e farlo apparire ricolmo di pregi. I classici tre pallini, nessuna punteggiatura in più o in meno.
Considerabile a buon diritto cripto-spinoff dei tarantiniani piccioncini in odor di rapina recante sventura e destinati a incontrare la propria nemesi, gode di una avvio bollicinato che lascia sperare in grandi giochi al massacro. Passati i primi appetitosi 20' la cartuccera è già quasi vuota, il contatore salta a più riprese e l'inclinazione a imbutare ogni spunto nel risolino dello slapstick più caramellato tradisce una scorrettezza sparagnina. Tutt'altro che da ricusare, ma in mano a Wirkola sarebbero stati sconquassi cardiopalmiferi che avrebbero fatto la storia dello splatter.
MEMORABILE: End credits.
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DiscussioneDaniela • 25/04/21 20:15 Gran Burattinaio - 5927 interventi
Titolo della versione doppiata in italiano: Malvagi.