The lighthouse - Film (2019)

The lighthouse
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: The Lighthouse
Anno: 2019
Genere: drammatico (colore)
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

4:3 e bianco e nero a mettere subito in chiaro le cose: non confondetemi con gli altri, io sono Eggers e questo non è un film qualsiasi. Sulle prime ci si pensa su, anche perché la straordinaria fotografia e l'eleganza formale sembrerebbero confermarlo. Due uomini soli confinati nel faro di un'isola sperduta chissà dove. Il giovane (Pattinson) è un ex boscaiolo lì perché il lavoro paga bene, il secondo (Dafoe) uno spregevole prevaricatore che approfitta della posizione di preminenza per angariare l'altro, insistendo su una pulizia impossibile ma senza troppo precludersi uno strano rapporto di amicizia. Contingente, se non altro, che si manfesta a...Leggi tutto tratti e cementa in qualche modo la non facile convivenza al'interno di un microcosmo chiuso e sterile, in cui giocoforza la perdurante solitudine a due altera lo stato di coscienza. A farne le spese - inutile dirlo - è il più giovane, meno uso a certe esperienze e suggestionato forse dalle parole del suo superiore. Prima solo delle avvisaglie, annunciate dalla presenza di un gabbiano che pare sfidarlo (attento ragazzo, il gabbiano trattiene in sé le anime dei marinai morti...), poi qualcosa di più consistente, o comunque di più apparentemente consistente. Perché si gioca sul filo dell'orrore, quest'avventura lovecraftiana dalle alte ambizioni tutte o quasi contenute nell'involucro esteriore; già, perché il bello sta in quest'ultimo e a guardarci dentro non è che ci si trovi gran soddisfazione: due personaggi che hanno in sé poco di interessante restituiti da due buoni attori che non san bene cosa fare per renderli tali. La sceneggiatura non aiuta, le parole sembrano affastellate con poco costrutto, a tratti quasi a comporre dialoghi che sanno di puro riempitivo, con qualche raro buon momento e una lentezza pachidermica che non permette al film d'ingranare mai, lasciando che viva appunto di momenti, di qualche buona intuizione e spingendo lo spettatore a sollazzarsi nel cercare le mille influenze mai nascoste, a partire dall'espressionismo tedesco giù giù fino a certo Polanski che però sta a osservare divertito da un altro pianeta. Qui tutto si riduce a un facile viaggio nell'allucinazione, con prevedibile febbricitante ascesa alla follia nel moltiplicarsi di visioni e situazioni shock (ma senza esagerare, per carità, che non ci si scambi in quest'epoca di pazzi per quegli idioti dell'orrore, direbbe Battiato). Impossibile non stupirsi della maestria tecnica e di un'indubbia padronanza dei linguaggi del genere, che d'altronde Eggers già aveva dimostrato di conoscere con THE WITCH, ma a seguire una storia così ci si rischia di assuefare all'estetica senza poi pretendere null'altro che non sia l'applicazione della stessa a qualche buona visione estemporanea (la sirena, il gabbiano che bussa alla finestra, il finale davanti alla luce). Troppe le pause, al punto che si trasformano nella norma lasciando che l'eccezione diventino le poche scene in cui davvero succede qualcosa.



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TITOLO INSERITO IL GIORNO 16/12/19 DAL BENEMERITO DEEPRED89 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 27/02/21
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Lythops 28/05/22 19:35 - 1019 commenti

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Da una parte abbiamo il grosso merito e il coraggio di rompere finalmente col 16:9, un tempo Cinemascope, per irrompere con un "antiquato" 4:3 e con un bianco e nero lodevolmente studiato, dall'altra poche idee salvo quelle prese a prestito dalle molte leggende con guardiani dei fari come protagonisti e poco più. Sicuramente il film si lascia vedere, ma più per come va a finire che per rispondere a un interesse partecipativo che l'opera dovrebbe suscitare. Grande Dafoe, finale senza convinzione.

Fedeerra 31/12/19 05:38 - 770 commenti

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In Persona di Ingmar Bergman erano due donne ad attraversare il fosco sentiero della follia e della solitudine. Qui, nel plumbeo film di Eggars, sono invece due uomini a illustrarci il cammino verso la perdita di sé. Il regista statunitense si aggrappa a tutto il cinema est europeo degli anni 50 e 60 e inscena una sorta di rivendicazione autoriale. Dafoe e Pattinson sono due formidabili derelitti umani, accovacciati tra i loro incubi e le loro visioni, annegati dall’alcol, affascinati dai propri spettri. Fotografia e sound da brividi.

Deepred89 16/12/19 22:34 - 3709 commenti

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Eggers, tecnicamente dotatissimo, punta in alto a dipinge con tocchi di un autorialismo vicino a certo est Europa una storia di isolamento e follia, sturm und drang antieroico tra tempeste, fiumi di alcol e una progressiva - seppur ridondante - discesa nel delirio e nell'allucinazione. Pellicola di non leggera fruizione ma potente e spesso sgradevole, che getta su un'isola sperduta nel tempo e nello spazio due divi desiderosi di sporcarsi le mani: Dafoe maschera repellente e pietosa, Pattinson in ascendente climax alcolemico e paranoide.

Herrkinski 21/12/19 16:49 - 8122 commenti

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Eggers si dimostra sempre più regista talentuoso e con una visione ben precisa, qui evidente nella direzione degli attori (entrambi straordinari, per inciso) e nella particolare impostazione tecnica di fotografia e aspect-ratio, studiata per richiamare il cinema d'essai e reminescente delle prime pellicole del '900, in particolare certo cinema tedesco. Notevole l'ambientazione naturale, muta testimone di una discesa nella follia umana e nei peggiori istinti, in un crescendo di alienazione raramente rappresentato su schermo con tale efficacia.

Bubobubo 23/12/19 21:35 - 1847 commenti

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Due maschere grottesche deformate dall'alcol, un gabbiano guercio, un faro-fallo custode di un tesoro inaccessibile, una tempesta infinita. Il secondo opus eggersiano, manifesto di un orrore grafico che percola tra le pieghe di una storia folk ugualmente debitrice a Poe, Lovecraft, Coleridge, Henry James e Murnau (b/n espressionista di perfezione tecnica spaventosa), è una logorante e a tratti eccessiva tenzone omoerotica fra Kronos-Dafoe e Zeus-Pattinson che, tra allucinazioni ero-ematiche, collassa sotto il peso di segreti inconfessabili.
MEMORABILE: Autoerotismo allucinatorio nella rimessa; Da (quasi) bacio a scazzottata; "Bullshit!"; L'orrore puro e infinito del finale metafisico.

Cinecologo 27/12/19 14:31 - 51 commenti

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Non basta andare a scuola dai grandi maestri per approssimarsi alla loro grandezza... Non funziona così nemmeno per Eggers, le cui fonti ispirative sono evidenti: da Bergman a Polanski all'ultimo Trier (per le scene visionarie e spesso grossolanamente pacchiane) e chi più ne ha... Ma se il film è potente e ben riuscito sul piano visivo, risulta fortemente insipido sul piano dei contenuti. Eggers è un ottimo venditore di fumo e, difatti, uno dei registi probabilmente più sopravvalutati degli ultimi anni.

Kinodrop 4/01/20 20:23 - 2957 commenti

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A partire dall'ambientazione già si percepisce un'inquietudine che all'apparire dei due protagonisti diventerà vera e propria tensione fino alla fine. Due personalità al limite della paranoia che percorrono un'impossibile convivenza tra vincoli gerarchici, insubordinazioni e tentativi di una conciliazione in chiave amicale-omoerotica, il tutto sotto il peso di un pregresso misterioso e allucinatorio. Una grande regia e un b/n di stampo espressionistico danno forza a un soggetto di realtà alterata che però nel finale si incaglia nel ridondante.
MEMORABILE: L'esemplare performance dei due protagonisti; Le prove fisiche di Pattinson; Il gabbiano; La cura del sound; La "terapia" alcolica; La sepoltura.

Daniela 11/01/20 18:32 - 12672 commenti

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Un racconto apocrifo di Lovecraft diretto da Bergman in un momento di depressione ed interpretato da due tizi che sembrano usciti da una litografia di Goya... Le suggestioni suscitate dalla visione transitano attraverso una forma raffinata in cui ogni scelta tecnica, dal formato alla fotografia alla colonna sonora, accentua una sensazione di disagio che si insinua sottopelle. Horror primordiale che si nutre di miti e leggende, come dimostra nell'epilogo la possente rappresentazione del destino di un Prometeo pazzo che ha osato rubare il fuoco ad un Dio rozzo e geloso del suo potere.
MEMORABILE: Quel che cola dalla stanza proibita; L'amplesso tentacolare

Cotola 12/02/20 22:02 - 9052 commenti

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Tecnicamente sontuoso: con una fotografia di grande suggestione, un sonoro eccellente ed una regia da leccarsi i baffi. Dafoe e Pattinson giganteggiano, col primo che si fa leggermente preferire al secondo. Narrativamente e contenutisticamente parlando le suggestioni sono moltissime: registiche (Bergman e Polanski su tutti); letterarie (Lovecraft e Coleridge); pittoriche (Goya in primis). Ed è bello, ed un po' impegnativo, perdersi in quest'incubo in bianco e nero dai tempi e dai contorni imprecisati, in cui si staglia chiarissimo il mito di Prometeo che sfida un Dio geloso e vendicativo.

Giùan 2/03/20 10:24 - 4562 commenti

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Eggers trasla la rarefazione catatonica dell'esordio nella furia inquieta e iconoclasta di questa opera seconda. Se il risultato è più attraente dal punto di vista cinematografico, il sospetto di una sorta di fuoco sacro neo calligrafico resta piuttosto insistente, come testimonia la distanza tra l'originale forma stilistica e una estenuante succedaneità di contenuti, che la molteplicità dei riferimenti pittorico/letterari/psicologici nobilita senza risolvere. Pattinson conferma un coraggio vampiresco ma il ruminar bestemmie di Trinchetto Dafoe incanta.

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Hackett 16/03/20 18:28 - 1867 commenti

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Affascinante e criptico, questo piccolo horror dal budget contenuto sfrutta al meglio la capacità del regista di parlare per immagini, riuscendo a inquietare anche solo con silenzi e sguardi. La fanno da padrone i due bravi protagonisti, con un Dafoe al solito impeccabile. Alcune immagini oniriche sembrano riportare a tematiche lovecraftiane, per questo motivo potrebbe essere ostico per chi non apprezza lo scrittore americano. Resta comunque una pellicola intensa, come il bianco e nero usato per la desolata fotografia. Da vedere più volte.

Taxius 28/05/20 12:46 - 1656 commenti

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Robert Eggers dopo il meraviglioso The witch si ripete e gira un altro film dalla grandissima carica suggestiva che trasuda amore per la mitologia, la letteratura e il cinema; impossibile infatti non pensare a Prometeo, a Lovecraft e al cinema espressionista tedesco. Girato tutto in bianco e nero, "The lighthouse" è un lungo scivolare nella follia di due uomini confinati in un'isola in cui superstizione, alcolismo e diffidenza saranno grandi protagonisti. Monumentali Dafoe e Pattinson e spettacolare la fotografia. Meravigliosamente claustrofobico.

Rebis 30/05/20 11:23 - 2339 commenti

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Horror edotto, letterario che fa appello a una pletora di evidenze autoriali, stilistiche, immaginifiche per sostanziare una messa in scena anticonvenzionale ma misurata, spiazzante ma ieratica, grottesca ma cerebrale. L'emozione latita, l'occhio trova la sua parte rincorrendo una teoria di temi, l'analogia imperversa, mentre il senso ultimo e remoto si inabissa nell'ombelico dell'autore. Dafoe e Pattinson in disorientato overacting.

Jandileida 2/08/20 20:33 - 1567 commenti

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Richiami cinematografici che riportano a lontani gabinetti delle Germania weimariana, richiami letterari che si situano tra gli antri bui di Poe e il furioso mare di Melville, due attori corrosi dai propri personaggi e sentori non troppo vaghi di grande cinema: questi gli ingredienti della claustrofobica, a tratti grandiosa, scarpinata per le spelonche della mente umana che Eggers ci propone con un cipiglio raro di questi tempi. Il ritmo è austero ma non manca una certa vena ironica. La colonna sonora quasi industrial suggella il tutto. Il diavolo ha fatto stavolta anche i coperchi.

Capannelle 16/08/20 23:49 - 4412 commenti

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Sicuramente tirato per le lunghe e pretenzioso in alcuni passaggi, riesce comunque a lasciare traccia grazie alla parte tecnica visiva e sonora e alla bravura dei due attori protagonisti che peraltro rimangono più impressi nella parte iniziale, prima di perdere vicendevolmente la brocca. Più esistenziale che horror, è un racconto molto ricercato (anche troppo?) che vive delle prove attoriali e della situazione claustrofobica che vivono. Con esiti contrastanti e il segnale alquanto brutto di guardare l'orologio per sapere quanto manca alla conclusione.

Anthonyvm 14/11/20 15:58 - 5705 commenti

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Eggers si riconferma autore minuzioso e sensibile. Come nel precedente The witch, anche qui il nucleo della vicenda si rivela il lento disfacimento psichico di una piccola comunità (in questo caso un duo) isolata dal resto del mondo. Maestro dell'ambiguità e delle sottigliezze, il regista edifica un racconto morbido, elegante e opprimente (indicatissimo l'uso del formato 1.19:1), richiamando l'angoscia insondabile di Kubrick, gli incubi di Lovecraft, l'orrore viscerale di Zulawski e la mitologia greca. Più disturbante che spaventoso, lento, ma efficacissimo. Ottimi Pattinson e Dafoe.
MEMORABILE: Pattinson uccide il gabbiano; L'amplesso con la sirena; I tentacoli di Dafoe; Resa dei conti con l'ascia; La luce del faro; La cruda sequenza finale.

Enzus79 20/11/20 22:25 - 2902 commenti

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Davvero notevole! Storia di due guardiani di un faro che iniziano a diventare paranoici e a incolparsi l'un l'altro di essere e sembrare quello che non sono. Visionario e carico di tensione, "Lighthouse" è un film che coinvolge, che abbina il psicologico al mitologico. Visivamente perfetto, con la regia di Eggers davvero apprezzabile. Willem Dafoe e Robert Pattinson più che convincenti.

Buiomega71 28/11/20 01:37 - 2913 commenti

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Un'atmosfera umida e putrida che entra nella ossa, una sequenza di mostruosa meraviglia (la sirena arenata, il suo grido, il suo sesso, l'amplesso incubotico), un prefinale che sfocia nel delirio e nella follia (le umiliazioni, la sepoltura, l'accettata in testa) e schegge impazzite di horror viscerale yuzniano/gordoniano (i tentacoli, Dafoe trasformato in Tritone). Di contro l'incomprensibilità in dirittura d'arrivo (il faro come una specie di navicella alla Doctor Who), ma tra le scorregge di Dafoe e gli atti onanistici si chiude con un bel pezzo agghiacciante di macabra poesia.
MEMORABILE: La statuina della sirena; Il gabbiano violentemente sbattutto fino a farlo a pezzi; Il tentacolo e il liquido organico che cola dalla botola del faro.

Pumpkh75 18/01/21 15:01 - 1751 commenti

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Lui o l’altro? L’altro è quel Lighthouse slasheroso di fine anni ’90, sconosciuto ma irradiante. Lui approda invece su altri scogli, quelli dove Eggers modella fascinazioni accecanti: ricorre a suggestioni pittoriche e letterarie, sprofonda dentro follie alcoliche e incoffessabili, omaggia cinema (anche d’animazione) di decenni e decenni orsono. Lo traghetta l’accoppiata Defoe/Pattinson, il primo in fantastico overacting, e lo portano alla deriva una lentezza a tratti castrante e il rischio di limitare la fruibilità all’estatico shock delle singole scene. Nel dubbio, meglio l’altro.

Paulaster 7/02/21 07:47 - 4427 commenti

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Guardiano del faro e aiutante restano bloccati sull'isola. Le pessime condizioni atmosferiche e dell'animo sembrano richiamare il cinema di Tarr, anche se qui l'autorialità è sporadica. Inevitabile il precipitare delle situazioni, in cui si poteva essere più sottili e invece si ricercano scene madri d'impatto visivo e allucinatorio. Il duo protagonista si sporca letteralmente le mani e poteva essere più ruvido nei modi. Pattinson s'impegna di più, anche se resta impelagato in plateali sessualità; Dafoe migliora man mano ed è migliore nei brevi monologhi. Conclusione simbolica.
MEMORABILE: Il gabbiano ammazzato; Il sesso con la sirena; Dafoe che recita da sepolto vivo.

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Gabigol 10/05/21 19:32 - 582 commenti

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Da Goya a Lovecraft, passando per l'espressionismo tedesco e il Bergman dell'Ora del lupo, Eggers dipinge un affresco riuscito nella silente concupiscenza che muove gli animi dei due vinti in scena - grande Pattinson, ma Dafoe giganteggia senza nessun freno. Qualche dialogo tirato via tradisce l'eccessiva lunghezza; squarci di cinema visionario, però, riabilitano un progetto originale non nel concept quanto proprio nella rielaborazione personale del regista. Fotografia sontuosa in b/n - per distacco l'aspetto migliore del film - e crescendo narrativo costante per un finale riuscito.
MEMORABILE: I tronchi e la sirena; L'amplesso "anfibio"; Il liquido viscoso dalla sommità del faro; La trasformazione yuznaniana; Il finale prometeico.

Giapo 28/07/21 11:52 - 246 commenti

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Impressionante da un punto di vista cinematografico, in cui spicca una stupefacente fotografia bergmaniana, il film catapulta lo spettatore nell'ambiente marcio, umido e degradato del faro, fino a fargliene sentire la puzza. Purtroppo risulta meno efficace nella rappresentazione degli eventi, che si susseguono a suon di estenuanti dialoghi alternati da sconcertanti esperienze allucinatorie. Nonostante la grandissima prestazione attoriale e il continuo senso di disagio che riesce a trasmettere, la visione risulta un po' pesante. Comunque notevole.
MEMORABILE: Le sequenze evocative finali; Dafoe sepolto vivo; L'acqua imputridita; La violenza sul gabbiano.

Nick franc 25/11/21 18:48 - 518 commenti

I gusti di Nick franc

Opera seconda di Eggers che continua il suo percorso di autore dopo The witch: esteticamente superbo e con due eccellenti protagonisti, il film sconta per lunghi tratti un'eccessiva lentezza e la percezione di un forte autocompiacimento da parte del regista. Tra echi di Coleridge, Lovecraft e Bergman, la prima ora si snoda come un esercizio di stile un po' criptico; per fortuna l'ultima allucinata mezz'ora, quando i contrasti tra i due protagonisti esplodono in tutta la loro venefica virulenza e la pazzia prende il sopravvento, rimane impressa per cattiveria ed efficacia orrorifica.
MEMORABILE: L'uccisione del gabbiano; La resa dei conti finale; Il polpo.

Lupus73 6/12/21 12:19 - 1498 commenti

I gusti di Lupus73

Eggers torna con questa storia di mare ambientata presso un faro con due soli personaggi (reali): un capitano e il suo aiutante. Sceglie un formato vicino ai 4/3, il b/n e una fotografia memore del cinema realista, con riferimenti anche al surrealismo (le visioni della sirena che nuota possono rammentare la nota sequenza dell'Atalante). Alla fine emerge chiara l'allegoria (ostentativa?) del titanismo/luciferismo/prometeismo: l'aiutante figura luciferina che si ribella all'autorità e cercando la luce suprema precipita (letteralmente), e il finale con chiari riferimenti a Prometeo.
MEMORABILE: Il lunghissimo e pittoresco anatema proferito dal capitano/Dafoe verso l'aiutante.

Jdelarge 27/02/22 10:33 - 1000 commenti

I gusti di Jdelarge

Delirio marino in 4:3 e in bianco e nero. Robert Eggers dirige e scrive, insieme al fratello, un film complicato, che mette tanta carne al fuoco e, nella sua ripetitività e ridondanza, non riesce mai a sviscerare il punto centrale della trama, lasciando allo spettatore il compito di interpretare le tante suggestioni offerte. Tra allucinazioni messe in scena in maniera formidabile e un rapporto complicato tra i due protagonisti, interpretati dagli ottimi Dafoe e Pattinson, il film procede attraverso una fotografia magnifica e un'atmosfera ancora più suggestiva. Bello, ma solo a metà.

Magerehein 8/03/22 16:57 - 1005 commenti

I gusti di Magerehein

Ricorda certi racconti di William Hope Hodgson, il che è un complimento. Fotografia, sonoro e recitazione dei due protagonisti (Pattinson finalmente ripulito da aure ridicole e Dafoe perfettamente tagliato per la parte) sono di prim'ordine. C'è abbondanza di mistero e i deliri allucinatori del protagonista lasciano il segno. Eppure nel complesso c'è qualcosa che non va: il ritmo è infatti sin troppo dilatato e ad un certo punto la visione "pesa", soprattutto a causa di diversi dialoghi inutilmente ripetitivi; tagliare una ventina di minuti avrebbe giovato. Finale buono ma già visto.
MEMORABILE: La sirena da nebbia, ritmico e lugubre sottofondo; I tentacoli intravisti; Il lungo ed elaborato anatema pronunciato da Dafoe a Pattinson.

Valcanna 24/03/23 11:45 - 34 commenti

I gusti di Valcanna

Film notevole, dalla scelta del 4:3 al bianco e nero tutto sembra incastrarsi alla perfezione. Una lenta ma inesorabile discesa a spirale nella follia, la caduta viene magistralmente richiamata con la scivolata dalle scale e l'inquadratura dall'alto che restituiscono allo spettatore, egregiamente, una spirale aurea perfetta. La storia in sé risulta essere un po' scarna di contenuti ma l'estetica, la fotografia, i balli ubriachi e le costruzioni mentali ripagano ampiamente lo spettatore.
MEMORABILE: Il pasto dei gabbiani.
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  • Discussione Bubobubo • 1/01/20 15:58
    Archivista in seconda - 271 interventi
    Per me è così, ma sono curioso di capire cosa ne penserai a visione ultimata :)
  • Discussione Schramm • 1/01/20 16:06
    Scrivano - 7694 interventi
    Bubobubo ebbe a dire:
    Per me è così, ma sono curioso di capire cosa ne penserai a visione ultimata :)

    le faremo sapere (il problema come sempre in siffatta risposta resta il quando...)
  • Discussione Daniela • 1/01/20 20:19
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    Cinecologo ebbe a dire:
    Sono anche curioso di leggere il commento di Daniela su questo di Eggers

    Prima vedo poi ne parlo. E vedrò certamente, avendo molto apprezzato il film precedente del regista mi incuriosisce scoprire se si è trattato di un isolato exploit o meno.
    Ultima modifica: 1/01/20 20:26 da Daniela
  • Discussione Cinecologo • 2/01/20 16:31
    Galoppino - 30 interventi
    Grazie a tutti dello scambio. Concludo concordando comunque con bubo circa il fatto che un leggero passo avanti rispetto alle streghe qui Eggers lo abbia fatto: il precedente è davvero poca, poca cosa sotto ogni aspetto
  • Discussione Daniela • 11/01/20 18:44
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    Cinecologo ebbe a dire:
    Grazie a tutti dello scambio. Concludo concordando comunque con bubo circa il fatto che un leggero passo avanti rispetto alle streghe qui Eggers lo abbia fatto: il precedente è davvero poca, poca cosa sotto ogni aspetto

    Visto ed apprezzato questo Lighthouse di cui ho appena inserito il commento.
    E'innegabile che il film attinga a diverse fonti, cinematografiche, letterarie e pittoriche, ma a mio parere questo non ne costituisce un limite, ma un arricchimento in quanto tali suggestioni sostengono una personale rielaborazione.
    Aggiungo che ho visto tutti i film che nel tuo primo post hai consigliato di comparare a Lighthouse, compreso il poco noto "A field in England".

    Quando al primo film del regista, totalmente in disaccordo, reputando The Witch uno degli horror più belli e rigorosi degli ultimi anni.
    Ultima modifica: 11/01/20 18:50 da Daniela
  • Discussione Bubobubo • 12/01/20 15:21
    Archivista in seconda - 271 interventi
    Daniela ebbe a dire:
    Cinecologo ebbe a dire:
    Grazie a tutti dello scambio. Concludo concordando comunque con bubo circa il fatto che un leggero passo avanti rispetto alle streghe qui Eggers lo abbia fatto: il precedente è davvero poca, poca cosa sotto ogni aspetto

    Visto ed apprezzato questo Lighthouse di cui ho appena inserito il commento.
    E'innegabile che il film attinga a diverse fonti, cinematografiche, letterarie e pittoriche, ma a mio parere questo non ne costituisce un limite, ma un arricchimento in quanto tali suggestioni sostengono una personale rielaborazione.
    Aggiungo che ho visto tutti i film che nel tuo primo post hai consigliato di comparare a Lighthouse, compreso il poco noto "A field in England".

    Quando al primo film del regista, totalmente in disaccordo, reputando The Witch uno degli horror più belli e rigorosi degli ultimi anni.


    D'accordissimo, come spesso accade. :)
  • Discussione Ruber • 25/03/20 06:41
    Formatore stagisti - 9251 interventi
    A mio giudizio insieme a “Gli occhi del mistero” i migliori horror degli ultimi anni. Questo ha in più una recitazione vintage, e la scelta di non usare il colore ma il b/n è stata più che azzeccata, vista anche la location isolata che rende tutto molto tetro.
  • Discussione Buiomega71 • 28/11/20 10:55
    Consigliere - 26015 interventi
    Il fattore che più di ogni altro emerge con funesta prepotenza è l'atmosfera, mai così putrida e umida (di un umido cancerogeno che ti entra nelle ossa, quasi a respirarne e a sentire la puzza di acqua marcia che pervade questo incubo amniotico di rara potenza evocativa e arcana), di un faro in capo al mondo che pare una delle sette porte dell'inferno alla stregua dell'Aldilà fulciano e del Sentinel winneriano, dove il mare (con i suoi segreti, i suoi miti, i suoi misteri) diventa lovecraftianamente il centro focale che tutto inghiotte e sovrasta.

    SPOILER

    Siccome Eggers, che Nettuno lo benedica, dà libera interpretazione agli oscuri e allucinogeni avvenimenti, mi farebbe comodo credere che Dafoe non sia solo il guardiano di un semplice faro, ma messo lì dalle divinità marine per far da sentinella ai loro misteri gelosamente custoditi, e che Pattinson lo voglia sfidare-sorta di ribelle miscredente-e decostituire, scatenando così le onniscenti forze marine e tutto ciò che tristemente e catastroficamente ne consegue.

    FINE SPOILER

    Ma aldilà delle chiavi di lettura (di cui ci si potrebbe sbizzarrirsi tirando mezzanotte), quello che resta è un viaggio nella follia, nel delirio, nella solitudine e nell'isolamento che crea mostri, tirando fuori la parte più crudele e belluina dell'essere umano.

    Quello che davvero conta sono le straordinarie visioni che l'autore di The VVitch mette in scena, tra cui una meravigliosa e mostruosamente incantevole sirena arenata, con il suo grido stridulo, il suo sesso oscenamente spalancato, la copula zulawskiana con Pattinson e tentacoli di creature yuzniane/gordoniane (Dafoe trasformato in Tritone, quella cosa che dentro il faro porta all'estasi Dafoe, tra viscidumi tentacolosi e non meglio identificati liquidi organici che colano dalla botola), Dafoe nudo che spara fasci di luce addosso a Pattinson che vede sè stesso (e qui mi sobbalzava, nei riverberi cinefaghi, un'altra opera sulla stessa linea di emertico fascino, quel capolavoro che è La Fortezza di Michael Mann).

    Cosa davvero in cima al faro? La domanda che ti batte in testa e anche tu, come Pattinson, vorresti prendere quelle chiavi e scoprire l'arcano che si cela dietro quella luce

    SPOILER

    Per poi scoprire, forse, una porta bidimensionale, una specie di navicella alla dottor Who, che fà così fanta70, che delude le attese, irrita, ma appunto perchè non spiegata (il monolite di 2001?) ne rafforza l'enigma e l'occulto)

    FINE SPOILER

    E tra sgradevolezze (Dafoe che si strofina sul letto andando sù e giù spiato da Pattinson), onanismi (Pattinson da sfogo alle sue voglie masturbandosi ammirando la statuina della sirena e sognando di penetrare quella "vera"), puzza di piscio e di sperma, di vecchiume e di latrina, il ripescaggio di una testa mozzata senza un occhio che diventa sepolcro per i granchi-chissà perche mi è venuta alla mente la sequenza quasi analoga dello Squalo spielberghiano, un gabbiano guercio particolarmente rompicoglioni e menagramo (il suo destino e tra le cose più truci mai filmate a riguardo sulla violenza agli animali), fino al terribile crescendo verso la dirittura di arrivo dove lo squilibrio mentale sfocia in feroce violenza, con Dafoe umiliato e trattato alla stregua di una cane al guinzaglio, poeianamente sepolto vivo, i dialoghi vanno di pari passo con la paranoia e la schizofrenia dell'insieme e sanguinose accettate sulla capoccia in furenti lotte corpo a corpo, poi la scoperta dell'antro infernale e una chiusa di agghiacciante bellezza e macabra poesia nel banchetto carnale dei gabbiani (dove Eggers si fa perdonare quello pacchiano di The VVitch).

    L'ossessivo suono sordo della nave in lontananza che rimbomba e che diventa allucinazione uditiva, quel bianco e nero che fomenta il fradiciume melmoso e acquitrinoso dell'insieme, il duro lavoro a cui è costretto Pattinson (cultissima la sequenza in cui và a gettare il piscio di entrambi e il vento glielo sbatte in faccia con ricevuta di ritorno), i dialoghi ficcanti, i pitali contenenti ogni immonda schifezza dal vomito , all'urina alle feci,  i terrificanti racconti marinari di Dafoe capitano Achab, le sbronze continue, i fiumi di alcool come se non ci fosse un domani, l'omosessualità che, ad un certo punto, non pare poi così latente, le scorregge di Dafoe, la pompa dell'acqua che butta melma nerastra e le continue menzogne dei due uomini, dove, perdendo il contatto con la realtà, non si sà più a chi credere, chi dice di essere chi e soprattutto viene a mancare l'identificazione di chi sia buono o di chi sia cattivo, facendo scemare le coordinate dell'identificazione e dl punto di vista (a questo proposito indicativa la sequenza della distruzione della scialuppa e dell'inseguimento "slasheriano" con accetta in mano) tra blackout mentali, stati di allucinazione progressiva e derive psicotiche.

    Sicuramente un'opera che germoglierà dentro piano piano, che deve sendimentare e metter le radici, da metabolizzare e di difficile giudizio da dare così a caldo.

    Eggers è bravo e sà di esserlo, originale e spiazzante, forse se la tira un pò ma potrebbe anche permetterselo a questo punto, che dalle streghe di Salem passa alle sirene del New England, con lo stesso livore (quì ben più carnale e laido) di coniugare i miti, la fiaba nerissima e una personalissima reinterpretazione del cinema della paura.

    Impeccabile il cast tecnico e artistico (Pattinson e Dafoe giganteggiano) e tra i creatori di sirene e Tritoni è un piacere leggere che ha partecipato sua maestà Adrien Morot.

    Tra le curiosità: Eggers ha dovuto rinunciare a mostrare un erezione di Pattinson (controfigurata) su insistenza del produttore per non cadere nel temuto divieto ai minori.

    Più penso alle riprese sul set di questo film, più mi viene da vomitare
    Robert Eggers dixit



    Ultima modifica: 28/11/20 15:10 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 28/11/20 11:42
    Consigliere - 26015 interventi
    Buono il dvd edito dalla Universal

    Formato:  1.19:1 in 4/3. La scelta del regista al formato letterbox all'inizio è fastidiosa, ma poi diventa funzionale alla narrazione.
    Audio: italiano, inglese
    Sottotitoli: italiano e italiano per non udenti
    Come extra: making-off di 7 minuti. Scene eliminate (2 minuti), tra cui Pattinson che, ubriaco, va a sbattere e cade mentre si spoglia nella squallida stanzetta da letto, Pattinson che ramazza a terra e un dialogo tra Dafoe e Pattinson. Racconto buio e tempestoso, 36 minuti di interventi e interviste al cast tecnico del film (tra cui il regista Robert Eggers) e ai due attori. Gli extra non hanno sottotitoli ma solo la lingua inglese.
    Durata effettiva: 1h, 44m e 55s

    Immagine al minuto 1.32.18. Portando a spasso il "cane" sullo scoglio della follia.

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images54/PDVD-164.jpg[/img]
    Ultima modifica: 28/11/20 17:12 da Zender
  • Discussione Poppo • 8/12/23 11:29
    Galoppino - 466 interventi
    Bellissimo. C'è penuria di cinque pallini ultimamente.