Il processo - Serie TV (2019)

Una buona serie televisiva che parte come un giallo per poi diventare un legal thriller processuale con risvolti sentimentali così da piacere un po' a tutti. Originale e molto affascinante l'ambientazione a Mantova e dintorni, bravi i due attori protagonisti e piacevoli le musiche. Alla fine si tratta di un prodotto di buona fattura che si segue volentieri.

Buon prodotto televisivo del nostro piccolo schermo, ove la Puccini e Scianna sono rispettivamente PM e avvocato in un processo per omicidio. La vicenda, ricostruita a flashback durante le udienze, si fa sempre più interessante con il passare degli episodi e alla fine se ne esce soddisfatti. Ottime le location, con una bella Mantova assoluta protagonista. Tre pallini meritati.

Mantova: il processo per l'omicidio di una diciassettenne mette di fronte una PM legata alla vittima da un segreto del passato e uno spregiudicato avvocato difensore. Prima fiction italiana classificabile come legal thriller e i puristi della procedura penale qualche appiglio critico lo troveranno, ma la storia è ben congegnata, ricca di colpi di scena e false piste, ben interpretata non solo dalla coppia Puccini/Scianna ma anche dalla Filippi nei panni dell'indecifrabile imputata. Unico vero neo, manco a dirlo, l'ennesimo epilogo sbrigativo.

Tentativo di portare sul piccolo schermo un giallo tribunalizio, sul modello delle serie americane. Gli attori sono eccellenti, con la sfida tra la Puccini (deliziosa nella sua fragilità) e il coriaceo Scianna a tener desta l'attenzione. Forse ha la pecca di essere troppo cavilloso, con il rischio di annoiare chi è abituato a ritrovare nella fiction anche toni più morbidi. Ma se ci si fa trasportare dalle musiche di Giorgio Giampà si resterà ben presto avvinti da questa catabasi alla ricerca del colpevole della morte della giovane Angelica.

Bello. Bravi. Bis. Serie tv nostrana, asciutta e concisa come il PM Puccini, affiancata da un cast tra il buono e il discreto e da uno Scianna decisamente in parte. Tutto parte da una escort minorenne rinvenuta cadavere. Si dipana, a sorpresa, una storia coinvolgente e ben congegnata, tra intrighi, malintesi, sotterfugi e miseri squallori umani. Diverse le somiglianze, in positivo, con un’altra fiction vincente. Peccato per gli ultimi dieci minuti che abbassano il livello, elargendo un prevedibile ”contentino”. Comunque. Si perdona volentieri.

Ottima serie Tv italiana girata in quel di Mantova che racconta dell’omicidio di una ragazza di 17 anni, il cui ruolo non si rivelerà indifferente nella vicenda. Benissimo Vittoria Puccini nelle vesti di un‘affermata PM che deve risolvere il caso più difficile, almeno sentimentalmente, della sua carriera. Bene anche Francesco Scianna, alias avvocato Barone che cerca di tenere testa a una PM più che mai determinata e agguerrita. L’unica pecca è forse l’epilogo un po’ sbrigativo, ma che lascia ampi spiragli per una seconda stagione. Bene anche le musiche e impeccabile la sceneggiatura.

Pur di creare colpi di scena, puntualmente al termine di ogni puntata, in questa imbarazzante serie si chiede la collaborazione dello spettatore, che non stia lì a chiedersi troppi perché. Così come non se li chiedono i protagonisti, in particolare la PM che, pur investita di ruolo istituzionale, più che di testa va, letteralmente, di pancia. E anche l’avversario, l’avvocato difensore, tiene bene finché non “sbrocca” anch’egli. E il perché ce lo dice lui: non gli piace essere preso in giro. A beh, sì beh, bastava saperlo. Cosa salvare? La sigla, la fotografia, la bella Puccini.