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TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/11/19 DAL BENEMERITO ANTHONYVM
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Anthonyvm 15/11/19 23:11 - 5689 commenti

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Dopo Psychomentary la Gualano torna sul sociale con ottimi presupposti (un'epidemia zombesca come allegoria sul razzismo), ma pare tralasciare le dinamiche base dello zombie-movie. Il ritmo è lentissimo e le scene d'azione (poco convincenti) non reggono il confronto con quelle dialogate e descrittive, tecnicamente impeccabili. Gli attori sono bravi, ma a livello di personaggi sembra mancare un protagonista ben caratterizzato. Bello a vedersi, morale edificante, ma come horror è da rivedere. Riuscitissimo comunque il finale amaro e pessimista.
MEMORABILE: I manifestanti fascisti e i loro slogan, parodistici solo in parte; I dialoghi in varie lingue; L'enorme Sidy Diop; Il finale tristemente poetico.

Bubobubo 28/12/20 17:26 - 1847 commenti

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Riflessione allegorica e metatestuale per eccellenza di un intero genere, lo schema archetipico dello zombie movie torna a reificarsi nell'attualità politica contemporanea grazie allo script dei coniugi Gualano-Rubbi, un'adamantina variazione su tema imperniata sulla figura del giovane neofascista Enrico (Bannò), costretto a collaborare con un gruppo di rifugiati in un centro sociale per respingere un assalto zombesco. Se lo svolgimento non riserva particolari sorprese, si apprezza il tentativo di modulare i personaggi su una scala crescente di grigi. Finale crudele, ottimo.
MEMORABILE: Il finale.

Lupus73 22/05/21 17:23 - 1494 commenti

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Un giovane manifestante di destra si trova a doversi rifugiare da un attacco zombi nel palazzo con gli immigrati che voleva sfollare. Horror all'italiana, un'apocalisse zombi dai contenuti simbolici piuttosto sociali e culturali (diciamo anche politici), con un soggetto interessante, ma che (per come viene trattato) non è scevro dai soliti luoghi comuni nei quali spesso la sceneggiatura rimane ingabbiata; la regia purtroppo si trascina in più di una situazione e il risultato finale non è così interessante di come ci si poteva aspettare.

Schramm 19/04/22 22:30 - 3495 commenti

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Che differenza c'è tra le braccia tese dei neonazisti che vogliono fuori lo straniero e quelle degli zombi, stranieri alla vita per eccellenza, che ti vengono incontro? E se Fragasso chiedesse a Romero di concedergli questo ballo? Alla Gualano, che ha capito come pochi la reciprocità di società e orrore, di festa e impegno, riesce il colpaccio: unire il respiro del genere e del nostro cinema più soavemente popolare alla zombificazione della falsa tolleranza, dell'etnofobia, della coscienza di Xeno(biosi). Il morto è più vivente che mai, il tricolhorror si riprende i propri strazi.

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