Home invasion dalla trama classica, godibile perché diretto con il giusto ritmo e una escalation di follia che crea un clima molto teso, capace di esplodere da un momento all'altro. Quaid offre un'ottima prova nei panni dello psicotico di turno e la regia sa come sfruttare le sue apparizioni al meglio. Non male anche la coppia protagonista. Insomma, un film senza pretese ma con tutte le carte in regola per intrattenere. Buono.
Chiaramente ispirato da Uno sconosciuto alla porta e più in generale dai thriller/home invasion degli anni '90, solo rimodernato nello stile visivo e aggiornato ai tempi odierni; Quaid offre una prova da attore scafato e il resto del cast è affiatato, però il film ci mette un po' troppo a ingranare (quasi un'ora) col risultato di avere una durata totale un po' eccessiva, quando si sarebbe potuto sforbiciare e ottenere un ritmo più teso. Non manca qualche buona scena e in generale sarebbe un discreto lavoro, ma manca decisamente quel quid in più.
Il mare cinematografico è colmo di film con lo psicotico di turno che entra sempre più insistentemente nella vita delle povere vittime e questo è solo l’ultimo di una lunga lista. Nessuna novità o colpo di genio, però va dato atto a Taylor di aver impacchettato per bene la pellicola, con una regia senza particolari sbavature e un’ottima fotografia. Il cast, poi, svolge correttamente il proprio dovere, con menzione d’onore per un luciferino Quaid dal sardonico ghigno. Ci mette un po' a ingranare, ma quando lo fa il sollazzo è garantito.
Un po' The gift, un po' Uno sconosciuto alla porta, il film si muove su terreni assai frequentati non aggiungendo niente di significativo al già visto. Dennis Quaid, invecchiato, ha la giusta faccia da psicopatico ma il suo è un personaggio mal scritto; in principio pare avere un piano, poi si perde in un delirio privo di logica. Peggio del suo quello interpretato da Meagan Good, inspiegabilmente accomodante con uno stalker che peraltro gira costantemente armato. Regia anonima e finale reazionario completano il quadro di un film dimenticabile.
Prendete Uno sconosciuto alla porta in bianco e La terrazza sul lago in nero, agitate bene per far mescolare i colori ed aggiungete infine stereotipi in abbondanza, compreso un epilogo forcaiolo: ecco la ricetta con cui è stato confezionato questo film derivativo dalla sceneggiatura banale e dalla regia approssimativa, in cui i personaggi con cui si dovrebbe empatizzare non solo si comportano stupidamente ma sono pure antipatici, mentre il ruolo dello psicopatico di turno è affidato ad un attore di fama che qui recita come un guitto eccedendo in smorfie sataniche. Felicemente perdibile.
MEMORABILE: La facilità con cui si ottiene un'ordinanza restrittiva; Il passaggio giorno luminoso/notte buia nel giro di un paio di minuti
Giovane coppia agiata compra una villa in campagna circondata dai boschi, ma il proprietario, intascato il malloppo, non è intenzionato a sloggiare; fingendosi anzi collaborativo e amico, diventerà a poco a poco un incubo ossessivo. Oltre alle evidenti allusioni ad altri ben più riusciti thriller, l'unica novità è rappresentata dalla psicologia flat dei due protagonisti, specie l'iterata ingenuità (per dir così) della padrona di casa e l'incosistenza della concatenazione dei fatti, che nel finale frettoloso scivola quasi nel comico. Cast misero, con un Quaid tutto smorfie e poco più.
MEMORABILE: Le ripetute e inutili allerte alla moglie; Il sotterraneo; Quaid e l'espressione da marionetta di legno.
Nonostante la buona confezione, questo thriller domestico si difende debolmente se raffrontato coi suoi numerosi antenati (compresi quelli televisivi). Durante la prima parte lo script sembra reggere, sciorinando soluzioni narrative risapute ma conservando un margine di mistero che lascia sperare in qualche svolta imprevista. Au contraire, la tranche finale sentenzia l'appartenenza del prodotto al dominio della mediocrità: protagonisti piatti, un villain psicologicamente anonimo, personaggi secondari totalmente inutili. Non noioso, ma insignificante. Meglio L'intruso con Gary Busey.
MEMORABILE: L'accoglienza col cervo morto; Le smorfie di Quaid; L'antipaticissimo amico della coppia; L'ingenuità della moglie; La verità sulla moglie di Quaid.
Stanca della metropoli, una coppia compra una tenuta in aperta campagna, ma l'attempato rude proprietario sembra essere troppo possessivo con quello che una volta era suo. Una variazione sul tema dell'intrusione, un thriller con alcune venature che possono rimandare all'horror (l'inutile, breve e consueta citazione kubrickiana); non originalissimo ma diretto con mestiere, ben confezionato e con buone dinamiche. Quaid sembra essere perfettamente a suo agio nella veste del proprietario maniaco e offre una buona interpretazione, senza strafare. Un discreto passatempo, non di più.
Deon Taylor HA DIRETTO ANCHE...
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