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Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Un film che apre con la struggente voce di Greg Lake sulle note della "Promenade" di "Pictures At An Exhibition" ha già qualcosa in più. E l'aver saputo innestare numerosissimi estratti dello stesso album in colonna sonora con la grazia di chi sa cosa sta maneggiando dev'essere ulteriore motivo d'orgoglio. La musica degli ELP serve sì a riportarci indietro ai Settanta ma funge da anello di congiunzione col presente già suggerendo subliminalmente un approccio insolito. Non è l'unico pregio del film, che partendo da un bel romanzo di Francesco Caringella lo sviluppa lungo una sceneggiatura superiore alla norma, ricca di frasi ricercate difficili da recitare e che il cast ha il gran merito di riuscire...Leggi tutto a far sue con la fondamentale naturalezza. Il rischio di cadere esisteva, l'aver saputo mantenere alto il livello generale in presenza di scelte azzardate non solo nei dialoghi è merito da ascrivere a una regia abile a orchestrare quello che almeno all'inizio pare un vero pastrocchio. Perché intendiamoci, il frantumare l'asse temporale in mille segmenti rimescolati apparentemente senza vera logica non aiuta certo la comprensione, sulle prime. Capiamo però che la storia fa perno sulla visita improvvisa del vicequestore Francesco Prencipe (Scamarcio) al giudice e amico Giovanni Mastropaolo (Boni). Da quest'ultimo convocato con urgenza nella propria casa al mare, se ne andrà poco dopo. Peccato che la polizia rinvenga nelle ore successive il cadavere del giudice e che questi pare sia stato ucciso con un colpo di pistola proprio nel periodo in cui Prencipe era da lui. Le uniche impronte in casa sono le loro, della moto di grossa cilindrata che il vicequestore dice di aver visto parcheggiata lì davanti non c'è traccia e insomma... per il pm (Gerini) pare non possa rappresentare un problema la condanna dell'imputato. Tanto più che l'uomo sceglie come avvocato difensore un amico d'infanzia, Giorgio (Pesce), afflitto da ogni sorta di problemi. Mentre però si racconta l'avvio del dialogo tra le parti, la narrazione viene costantemente interrotta da flashback che ci riportano agli anni in cui Francesco, Giovanni e Giorgio s'incontravano alle feste o, alternativamente, ad anni in cui i primi due combattevano fianco a fianco per la giustizia. Ma è Francesco il centro della vicenda, con il suo carattere controverso, i suoi rapporti col sesso, una moglie tradita e un'amante minorenne. Non è facile far digerire allo spettatore tante intromissioni in una storia che finisce frammentata in mille rivoli, ma fortunatamente col passare dei minuti l'attenzione tende a focalizzarsi sul presente, lasciando che la fase processuale si sviluppi per gradi. E qui sale in cattedra una splendida Gerini, a tratti inspiegabilmente quasi afona ma del tutto in parte. Così come lo è finalmente anche Scamarcio, carismatico, intenso e ombroso, e pure Pesce, credibile nei panni di avvocato fallito soprattutto nei faccia a faccia con l'amico. Boni resta confinato ai flashback, non ha troppo modo di farsi valere ma completa ottimamente un cast diretto bene da un Zaccariello sorprendente anche nella gestione di molte inquadrature, negli scambi di sguardi da leggere con attenzione... Si perde invece quando troppo divaga nelle scene con la Felberbaum e le relative incarnazioni giovanili, nello spezzare impietosamente la tensione con flashback a volte poco agili, ma resiste sempre come filo conduttore una cura non comune nella messa in scena e nei dialoghi. E anche il finale, pur con qualche forzatura (la chiavetta apricassettosegreto ha il sapore del gadget posticcio), sa snocciolare con intelligenza i suoi colpi di scena lasciando che lentamente ogni tessera vada a posto da sé nei ricordi di chi guarda. Pur con molti difetti un film ammirevole per il chiaro desiderio di affrancarsi dalla banalità, complicato ma ricco di intuizioni eccellenti, ben inserito nella tradizione del giallo di casa nostra, godibile e chiuso senza lasciare l'amaro in bocca anche grazie alle note di Mussorsky rielaborate dagli Emerson, Lake & Palmer (la copertina del disco fa bella mostra di sé accanto al giradischi). Da premiare anche per il coraggio di rinunciare agli ormai tassativi rigurgiti action, confinati a un superfluo inseguimento sui tetti in apertura.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/05/19 DAL BENEMERITO DIGITAL POI DAVINOTTATO IL GIORNO 5/05/19
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Digital 3/05/19 11:08 - 1257 commenti

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Tratto dal bestseller di Francesco Caringella, è un noir molto intricato dove i numerosi andirivieni temporali tendono a confondere un po’ troppo, rendendo poco omogenea la fruizione. Sorvolando su questo “difetto”, è un film che sa instillare tensione e inquietudine, con colpi di scena spiazzanti e di sicuro effetto. Scamarcio è particolarmente bravo nel ruolo dell'accusato di omicidio deciso a scagionarsi, ma anche Boni e Pesce sono da elogiare. Non esente da lacune, dimostra tuttavia come anche in Italia si possa andar oltre le solite commedie.

Bubobubo 13/05/19 10:52 - 1847 commenti

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Zaccariello (e prima di lui Caringella) hanno probabilmente visto e ammirato il Lang de L'alibi era perfetto: somiglianze nel soggetto, con un andamento temporale frammentato e polifonico che ricorda alla lontana il Gas di Melchionna. Vi sono cose molto buone (un ambiguo Scamarcio ormai a suo agio nel neo-noir, l'umiliato e offeso Pesce), altre la cui ambizione non è pareggiata dalla realizzazione (i flashback della giovinezza, i rituali esoterici) e altre ancora bruttine (Beatrice-Felberbaum). Il finale è prevedibile, ma comunque all'altezza.
MEMORABILE: Il confronto a tre al party; Confronto fra giudice e imputato; Il finale rivelatore.

Beffardo57 29/08/19 23:40 - 262 commenti

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Dopo un inizio pressoché incomprensibile, tra continui avanti-indietro temporali, la trama comincia a dispiegarsi ed emergono i motivi di fondo (la doppiezza e l'amicizia tradita). Può ricordare vagamente Angel heart. Ma è tutto molto pasticciato, gli interpreti non brillano (Scamarcio nel solito ruolo di fascinoso losco, Boni e Pesce mediocri, Gerini dimenticabile) e la vicenda, vista a ritroso, appare tutt'altro che originale. Una fiction televisiva in confezione di lusso, tutto sommato.

Myvincent 23/06/19 16:40 - 3726 commenti

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Tre amici di lunga data, tutti diversi fra loro, crescono e sviluppano le loro storie personali, ma attraverso un registro narrativo fatto di flashback continui. Fino a quando uno di loro, un giudice, viene assassinato a sangue freddo. Strano miscuglio fra più generi, si staglia per una sceneggiatura interessante (anche per i risvolti intimistici), ma cade rovinosamente a causa del livello recitativo del cast: da una Claudia Gerini praticamente afona passando per i soliti Scamarcio e Boni, sopravvalutati.
MEMORABILE: Il mistero del cassetto segreto, svelato solo all'ultimo.

Piero68 2/12/19 12:34 - 2955 commenti

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Con un regista di maggiore esperienza avrebbe potuto essere il noir italiano del decennio. Anche perché, oltre a essere sceneggiato e montato in maniera impeccabile, il film è ricco di richiami a maestri come Argento o Lynch. Con Zaccariello invece, che dirige maluccio un cast abbastanza svogliato e fuori parte (su tutti Boni e la Gerini), diventa quasi un prodotto dozzinale. Eppure è un film a più chiavi di lettura e più livelli, compreso il sottinteso riferimento allo sdoppiamento di personalità e/o al controllo mentale. Bravo Scamarcio.
MEMORABILE: Il volto dell'assassino allo specchio... chiaro richiamo a Profondo rosso.

Nicola81 8/09/19 23:22 - 2840 commenti

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Dall'omonimo romanzo del magistrato Francesco Caringella, un giallo dai risvolti giudiziari (merce rara per il cinema italiano) appesantito da numerosi andirivieni temporali che, specialmente nella prima parte, rendono la visione tutt'altro che fluida. Ma una volta entrati nel gioco è facile appassionarsi alla storia, grazie a un bel tratteggio dei personaggi e a dialoghi scritti con intelligenza. Ottimi Scamarcio, ambiguo come si conviene e Pesce avvocato male in arnese; brava, afasia a parte, la Gerini, un po' sacrificato Boni. Ok le musiche.

Capannelle 9/10/19 00:08 - 4398 commenti

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Prima parte inutilmente baloccata tra i prodromi della vicenda processuale, le scappatelle di Scamarcio e i soliti flashback giovanili. Poi propone qualche confronto serrato ma spreca puntualmente il cast: Boni intristito dal personaggio, Scamarcio discreto ma monocorde, Gerini preda della raucedine, Pesce che fa lo sfigato quasi un alias di Battiston. E c'è anche chi (la presidente della Corte) fatica a recitare. Peccato perché qualche frecciail film l'aveva, ma diventa fiction sotto altri punti di vista.

Ultimo 29/10/19 19:12 - 1653 commenti

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Un poliziotto viene accusato per l'omicidio dell'amico magistrato; lo difenderà un amico avvocato un po' strampalato. Vicenda interessante, gestita con continui flashback che lentamente portano a galla diversi altarini dei personaggi principali, stecca nella prima mezz'ora salvo poi rifarsi con uno sviluppo convincente. Promosso Scamarcio, anche se un po' statico; sottotono Boni; bravo Pesce. Niente male, nel complesso.
MEMORABILE: La soluzione finale, con tanto di colpo di scena (invero non così inaspettato).

Galbo 1/12/19 07:06 - 12380 commenti

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Inizia in modo un po’ “faticoso” per lo spettatore (per i continui cambi di prospettiva temporale), ma si rivela un buon noir quello diretto da Andrea Zaccariello, tratto da un’opera letteraria omonima. Sceneggiatura ben strutturata, che riannoda progressivamente tutte le (non poche) sottotrame disseminate, attori in parte, con Riccardo Scamarcio autore di un’ottima prova e buona scelta delle location. Inusuale ma molto felice la scelta della colonna sonora a base di rock progressive. Un buon film.

Ira72 3/12/19 19:18 - 1309 commenti

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Quando escono film del genere c’è da essere orgogliosi del made in Italy. Se non ci si scoraggia per le mescolanze temporali che, soprattutto all’inizio, richiedono attenzione, non si resterà delusi. Il cast è all’altezza e Scamarcio sempre di più dimostra il suo talento verace, sporco e istintivo mentre Pesce si cala perfettamente nei panni dell’amico avvocato (delle cause perse) risucchiato in un vortice di rimpianti e bar notturni. Un film amaro, non buonista, realistico e trascinante in cui tutti i tasselli sono al posto giusto, per chi sa aspettare.

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Nando 3/12/19 23:05 - 3810 commenti

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Vicenda corale che vede tre amici gestire l'omicidio di uno di loro in una situazione molto controversa. Una valida pellicola che rompe qualche schema cinematografico e affascina soprattutto per la sua completa italianità. Tre protagonisti maschili appropriati, con Pesce da menzione, ma non demeritano gli altri. Figurativa la Gerini. Bella narrazione e soprattutto finale comprensibile.

Decimamusa 1/01/20 09:33 - 102 commenti

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Lo spettatore andrebbe rispettato. Una cosa è un film complesso e profondo, che chiede uno sforzo interpretativo e/o emotivo dagli esiti a volte incerti ma comunque intriganti; un’altra è un film complicato e insieme approssimativo, in cui il ricorso insistente a vari livelli di flashback non sempre risponde a un autentico bisogno espressivo o a una necessità narrativa. Qui siamo nel secondo caso: film confuso, sceneggiatura poco lineare, storie e microstorie con un che di forzato e poco coinvolgenti, interpreti non al meglio.

Daniela 24/03/20 09:55 - 12625 commenti

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Un giudice ammazzato, un poliziotto unico incriminato per il delitto, l'avvocato che lo difende: tre personaggi, molto legati l'uno all'altro da un'amicizia nata in anni giovanili e poi messa a dura prova dagli eventi, al centro di questo thriller contorto che, tra flashback e flashforward, cerca di depistare lo spettatore per aumentare l'impatto della rivelazione finale, senza peraltro raggiungere l'intento a causa di una gestione confusa del racconto che disperde l'interesse in troppe sottotrame. Altalenante anche la prova del cast, in cui spicca negativamente Gerini rauca.

Puppigallo 22/06/20 19:09 - 5258 commenti

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Pellicola non completamente riuscita a causa della bassa credibilità di alcuni attori nel ruolo assegnatogli (una Gerini quasi afona e un avvocato fastidiosamente improbabile), uniti a certe seconde linee che non spiccano per doti recitative. In più, non tutti i salti indietro sembrano indispensabili, rallentando il meccanismo. Ed è un vero peccato perché il protagonista, uno Scamarcio in parte (una sorta di uomo matrioska, con vari strati interni) è piuttosto interessante e, soprattutto nella seconda metà, anche pieno di sorprese. Nel complesso comunque non male.
MEMORABILE: “Tu vuoi essere tutto”; L’avvocato parla del rapporto giudice imputato; La pianta di fichi d'India.

Redeyes 25/01/21 07:47 - 2443 commenti

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Ottima pellicola italiana che avvalendosi di un cast in forma riesce a tenerci sulle spine fino alle battute finali. Protagonista assoluto Scamarcio (sempre più in parte quando si tratta di mettere in scena personaggi fedifraghi e "farabutti") cui non si posson fare appunti, intorno al quale girano Boni, un po' in disparte, e Pesce. Quest'ultimo ha l'unico limite di ricordare per buona parte Danny Snyder, soprattuto nella conduzione della difesa, ma acquisisce importanza con lo scorrere dei minuti. Montaggio interessante, con qualche pecca, e un finale che ci piace.

Deepred89 25/05/21 20:39 - 3704 commenti

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Lodevole tentativo di realizzare un thriller dalla scrittura ambiziosa e sfaccettata, non appesantito da alibi politici o sociologici, solo con un'apprezzabilissima voglia di narrare e coinvolgere, leggibile anche come storia, dal sapore quasi avatiano, di vecchie amicizie infrante. Regia sapiente e quasi mai gratuita, belle atmosfere livide, migliorabile solo nella conclusione, tutt'altro che imprevedibile e anticipata da un dettaglio (sempre efficace, va detto) che scatenerà potenziali déjà vu negli appassionati del genere. Scamarcio pare aver trovato la sua dimensione.

Giùan 7/10/21 09:51 - 4539 commenti

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Diligente, perfino zelante tentativo di messinscena di un interessante libro di Caringella, con Zaccariello che prova a districarsi tra film di genere e "enunciazione" alla Petri. Risultato piuttosto altalenante, col film che talora sbanda paurosamente tra livida ambientazione, discreti momenti di tensione, pacchiani kafkianismi, tremende scelte registiche (i posticci flashback). Bene gli attori (Scamarcio in primis), costretti però anche qui a reggere in bravura personaggi troppo déjà vu (il magistrato della Gerini, l'avvocato alcolizzato di Pesce). Nelle mani di un Rubini chissà...

B. Legnani 8/02/24 08:17 - 5523 commenti

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Uno di quei film buoni sì, ma perfettini, troppo leccati, che fan nascere la voglia di cercarne i difetti, a partire dai troppi sbalzi temporali, buona parte dei quali inutili, fino alla simbologìa della chiave. Al di là della prevedibilità della soluzione finale, molti alti (pure molto alti) e vari bassi (idem). Buono Scamarcio, ma paradossalmente talora pare un po' troppo composto e buona la Gerini, che con sapienza disegna un personaggio maturo e imperfetto, che potrà non piacere a chi la ricorda vamp, ma che piacerà a chi vàluta la "resa attuale". Incredibile il ruolo di Pesce.
MEMORABILE: L'incontro in ospedale.
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