L'angelo del crimine - Film (2018)

L'angelo del crimine
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Titolo originale: El Ángel
Anno: 2018
Genere: biografico (colore)
Note: Ispirato alla vita di Carlos Robledo Puch. Nominato alla Queer Palm e nella sezione Un Certain Regard della 71^ edizione del Festival di Cannes (2018).
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 13/03/19 DAL BENEMERITO BUBOBUBO
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Bubobubo 13/03/19 21:03 - 1847 commenti

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Robusto noir argentino (prodotto da Pedro Almodóvar) che è insieme crime story, racconto di formazione ed epopea amorosa: l'agghiacciante parabola del giovane e angelico Robledo Puch (interpretato da un botticelliano Ferro) si snoda tra la microcriminalità della Buenos Aires classista e corrotta di inizio anni '70, fra rudimenti di (inconsapevole) lotta politica, suggestioni omoerotiche e accessi di violenza estrema, quasi grottesca. Quando il tono leggero e vagamente annoiato lascia il posto al dramma, l'attenzione però tende a calare.
MEMORABILE: Carlos-Ferro che ricopre i genitali di Ramón-Darín con la refurtiva; Il finale.

Digital 1/06/19 15:10 - 1257 commenti

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Non inganni il volto da bravo ragazzo: Carlos è un cinico ladro pronto a tutto pur di arricchirsi. Basto sulla vera storia del gangster Robledo Puch, il film è caratterizzato da un tono leggero, con puntate nel grottesco e nella commedia. Nonostante ciò, propone sequenze foriere di tensione e di travolgente violenza. Meglio la prima parte, nella seconda il ritmo tende a rallentare un po’ troppo, mentre il finale arriva troppo celermente lasciando un retrogusto amaro e di incompiutezza. Davvero bravo Lorenzo Ferro come protagonista. Non male.

Daniela 24/09/19 17:59 - 12662 commenti

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La breve e intensa vita criminale di un ragazzo, ladro e all'occasione assassino, ispirato alla figura di un serial killer argentino famoso negli anni 70 soprattutto per il contrasto fra l'aspetto angelico e la gratuità dei delitti, mostrati solo in piccola parte. Il regista si concentra sull'imperturbabilità del protagonista dovuta all'incapacità di provare empatia: questo atteggiamento freddo e distaccato, se lo differenzia da personaggi simili, rischia però di contagiare lo spettatore, lasciandolo con una sensazione di incompiutezza e sminuendo l'impatto di un film comunque interessante.
MEMORABILE: Carlos denuda Ramon addormentato e gli copre i genitali con i gioielli rubati; Carlos e Ramon accennano passi di danza

Galbo 19/11/19 05:47 - 12392 commenti

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All’inizio degli anni ‘70, opera in Argentina una pericolosa banda criminale capeggiata da un giovane il cui aspetto angelico nasconde un feroce temperamento. Il regista ne mostra gli atti efferati, frutto di una totale assenza di moralità, aiutato dall'aspetto fisico e dalla performance del giovane protagonista, assai adatto al ruolo. Il limite è quello di un’operazione troppo attenta all’estetica e meno ai contenuti, con particolare riferimento alla collocazione della vicenda in un contesto storico che sarebbe stato interessante approfondire.

Kinodrop 16/12/19 20:06 - 2948 commenti

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La storia di un riccioluto angelo-demone che nella Buenos Aires degli anni '70 è passato gradualmente dalla micro alla macrocriminalità, con tanto di omicidi a sangue freddo. La veridicità della storia non si riverbera minimamente in questo biopic senza carattere che rimesta di tutto un po', dai furtarelli alle amicizie pericolose, dalle ambiguità erotico-affettive ai vincoli familiari. Un tipo di narrazione e una scelta estetica che sa di piccolo schermo, con i luoghi comuni tipici per accontare e senza disturbare. Gradevoli le hit dell'epoca.

Pigro 3/03/20 17:59 - 9666 commenti

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Curiosa la moltiplicazione del ‘gay crime’ all’Argentina: dopo Plata quemada e Morte a Buenos Aires, ecco ora la storia vera del ragazzino ladro e serial killer che vive affetti e avventure con apatica freddezza. La buona ricostruzione anni 70 e l’avvicendarsi narrativo dei colpi sembrano andare in secondo piano rispetto all’insistita esibizione del volto infantile, fascinoso e glaciale, del protagonista, davvero magnetico. Gli autori non scavano nel personaggio e nel contesto, quasi ammaliati da cotanta spudorata e delicata efferatezza.

Ira72 28/09/21 17:13 - 1313 commenti

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Ispirato a Carlos Puch e al suo viso angelico, il film ripercorre alcuni dei momenti più efferati compiuti dal ragazzo (omettendo, però, molte altre atrocità) nei quali, con naturalezza e totale mancanza di empatia, troncava le vite altrui. L’estetica è molto curata (sarà la contaminazione di Almodóvar, qui produttore?) e la colonna sonora particolarmente incisiva. Ma la carta vincente sta senz’altro nel talentuoso Lorenzo Ferro, davvero azzeccato per la parte e che, oltre a somiglianti caratteristiche fisiche, vanta un’interpretazione centrata e convincente.

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