Una notte di 12 anni - Film (2018)

Una notte di 12 anni
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Titolo originale: La noche de 12 años
Anno: 2018
Genere: drammatico (colore)
Note: Tratto dal libro "Memorias del calabozo" ("Memorie del Calabozo. 13 anni sottoterra") di Mauricio Rosencof e Eleuterio Fernández Huidobro. Vincitore del premio Gran Prix all'edizione 2018 del Festival di Cannes.
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 27/02/19 DAL BENEMERITO BUBOBUBO
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Bubobubo 27/02/19 14:06 - 1847 commenti

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I fatti da cui muove il film (qui fortunatamente rappresentati senza troppi edulcoramenti) sono tanto più terribili quanto più si consideri l'indifferenza con cui vennero accolti a livello internazionale. Un film del genere è necessario nella misura in cui fa luce sugli eventi del passato, restituendo dignità (e senza scadere nell'agiografia) a chi per anni ha subito inenarrabili soprusi. Interpretazioni di livello, nel non verbale ancor prima che nei dialoghi veri e propri, per un film che vale la pena conoscere.
MEMORABILE: Un sergente alle prese con le lettere d'amore; La cattura di Mujica; I prigionieri comunicano percuotendo le nocche sulle pareti.

Alf62 20/04/19 10:43 - 64 commenti

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Film crudo, che richiama il migliore cinema di Costa Gavras. Sembra la rappresentazione cinematografica dell'"Homo Sacer", soggetto spogliato di qualsiasi diritto e riportato al puro concetto di vita biologica. Il potere, come disumanizzazione, che parte dai campi di sterminio e si sviluppa fino a oggi. L'unica consolazione che il film ci propone è che dalle peggiori avversità possono risorgere i soggetti migliori. La parabola di Pepe Mujica, come Mandela, sta li a rappresentarlo.

Camibella 17/11/20 09:05 - 277 commenti

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Di tutte le dittature sorte in Sudamerica quella uruguagia è tra le meno note ma non per questo la meno dispotica. Il film di Brechner analizza dodici anni di vita, anzi di non vita di tre Tupamaros catturati e segregati nelle fatiscenti prigioni del regime, tra torture e indicibili sofferenze. La quasi assenza di dialoghi costringe il regista a usare espedienti visivi per accentuare il senso dell'orrore: i primi piani dei tre sventurati per esempio, ma anche l'esasperazione di dettagli come il cunicolo angusto o l'altezza della cella, quasi a voler fare entrare anche lo spettatore.

Nando 21/11/20 10:07 - 3814 commenti

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Una narrazione solida e drammatica inerente un argomento poco conosciuto in Europa, la violenta dittatura uruguagia negli anni 70 che priverà i suoi avversari di qualsiasi diritto. Momenti di grande impatto emotivo che culminano in un finale liberatorio. Ottimi il cast e l'accompagnamento musicale. Stupisce il quasi disinteresse delle altre nazioni nei confronti di una repressione tanto cruenta.

Daniela 2/03/22 11:54 - 12662 commenti

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Tre dirigenti tupamaros sono sottoposti dopo l'arresto ad un regime carcerario durissimo contrassegnato da privazioni e torture. Il contesto è quello della dittatura militare che ha dominato l'Uruguay dal 1973 al 1985 ma il lungo calvario delle vittime, raccontato senza risparmiare i particolari più dolorosi o assurdi, assume un carattere universale di esaltazione della capacità di mantenere intatti i propri ideali anche in condizioni di estremo degrado materiale. Film che turba e commuove spingendo ad approfondire la conoscenza di eventi che in Occidente hanno avuto scarsa eco. 
MEMORABILE: Il problema della catena troppo corta; Le lettere d'amore; La farsa dell'ispezione della Croce rossa; Il gool con il pallone invisibile. 

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