FALSI D'AUTORE-Perduti e ritrovati
Essì che di Goretta vidi da ragazzino (su
Italiauno, per il ciclo
Cinemania, credo)
La merlettaia con la Huppert che non mi dispiaque (almeno, ne ho un piacevole ricordo di questa donna sfortunata in un amore truffauniano)
Quì Goretta usa un rigore formale che scoppiazza il peggior Olmi (e già quì), e mostra la vita degli abitanti di un villaggio herzoghiano sperduto in culonia e sepolto dalla neve e dal gelo
Vita e quotidianità di cui non frega niente a nessuno (un ubriacone che rimpiange per tutto il film la figlia perduta, una ragazza appena sposata di assoluta odiosità, un tizio che solca i monti innevati per vedere il sole-no, non era
La cosa carpenteriana-, un vecchiaccio menagramo che nemmeno il frate bibliotecario del
Nome della rosa, sorta di Nostradamus alla Varelli che non ne azzecca una, eppoi funerali, compravendite di terreni, scherzi idioti, bevute all'osteria e pie donne che vanno in chiesa) , il tutto degno di uno sceneggiatone televisivo che fa sembrare
La neve nel bicchiere un epopea bertolucciana. Simbolismi e metafore da cogliere (la morte, la vecchiaia, la sterilità del matrimonio, l'avidità, la non rassegnazione della perdita, la superstizione, la solitudine, il timore di Dio) che lasciano il tempo che trovano, classiche allegorie da tronfio e pedante filmaccio d'auteur.
A saperlo mi vedevo una puntata di
Geo sulla vita d'altura invernale in svizzera, e avrei evitato volentieri questo scellerato "capolavorone" quà.
In mezzo al paesello elvetico che non vedrà mai più il sole una marea di dialoghi asfittici e inutili, situazioni paesane di rara inconsistenza e un finale "fiabesco" da latte alle ginocchia
Regna incontrastata la noia assoluta e il tedio perenne, l'insostenibile leggerezza della sublime vaccata d'autore, che già ad un ora e dieci di film non c'è la facevo più (ed arrivare ai tanto sospirati titoli di coda non era impresa facile, tra colpi di sonno e la pazienza che ormai aveva raggiunto i temuti livelli di guardia. Quindi braccia conserte, sbuffate e smadonnamenti aspettando in grazia la fine di questo sciagurato martirio)
Uniche sequenze degna di nota: un corvo che fa il kamikaze e va a sbattere contro la finestra di una casa (rimanendoci stecchito), e l'ubriacone che immagina la figlia perduta che canta in un prato primaverile
Il resto è una mattonata indigesta di micidiale narcolessia
Sequenze (s)cult: L'ubriacone, visto che le sue preghiere per ritrovare la figlia scomparsa non sono state esaudite, prende il crocifisso e lo sbatte fuori dalla finestra (rompendola). Esce di casa e cerca il simbolo cristiano in mezzo a tre metri di neve. Arriva un paesano e le domanda: "
Cosa stai cercando?", e lui, per tutta risposta: "
Stò cercando Gesù (sic!)
Il marito urina sulla neve, e la mogliettina con un'espressione beota/meravigliata: "
Eccolo il sole" (doppio sic!)
Classico esempio di pellicola perduta (e scaduta) che sarebbe stato meglio perdere piuttosto che ritrovare (limitando i danni)
Terribile sotto ogni punto di vista, oltre la soglia dell'inguardabile.