La prima pietra - Film (2018)

La prima pietra
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Da una rappresentazione teatrale all'altra: Corrado Guzzanti passa dal Gesù della PASSIONE al preside regista dell'ineffabile recita natalizia di una scuola elementare. Ossessionato dai mille problemi della stessa come se davvero potesse essere il momento più importante dell'annata scolastica, si trova a dover gestire inaspettatamente il contenzioso nato in seguito al lancio di una pietra - da parte di un bambino - contro una delle vetrate dell'istituto: finito in testa al bidello (Aprea) che di lì passava insieme alla moglie (Forte), il grosso masso ha rischiato quasi d'ammazzarlo. Per questo il preside - che ha comunque sempre in testa la...Leggi tutto rappresentazione, pronta ad andare in scena nel giro di poche ore - convoca in un'aula le due vittime del lancio assieme alla madre (Smutniak) del piccolo, la quale si porta dietro imprevedibilmente la suocera (Ylmaz). Insieme a loro è presente la maestra (Mascino) di Samir, decisa a difenderlo, comprenderlo e a cercare di portare uno spirito "pacificatore" nel gruppo. Il riferimento principe, non certo mascherato, è il CARNAGE di Polanski, dove una rissa tra ragazzini portava al confronto sempre più acceso tra i genitori ritrovatisi a discutere della cosa qualche giorno dopo (e con il bimbo fuori scena). Una delle derivazioni più riuscite di quel film era stato il nostro PERFETTI SCONOSCIUTI, alla cui sceneggiatura aveva partecipato lo stesso Rolando Ravello, che in questo caso oltre a scrivere dirige. Stabilita la discendenza, qui il confronto non è solo tra caratteri diversi ma tra culture e soprattutto religioni, diverse. Madre e nonna di Samir, musulmane (entrambe col burka), pur riconoscendo la responsabilità del loro figlio e nipote, non pare abbiano nessuna intenzione di pagare la riparazione della vetrata (500 euro più iva) e anzi partono al contrattacco. Il bidello, sua moglie e il preside non credono ai loro occhi: possibile che di fronte a una tanto palese individuazione di una colpa, con i danneggiati che rinunciano alla denuncia nonostante le ferite ricevute, le due donne neghino persino di ripagare il minimo richiesto accusando invece la scuola di aver istigato il figlio al gesto? E' quello che si chiederanno pure molti spettatori, perché al di là di un copione che ha ambizioni superiori alla media (vi ha collaborato lo scrittore Sefano Massini), le due musulmane vengono dipinte - anche per il loro atteggiamento indisponente - in modo assai antipatico (ribadito dalla scelta di due attrici che in questo senso riescono senza sforzi ad entrare in parte). Per quanto si giochi parzialmente con il rimbalzo di accuse, una lettura immediata assegna alle due un netto primato, quanto a spregevolezza, con gli altri preccupati a risolvere la cosa il più in fretta possibile salvando la forma (il preside), a farlo chiudendo a tarallucci e vino (la maestra) o a ottenere come minimo le scuse (il bidello). La recita passa in secondo piano ma è causa di frequenti interruzioni, mentre la povertà degli ambienti (gli interni della scuola) relega il film all'apparenza di una produzione minore dallo scarso appeal. E in fondo questo resta di un'opera che Guzzanti non riesce a rendere comica come vorrebbe (nonostante più di una gag azzeccata) ripetendosi troppo, che la Mascino svilisce con un personaggio pateticamente caricaturale, che la Smutniak e la Ylmaz affrontano con altezzosità irritante, per quanto richiesta. L'introduzione con la voce off di Pannofino che commenta il lancio della prima pietra (con ovvie metafore d'accompagnamento) indica già la pretenziosità destinata ad appesantire un'operazione sostanzialmente indovinata solo sulla carta e fiacca. Con un Guzzanti al centro della scena era lecito aspettarsi molto di più, pur se le sue mediazioni arronzate accompagnate dalle mille modifiche al testo da firmare sono il sale del film. Interessante ma ampiamente difettoso.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 8/12/18 DAL BENEMERITO BUBOBUBO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 4/04/19
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Daniela 1/04/19 21:15 - 12668 commenti

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Promettente l'esordio, con la voce off di Pannofino che argomenta sull'esistenza di Dio o, in alternativa, sul dominio del caso nel determinare l'incidente scolastico che provoca il confronto fra due gruppi contrapposti, con il preside impreparato all'arbitraggio e tutto preso dai preparativi per l'imminente recita natalizia grottescamente poli-religiosa. L'impianto fortemente teatrale non costituirebbe in se stesso un problema, ma si inserisce all'interno di un format da sketch televisivo dal fiato corto in cui anche la prestazione di Guzzanti, piatto forte del cast, risulta poco incisiva.

Bubobubo 8/12/18 16:50 - 1847 commenti

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La tentazione di realizzare un Carnage tricolore che allo scontro di classe anteponga quello interculturale (e religioso nello specifico) è evidente, ma cozza contro la relativa povertà della confezione, giocata su linee narrative mai veramente divertenti (un po' sgonfia la prova di Guzzanti) e tendenti a una certa stasi (anche nella composizione dei personaggi). Qualche battuta indovinata riesce a strappare un sorriso, il finale in ebollizione è indovinato, esteticamente è un buon prodotto, ma l'insieme rimane comunque piuttosto anonimo.
MEMORABILE: Guzzanti in versione bue da presepe.

Taxius 5/01/19 16:33 - 1656 commenti

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Più che un film una commedia teatrale, sia per il tipo di recitazione che per il fatto di essere ambientato quasi tutto all'interno di due stanze. La storia è piuttosto simpatica e mette a confronto diverse religioni evidenziandone i vari difetti senza mai prendere le parti di una o dell'altra. Film molto semplice e leggero, tanto che si esaurisce in appena 75 minuti. Nel complesso non è male, ma si fa dimenticare in fretta.

Galbo 27/05/19 08:23 - 12398 commenti

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Un episodio di vita scolastica trasformato in metafora delle difficoltà legate al multiculturalismo. Il film di Ravello parte in modo ambizioso (l’incipit con la voce narrante è efficace) ma delude per lo scarso appeal della sceneggiatura e per il registro incerto tra il comico e il grottesco, che sembra prevalere nel finale. Condivisibile la scelta di limitare il minutaggio. Da Guzzanti protagonista è lecito aspettarsi di più. Bravi Aprea e la Yilmaz.

Gabrius79 21/06/19 17:05 - 1427 commenti

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Una storia che veleggia tra momenti comici e momenti grotteschi e una sceneggiatura che vorrebbe in parte mettere alla berlina le varie religioni. Il risultato è altalenante e il film si salva grazie alla durata di un’ora e 15; se tirato per le lunghe avrebbe potuto stancare. Alcune buone uscite di Guzzanti e gli scontri fra la Ylmaz e Aprea fanno sorridere. Per Mascino, Smutniak e Forte interpretazioni sufficienti.

Nando 14/01/20 00:28 - 3816 commenti

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Una grottesca commedia multiculturale che vede contrapposte le tre religioni monoteiste a causa una vetrata frantumata da un bimbo di religione islamica. Dall'evento si innesca un confronto logorroico che talvolta genera noia e in altri casi rabbia. Guzzanti non riesce a risollevare un cast abbastanza fiacco in cui è da salvare Apera; deludenti la Smutniak e la Mascino.

Il ferrini 12/01/20 23:20 - 2360 commenti

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D'impianto smaccatamente teatrale, questo spassoso mediometraggio (un'ora e un quarto titoli inclusi) può contare su un cast in gran spolvero; su tutti probabilmente la Yilmaz, qui austera nonna islamica, ma anche la Mascino, stralunata prof new age autrice peraltro dello "sbrocco" più comico del film. Si sorride spesso anche se i temi affrontati son tutt'altro che superficiali e così come in Carnage il gesto d'un bambino serve solo da catalizzatore per il confronto fra gli adulti che ne evidenzierà tutti i limiti e le contraddizioni.

Paulaster 29/05/20 10:35 - 4423 commenti

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Un bambino infrange una vetrata a scuola. Incipit che richiama con le debite distanze Magnolia per divenire poi guerra di religione tra adulti. Episodio del danno con poche scusanti ma alla fine conta poco il motivo del gesto. Nel chiacchericcio generale la Ylmaz sovrasta gli altri e Guzzanti è spuntato in quanto solo moderatore dello scontro. Conclusione che affronta il candore dei bambini ma con toni grotteschi gratuiti. A tratti sembra l’episodio di una fiction.
MEMORABILE: Guzzanti che fa il bue sulla scrivania; Guzzanti che cerca di convincere il bambino a fare il bue alla recita.

Rambo90 1/10/20 22:47 - 7700 commenti

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Simpatico, scritto con l'incedere di una commedia teatrale (di cui riprende anche l'unità di luogo) e soprattutto ben recitato. Guzzanti e la Yilmaz in particolare rendono piacevole lo scorrere dei dialoghi, molto vivaci e spesso tendenti al battibecco, che la sceneggiatura propone senza una vera e propria direzione se non quella di creare il contrasto tra i personaggi. Forse proprio per questo delude il finale, che sa di sospeso e poco risolto, ma nel complesso la felice direzione degli attori e il ritmo rendono il tutto gradevole.

Domino86 19/04/21 15:27 - 607 commenti

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La pellicola non convince del tutto, dal punto di vista del messaggio che probabilmente vuole mandare allo spettatore. Durante lo svolgimento si vanno a calcare troppo le parti, soprattutto quelle che interpretano le due donne musulmane, e questo ha un effetto negativo sulla pellicola stessa e in linea generale. Dal punto di vista del divertimento invece ci siamo perché sono molte le gag che fanno ridere, su tutti il personaggio della maestra.

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Tarabas 26/04/21 10:50 - 1878 commenti

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Terrificante apologo sulla convivenza tra persone di origini, fedi e convinzioni diverse, ambientato in una scuola dove non c'è niente che non sia simbolico di qualcosa. Sprecati gli attori, sprecata l'idea, sprecato il tempo degli spettatori. Il tutto realizzato in modo piattamente televisivo. Guzzanti pare l'unico a tirarsi fuori dal clima generale da morality play de noantri che ammorba l'operazione, con qualche lampo dei suoi. La causa era buona, ma servirla così è decisamente controproducente.

Furetto60 12/02/24 12:27 - 1196 commenti

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Ci sono film (Il sorpasso; Soldato blu) cui bastano dieci minuti per entrare nella memoria; a questo ne basta uno, l’ultimo. Terminando prima avrebbe sbracato in un finale alla “volemose bene”, invece, con coraggio, parte come commedia per assumere nell’incedere toni viepiù alterati, sviando dalla “normalità” per infiltrarsi senza sconti nella sentina dell’attuale società rovesciata. Sostenuto da un ottimo Guzzanti, ben spalleggiato dalla Yilmaz, il film passa dal riso al ghigno fino alla sassata finale di un messaggio senza appello: il sasso è come un meteorite e sta arrivando.
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