Liverleaf - Film (2018)

Liverleaf
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Titolo originale: Misumisô
Anno: 2018
Genere: horror (colore)
Note: Soggetto dal manga di Rensuke Oshikiri

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/11/18 DAL BENEMERITO DANIELA
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Daniela 26/11/18 01:09 - 12625 commenti

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Un'adolescente vittima di compagni bulli inizia a vendicarsi dopo che questi hanno provocato la morte dei suoi genitori e il grave ferimento della sorellina minore... Revenge-movie molto elegante dal punto di vista visivo per i contrasti di colore nelle scene ambientate in mezzo alla neve, ma forzato e carente sotto il profilo della sceneggiatura, nonostante il tentativo di dare un poco di tridimensionalità ai personaggi attribuendo ad alcuni di loro moventi occulti. Gli amanti dello splatter troveranno comunque viscere e sangue in abbondanza.
MEMORABILE: Tutta vestita di bianco in mezzo al candore della neve

Bubobubo 5/12/18 23:13 - 1847 commenti

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In un minuscolo paesino del Giappone rurale, genitori a vario modo disfunzionali pervertono i figli, che a loro volta scaricano tutto il disagio esistenziale e la frustrazione montante sui supposti anelli deboli della catena (la maestra fragile, la nuova arrivata costantemente bullizzata). Poi la linea viene oltrepassata, con devastante contraccolpo. Ma siamo sicuri che anche il volto più pulito non covi la rogna? Proprio quando sembra spegnersi, questo sanguinolento revenge si infuoca nuovamente: non tutto fila, ma vale certamente l'impatto.
MEMORABILE: Il dialogo miikiano tra nonna e nipote; Lo spazzaneve.

Schramm 4/01/21 13:53 - 3490 commenti

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Nevica che Dio la manda (in CG, senza attecchire), ma la vendetta è un piatto che si serve caldo, magari per starover e col coltello maneggiato da chi non ti aspetti. E dato che il rosso sul bianco ci sta che è una meraviglia, Naitô imbraccia l'idrante e lo punta su tutto il set e il cast, in un efferato gioco dell'oca moebiusano veicolato da spinte drammaturgiche, impennate malinconiche e parentesi poetiche che sposano delicatezza e crudeltà. Qualche evitabile lungaggine ed esagerazione di troppo, e peccato tutto quello splatter sintetico, ma lo squasso emotivo non si fa pregare.

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