Il gioco delle coppie - Film (2018)

Il gioco delle coppie
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Ambiziosa riflessione sullo stato dell'editoria moderna ricostruibile grazie alle considerazioni di alcuni "addetti ai lavori", che attraverso lunghi scambi verbali spesso studiati con grande cura analizzano le incognite fornite dai dati su stampa digitale, e-book, Kindle e derivati. Ad occuparsene in prima persona è Alain (Canet), proprietario di una casa editrice: nelle prime scene è a colloquio con Léonard (Macaigne), non solo autore di molti libri da lui pubblicati ma anche amico di famiglia. Un faccia a faccia lungo e ambiguo, concluso con la decisione di non dare alle stampe il lavoro appena concluso dallo scrittore. Non una decisione traumatica, nemmeno per la compagna di Léonard, Valérie...Leggi tutto (Hamzawi), la quale non sembra proprio voler solidarizzare con lui. Alain è sposato da anni con Selena (Binoche), interprete di una fiction poliziesca arrivata alla quarta stagione e certa che il marito la tradisca, magari con la provocante specialista di marketing online (Théret). Affiancate da personaggi più marginali che saltuariamente intervengono per vivacizzare i discorsi, le due coppie protagoniste affrontano i loro problemi con atteggiamenti profondamente differenti: Alain è sempre sicuro di sé, misurato, impeccabile nel presentarsi anche agli amici; Léonard al contrario è il prototipo dello scrittore spiantato, sciatto, che predilige il caos di una casa sottosopra e sa portare nelle pagine dei suoi romanzi esclusivamente le proprie esperienze di vita; si limita a cambiar nome a personaggi chiaramente modellati sui conoscenti o sull'ex moglie, ad esempio, alzando senza saperlo una tempesta social provocata dalla donna (che non accetta di esser parte del romanzo senza esser mai stata interpellata). Ed è proprio Léonard l'unica figura a mostrare qualche potenziale umoristico: per le sue risposte inadeguate, la sua naturalezza nell'agire in modo inconsueto. Poca cosa, ad ogni modo, e secondaria rispetto alle mire del film, che preferisce puntare a un approccio maturo, alleniano ma rinunciando a spiritosaggini che possano spezzare il fuoco di fila di dialoghi interminabili. Per chi conosce o desidera conoscere senza faziose prese di posizione la condizione attuale dell'editoria un film interessante; ma condotto con pedanteria, scarso coinvolgimento, botta e risposta che non vanno da nessuna parte e un'autorialità a tratti spocchiosa; nessuno mette in dubbio la qualità dello script, l'eleganza dei movimenti della mdp negli interni, la bravura del cast, ma dopo un'ora trascorsa a subire fiumi di parole e aver intuito come gli sviluppi non potranno che seguire coerentemente lo stile fin lì utilizzato (con l'aggiunta di qualche ovvio intreccio di coppia), non in pochi si chiederanno se non fosse auspicabile qualche variazione significativa almeno nei toni, per dare varietà. Non basta qualche esile battuta infilata apparentemente quasi per caso per ravvivare un film spento, anche nei colori di una fotografia piuttosto cupa. E l'ultima parte, con un'inattesa trasferta al mare, arriva quando ormai la soglia di attenzione è drasticamente scesa. Dialoghi in punta di fioretto, una indiscutibile originalità nell'argomento trattato e nel modo in cui viene trattato, ma non basta.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 8/09/18 DAL BENEMERITO NANCY POI DAVINOTTATO IL GIORNO 29/12/18
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Nancy 8/09/18 21:25 - 774 commenti

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Una cervellotica commedia, questa di Assayas, che parla di editoria, di rivoluzione del digitale, del Nastro bianco di Haneke e di corna. La geniale sceneggiatura è ottimamente interpretata dal cast di attori; il parlato è fitto ma si fa seguire bene e anzi fa interessare molto a questioni che il cinema ancora non aveva toccato. Scatena un dibattito tra i protagonisti e i loro interlocutori, gli spettatori e allo stesso tempo intrattiene con le loro "doppie vite". Un film stratificato, intelligente, assolutamente da vedere.

Cotola 11/03/19 22:20 - 8998 commenti

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Il titolo italiano (e ti pareva) fa pensare alla solita commediola sentimentale a base di relazioni amorose condite da tradimenti: che certo, ci sono. Ma in realtà il film è molto più di questo: e non c'è da meravigliarsi più di tanto, visto il nome del regista. Assayas, infatti, scrive una notevole sceneggiatura infarcita di considerazioni molto interessanti e pregnanti sul mondo dell'editoria e sui suoi meccanismi: in particolare sul successo editoriale. E nonostante la verbosità, il film scorre via veloce e piacevole. Ottimo il cast, da vedere e sentire in lingua originale.

Markus 29/12/18 10:09 - 3680 commenti

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Tiritere amorose tra quarantenni, con corna date e vissute e via discorrendo. Olivier Assayas confeziona il film nell'ambiente dell'editoria di oggi spiegandone alcuni retroscena. Traveste i "personaggi" di una cultura e un linguaggio forbito un po' manieristico, quasi nel goffo tentativo di alzare il livello dell'opera... con il dizionario dei sinonimi e contrari in mano. Il film risulta logorroico, con il rischio (peraltro talvolta tangibile) di essere persino stancante. Ahimè non si ride mai, nonostante l'aria da (finta) commedia.

Daniela 24/04/19 08:08 - 12606 commenti

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Tradimenti incrociati fra due coppie sposate: da un parte un editore di libri che sta meditando il passaggio integrale al digitale ed un'attrice logorata dalla serialità, dall'altra un romanziere che sa scrivere solo autobiografie mal mascherate e la moglie impegnata nella compagna elettorale di un politico. Attorno altri personaggi legati al mondo dell'editoria, nel mezzo un fiume di parole in piena: nonostante i dialoghi scritti in punta di penna, affiora una certa artificiosità che compromette la riuscita di questa commedia, pur meritevole di visione in quanto originale ed intelligente.
MEMORABILE: Dettaglio decisivo: Nastro bianco o Star Wars il risveglio della forza?

Deepred89 22/05/19 23:16 - 3701 commenti

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Un'ora e quaranta di chiacchiere intorno all'editoria nell'era digitale, godibile logorrea borghesissima che sembra un Woody Allen quasi senza ironia e con trama ridotta all'osso (sulla cui economia non inficia quel paio di storie di adulterio). Senza chissà quali contenuti, ma in grado di creare una certa attrazione verso il suo mondo pacato e senza eccessi, indolore anche nel tradimento, tra un'intervista e una cena a base di vino e intelletto. Buonissimo cast, con in testa la credibile ed espressiva Nora Hamzawi.

Kinodrop 29/06/19 18:26 - 2909 commenti

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Due livelli di narrazione che non si fondono né si giustificano l'un l'altro: una spossante dissertazione sull'editoria contemporanea tra cartaceo e digitale (magari con riflessioni più o meno solide) e una banale e sterile vicenda di tradimenti incrociati che finisce a tarallucci e vino. Non manca di certo la spigliatezza di botta e risposta e diverbi generazionali propri di una borghesia intellettuale e sentimentalmente fredda, tra location prestigiose e cene radical-chic, ma non v'è ombra di humor. Personaggi "a tesi" per un cast appropriato.

Giùan 1/08/19 07:21 - 4528 commenti

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Al di là della sciocca, fuorviante "predolinizzazione" del titolo italiano, con Doubles vies Assayas prosegue in toni ben meno cripto-cupi ma con altrettanta lucidità e disincantata consapevolezza il discorso in fieri sullo stato delle cose del comunicare (?) contemporaneo, sulla sua molteplice doppiezza. Lo fa declinando tutto sul versante della commedia (preziosi i contributi della coppia Macaigne/Hamzawi) e della affabulazione (con vertigini da Woody Allen d'annata). Magistralmente metatestuale, certamente cerebrale epperò lieve e (mon dieu!) interattivo.
MEMORABILE: Macaigne confessa alla compagna il tradimento con la Binoche e la sua impossibilità a scrivere d'altro se non di sé; Il nastro bianco per Star wars.

Pinhead80 2/04/20 15:56 - 4715 commenti

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Commedia molto raffinata in cui i personaggi, attraverso un linguaggio sofisticato, nascondono fragilità e debolezze del cuore. In ballo non ci sono solo le emozioni ma anche la politica e il mondo dell'editoria, che qui viene analizzato e criticato con una certa ferocia. Affascinante come nonostante tutto quello che accada i protagonisti non alzino mai la voce, non si innervosiscano e rimangano distaccati dal contesto. I dialoghi sono interminabili e molto profondi e non è sempre facile capirne i significati. Non male.

Galbo 6/04/20 18:35 - 12372 commenti

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A differenza di quello che il (brutto) titolo italiano potrebbe fare supporre, l’opera di Assayas non è (soltanto) una storia di relazioni sentimentali più o meno adulterine, quanto un film sulla letteratura, sul valore della pagina scritta anche nella sua versione digitale piuttosto che cartacea. Una pellicola dalla sceneggiatura densa e corposa, ricca di dialoghi arguti e condotta dal regista con grande senso del ritmo. Buona la prova degli attori. Un bel film profondamente francese e una delle prove migliori prove del regista.

Lou 11/05/22 17:29 - 1119 commenti

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Film francese verboso ma stimolante, per il tema e per lo stile. Le “doppie vite” del titolo originale fanno riferimento agli spregiudicati intrecci sentimentali dei quattro protagonisti, ma anche alla trasformazione del mondo dell’editoria, che deve adattarsi alla rivoluzione digitale. Apprezzabili le interpretazioni del buon gruppo di attori, tra cui la Binoche (che si auto-cita come attrice famosa da ingaggiare come voce narrante di un audiolibro).

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Il ferrini 9/01/23 23:25 - 2337 commenti

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Stimolanti i dialoghi sulla nuova editoria e sull'evoluzione della narrativa contemporanea, sebbene a distanza di pochi anni in alcuni passaggi già si senta il peso del tempo che è passato, e parte di ciò che all'epoca era in divenire oggi è solida realtà. Trascurabili invece le vicende amorose fra i vari personaggi, che comunque sono ben definiti e ciascuno rappresenti in modo brillante un differente modo di porsi di fronte alla rivoluzione digitale. Una commedia certamente verbosa ma che non annoia e offre vari spunti di riflessione.
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