Un fungo parassita ha infettato buona parte degli umani, trasformandoli in morti ciondolanti che diventano famelici con l'odore del sangue. A differenza degli altri zombi, alcuni bimbi infetti hanno conservato capacità cognitive.... Horror di chiara matrice boyliana ma non derivativo: la trama, che presenta risvolti da "enfant sauvage", risulta meno banale rispetto alle pellicole dello stesso genere e sfocia in un bel finale enigmatico. Discreta la tenuta con alcune sequenze ansiogene e curata la caratterizzazione dei pochi personaggi, affidati ad un buon cast.
MEMORABILE: Quatti quatti fra gli zombi pietrificati; "Vuoi un gatto'" "Ho già fatto"; Le "lezione" finale
Le pellicole albioniche a tema zombi riescono a distinguersi ogni volta per un approccio diverso, o perlomeno personale nonostante il contesto stra-abusato. Vale anche per questo film, che nonostante tutto riesce a vivere di vita propria grazie a una storia quasi nuova (la ragazza) nella storia (il mondo colpito da epidemia). Si punta molto sullo scavare nell'essenza dell'uomo (in questo caso i protagonisti adulti) e del "mostro", identificato nella bambina. Tra qualche alto e qualche basso si arriva a un finale un po' stiracchiato. Decente.
Un fungo parassita ha trasformato gli uomini in zombi famelici ma un gruppo di bambini sembra essersi evoluto diventando un misto tra uomo e zombi, famelico ma dalle capacità cognitive perfettamente funzionanti; i pochi superstiti umani cercano di analizzarli per trovare una cura. Visione originale e interessante del non morto a cui viene dato un cervello non da mangiare ma con cui pensare. Purtroppo la trama non sfrutta bene la buona idea di base e finisce per incagliarsi nel solito militari e scienziati pazzi. Finale deludente.
Originale e in alcuni tratti toccante variatio pedocentrica sul topic imperante della Deadpocalypse, che propone insolite riflessioni schrödingeriane sulla duplice condizione bio(il)logica del morto vivente "di seconda generazione", bipolarmente condannato a un cannibalismo periodico quanto mai irreprimibile. Punto di forza principale, la splendida interpretazione della piccola Sennia Nanua, mini-star britannica in grado nonostante la giovane età d'imprimere convincentemente al proprio personaggio carisma, senso di responsabilità, altruismo disinteressato e desiderio di accettazione e umanità.
MEMORABILE: La favola scritta e letta in classe dalla piccola Melanie.
28 film dopo, le ormai pregiudiziali riserve sul genere si accasciano prima davanti alla curiosità per l’incipit nel bunker militare poi dinanzi a mille momenti: una fuga on the road ma la road non c’è più, morti veloci come proiettili e dormienti come virus, il nuovo Eden fruttifero di spore floreali e una ferale lezione finale alla nostra natura impartita dal più umano degli istinti. Già detto tutto? Sì, ma la capacità di trascinare lo fa sembrare qualcosa che mancava da vent’anni. Solo la Close non risorge. C’è un futuro dopo Walking dead.
Ancora una volta l’umanità viene rappresentata sull’orlo del baratro, pronta a collassare. Questa volta la variante è individuata in un fungo che trasforma gli uomini in “famelici”. Data la saturazione del genere ci si deve ritenere fortunati che le scene cruente non siano preponderanti, lasciando spazio a un discorso più ampio, ma posto non sempre brillantemente. I richiami alle opere di George A. Romero non mancano, (Il giorno degli zombi in particolare), ma non potrebbe essere altrimenti.
Bel zombie-movie che ha il merito principale di provare, riuscendoci, ad innovare il genere. Chiaramente non tutto è di primissima mano, specie nelle ambientazioni e nelle atmosfere, ma il film funziona bene. La prima parte intriga ed incuriosisce; il finale è un bel colpo d'ala che non si dimentica facilmente. In mezzo una parte centrale più consueta che però funziona bene e sa avvincere. Regia, sceneggiatura ed attori si attestano su buoni livelli, contribuendo alla riuscita finale di una pellicola meritevole di essere vista, specie se si ama il genere.
MEMORABILE: In mezzo agli zombi "dormienti": come camminare in punta di piedi sulle uova; Il finale.
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DiscussioneDaniela • 31/07/18 12:02 Gran Burattinaio - 5925 interventi
Horror di un paio di anni fa, distribuito in sala in molti paesi ma non in Italia, ora disponibile doppiato in italiano sulla piattaforma Netflix.
Visto tre anni or sono e piaciuto parecchio (voto ***1/2).
Rivisto tre anni dopo e ripiaciuto tanto ma con alcune riserve sulla seconda parte, che rispetto alla prima perde alcuni colpi e scende un po' di livello per alcune affrettate facilonerie di sceneggiatura (voto revisionato a ***).
In tutto ciò, grande prova immedesimativa della piccola ma enorme (interpretativamente) Sennia Nanua, in un personaggio "umano/non umano/troppo umano" serio candidato al posto ufficiale di Bub del terzo millennio.
P.S. No comment sulla scelta del titolo italiano, a dir poco "capatondesco".