Considerato il genere di film che rappresenta soddisfa a pieno i requisiti richiesti. Bella la chiusura, meno forse per come avviene. Si può muovere invece qualche critica alla scelta di Bella Thorne, probabilmente non adattissima al personaggio (si è abituati a vederla in ruoli che sono esattamente il contrario di questo) e all'andamento del film, un po' troppo piatto.
La 17enne Katie ha una rara patologia che la costringe a evitare l'esposizione alla luce solare, ma non è sempre facile. La trama sembra complementare a quella del recente Noi siamo tutto e anche qui l'ambito adolescenziale non impedisce di sviluppare spunti più maturi. Sa essere emotivamente autentico nel raccontare le emozioni di un primo amore vissuto sullo sfondo di delicate atmosfere lunari e fornisce messaggi positivi nonostante la tristezza del contesto.
Pellicola non banale che tratta le vicende di due giovani innamorati. Tutto sarebbe perfetto, se non fosse che lei soffre di una malattia rara per la quale non può rimanere a contatto con la luce del sole. Il film scorre bene e confluisce in una seconda parte piuttosto drammatica. Bravi gli interpreti, buona la regia con belle riprese notturne.
Interessante melodramma adolescenziale che riesce a distaccarsi dalla solita storia lacrimogena per raccontare (a metà tra gotico, fiaba e romanticismo) l'esistenza di una ragazza segnata da una malattia rara. Notevoli le ambientazioni notturne e da rimarcare che tra le prime volte di Katie non c'è la "prima volta" (quella lì), bravi gli interpreti; attenzione però: meglio munirsi di fazzoletti già all'inizio del film.
Target adolescenziale o quasi per un film che racconta una storia d’amore come mille volte vista al cinema nel contesto di una rara malattia ereditaria. Tolto l’evento patologico, il film si caratterizza per l’ assenza di personalità sia della sceneggiatura che dei personaggi completamente stereotipati e interpretati da attori di bell’aspetto, illustri natali (per lui) e poco altro. Si ricorre all’espediente della malattia in modo ovviamente ricattatorio per lo spettatore. Film in modalità “copia e incolla” da evitare.
Melodramma adolescenziale che per una volta ha una trama tangibile, qualcosa da raccontare e qualcosa su cui far riflettere. Il racconto di una vita che deve combattere con una malattia rara, a tanti forse adirittura sconosciuta, viene esposto in maniera delicata e toccante (soprattutto nel finale). Alcune parti sono forse un po' banali, ma ci devono essere anche quelle, per il giusto svolgimento della storia.
Intriso di personaggi e situazioni stereotipati (una giovane malata trova il vero amore e realizza tutti i suoi sogni), ha quantomeno il merito di non cedere a facili sentimentalismi. Il cast è passabile (anche se la Thorne è un po' troppo stucchevole), non mancano le scene commoventi, il ritmo è buono ma l' intreccio è praticamente assente. Insopportabile il finale buonista e sensazionalista tipico dei prodotti made in Usa.
MEMORABILE: L'arrivo dell'alba.
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