Note: Acune fonti indicano Steve Cutts come regista "uncredited" ma nella prima schermata del video ufficiale è presente l'indicazione: "An animation by Steve Cutts". Il corto, della durata di 3'15", è in bianco e nero tranne gli ultimi 20 secondi, a colori.
Un mondo di persone incollate allo smartphone, incapaci di guardarsi attorno e di provare sentimenti se non quelli dell’apparenza e dell’arroganza: ecco la fotografia dei nostri tempi nel videoclip della canzone di Moby. Il corto è didascalico, ma non per questo meno convincente: anzi, la ridondanza del messaggio enfatizza l’ipnosi di massa oggetto del film. Ottima animazione con disegni ispirati ai cartoon degli anni 30 e della grande depressione, con stimolante suggerimento di un’analogia con un’epoca socialmente disperata.
Un piccolo uomo cerca di sopravvivere in mezzo ai suoi simili, tutti impegnati a utilizzare in modo compulsivo i loro smartphone... Steve Cutts sorprende ancora, questa volta in abbinamento al testo e alla musica di Moby con la sua ultima formazione: se il messaggio è l'attuale dipendenza dalla tecnologia, il segno grafico è un omaggio al passato, più precisamente al grande Max Fleischer, storico animatore di personaggi come Betty Boop e Popeye. Di grande impatto la sequenza finale.
In un mondo sempre più connesso, la solitudine è opprimente. Il tema di questo cortometraggio di Steve Cutts non è nuovo, ma è tradotto con grande gusto e intelligenza in forma di storia animata, nella quale il piccolo protagonista assiste sgomento all'indifferenza di un mondo in cui i suoi simili sono sempre più assorbiti dagli smartphone ignorando la vita reale. Grafica e animazione pregevoli; le immagini si "sposano" bene con la musica di Moby e il finale (per quanto forse scontato) è efficacissimo. Notevole.
Quella che sembra una caricatura del mondo che ci circonda, è in realtà un qualcosa di tristemente presente, ma nello stesso tempo, quasi non intuibile, soprattutto da chi vi è completamente immerso. Una sorta di Matrix, dove la realtà è distorta e asservita all'utente, che se la vivesse, andrebbe incontro a delusioni, sofferenza e perdita di autostima. Peccato che il mondo creato sia a dir poco fasullo e zombificante. L'urlo soffocato del protagonista, solo tra la folla, è ormai un flebile ronzio, destinato forse a spegnersi.
MEMORABILE: Una lacrima per chi la realtà la vive, non filtrata e artefatta da uno schermo ipnotizzante, estraniante e frastornante (un piccolo, enorme dettaglio)
Angosciante cortometraggio di animazione (circa tre minuti) che si chiude - paradossalmente a colori - con una sorta di inconsapevole suicidio di massa (chiarissimo il riferimento a quello del lemming, per quanto questa vicenda sia un falso). Ritratto della solitudine in mezzo alla massa, con una piccola speranza portata avanti dal minuscolo protagonista. Difficile non sentirsi in colpa, vedendo questo corto.
Cutts ci pugnala ancora una volta evidenziando la nostra società che sta fallendo, demolita da un esercito di vuoti personaggi abbrutiti dalla dipendenza tecnologica e ben resi dall'omaggio al genio di Max Fleischer che li rende ancora più alienati da tutto e tutti. Salvo i minuti finali siamo nel pieno bianco nero, e ancora una volta non vediamo stille di luce pronte a illuminare la nostra fuga da questo mondo.
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DiscussioneDaniela • 9/02/18 22:12 Gran Burattinaio - 5927 interventi