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datemi pure del malato mentale o del disadattato estetico ma l'ho trovato stratosferico, una di quelle creazioni per le quali gli abusatissimi lemmi genio e capolavoro tornerebbero ad avere un senso, se solo potessero rendergli giustizia.Questo, ammetto, mi spaventa un po': per Wave twisters mi ci è voluta più di una sessione; qui mi dovrò come minimo strappare il raziocinio dalla rete neurale e seviziarlo mortalmente prima di procedere con la visione. Però caspita se mi ingolosisci, Schramm...!
quali alacri sottotenenti di lotus troviamo i sempre meno raccomandabili firth e screamerclauz, e già questo garantisce la negazione di ogni apposito sostegno o di una qualche forma di rifugio mentre arriva il katrina. è un'opera che non dà risposte, che la fa finita con ogni possibile discorso, e se finge di darne una lo fa solo per centuplicare miriadi di sottodomande con inni all'inconcludenza e all'insensatezza del vivere, un minestrone di psicotropi al quale, proprio come accadeva in wave twisters (al quale per più di un verso somiglia parecchio) non si può opporre resistenza razionale (se lo si fa, si cede al minuto 5), una formattazione del mondo così come puoi anche provare a reinventarlo (come da manifesto: "la stessa immaginazione non potrà più esserti d'aiuto"), un inesausto attacco atomico alla logica che funziona tanto più ti abbandoni alla blastwave e se adori chi al delirio dà lo statuto di governare il pianeta e fa dell'arte un campo di battaglia senza recinti.
non lo raccomanderei indiscriminatamente a tutti, perché abbisogna di una parrucca branduardiana e di un senso dell'umorismo davvero buio e perverso sullo stomaco per essere attraversato (e apprezzato: il titolo del resto significa merda e chi non ha il culto della parafilia lasci perdere a priori), ma di opere-burnout come questa che danno scettro corona e trono alla fantasia più incontrollata e agguerrita (siamo davvero a livelli di sovraccarico da far sembrare banale rick & morty) ne vorrei almeno una ogni due settimane. e dunque egoisticamente spero che la carriera cinematografica di flying lotus non si fermi qui.
avrei dovuto suggerirti di iniziare da beast che era il più "morbido" o quanto meno quello che dei tre più si presta a lasciarsi razionalizzare man mano che avanza.Poco male... Intanto avevo visto Saint Bernard proprio il giorno prima della chiamata su The beast! :)
in un certo senso ci sta. tutto sta nel capire in quale e perché. anche perché sono entrambi sabotaggi cine-grammaticali di quelli grossi, ma espressivamente distantissimi tra loro. qui si viaggia più in parallelo con tipetti come roiland/hamon, vince collins, bakshi e chiaramente kurt schwitters e tutto il dada più muriatico per cui più facile sentirsi trasversalmente più garantiti, specie se si apprezzano firth e screamerclauz. di contro bartalos non sfida la più alta soglia di attenzione come fa lotus, per cui mi stupisce un po' quanto dici, specie ricordando che avevi fatto fatica con wave twisters, che rispetto a questo era una capriola. attendo incuriositissimo.Istintivamente penso che sia dipeso da una questione di ritmo e di varietà stilistica: di Bartalos ammetto di aver sofferto un po' i momenti di passaggio da una vignetta weird all'altra. Per carità, la scena di "Static Boy" da sola bastava a giustificare il prezzo dell'attesa (ed è solo una delle tante, tantissime), tuttavia il peregrinare reiterato di Bernard finiva per distrarmi dalle gioie visive facendomi sospirare una qualche chiave di lettura (pur riconoscendo la non-necessità di una razionalizzazione). C'è da dire, però, che l'ultima tranche apre certi scorci interpretativi belli dark, e infatti il finale mi ha soddisfatto.
diciamo che bartalos è più rarefatto e contemplativo ma in qualche strano modo anche più folle e sovraccarico, meno dispersivo, e quindi più psichicamente affaticante.
il ludens di kuso è molto più sciroccato, più divertito, più cazzone