Commedia assai ruffiana ma indubbiamente ben girata, con un Gabriele Muccino che sa dare forza alla sua sceneggiatura con capacità tecniche rimarchevoli, coadiuvato da una fotografia dai colori brillantissimi e da una colonna sonora inserita con grande cura (anche se spesso sovrasta i dialoghi rendendo ardua la comprensione, già penalizzata da un sonoro imperfetto. Con un colpo al cerchio e uno alla botte Muccino racconta le vicissitudini preminentemente amorose di trentenni (la parte predominante del film, con al centro quattro amici e rispettive ragazze) ma pure di cinquantenni (e qui Stefania Sandrelli la fa da padrona), cercando così di coinvolgere nel suo quadretto molto qualunquista...Leggi tutto l'interesse di due generazioni. Va subito detto che se nel primo caso ha delle intuizioni felici e le ottime performance di Stefano Accorsi e, forse ancor di più, di Giovanna Mezzogiorno, lo aiutano moltissimo, nel secondo tende a sconfinare nella soap stile UN POSTO AL SOLE, con la Sandrelli mal diretta e Diberti poco incisivo. Se sorvoliamo su di loro (e sui camei superflui di Piero Natoli e Sergio Castellitto) possiamo comunque dire che il film, benché banale e spesso "artificioso", sa coinvolgere. La sexy lolita Martina Stella deve ancora affinarsi, così come Claudio Santamaria, ma il resto del cast "giovane" funziona (c'è anche Carmen Consoli, tra le conquiste veloci di Marco Cocci) e l'originalità di Muccino nell'approcciare le solite crisi d'amore, i tradimenti e le gelosie (uno stile "moderno", secco, veloce) ci fa accettare un film che, a guardar bene, ha la consistenza della carta velina.
Tra i pochi film per giovani che ha raccolto consensi da più parti. Merito della regia vivace e pungente di Muccino e della buona prova di Accorsi, perno del film e personaggio emblema dei nostri tempi. Gli fanno da contraltare una brava e decisa Giovanna Mezzogiorno e una decente Martina Stella (ma viste le capacità attoriali della signorina, dobbiamo esserne contenti). Bravi anche Cocci e gli altri, coinvolti in una serie di casini non male. Soggetto poco originale ma confezionato con bravura e con una certa carica.
Film giovanilistico per una volta non banale come spesso capita ai film italiani, L'ultimo bacio mette in scena i dubbi e le speranze (spesso disattese) legate all'amore. La vicenda del gruppo di coetanei colti in punti cruciali della vita è ben scritta, con situazioni in cui lo spettatore può facilmente riconoscersi. Il film, realizzato con un'accorta regia, si avvale di un buon cast che amalgama felicemente attori giovani (Accorsi, Mezzogiorno) ad interpreti più esperti (Sandrelli, Castellitto).
Filmettino senza infamie e senza lodi che comunque si lascia vedere tranquillamente grazie anche a una regia accorta. La storia in sè non è niente di originale, comunque le immagini scorrono e la vicenda si riesce a seguire con il giusto interesse. Stefano Accorsi non è attore che il sottoscritto gradisca molto ma la sua prova è dignitosa; meglio di lui fa Giovanna Mezzogiorno.
Film furbo ma ben girato, con un'ottima colonna sonora. Adesso i difetti: la trama rivela delle belle inconsistenze: il trentenne in crisi post adolescenziale ma con lavoro avviato, la signora ricca ed infelice che non vuole invecchiare, il nevrotico che molla la famiglia (ma perché non ha fatto partire prima la moglie?)... eh no, se ci siamo con la descrizione dei caratteri, il contesto è totalmente irrealistico. Finale di vago omaggio a Germi.
Per quanto il film sia furbetto, gli attori fighetti o giù di lì e Muccino non sia il mio punto di riferimento come regista, trovo questo sia un film nient'affatto male. La fine dei sogni di coppia che cozza con l'incapacità di non sognare, di non esser infantile, di non esser egoisti. Due stagioni a confronto, che si vivono, non si amano, che tristemente vanno avanti. Una Mezzogiorno deliziosa ed una Stella, versione lolita, cui sarebbe difficile resistere. Cammeo della Consoli. Soundtrack piacevole.
Ragazzi quasi trentenni in crisi di crescita, sbandati tra ricerca del senso della vita e di ragazzine da portarsi a letto. Film generazionale, con una storia (e soprattutto un’idea di fondo) banale e retorica e tuttavia girato bene, con grande maestria tecnica e con buona sensibilità. Muccino è bravo, non c’è che dire e pure i suoi attori che riesce a valorizzare (toccante la fragilità di Stefania Sandrelli). Ma su tutto pesa l’inutilità di questo film dall'orizzonte piccolo. Stucchevole l’uso della musica in sottofondo su scene diverse.
Croce e delizia della carriera di Muccino, il film che ne attesta le qualità tecniche (merce non comunissima in una cinematografia recente che pullula di inquadrature da geometra e fotografia da realismo socialista) quanto la piatta adesione allo zeitgeist più conformista. Però il film funziona e si lascia guardare nonostante le falle degli interpreti (l'overacting della Mezzogiorno, e Accorsi sempre in versione maxibon): l'astuzia non è necessariamente un disvalore, se uno non pretende di avere inventato il cinema.
MEMORABILE: Accorsi che abbandona giustamente per strada il funesto Siddharta, tossico livre de chevet di tanti malcresciuti
Atroce. Un cast di attori davvero pessimi, facenti parte della nuova generazione italiana (purtroppo). Nel cast si salva solo la sempreverde Stefania Sandrelli, ma per il resto a partire dalla crisi del trentesimo anno dei ragazzi a tutte le altre problematiche, il film risulta davvero penoso.
Ecco la rovina del cinema italiano. Un regista preoccupato di patinare le storie più banali e che propone come "attore" il fratello dallo sguardo ebete. Qui gli attori cani fanno a gara: dal protagonista, sopravvalutatissimo, all'insipida reginetta bionda, priva di sensualità e scucchiona. Trentenni così sarebbe meglio non esistessero ma se l'Italia di oggi è quella che è lo si deve anche a questa generazione e a questi registi. Il Lelouch dei poveri (e già Lelouch...)
Un ruffiano -ergo precisino e leccatissimo nell'orchestrazione- caravanserraglio di defilippiane melensaggini che lascia d'int'o core una profonda voglia di rifarsi con uno snuff, possibilmente con Accorsi quale vittima predestinata, ucciso con clisteri e flebo di maxibon squagliati. A Muccì, settetrovo...
Terribile storiella di personaggi mediocri, con storie d'amore (per così dire) e corna varie che nemmeno i tronisti e le squinzie pomeridiane della De Filippi. Può darsi che sia ben girato, ma "francamente me ne infischio". La coppia dei personaggi di Accorsi-Mezzogiorno è la dimostrazione che Dio li fa e poi li accoppia. A parte la Sandrelli (che effettivamente in questo serraglio sembra un'aliena) i personaggi del film si fanno odiare tutti senza rimorsi: insopportabili e fasulli. Estetica del carino, direbbe qualcuno. No grazie.
Ecco il film che ha il primato di coppie "fatte lasciare" nel mondo. Chiarisco subito: non è un capolavoro, ma neanche quel guazzabuglio di atrocità che è così di moda stroncare. Pregi: il film è ben diretto, le scene di litigio sono credibili (la Mezzogiorno è davvero brava, la Stella interpreta l'unico ruolo per lei possibile) e l'accusa di voler dipingere un mondo alla Mulino bianco non regge, perché il finale non è poi così consolatorio. Difetti: la Consoli e una certa patina pubblicitaria. Non esalta il cinema italiano, ma neanche lo distrugge. Passabile.
Ragazzine vogliose, trentenni in crisi di identità, Carmen Consoli che esclama "Ca**o in Africa!", anziani in vena di avventure amorose (sic!), attori infilati a forza (Muccino e l'attrice che qui interpreta la sua ragazza), se questo è il cinema italiano del 2000 stiamo freschi. Solito filmetto senza arte né parte girato da ragazzoni per un pubblico di ragazzini, si salvano (per modo di dire) solo Accorsi e Mezzogiorno, sprecata la Sandrelli. Scadente.
Un film confezionato ad uso e consumo del pubblico che chiede storie di coppie – non importa a quale di fascia appartengano – che si fanno, si disfano con il tradimento, si pentono e si riconciliano con la nascita di un figlio. Le recitazioni grintose e convinte di alcuni interpreti – Mezzogiorno, Sandrelli – sono messe a repentaglio dal dilagare di dialoghi sopra le righe e i personaggi, trattati con banalità e leggerezza, scadono in vuoti stereotipi contrapposti.
Carino. Dopo il primo tempo non gli davo moltissimo, perché troppo frammentario e con ragazzotti che parlano in modo ultraveloce, talora incomprensibile. Molto meglio la seconda parte, che conferma il talento (talora ruffianello) registico, sfodera un'eccellente Mezzogiorno accanto ad un ottimo Accorsi (degli altri giovani la migliore è la Impacciatore, mentre la Stella è davvero tremenda, ai limiti del sopportabile), raccorda bene i rivoli e i rivoletti. Ci sono Susanna Javicoli e Piero Natoli al loro ultimo film. **½.
MEMORABILE: Frase: "È la normalità la vera rivoluzione". Momento: il piano-sequenza (3 minuti) del grande litigio Mezzogiorno-Accorsi.
Muccino è sicuramente un maestro di ruffianeria ed un “mostro” di bravura nel captare gli umori del pubblico e dargli ciò che vuole. E, infatti, il film è piaciuto a tanti perché (fatto scientemente per piacere a tutti) considerato un veritiero ritratto di una generazione, in realtà (per fortuna perché i trentenni non sono tutti come li dipinge il regista), non fa altro che fare leva su una serie infinita di luoghi comuni. Per il resto che dire? Poco o nulla. Certo c’è di peggio, ma da qui a dire che è un bel film o che Muccino è un bravo regista…
Anche se con una buona dose di furbizia, il film offre una visione molto attendibile e interessante del modo di concepire i rapporti di coppia dalle diverse fasce di età al giorno d'oggi. C'è una discreta fluidità di scrittura ed è notevole l'interpretazione di Giovanna Mezzogiorno, che sprigiona grande carica nevrotica. ***
Irreprensibile la regia di Muccino, anzi, a tratti notevole. Pregio fondamentale è quello di avere uno spezzone di film (il momento in cui scoppia la bagarre tra la Mezzogiorno e Accorsi) in cui la storia s'impenna, ed oltre ad un'ottima prova da parte dei due protagonisti, lo spettatore viene definitivamente coinvolto nell'atmosfera forzatamente angosciosa del film. Scrittura furbetta, ma ben girato. Qualcuno ha notato che il personaggio interpretato da Marco Cocci è quello che urla meno di tutti? Il perché è facilmente intuibile...
La generazione dei trentenni dell'anno 2000 narrata ed esaminata in questa pellicola lineare in cui lo stereotipo è perennemente in agguato. Tuttavia il soggetto regala validi momenti grazie soprattutto al cast variegato, a una regia vivace e all'argomento trattato. Grande successo, bella la Mezzogiorno.
Capostipite di uno dei filoni più deprimenti del cinema italiano del 2000, questo film di Muccino in realtà non è da buttare. Tecnicamente non malvagio, ben fotografato e recitato (mediamente) in maniera dignitosa, presenta qualche problema in più dal punto di vista della sceneggiatura: tra personanaggi odiosi e banalità a non finire, ad intrigare è solo la storia adulterina di Accorsi, mentre tutto il resto suscita o noia (Pasotti & co) o imbarazzo (tutte le parti con la Sandrelli). Molti epigoni, ma ciò non è propriamente un bene.
Diciamo che questo genere sarebbe un personale antigenere, ma questo film in parte lo salvo. Non posso soprassedere sull'insofferenza generale oltre al finale, semplicistico ed opaco. Rimangono alcuni tratti sostenibili, potenziali realtà comportamentali, significative dell'immaturità che cambia col tempo. Emergono drammi matrimoniali riscontrabili nella vita delle coppie vere, stesi con moderata capacità e tensione. Il messaggio propugnato è ambiguo e pure un po' sfigato: tranquilli, nella vita di coppia c'è anche di molto meglio!
L'opera più riuscita di Muccino: il regista, oltre a saperci fare con la macchina da presa, riesce a tirare fuori il meglio dal proprio cast. Il pregio maggiore del film è senza dubbio l'intensa interpretazione di tutto il comparto attoriale. A tratti può infastidire sia per le pretese sia per il tono retorico. Nella mediocrità della cinematografia italiana, l'opera spicca chiaramente. Buono!
Le novrosi delle coppie vengono messe in mostra da Muccino in maniera givanilistica e vengono sbattute in faccia allo spettatore adolescente che gode e si può immedesimare in liti furibonde e nelle scappatelle di un Accorsi sedotto dalla giovane Martina Stella. Detto questo il film presenta i soli limiti del prodotto che punta solo all'incasso sfruttando le paturnie di un pubblico attratto più dalla persona fisica che dal personaggio interpretato. Salvo la Mezzogiorno e poco altro.
Muccino racconta con qualche banalità i trentenni, quelli che dovrebbero uscire dalla prolungata adolescenza e mettere la testa a posto. Tra viaggi utopici in Africa, tradimenti e urla (tante), il regista si addentra decisamente bene: sa come fare un film e si vede. Non sempre felice la scelta degli attori: Martina Stella imbarazzante, come a volte Pasotti e la Sandrelli. Brillante e bellissima Giovanna Mezzogiorno, che con una splendida interpretazione eclissa in toto quella di Accorsi. Azzeccata anche la colonna sonora. Non male.
MEMORABILE: La litigata tra Accorsi e Mezzogiorno.
Salvo parte della storia perché l'evoluzione del tradimento all'interno di una coppia apparentemente perfetta ha sempre il suo perché. Oltre questo vedo poco. Un giorno qualcuno mi dovrà spiegare perché Accorsi sia considerato un grande attore. Sarebbe identico a sé stesso anche se interpretasse il Papa. Troppa Giovanna Mezzogiorno... Un'occasione persa per fare un film non solo famoso ma anche di valore.
Nato per piacere a tutti, è in effetti un'ottima operazione commerciale che dà al pubblico italiano esattamente quello che vuole vedere e che vuole sentirsi dire sul conto dei rapporti affettivi e generazionali che hanno caratterizzato gli ultimi anni Novanta e i primi Duemila. La ricerca della felicità, la paura di invecchiare, la pienezza della vita... Nulla di nuovo, ma evidentemente c'era bisogno di qualcuno che riportasse questi temi all'attenzione di tutti in una confezione aggiornata.
Interessante e coinvolgente incursione di Gabriele Muccino nel mondo dei trentenni, dal quale esce fuori un quadro decisamente spietato e amaro. Il cast è interessante e ravvivato dalle bravissime Giovanna Mezzogiorno e Stefania Sandrelli, che interpretano due personaggi intensi; stessa cosa per Stefano Accorsi e Luigi Diberti altrettanto bravi. Leit motiv orecchiabile di Carmen Consoli che appare in un cameo.
Persi nella transizione da ragazzi a uomini, da donne a nonne, da ragazze a donne. Cast variegato dove i maschi sono immaturi ipocondriaci, gli adulti recitano come in un melodramma napoletano, le ragazze fanno i migliori ragionamenti (tranne la Mezzogiorno, che strilla come un’aquila). I contenuti sono al limite del trash amoroso, le fughe verso l’ignoto son degne di liceali e il finale a mo' di spot della chiesa cattolica. Muccino col dinamismo ci sa fare ed equilibra i toni sopra le righe.
Commedia diretta da Gabriele Muccino in cui emergono le tematiche dell'amore e della crisi di un gruppo di amici trentenni pervasi, chi più chi meno, dai problemi legati alla vita, alle amicizie, ai figli e al matrimonio. Protagonisti assoluti della vicenda sono Accorsi e la Mezzogiorno (entrambi in parte), una coppia di giovani sposi che va in crisi in seguito all'ingresso in scena di una giovanissima Martina Stella. Buono anche il resto del cast, per un film da tre pallini.
Resta probabilmente la prova migliore per Muccino, che è riuscito a costruire uno di quei film che ha segnato una generazione e l'adolescenza di molti giovani italiani. Le storie di un gruppo di amici che, arrivati alla soglia dei 30 anni, si trovano a fare i conti con le loro responsabilità, paure, dubbi e, completamente disillusi e insoddisfatti, cercano di affrontarle o di sfuggirvi. Un cast armonioso: bravissimi Accorsi, la Mezzogiorno, Favino e Pasotti. Meno Martina Stella, ancora troppo inesperta.
MEMORABILE: Ho bisogno che ogni giorno succeda qualcosa di nuovo, per sentire che la mia vita va avanti.
Se non c'è la qualità sopperiamo con la quantità. Storie di coppie che prese una a una non farebbero neanche un corto decente; messe tutte assieme riempiono lo spazio di un lungometraggio, ma nulla più. Se Muccino ci sa fare con le tecniche di regia, lasci perdere i soggetti e le sceneggiature, se questi sono i risultati. Può darsi che la realtà sia anche così, ma nel cinema deve essere raccontata diversamente per fare presa e soprattutto deve mostrare angolazioni nuove per elevare il film da un fotoromanzo anni '50. Giovani attori deludenti.
MEMORABILE: Il negozio di articoli religiosi ricorda un altro ben diverso film, come pure lo stappare bottiglie di spumante inneggiando a nuova vita.
L'immaturità e l'assoluta mancanza di assunzione di responsabilità dei trentenni protagonisti maschili è descritta da Muccino in modo frenetico, drastico, semplificato, con eccesso di luoghi comuni, come se fossero le caratteristiche distintive di tutta la generazione. Come non bastasse, a completare il quadro desolante si aggiunge la penosa crisi coniugale della matura Sandrelli. Manca insomma un minimo di equilibrio e sensibilità. Per il resto il film è di buona fattura, molto ben recitato dalla coppia Accorsi/Mezzogiorno.
Medaglia d'oro alla Mezzogiorno per l'urlo più forte! Scherzi a parte, oltre agli urli dei protagonisti alle prese con i propri problemi sentimentali, questo film racconta di più; ovvero dell'ansia che si ha quando si arriva in quel momento della vita in cui bisogna assumersi le proprie responsabilità poiché si sta per diventare definitivamente adulti. A raccontare le ansie Muccino risulta essere uno dei migliori: ottime inquadrature e buon racconto. La Sandrelli e la storia degli "vecchi" forse è un po' eccessiva e non viaggia insieme al film.
Sarà che mi sono avvicinata con molti pregiudizi (Muccino non è certo tra i miei registi preferiti), ma devo ammettere che il film non mi è affatto dispiaciuto. Per carità: pregno di facili sentimentalismi e di storie banalotte, eppure scorrevole, forse anche per le buone interpretazioni di Accorsi, Sandrelli e Mezzogiorno (stendiamo un velo pietoso su Martina Stella alla quale un corso di dizione non avrebbe fatto male). Senza infamia e senza lode.
Film ben girato e ben interpretato da un gruppo di ottimi attori che nel 2001 erano ancora all'inizio delle loro carriere. Muccino fotografa in maniera spietata la generazione dei trentenni italiani, sospesa tra la gioventù che sta lentamente svanendo e la maturità che non si vuole raggiungere, con la conseguenza di perdere di vista le loro responsabilità. Fuori luogo la parte della Sandrelli che tenta di riavvicinarsi a Castellitto.
Sotto la colonna dei demeriti due voci soltanto, ma pesantissime: l'aver irrimediabilmente piagato in senso diaristico le riflessioni generazionali del cinema italiano degli anni (e decenni) a seguire e l'aver lanciato nella baraonda Martina Stella (visino perbene ma poco dotata quanto a recitazione). Per il resto, specie se rivisto a posteriori e depurato delle considerazioni più ruffiane e autoreferenziali, è un film ben diretto e interpretato (Favino e Santamaria da una parte, Sandrelli e Impacciatore dall'altra i migliori).
Uno dei migliori film di Muccino, indubbiamente il più genuino, senza eccessive sovrastrutture. La storia scorre bene e i trentenni di quasi vent'anni fa sono raccontati verosimilmente. Il cast non è niente male, bravo Accorsi ma meglio di tutti per intensità Giovanna Mezzogiorno. Sicuramente un'opera smaliziata e furbetta che ha il pregio comunque di distinguersi da una certa piattezza che regnava a inizio anni 2000.
Un buon film corale, sebbene sbilanciato a favore di alcuni personaggi, nel quale Muccino segna per sempre la sua cifra stilistica. Dialoghi molto veloci, spesso urlati, scorci di realtà a volte un po' troppo teatrale ma che comunque fanno presa. Cast ben diretto e in parte (soprattutto la Mezzogiorno e una fragile Sandrelli), con alcuni camei curiosi come quello della Consoli. Funziona, si lascia guardare e ogni tanto fa sorridere. Bella la colonna sonora.
Sicuramente un film furbo, ma discretamente realizzato e diretto, anche se probabilmente sopravvalutato. Al pubblico piacciono le storie generazionali, coinvolgono e fanno sentire partecipi; a maggior ragione quando non sono solo lo spaccato di una fascia d'età ma ne comprendono di più (in questo caso con la Sandrelli a rappresentare le cinquantenni). Bravi gli attori, i quali in molti hanno fatto e stanno tuttora facendo una bella carriera. Nel suo essere qui insopportabile, la Stella ben rispetta la caratterizzazione di un'adolescente tanto maliziosa quanto svampita.
MEMORABILE: Il litigio Accorsi-Mezzogiorno con lungo piano sequenza.
Muccino fotografa la generazione di mezzo, quella dei trentenni, con esagerata drammaticità e con i toni esasperati che sono tipici del suo cinema. Il suo modo di rappresentare i personaggi che urlano in preda a chissà quali tragedie è alla lunga fastidioso e distrae lo spettatore dal seguire una trama comunque interessante e abbastanza ben recitata. Grande successo di pubblico e bella colonna sonora.
I trentenni, i loro genitori e le loro crisi. A loro modo i protagonisti di questa storia ne sono vittime. Sociologicamente è uno studio vedere come solo una ventina di anni fa i ragazzi di oggi venivano considerati uomini in carriera, vissuti e alle prese con una crisi esistenziale. Film scorrevole con protagonisti indovinati (bravi soprattutto Accorsi e Favino), ma ci sono anche una inossidabile Stefania Sandrelli, Diberti e Castellitto. La vera bomba atomica del film è però Martina Stella, di una bellezza incontenibile, dal sorriso e dalla voce che incantano. Sirena.
MEMORABILE: La scena madre del litigio.
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Gugly ebbe a dire: Sto ascoltando l'intervista di Muccino che presenta Baciami ancora: lo straccetto in in bocca è proprio di famiglia, sembra di sentire il fratello minore!
almeno Gabriele a differenza di Silvio non recita ! :)
Deepred89 ebbe a dire: Vi sembrerò fissato, ma mi è sembrato di cogliere qualche somiglianza tra il tema principale del film e quello di un vecchio b-movie nostrano...
Devo comunque constatare con amarezza che parte dei trentenni o giù di lì che conosco riprendono i caratteri immaturi dei personaggi di tale film...e dato che non parlo di un solo individuo, devo dire che qualcosa di vero c'è, ahimè.
HomevideoGestarsh99 • 4/11/11 11:50 Vice capo scrivano - 21546 interventi
Disponibile in edizione Blu-Ray Disc per Medusa Video:
DATI TECNICI
* Formato video 2,35:1 Anamorfico 1080p
* Formato audio 5.1 DTS HD: Italiano
* Sottotitoli Italiano NU Inglese
CuriositàRaremirko • 1/08/13 19:36 Call center Davinotti - 3862 interventi
La parte andata a Pasotti doveva essere di Enrico Silvestrin