L'assassino ha prenotato la tua morte - Film (1970)

L'assassino ha prenotato la tua morte

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il ritrovamento casuale di un filmato "impossibile" porta a farsi ovvie domande, in chi in quello stesso filmato viene ucciso. Poiché questi, tale Max Topfer (Cremer), è per l'appunto ancora vivo e vegeto, è inevitabile chiedersi chi sia l'uomo che nelle immagini gli spara e per quale motivo lo faccia. E da dove viene la bobina, che pare sviluppata su di un materiale speciale non ancora in commercio? La donna che l'aveva con sé, trovata svenuta nel parco vicino alla ricca tenuta di campagna dove si svolge la vicenda e dove abita la "vittima", non ricorda nulla del proprio passato. Il mistero s'infittisce. Dopo brevi ricerche si riesce comunque a individuare il killer virtuale (Rochefort) e lo si...Leggi tutto conduce in villa. L'uomo, di fatto sequestrato, non ha però mai conosciuto il padrone del posto e non capisce per quale assurdo motivo avrebbe dovuto ucciderlo (cosa peraltro mai avvenuta, nella realtà). Tre protagonisti in scena, gli altri sono semplici dipendenti di Topfer. Un evento chiave (l'omicidio visibile nel filmato) e una storia che ci ruota intorno, della quale quando cominciamo a intuire i contorni arriviamo con una certa facilità a ipotizzare il finale, decisamente forzato. L'impianto è tipicamente fantascientifico (al punto da avvicinare il film a un episodio allungato di AI CONFINI DELLA REALTA'), la realizzazione più da giallo con venature soprannaturali. Convince abbastanza dal punto di vista della recitazione, con Cremer misurato nella sua sospensione perenne tra incredulità e ardente desiderio di scoprire cosa si celi dietro a cotanto mistero, Rochefort fin troppo comprensivo nei confronti di chi l'ha condotto lì senza chiedergli il permesso e Anna Karina bella giovane la cui perdita di memoria toglie tuttavia importanza, nell'economia della vicenda. Non si capisce tra l'altro come abbia centrato col cavallo l'unico albero al centro di una radura svenendo, ma tant'è... Riflessione sul libero arbitrio, sull'ineluttabilità del destino, condotta però da una regia compassata che fatica a coinvolgere, nonostante la naturale curiosità che la soluzione dovrebbe stimolare in chi guarda. Le scenografie interne della villa tradiscono una collocazione temporale non certa: Topfer utilizza sistemi di ricerca fantascientifici (in base a una descrizione fisica sommaria della ragazza senza memoria identifica un numero preciso di donne che sull'intero pianeta corrispondono a quei dati), interroga un cervello elettronico che tutto pare sapere, si fa preparare in men che non si dica un tipo di pellicola identica a quella "sconosciuta" su cui è stampato il filmato...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 27/03/17 DAL DAVINOTTI
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Daniela 27/03/17 23:30 - 12625 commenti

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Dopo aver visionato un filmato d'origine misteriosa in cui viene ucciso da uno sconosciuto, un ricco uomo d'affari prima contatta il tizio per capirne l'eventuale movente, poi decide di anticiparne le mosse... Mix fra fantascienza e sovrannaturale più intrigante sulla carta che alla visione per colpa di una sceneggiatura fitta di forzature ed incongruenze riguardanti anche il disegno dei personaggi, nonché di una messa in scena priva di mordente, a parte qualche trovata scenografica. Peccato perché lo spunto era stuzzicante e il cast a disposizione più che discreto.
MEMORABILE: Dopo essere stato sequestrato e condotto al castello, l'ignaro Rocheford entra in una stanza interamente tappezzata da fotografie che lo ritraggono

Zaratozom 12/09/18 22:15 - 63 commenti

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La sua lenta ed elegante storia colpisce ancora oggi, per quanto esile e scontata. Quel suo circolare e perpetuo progredire come a voler infliggere ai personaggi una pena senza fine, quella ambientazione così immobile e fredda, come la voce del calcolatore che non riesce a trovare una soluzione se non quando è troppo tardi, quelle location francamente improbabili e oniriche, quella recitazione così monocorde di Cremer e di Karina, rendono questo film (sarebbe più consono chiamarlo pellicola) un prodotto sci-fi anni ’70, preciso a un fumetto uscito da Metal Hurlant o da Creepshow. Da conservare.
MEMORABILE: La "pizza" che rotola sull'erba, come un moto perpetuo.

Nicola81 20/09/18 22:20 - 2840 commenti

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Giallo fantascientifico dalla struttura circolare, che vanta uno spunto di partenza decisamente intrigante e riesce a toccare anche tematiche piuttosto ambiziose come l'ineluttabilità del destino. Il coinvolgimento però è inferiore alle aspettative, a causa di un ritmo che, specialmente nella parte centrale, risulta piuttosto diluito, avvalorando l'impressione di essere stati costretti ad allungare il brodo per poter raggiungere una durata cinematograficamente dignitosa (appena 80 minuti). Buone le prove dei tre protagonisti.

Myvincent 22/09/18 18:17 - 3727 commenti

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Come si resterebbe di fronte al filmato che ritrae indiscutibilmente l'esecuzione della nostra morte? Il tema parrebbe interessante, ma la messa in opera è tutto tranne quella di un giallo, vista la tendenza melodrammatica, cui sottintende addirittura un imprevedibile fattore fantascientifico. La fine è tale e quale all'inizio, con tanto sollievo da parte di chi ha deciso di immolarsi alla causa della visione di un film che non presenta alcunché di interessante.

Ronax 18/01/19 01:30 - 1248 commenti

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Un potente uomo d'affari vede filmato il suo assassinio in una misteriosa pellicola recapitatagli da un'altrettanto misteriosa ragazza. Scherzo o premonizione? Facile prevedere come andrà a finire. Meno facile reggere fino alla fine questo giochetto ammantato di richiami fantascientifici e parapsicologici, che dopo un discreto incipit si trascina stancamente verso una conclusione scontata. La cura formale è indubbia ma è solo un involucro vuoto. Curiosa la presenza di Rochefort che rivestirà un ruolo simile in Profezia di un delitto di Chabrol.
MEMORABILE: Le scatenate corse a cavallo della Karina.

Rufus68 12/04/20 00:33 - 3825 commenti

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Interessante giallo filosofico. Una scheggia di futuro irrompe misteriosamente nel passato "costringendo" tutti gli attori a inscenare proprio il dramma previsto. Una metafora, forse, del destino ineluttabile, classicamente greca o germanica, che il regista gioca con buona destrezza immergendola in un'atmosfera da glaciale distopia tecnologica. Senza notevoli impennate, ma arricchito dall'impeccabile mestiere di Cremer e Rochefort. Da recuperare.

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    Durata 1h20m38s
    Extra: Galleria fotografica

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