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TITOLO INSERITO IL GIORNO 10/12/16 DAL BENEMERITO RUFUS68
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Rufus68 10/12/16 21:29 - 3825 commenti

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Un ingegnere conosce in viaggio l'attrice Lena: fra i due si consuma un fugace amore. L'indomani ha pronto un amaro disinganno. Un'opera breve, l'unica della carriera di Shpalikov, suicida ad appena trentasette anni. Settanta minuti imperdibili: dapprima il calore dell'incontro, le speranze (di una lunga felice vita, come chiede Lena); quindi, crudele, l'addio; da qui il film diviene muto, pura lirica: ecco la città, il fiume, una chiatta, una ragazza che suona la fisarmonica, l'autobus: la vita fluisce ancora, indifferente a chi davvero ama.

Cotola 2/09/17 10:42 - 9009 commenti

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Utopia e disillusione: dalla promessa di condivisione e di felicità eterna all'abbandono ed alla solitudine. Questa la sintesi contenutistica di un piccolo grandissimo film che in appena 70 minuti fa a pezzi il sogno socialista e le sue ubbìe. Non a caso fu subito ritirato dalla circolazione nella Russia di allora. Tutto viene però detto senza retorica, senza "urlare", senza "protestare" ma, forse proprio per questo, con una potenza emotiva notevole ed inusitata: merito anche del lirismo che raggiunge vette altissime negli indimenticabili ultimi minuti. Chapeau.
MEMORABILE: Le diverse reazioni, a seconda dell'età, del pubblico alla rappresentazione dell'opera di Checov; Il lento e lirico fluire degli ultimi minuti.

Daniela 14/11/17 12:10 - 12623 commenti

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Un uomo e una donna fanno conoscenza su un autobus, scoprendosi attratti l'uno all'altra. Passano una sera insieme, parlando del proprio passato e progettando un futuro in comune. Speranze e sogni destinati a svanire il mattino seguente... Un "breve incontro" russo di infinita malinconia, come malinconici sono i paesaggi, gli ambienti, i volti. L'unico film diretto dal regista/poeta, pur nella sua brevità (dura appena 1 ora), riesce a raccontare con grande finezza la caducità dei sentimenti umani, lasciando un persistente retrogusto di amarezza. Cechov, espressamente richiamato, abita qui.
MEMORABILE: "Il tuo naso è allegro, ma i tuoi occhi sono tristi"; La ragazza con la fisarmonica nel finale sul fiume

Faggi 1/06/20 15:40 - 1549 commenti

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Due formidabili attori, dalla naturalezza mistica; il paesaggio e gli ambienti, di inesorabile espressività. La forza figurativa senza sforzo, leggera come una piuma, liscia come seta - ma incisiva. L'intensità lirica che si rivela spontanea, o non intenzionale (pregio delle opere riuscite) - e si consideri, solo per esempio, l'inquieta e struggente parte finale, capace di restituire una strana malinconia ebbra. È tutto di squisita perfezione in questo film per contemplatori di sogni agrodolci e per amanti disillusi.
MEMORABILE: Lena: "[...] all'improvviso capita qualcosa, ti guardi da fuori e pensi: 'Sei tu o non sei tu?'. Ti succede mai?" Viktor: "Di continuo".

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  • Curiosità Daniela • 14/11/17 12:20
    Gran Burattinaio - 5930 interventi
    Si tratta dell'unica regia di Gennadi Shpalikov, poeta e sceneggiatore russo nato nel 1937, morto suicida nel 1974 ad appena 37 anni.
    L'opera rappresentata nel corso del film è "Il giardino dei ciliegi" di Anton Cechov.