Bad moon - Luna mortale - Film (1996)

Tra i più bizzarri werewolf movie da me visti: l’atmosfera è quasi disneyana nei dialoghi, nelle location e nei personaggi (bastino il bambino solitario e il simpatico cagnolone protagonista), ma l’apprezzabile Eric Red gli aggiunge improvvisi squartamenti splatter, lo smembramento della famiglia e persino un prologo semi-hard alla Penthouse che lascia a bocca spalancata. Chiaro, non è L'ululato (alcuni duetti tra Parè e il pastore tedesco sono terribili e non per colpa del cane), ma c’è da sollazzarsi. Ottimo il lupo mannaro d’antan. Bene.

Curioso film licantropico molto novantiano nell'impostazione; se da un lato confezione, cast e atmosfere da teen-movie del decennio precedente (il cane buono, su tutte) fanno pensare a un prodotto para-televisivo, dall'altro non mancano nudi e alcune scene piuttosto sanguinose, oltre all'ovvia trasformazione in lupo mannaro che risulta tutto sommato di buon livello. Ritmo discreto e finale così-così per un film di facile visione, molto legato al periodo storico ma nel complesso ben fatto e con qualche buona atmosfera. Per amanti del sottogenere.

Buono questo piccolo film licantropesco di Eric Red, ottimo sceneggiatore (The hitcher resta il suo capolavoro). Trama molto lineare, classica si potrebbe dire, ma con un buon ritmo (anche perché il film dura 71 minuti) e con la discreta ideuzza dello scontro tra cane lupo e uomo lupo. Molto belli i paesaggi boschivi del Nord America e piuttosto ben realizzato il look del licantropo, tradizionale senza CGI (a parte una brutta trasformazione a vista). Discreto Parè; il miglior attore rimane però il cane lupo.

Film licantropico nel quale, più che il mostro cattivo, fa paura il cane "bionico". Impostazione molto anni 90 ma con uno sguardo alla decade precedente, con la sua impronta minimalista (pochi attori, mezzi ridotti all'osso). Più interessanti gli effetti speciali mentre il cast appare svogliato e poco convinto del progetto e ciò delude abbastanza. Nel panorama dei lupi mannari cinematografici, però, un posto lo può rivendicare tranquillamente.

Nonostante il taglio televisivo formato famiglia (il cane eroe, il moccioso), il filmetto si rende presentabile. Le trasformazioni (uno dei punti cruciali nelle pellicole sui licantropi) sono di accettabile fattura mentre il cast si diporta con buona professionalità. Nulla di rilevante (la storia è davvero esigua), ma portato avanti senza scosse e senza quelle cadute di gusto che, oggi, invece, sono pane quotidiano per il genere horror.

Morso da un lupo mannaro mentre era impegnato in un servizio nella giungla, un fotografo ne eredita la maledizione e comincia a far vittime una volta tornato in patria... Variazione sul tema dignitosa per quanto riguarda il make-up del mostro ma molto modesta sia nella messa in scena che per le prove del cast, mentre la presenza di un ragazzino petulante e del suo bel pastore tedesco in grado di fiutare la pericolosità dell'uomo indipendentemente dalle sue periodiche mutazioni ne fa un horror da tv dei ragazzi, ma d'altra parte è proprio il cane a recitare con maggior convinzione.

In realtà il titolo non sembra molto azzeccato perché nel film viene fatto intuire che il lupo mannaro può trasformarsi tutte le notti indipendentemente dalla luna piena e in più non servono proiettili d'argento come da cliché. Il protagonista principale è il cane pastore tedesco Thor, che fa la parte dell'eroe. La parte migliore del film, per cui vale la pena vederlo, è l'aspetto del licantropo, realizzato senza effetti digitali (tranne nella scena della trasformazione che in effetti è poco riuscita) e c'è un po' di splatter.

Qualcuno potrà vedere poco del talento di Eric Red in questa pellicola tardo-lupo-mannaresca; in realtà nella brevitas, nel minimalismo e nella quasi amatorialità degli effetti speciali ci stanno tutte le tensioni uomo contro uomo e nel nostro caso uomo contro bestia contro altra bestia che sono proprie del cinema del sottovalutato Red. La director's cut minimizza le fasi di trasformazione.

Di ritorno da una spedizione in Nepal, lo zio Ted va a stare dalla sorella portando con sé un terribile segreto; l'unico a sospettare qualcosa sembra essere Thor, il cane della donna. Onesto B-movie licantropesco che, pur non brillando in fatto di dialoghi (al limite del trash in certi casi) e definizione dei personaggi, ha la buona intuizione di narrare la vicenda dal punto di vista di un eroe a quattro zampe. L'animale quasi umano affronta l'uomo quasi bestia in quello che, escludendo il gore, potrebbe passare per un divertente horror family-oriented. Notevoli gli SFX prostetici.