Urban legend 2: Final cut - Film (2000)

Urban legend 2: Final cut

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Rispetto al primo capitolo c'è almeno il tentativo di creare una storia più interessante, che a ben vedere si ispira a quei thriller di casa nostra derivati dagli originali argentiani. Inserire il tutto in un corso universitario di cinema, dove gli studenti ambiscono a vincere il prestigioso “premio Hitchcock”, permette al regista John Ottman di giocare col metacinema, col film nel film fin dall'incipit rubato al BLOW OUT di Brian De Palma. Ci si riallaccia insomma al filone di Kevin Williamson, specialista in horror straripanti di citazioni d’ogni sorta. La forza di URBAN LEGEND 2 è...Leggi tutto comunque la professionalità della confezione, con un cast giovanile decoroso e ben diretto, una fotografia all'altezza e un'ottima colonna sonora d'atmosfera. Il risultato è superiore alle (basse) aspettative pur rimanendo ampiamente nell'ambito del già visto: c'è qualche omicidio piuttosto sanguinario (una decapitazione tramite finestra, in particolare), i dialoghi si lasciano ascoltare senza far gridare allo scandalo, la maschera da schermidore dell'assassino ha un suo discreto fascino, ragazzi e ragazze si fanno notare per la loro avvenenza fisica (prevedibilmente). Scoprire l'identità del killer non è certo impossibile, ma almeno la stessa non è spudoratamente celata come troppe volte capita. Scenografie e luci contribuiscono a dare spessore al film, costruito in definitiva sufficientemente bene. Se non fosse per l'idea di base troppo derivativa e per l'inevitabile prevedibilità dell'azione avrebbe anche potuto essere un discreto horror.

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Undying 3/06/07 23:38 - 3807 commenti

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Sulla linea narrativa del predecessore, Urban Legend 2 sfoggia una serie di citazioni al limite del plagio (Inferno e Suspiria: il primo delitto con decapitazione della vittima) e ricompone quello stile visivo che ha cavalcato il passaggio del millennio condizionato dalla corrente soft-horror alla So Cosa hai Fatto. Sceneggiato da Silvio Horta, come il suo predecessore, ripercorre alla nausea la tematica del giallo innestato sulle leggende metropolitane. Si differenzia per una maggior cura al dettaglio, specie nelle sequenze dei delitti.

Belfagor 6/12/11 18:26 - 2689 commenti

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Sequel del passabile Urban Legend che si adagia sui binari dello slasher/horror del nuovo millennio. Le influenze di So cosa hai fatto sono evidenti, così come la mancanza di inventiva che si traduce in una meccanica catena di omicidi dall'andamento prevedibile. Rispetto al primo film il cast è più anonimo, anche se c'è Eva Mendes alle prime armi.

Ryo 6/03/13 00:23 - 2169 commenti

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Molto meno incisivo del primo capitolo. Qui si citano molte meno leggende metropolitane e qualcuna addirittura o è poco conosciuta o è stata inventata ad hoc per il film. Diciamo che per il tema trattato, che non si dovrebbe prendere troppo sul serio (come appunto nel primo film), questo sequel è troppo pretenzioso. Fastiodiosissime le reazioni delle vittime, che si fanno quasi tutti uccidere rimanendo immobili, inermi, aspettando il colpo di grazia senza reagire. Simpatico l'espediente metacinematografico, ma tutta l'operazione è alquanto blanda.
MEMORABILE: L'assassino che si suona la colonna sonora da solo; Il piano sequenza finale con la musica di Hitchcock.

Rebis 5/07/13 19:48 - 2331 commenti

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Blanda la continuity con il primo capitolo, retta più che altro dalla presenza di alcuni personaggi secondari. Il tema delle leggende metropolitane è potenziato (sul modello craveniano) da un apparato meta-cinematografico utile a irrobustire e articolare la costruzione narrativa, ma insufficiente a generare una tensione efficace. Le sequenze di morte - escluso il feroce incipit, degno del miglior Argento - sono meno gory e ingegnose dell'originale, la cui atmosfera plumbea è persa nel vano tentativo di alimentare l'autoironia. C'è qualcosa di Blow-out, ma il confronto è semplicemente indecoroso.

Pinhead80 12/03/16 11:27 - 4715 commenti

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Continuano le leggende metropolitane, ma il risultato rimane pressappoco lo stesso del primo capitolo. La storia gira che ti rigira è sempre quella e quel poco di effetto sorpresa che c'era nel primo capitolo qui manca totalmente. Tutto è predisposto per far sembrare i protagonisti carne da macello senza reazione. Direi un po' poco per rendere il film meritevole di visione. Bocciato in pieno.

Rufus68 6/05/19 22:52 - 3819 commenti

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Insopportabile. Cast e regia anonimi, una serie di omicidi che cita (o quasi plagia) altrui capolavori. Non c'è uno stile e mai una riconoscibilità, solo una noiosa sequenza di dialoghi sciocchi, una recitazione da telefilm e l'accumulo di banali trucchetti per regalare brividi facilissimi. Non mancano le consuete musichine pervasive e spaccatimpani capaci di sfiancare un elefante.

Vito 21/10/19 10:40 - 695 commenti

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Seguito dello slasher sulle leggende metropolitane, ha dalla sua qualche buon omicidio (come quello della tipa a cui staccano un rene o quello dell'effettista ucciso con la corrente elettrica) e un'atmosfera citazionista e metacinematografica interessante. Però il tutto alla fine risulta pesante, ripetitivo e noioso. Inoltre l'assassino con la maschera da schermidore non si può proprio vedere...

Pumpkh75 15/09/20 14:33 - 1736 commenti

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Qualche miglioramento nelle scenografie dei delitti (quanto a sangue, dopo un primo omicidio promettente, si scarseggia) ma la storia è una groviera e il ricorso al metacinema che vuole accalappiare e bissare i successi del Craven del periodo (citato palesemente anche nel finale) è solo stantio e francamente tedioso. L’emblema è il personaggio di Loretta Devine: un ritorno forzoso, implausibile e quasi molesto. In regia, si rimpiange il buon Jamie Blanks che almeno il genere lo conosce. Si traccheggia nei bassifondi.

Lupus73 30/01/23 11:58 - 1485 commenti

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Sequel che enfatizza e rende decisamente molto più esplicite le valenze metacinematografiche, non solo con citazioni in ogni dove ma proprio perché ambientato in una scuola di cinema; Hitchcock su tutti, ma più che evidenti sono le citazioni di scene dal periodo d'oro di Argento (la finestra, il filo spinato, il cane, la scuola) ma anche di De Palma e del Craven più recente. Rispetto alla freschezza del primo risulta tutto più macchinoso, e gli elementi di cui sopra creano dispersione nelle dinamiche della sceneggiatura (e una certa freddezza). Siamo al limite con la sufficienza.

Anthonyvm 1/11/23 16:22 - 5615 commenti

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Gli allacci al precedente capitolo sono molto labili (praticamente ritorna solo la simpatica Loretta Devine nei panni della sorvegliante fan di Pam Grier), ma il nuovo settaggio in una scuola di cinema, che avvicina l'opera a coevi slasher metafilmici quali Scream 3 e Cut, regala almeno un paio di bei momenti (il prologo aerofobico à la Final destination e il delitto su pellicola in stile Powell), senza contare che il primo delitto è sorprendentemente feroce. Peccato che la seconda parte allenti la morsa, fra twist sciocchi, cadute di ritmo e poca coesione in sede di sceneggiatura.
MEMORABILE: Il rene asportato; L'argentiana decapitazione via finestra; L'attricetta che non sa urlare; L'omicidio sentito in cuffia; La maschera da luna-teschio.

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  • Curiosità Ciavazzaro • 1/09/09 12:24
    Scrivano - 5591 interventi
    Anson Mount fu considerato per il ruolo di Travis

    Fonte:Imdb
  • Curiosità Undying • 10/11/10 17:37
    Risorse umane - 7574 interventi
    Il dogma del sangue

    Urban Legend 2 non resterà di certo, come si suol dire, negli annali della cinematografia, fosse pure quella minore e di genere.
    Però questo film ha, al suo arco, un paio di belle intuizioni: non sono certo quelle che plagiano, tout-court, talune scene argentiane (una decapitazione con finestra, ad esempio); no, nemmeno il livello di gore e splatter, lievemente sovradosato rispetto ai contemporanei prodotti "gemelli".
    Piuttosto appare interessante, per quanto rara nel genere horror, l'idea di inserire sul classico serial killer mascherato, intento a compiere l'inevitabile e pleonastica mattànza, elementi metacinematografici in salsa L'occhio che uccide e, di conseguenza, uno stile di ripresa con macchina a mano che rimanda al movimento "Dogma".