Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il primo film di fantascienza italiano si accosta a certo catastrofismo americano e ambienta la storia in buona parte all'interno della base di Cape Shark, dove si seguono gli sviluppi del lancio nello spazio del missile XZ, a propulsione nucleare. Pilotato dall'astronauta John McLaren (Hubschmid), il mezzo dovrebbe orbitare due volte intorno alla Terra e poi dirigersi verso la Luna per la sua missione. Prevedibilmente non tutto va per il verso giusto e in questo caso i danni sono particolarmente gravi: non per il povero John, che quando il missile si guasta riesce a catapultarsi fuori dall'astronave e ad atterrare sulla Terra sano e salvo, ma per il nostro pianeta, visto che nessuno ha disinnescato...Leggi tutto il motore atomico del missile! Studiando una eco che proviene dal cosmo si arriva a concludere che l'esplosione del missile XZ ha spostato dall'orbita asteroidi che si sono attratti l'uno con l'altro formando un unico ammasso diretto verso la Terra. Ci si prepara quindi a un vero e proprio bombardamento di meteoriti (lo vedremo realizzato piuttosto bene in futuro, nell'ARMAGEDDON di Michael Bay!), mentre nel frattempo strani fenomeni si verificano: migrazioni in massa di animali, strani dischi di luce che si formano sopra le grandi città. La Terra in poche parole è minacciata e per colpa è nostra! Come evitare la distruzione? La soluzione non sarà diversa da quelle che ritroveremo nei tanti film simili, con l'aggravante che qui i soldi non ci sono e gli effetti speciali (opera di Bava) sono quasi sempre risolti con abuso di immagini di repertorio e sovrapposizioni piuttosto confuse. La mancanza di un budget adeguato è evidente anche negli interni (con scenografie decisamente povere) e in un cast non esattamente strepitoso, che unito a dialoghi anonimi e a una staticità di fondo dovuta alla regia poco brillante di Heusch rendono la visione scarsamente interessante. Si apprezza invece l'attenzione nella sceneggiatura per i particolari tecnici e per la complessità della visione generale, insolita rispetto alle più semplicistiche produzioni statunitensi così come non è comune vedere russi e americani uniti per la progettazione di una missione spaziale. La quantità di accadimenti studiati per infittire la narrazione e movimentarla va rimarcata, così come colpisce visivamente la resa del finale, lontana da un impossibile realismo ma genuinamente spettacolare, frutto dell'estro baviano. Inevitabili qualche intermezzo sentimentale con la bella e severa addetta ai calcolatori regolarmente importunata dal belloccio della base, le scene di massa con la gente in fuga accerchiata dai militari, le rotative con la sovrimpressione delle prime pagine dei quotidiani nelle varie lingue. Il coté tipico della fantascienza dell'epoca è rielaborato con professionalità e una certa eleganza (persino negli effetti, dove si evitano certe grossolanerie comuni oltreoceano in produzioni equivalenti), ma il risultato è un film compassato, macchinoso, verboso, pur se non disdicevole, come primo esperimento fantascientifico nostrano.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 11/09/16 DAL BENEMERITO DEEPRED89 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 14/10/16
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Deepred89 11/09/16 23:46 - 3706 commenti

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Primo fantascientifico italiano, piuttosto ambizioso nel mettere in scena - nonostante evidenti limiti di budget - missioni spaziali e meteoriti portatori di apocalisse potendo usufruire soltanto di un po' di materiale di repertorio e dell'apporto di Mario Bava a trucchi e fotografia. Il ritmo spesso si dilata inutilmente con conseguente calo di interesse, ma il solido professionismo dell'intero staff garantisce un livello tecnico e attoriale decorosissimo. Come primo tentativo non ci si può lamentare.

Maik271 9/11/17 15:58 - 436 commenti

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Uno dei primi fantascentifici italiani in coproduzione coi francesi che colpisce per la bravura nell'imprimere alla pellicola un'aria americaneggiante. L'atomica come causa scatenante e soluzione per la salvezza del genere umano. Benino il cast e le musiche, discreta la regia di Paolo Heusch. Nel cast un giovanissimo Rossi Stuart e la bella Fischer. Nei crediti tale Mario Baja alla fotografia che non è altro il Bava nazionale, garanzia di successo.

Pessoa 3/02/19 21:16 - 2476 commenti

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Heusch esordisce nella regia e apre il cinema italiano alla fantascienza. È il 1958 e nemmeno gli americani (per tacere degli altri) riescono a fare molto meglio. Giocano dalla sua un buon senso della regia, soprattutto nelle scene catastrofiche e una sceneggiatura ben scritta. La storia aveva allora un altro impatto, così come la tirata morale nella seconda metà, che sa tanto di Guerra Fredda ma fa ancora riflettere. Si gira molto in studio e ci sono suggestive immagini esterne di repertorio insertate in qualche modo. Per i tempi, un bel film.
MEMORABILE: La regia di Heusch (esordiente ma con tanta gavetta alle spalle) nelle scene di massa, soprattutto nell'uso della luce.

Ronax 30/11/19 00:35 - 1252 commenti

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Al primo volo umano nello spazio, quello di Gagarin, mancavano ancora tre anni, ma per il suo esordio nella fantascienza il cinema italiano gioca d'anticipo e manda già un uomo in orbita sulla luna. Le cose però non andranno bene e l'umanità rischierà grosso. Girato con mezzi limitati, un ampio uso di materiale di repertorio, effetti speciali più che modesti anche per i tempi e sopratutto un finale prevedibilissimo, il film riesce comunque a incuriosire se non ad appassionare. Modesti gli attori fra cui spiccano Ivo Garrani e Rossi Stuart.
MEMORABILE: L'esodo in massa degli animali dalle coste.

Myvincent 2/02/21 09:35 - 3741 commenti

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La terra è in pericolo a causa di una spedizione sulla Luna andata come non doveva andare e il countdown è una stretta morsa che deve essere allentata a tutti i costi. Film proto-fantascientifico un po' "inscatolato", anticipa molti temi attuali e si fa forte di un messaggio positivo nei confronti dell'uso dell'energia atomica. Purtroppo il ritmo piatto e la mancanza di guizzi narrativi (se non la scazzottata finale) ne fanno un prodotto dignitoso senz'altro ma dimenticabile facilmente (nonostante la cura del magico Mario Bava).

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