Regole d'onore - Film (2000)

Regole d'onore
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Ma quale onore? il titolo italiano equivoca sul significato di quello originale (RULES OF ENGAGEMENT) e s’immagina questioni d'onore inesistenti riecheggiando tuttavia un film (CODICE D’ONORE) a questo molto simile nella fase giudiziaria (con Jack Nicholson nel ruolo che qui è appannaggio dell'impassibile Samuel Jackson). Le regole cui fa riferimento il titolo originale, invece, sono quelle d’ingaggio nel corpo dei marines, citate a memoria dall'imputato e che gli si accusa di aver infranto sparando sulla folla yemenita inerme durante un'azione militare condotta per recuperare l'ambasciatore americano (Ben Kingsley). Legittima difesa?...Leggi tutto Lo scopriremo durante la lunga fase processuale, dove l'avvocato (Tommy Lee Jones) scelto dall'imputato e suo compagno nella guerra in Vietnam dovrà dimostrare la regolarità di quell'azione. William Friedkin, da sempre abituato a trattare argomenti spinosi, finisce per far assumere al suo film toni nazionalistici che, in verità, non sembrerebbero appartenergli. Il processo in ambito militare è stato affrontato in altre occasioni, la recitazione di Jones e Jackson non ha nulla di eccezionale (pur restando altamente professionale), le arringhe non riservano grosse sorprese, eppure il fin gira alla grande. Merito di una regia al solito impeccabile, che con egual perizia si disimpegna nelle fasi di guerriglia (in Vietnam prima, in Yemen poi) e in quelle in aula. Una sceneggiatura corretta (di Stephen Gaghan, da un soggetto del produttore esecutivo James Webb), un grande lavoro sul sonoro (consigliabile la visione in alta fedeltà) e una conoscenza del cinema non comune da parte di Friedkin fanno sì che RULES OF ENGAGEMENT non entusiasmi ma avvinca. Piacevole.

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Caesars 25/09/07 12:25 - 3790 commenti

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Partendo da soggetto e sceneggiatura non eccezionali e abbastanza di maniera (i politici governati dall'ipocrisia e i militari tutti d'un pezzo) la pellicola si può dire riuscita grazie alla prova degli attori (in primis Samuel L. Jackson e Tommy Lee Jones) ma soprattutto alla sapiente regia di William Friedkin, che ci dimostra come sappia fare "cinema". Una visione la merita.

Galbo 13/12/07 14:24 - 12392 commenti

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Film non particolarmente originale ma diretto da un regista di grande mestiere come Friedkin che riesce a realizzare un'opera tutto sommato discreta che fa leva sul sentimento militare patriottico, forse un po' reazionario ma di sicura presa su parte del pubblico. All'operazione contribuiscono due ottimi attori come SL Jackon e TL Jones. Il film presenta una sceneggiatura piuttosto solida e una regia efficace specie nelle riuscite scene d'azione.

Lovejoy 8/07/08 15:17 - 1823 commenti

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Buon dramma militare ben scritto e diretto con polso robusto da Friedkin. Ritmo notevole, grande lavoro di introspezione psicologica sui personaggi, cast ad alti livelli. E in particolare, memorabili le performance di Tommy Lee Jones, Samuel L. Jackson e Pearce. Un film bistrattato che andrebbe senz'altro riscoperto.

Cangaceiro 10/07/10 14:01 - 982 commenti

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Un Friedkin così spuntato, orfano delle capacità corrosive che lo hanno reso grande in passato, non può che confezionare un film normale. L'istantanea migliore si ha nella tappa di Lee Jones in Yemen dove la desolante incompatibilità tra America e mondo arabo nelle idee, nella lingua e nelle facce ci viene proposta con sommesso realismo, analizzando un'avversione che deflagherà drammaticamente in un pomeriggio del Settembre 2001. Per il resto un papocchio legal/politico a servizio della retorica militare USA e a difesa del beneamato corpo dei marines.

Jandileida 21/09/10 18:39 - 1565 commenti

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Se si cerca qualcosa di innovativo è meglio volgere lo sguardo altrove. Se invece ci si accontenta di un film solido, ben diretto (anche se da Friedkin mi sarei aspettato qualche guizzo in più) e ben recitato (Lee Jones e Pierce si sfidano in aula ed è un bel vedere, Jackson va in automatico) e con una storia ultracollaudata, allora l'indirizzo è quello giusto. Dopo l'11/09 il film potrebbe assumere un'altra dimensione, più profonda e stimolare una riflessione sul rapporto tra USA e mondo arabo; dubito tuttavia che questa fosse l'intenzione iniziale.

Rambo90 20/02/11 17:44 - 7697 commenti

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Dramma processuale che ricorda molto il precedente Il coraggio della verità: anche qui infatti si deve giudicare la condotta di un militare che ha sparato su una folla che secondo alcuni era inerme, secondo lui invece era armata. Friedkin è un buon regista e riesce a dare alla vicenda il giusto ritmo e i due protagonisti sono davvero bravi, soprattutto Tommy Lee Jones, mentre il resto del cast è degno di nota (c'è anche Ben Kingsley). Certo il finale è scontato, ma il prodotto è buono e si lascia vedere con interesse.

Zuni 10/02/12 19:46 - 68 commenti

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Friedkin proprio non ce la fa a indossare i panni mainstream e qui trasforma una storia da legal-thriller "de guerra" in un'analisi spietata e scomoda sulle responsabilità di un paese intero che trova più facile sacrificare i mostri che crea all'opinione pubblica, sempre affamata di colpevoli da distruggere, invece che assumersi le sue responsabilità. Un finale un po' facilone non scalfisce minimamente un film scorretto, duro e "fastidioso", sorretto da buone interpretazioni e che non si vergogna di far impugnare un fucile ad un bambino.

Capannelle 4/06/12 09:48 - 4411 commenti

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Il dilemma di base (cosa fare quando elementi pacifici e viscidi terroristi si mescolano) è purtroppo attuale e avrebbe meritato una riflessione più articolata invece della solita contrapposizione tra politici doppiogiochisti e militari devoti, di scene ridicole tipo quella dello scontro a cazzotti e del finale a tarallucci e vino con tanto di didascalie. È comunque godibile per tutte le due ore e discretamente diretto.

Saintgifts 15/05/14 23:44 - 4098 commenti

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Il 1968 è stato un anno importante per diversi motivi, ma qui è ricordato per la guerra in Vietnam. Spesso quel disgraziato conflitto è stato usato dal cinema, che lo ha analizzato in tutti i modi possibili; molte volte è stato utilizzato (anche in questo caso) come punto di riferimento, come forgiatore di uomini, di eroi. Il processo è fortemente sbilanciato, quindi non è difficile immaginare la conclusione. Lo stesso però si segue con interesse e, grazie anche alle scene di azione e ai comportamenti scorretti dei politici, si arriva a un buon film.

Il ferrini 21/08/19 22:38 - 2358 commenti

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Se si riesce a soprassedere sulla solita, immarcescibile, retorica a stelle e strisce, siamo di fronte a un film ben girato - davvero potenti le parti ambientate nello Yemen - e recitato splendidamente da tutto il cast, Tommy Lee Jones in testa. La vicenda non è particolarmente originale (può rammentare Codice d'onore pur non avendo lo stesso coraggio), tuttavia si fa seguire con interesse. Ecco, magari nel finale Friedkin il saluto commosso del colonello vietnamita ce lo poteva risparmiare.

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Piero68 22/01/20 10:39 - 2957 commenti

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Genere non proprio nelle corde di Friedkin tanto che nei primi minuti le scene ambientate in Vietnam sembrano girate quasi da un dilettante. Poi però piano piano il film prende quota e restituisce dignità a una pellicola tutto sommato anche coraggiosa, vista la chiara denuncia di un sistema, quello militare, che fa acqua da troppe parti. Buone come sempre le prove di Jackson e Jones mentre invece troppo sopra le righe il personaggio di Pearce, che ricorda più un imbonitore da strada che un P.M. militare nello svolgimento delle proprie funzioni.
MEMORABILE: In negativo: alla fine del processo il colonnello vietnamita fa il saluto militare a Jackson.

Paulaster 26/11/21 09:50 - 4419 commenti

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Colonnello dei marines è accusato della strage di 83 yemeniti. Storia di terrorismo e di vittimismo degli organi Usa con l'unica parte interessante che sono le regole d'ingaggio in combattimento. Friedkin gira una specie di Codice d'onore con una maggiore crudeltà visiva ma che diviene piatto nella fase giudiziaria e retorico in chiusura. Sugli insabbiamenti si poteva insistere di più, anche per far capire meglio l'influenza politica sulle questioni militari. Coppia protagonista che recita col pilota automatico.
MEMORABILE: Gli spari sulla folla; L'ambasciata crivellata di colpi; La falsa testimonianza di Kingsley.

Rigoletto 2/03/23 11:11 - 1786 commenti

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Che fare quando una folla di civili inferocita comincia a sparare? Il colonnello Childers, eroe del Vietnam, è chiamato a prendere decisioni difficili. Avrà infranto o meno le regole d'ingaggio? Jackson e Jones riescono a reggersi l'un l'altro con una chimica abbastanza azzeccata, mentre dietro la macchina da presa Friedkin riesce, come sempre, a trarre ottime cose anche quando, come in questo caso, il prodotto finale non è tra i suoi film migliori. La godibilità però non è in discussione e il film si fa comunque apprezzare. Nota di merito per "l'infame" Kingsley, sempre bravissimo.
MEMORABILE: La scazzottata fra i due protagonisti.
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  • Homevideo Zender • 6/06/18 14:21
    Capo scrivano - 47784 interventi
    Finalmente fuori anche il bluray Eagle (serie Indimenticabili) del film:

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  • Discussione Piero68 • 22/01/20 11:08
    Contratto a progetto - 241 interventi
    Per l'ennesima volta, all'interno di un film bellico o con militari, vediamo il solito abuso di saluto alla visiera fatto tra l'altro anche malissimo.

    Ma veniamo al fatto. Quando finisce il processo, all'uscita dell'aula, il col. nord-vietnamita vede il collega Childers e gli fa il classico saluto militare alla visiera.
    C'è un piccolo problema però, che il col. nord-vietnamita è in quel momento un civile vestito con abiti civili.
    Chiunque ha fatto un pò di vita militare sa benissimo che il saluto alla visiera, in tutti gli eserciti del mondo, è consentito solo ai militari in divisa di ordinanza. Chiunque esegua un saluto del genere in abiti civili (anche se in quel momento è un militare) è soggetto anche a punizione per inosservanza dei regolamenti.

    E' un errore che vedo spesso in molti film. Quello del saluto alla visiera anche fatto da persona in abiti civili. Nella realtà, nessun militare (soprattutto se ufficiale) o ex tale, si sognerebbe di fare una cosa del genere.
    Ora, non pretendo che tutti i registi e/o gli attori debbano conoscere la vita militare, ma perchè allora, sempre per rendere più credibili le pellicole, in questi casi non ci si affida ad esperti o consulenti.
    Tra l'altro in questo film c'è pure Dale Dye, ex ufficiale dei marines, che dopo il congedo ha aperto proprio una agenzia specializzata nel reperire ed istruire attori per film di genere bellico.