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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Uno di quei film che gioca fin dall'inizio sull'ambiguità della condizione in cui si trovano i protagonisti per gran parte della durata, divertendosi a spiazzare improvvisamente, a confondere più di una volta le carte in tavola, a forzare l'andamento naturale della vicenda per piegarlo alle esigenze di una sceneggiatura che deve mantenere il più possibile sfocati i contorni. L'invito è quello che riceve una coppia: lui, Will (Marshall-Green), è l'ex di Eden (Blanchard), la padrona di casa, e una volta raggiunta la villa si accorge che Eden ha invitato lì anche vecchi amici che non si ritrovavano insieme da almeno due anni. Il clima, apparentemente amichevole, sembra da subito nascondere qualcosa...Leggi tutto di strano ed è su questo che la regista fa perno per sviluppare un kammerspiel fatto di poche parole e molti sguardi: la condizione di Will è quella del più estraneo al gruppo, di quello che prima degli altri prova la sensazione che qualcosa non vada per il verso giusto. Ma potrebbe per l'appunto essere solo un'impressione. Che la sua ex abbia cambiato notevolmente carattere è evidente e, quando lei decide di mostrare un video registrato da un gruppo di persone che frequenta col suo nuovo compagno, l'impressione di avere a che fare con qualcosa di molto simile a una setta è forte. Ma appunto, nulla è mai certo e la volontà è quella di lasciare le cose in sospeso; fin troppo a lungo però: è evidente quanto non sia facile reggere la medesima situazione per quasi tutto il film. Marshall-Green fa l'uomo che si strugge, afflitto da ogni cupo pensiero possibile, ossessionato da voci e flashback che parlano di un passato per noi ancora piuttosto oscuro e che avremo il compito di decifrare analizzando indizi molto spesso contraddittori. Le impennate non mancheranno e sono i momenti in cui finalmente il film trova la sua vera ragion d'essere, ma sono troppo pochi e tendono a spegnersi velocemente per poi farci ripiombare in una piattezza che mostra i limiti di una regia non proprio esaltante. Una decisa sintesi avrebbe procurato maggiore efficacia, dando al pur bravo protagonista la possibilità di liberarsi dalle eccessive fasi di autointerrogazione; e sarebbe stato pure meglio abbreviare la stucchevole ultima parte, in cui si passa a cadenze da horror routinario. Si segue, ma la fase centrale è lo specchio di una fastidiosa dilatazione dei tempi in cui si avverte la mancanza di una sceneggiatura in grado di sostenere le ambizioni del progetto di partenza.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 22/07/16 DAL BENEMERITO DANIELA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 3/10/16
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Kinodrop 31/07/16 20:52 - 2909 commenti

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Un ambiguo invito a cena tra vecchi amici si trasforma prevedibilmente in una sorta di caccia a responsabilità pregresse con sottofondo legato a una misteriosa setta. Molto teatrale e monotono nell'esposizione, sproporzionato in rapporto all'epilogo che appare piuttosto incongruo. In sostanza si ripetono qui situazioni già ampiamente trattate, compreso il mix tra realismo e dimensione irrazionale che condiziona i protagonisti e la vicenda stessa. Sceneggiatura piatta e recitazione opaca ne accentuano la difficoltà di fruizione. Duro da digerire.

Daniela 22/07/16 22:50 - 12606 commenti

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Will viene invitato insieme alla sua nuova compagna nella villa losangelina dell'ex moglie, dalla quale si era separato dopo la tragica morte del loro unico figlio. Dovrebbe essere una riunione fra vecchi amici, ma il clima diventa sempre più pesante... Eccellente thriller da camera che non bara con gli spettatori, anzi riesce ad essere avvincente anche se, sin dai primi minuti, accumula gli indizi sul possibile epilogo, prevedibile ma comunque ben gestito. Bravo il protagonista, con un bel volto intenso che ricorda quello di Tom Hardy.

Hackett 24/07/16 10:13 - 1865 commenti

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Teso thriller da camera che si avvale di una sceneggiatura ben scritta e un cast azzeccato che ben sorregge l'impianto teatrale del soggetto. La tensione nasce nei dettagli, nelle cose più immaginate che viste e crescendo pian piano sfocia in un finale che, per quanto atteso, riesce a sorprendere a tratti nel suo svolgimento. Discretamente paranoico.

Hoffmann 1/08/16 09:57 - 5 commenti

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Già dai primi minuti di film (l'uccisione del coyote sulla strada) si capisce che il film andrà a parare in territori poco consoni, angosciosi e deliranti. La storia? Una coppia si sta dirigendo a una rimpatriata organizzata dalla ex-moglie di lui. Arrivano alla casa e trovano altri vecchi amici. Dall'ingresso nella magione in poi la regista Kusama evita di darci troppe spiegazioni e preme il pedale dell'irrazionalità mischiata a quel complottismo-settario che rende speciale un film che poteva rimanere nei canoni della home-invasion.

Didda23 3/08/16 10:50 - 2424 commenti

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Come thriller funziona alla grandissima - nonostante il soggetto che in un primo momento pare banale - con un crescendo narrativo davvero molto intenso e una gestione dei tempi e degli spazi ragguardevole, ma sono soprattutto le note drammatiche a colpire nel segno grazie a un protagonista di rara efficacia (la somiglianza con il più quotato Tom Hardy è inquietante) che sa rendere magnificamente il clima paranoico all'interno dell'abitazione. Finale discreto. Forse scontato in qualche frangente, ma l'intrattenimento è davvero garantito.
MEMORABILE: I flashback di Marshall-Green; La visione del video che crea un clima stranissimo; Il brindisi.

Cotola 21/08/16 13:19 - 8998 commenti

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Buon thriller-kammerspiel cui va dato atto, nonostante una certa prevedibilità (ma non poi così tanta) negli sviluppi narrativi, di saper mantenere alta la tensione e sempre vivo l'interesse dello spettatore sebbene certi presagi e segnali vadano tutti verso una certa direzione. Ciò grazie ad un crescendo ben dosato e ad una buona gestione dei tempi e degli spazi. Gli attori non sono il massimo, ma alla fine il film fa il suo lavoro di buon intrattenimento. Riuscito il beffardo epilogo.
MEMORABILE: La lanterna rossa e ciò che segue.

Galbo 20/08/16 06:53 - 12372 commenti

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Thriller in interni con meccanismo di tipo teatrale, la cui vicenda ruota intorno ad una cena da resa dei conti. Il tema è quello delle sette, comune nel cinema degli ultimi anni. Il limite è quello di uno schema che si ripete facendo sì che questi film si somiglino un po' tutti. Questa pellicola risulta abbastanza "pedante" nella prima parte, laddove la vicenda è ripetitiva e peggiorata da una prova attonita di un protagonista poco carismatico, migliora nella seconda che presenta però un epilogo alquanto prevedibile.

Pumpkh75 14/09/16 14:24 - 1736 commenti

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Il rapporto causa-effetto della necessità di catarsi non è il suo pezzo forte e il finale presta inavvertitamente il fianco a una spettacolarità che non gli si confà, ma tutto il resto (ed è un tutto corposo) è di classe: confidenze scosse e falsamente ritrovate, immagini e riflessi, spazi vuoti a colmare intime solitudini. Brava la Kusaka ad assegnarci il ruolo dell’accecato lasciandoci però sbirciare dove va a nascondersi, di più quando disarma l’elaborazione del lutto fino alla sua inerme semplicità. Gran kammerspiel di tormenti.

Il ferrini 1/10/16 22:37 - 2337 commenti

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Buon thriller, carico di tensione dall'inizio alla fine. Il talento visivo di Karyn Kusama si era già mostrato in Aeon Flux, ma qui è al servizio di una sceneggiatura "da camera" e quindi lo si apprezza maggiormente. Bravi gli attori, che ben si adattano al progressivo cambio di atmosfera fino all'intenso finale. Lo spettatore ha gli occhi di Logan Marshall-Green e segue la vicenda nutrendo i suoi stessi dubbi, le stesse paure. Film davvero ben riuscito.
MEMORABILE: Il video del guru che assiste al trapasso dell'adepta.

Taxius 2/11/16 16:20 - 1656 commenti

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Una coppia viene invitata a cena dall'ex moglie di lui insieme a un gruppo di amici di vecchia data per parlare dell'esperienza fatta all'interno di una misteriosa setta. Ottimo thriller costruito molto bene, in quanto pur mantenendo il ritmo basso riesce a inquietare e a incuriosire lo spettatore grazie soprattutto a un'eccellente regia e a una sapiente costruzione della trama che fa sorgere subito un dubbio: è il paranoico protagonista a essere matto o gli appartenenti alla setta? Il tutto lo si capirà verso la conclusione, attraverso un violento finale.
MEMORABILE: La lampada rossa.

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Deepred89 19/01/17 01:08 - 3701 commenti

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Reunion alla Compagni di scuola dagli echi polanskiani, che dissemina bene i presunti indizi ma non riesce a celare alcune debolezze, dal ben poco evocativo input del meccanismo tensivo (il filmato di morte new-age) alle sin troppo numerose crisi luttuose del protagonista, che rendono intermittente il senso di attesa. Il momento del disvelamento delle carte sprigiona una notevole carica di adrenalina, ma ciò che segue scade nel convenzionale (e il colpo di coda non risolleva troppo le cose). Messa in scena, fotografia e cast di qualità.
MEMORABILE: Il protagonista osserva la ragazza che si avvia verso l'automobile seguita dallo strano individuo.

Buiomega71 4/02/17 01:18 - 2899 commenti

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La Kusama si riconferma narratrice di lusso. L'angoscia, la tensione, strisciano subdole sottopelle e (fino alla fine) non si sa bene dove la regista voglia andare a parare e l'atmosfera è strana, sospesa, disturbante (come le canzoni in sottofondo). Poi, verso il finale, si esplode in inaspettati attimi di gran violenza, emerge la visceralità dello slasher e si chiude con un finale apocalittico e "infettivo" (le lanterne rosse) non dissimile da quello di Dèmoni. Si odorano complotti polanskiani e certo cinema "settario" nostrano. Elegantemente minaccioso.
MEMORABILE: La cena che sembra stia per degenerare stile Emanuelle e Françoise; Il coyote; La follia ninfomane/violenta di Sadie; "Non bevete!".

Capannelle 8/02/17 23:55 - 4394 commenti

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Thriller giocato sull'unica ambientazione, il che non è mai facile ma può regalare intense soddisfazioni. Si può dire che la Kusama ci è riuscita a metà: da una parte muove bene la mdp, gioca sui personaggi e costruisce un lento calare nel pozzo delle ambiguità. Non sempre credibile ma efficace. Dall'altra dilata troppo la parte centrale, sgomma andando fuoristrada nell'epilogo e violenta ogni tanto la logica (ma quello è peccato veniale). Interessante la chiusa del film.

Anthonyvm 27/03/19 23:47 - 5615 commenti

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Di thriller con sette più o meno diaboliche, in senso letterale o no, se ne sono visti tanti, ma questo The invitation, vuoi per l'ottima cura formale, vuoi per la gestione praticamente impeccabile dei tempi dilatati (la fase preparatoria, prima dell'esplosione horror vera e propria, è lunghissima, ciononostante la suspense cresce senza mai far largo alla noia), vuoi per quel finale a sorpresa che ti stampa un sorriso malefico sul viso, si rivela uno dei migliori di sempre. Un'atmosfera à la Get out unita all'orrore jimjonesiano. Angosciante!
MEMORABILE: L'incidente col coyote all'inizio, preludio di una brutta serata; Sadie senza nulla sotto la vita; Il video proselitista; La svolta horror; Il finale.

Minitina80 22/11/18 08:34 - 2976 commenti

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È un horror per la violenza improvvisa che esplode sul finire. È un thriller per il senso di inquietudine trasmesso dal luogo chiuso, dall’ambiguità di alcuni personaggi e da quella sensazione che qualcosa stia per accadere. È un drammatico perché affronta l’elaborazione del lutto, della gestione e della convivenza con il dolore di una perdita importante. I difetti risiedono in qualche attimo di pausa in cui indugia troppo su sé stesso e in qualche snodo narrativo lasciato in sospeso che non permette di capire fino in fondo ogni cosa.

Gabigol 13/09/19 06:19 - 569 commenti

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Le riunioni di amici dopo anni, molto spesso, si prestano al "cringe" e lasciano in eredità una sensazione di essere "fuori posto". La sottilissima ironia del soggetto ben si presta a una vicenda narrata attraverso dialoghi sospesi e vacui; le distanze tra ospiti non si colmano né con un bicchiere di vino né attraverso la facciata perbenista dei padroni di casa. Ritmi dilatati - ma non noiosi - e l'eleganza della messinscena restituiscono allo spettatore un'opera filmica di classe. Unico difetto: il passato rimane troppo sfumato.
MEMORABILE: "Dov'è Choi?"; "Non bevete!"; Eden e la sua rinascita con vestito bianco; Il video della setta; La lanterna rossa.

Ira72 20/10/19 22:27 - 1305 commenti

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“È solo gente particolare”, dice uno degli ingenui ospiti. Invece. Will, catapultato nella casa in cui perse il figlio, è assorbito dai ricordi in un’elaborazione del lutto ancora piena. Eppure qualcosa non torna in questa cena conviviale. Il punto forte del film sta proprio nell’insinuare il dubbio costantemente, in modo sottile e logorante. Come se qualcosa stesse sempre per accadere, fino a un epilogo sanguinario. Un thriller consigliato perché raffinato e ben congegnato. Un po’ Polanski in stile thriller da camera, un po’ Christie ("Dieci piccoli indiani").

Lupus73 11/11/19 12:00 - 1485 commenti

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Un uomo e la sua attuale compagna sono invitati dalla vecchia compagna di lui a una cena insieme ad altri vecchi amici che non vedeva da anni. Ma durante la serata molte cose iniziano a sembrare strane. Thriller kammerspiel (tutto ambientato in una bella villa contemporanea) sul tema delle sette religiose. Molto apprezzabile, ben confezionato, con alcuni colpi di scena e un protagonista carismatico.

Fromell 30/01/20 12:49 - 77 commenti

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Accettare un invito a cena a casa della propria ex che si è rifatta una vita con un nuovo compagno non è da tutti, come non è da tutti rimanere in quella casa nonostante si abbia la feroce paranoia che gli invitati stiano tramando qualcosa di orribile contro di te. Lo spessore del film, uno psycho-kammerspierl-protoMidsommar sta tutto nell'ambiguità dell'atmosfera. Ciò che vediamo è frutto della visione distorta del protagonista o davvero i suoi più cari amici stanno complottando contro di lui?
MEMORABILE: L'inquadratura finale delle lanterne, sintesi di tutta la storia.

Xamini 8/02/20 19:14 - 1244 commenti

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Colori cupi, volti tirati, musiche tese e una prima scena tinta di rosso provvedono a dettare inequivocabilmente il registro dell'opera. Lui pare davvero Tom Hardy, nella sua versione Locke (tanto da costringere a mettere in pausa e verificare); ma al di là della sua prova e di quella dei comprimari (tra cui un rassicurante Michiel "Daario Naharis" Huisman), è la Kusama a fare un buon lavoro gestendo bene i tempi, disseminando i corretti indizi e lasciando che la tensione si sviluppi come deve.

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Giùan 2/06/20 07:33 - 4528 commenti

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Paga il fio non tanto alla sua generica presunta succedaneità quanto piuttosto a una certa aria latente di déjà vu che resta come retrogusto per l'intera visione. Epperò gli va dato atto di condurre piuttosto bene il lavoro che ogni buon thriller dovrebbe fare: intrattenere, farti star sulle spine per verificare se quel che pensavi alla fine accadrà, liberarti in un tronfio: "lo sapevo". Brava dunque la Kusama a girarlo in maniera non pretestuosa né infingarda; certo gli manca un guizzo e le facce del cast, Marshall-Green a parte, son di rara anodinità.

Pinhead80 21/02/21 18:52 - 4715 commenti

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Una coppia riceve l'invito a partecipare a una cena con gli amici e la ex di lui, e approfittano per ritrovarsi dopo alcuni anni. Nonostante la natura stravagante dell'invito e l'andamento della cena, tutti continuano a bere e a mangiare con naturalezza, tranne il protagonista. La morte impregna la pellicola dall'inizio alla fine in un crescendo di emozioni che culminano nei venti minuti finali, davvero notevoli. Quando si finisce per esplorare se stessi e i recessi della mente, emergono mostri incontrollabili che stordiscono e annientano. Finale da non perdere.
MEMORABILE: L'inquietante filmato mostrato ai commensali.

Ultimo 12/04/21 16:04 - 1652 commenti

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Un thriller che gioca tutto sulla situazione di disagio che si avverte durante la cena tra amici, riuscito solo in parte causa uno sviluppo poco omogeneo e a una prova del cast sottotono (si salva giusto il protagonista...). Qualche buon momento c'è, specie nell'affrontare la tematica della setta, ma nel complesso pare un prodotto che avrebbe potuto dire molto di più. Si può guardare, ma non resta impresso a lungo nella mente.

Teddy 25/10/22 03:18 - 808 commenti

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Per quanto carico di dialoghi spesso al limite del didascalico, il film della Kusama conserva un clima angosciante e di inesorabile ambiguità. Molto del merito va al cast, che si addebita personaggi subdolamente stereotipati, indottrinati dal male e dilaniati dal senso di colpa. Il finale, di facile intuizione, è comunque un pugno nello stomaco. Inquietantissima la garbata pantomima di Tammy Blanchard.

Diamond 6/12/23 10:01 - 134 commenti

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Thriller davvero niente male da una regista che precedentemente non del tutto aveva convinto. Malgrado dopo venti minuti sia evidente dove si andrà a parare, la Kusama è molto abile nel gestire i tempi e nello sfruttare il cast e l'unica location. Il ritmo lento dona un sottotesto ambiguo e inquietante e, malgrado la scontatezza del fulcro della storia, la Kusama riesce a stupire con gli ultimi venti secondi. Ottima fotografia, funzionale l'interpretazione di Marshall-Green.
MEMORABILE: Le lanterne rosse.

Achab50 30/12/23 15:47 - 73 commenti

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Una coppia viene invitata dalla ex di lui per una serata fra amici. Nei primi minuti arrivano e si affastellano personaggi cartonati di cui non si sa nulla (e si continuerà a non sapere nulla), poi per minuti 75 il nulla se non il protagonista che da qualcosa subodora che andarà a finire male. Verso il minuto 80 cominciano le scene di sangue senza che ci sia un perché, che viene svelato quasi in ultimo. Regia pasticciona, vicenda banale, scenografia teatrale.

Myvincent 27/01/24 04:55 - 3722 commenti

I gusti di Myvincent

Una reunion di amici ed ex nella solita villetta dove non arriva il segnale del cellulare, si trasforma poco a poco in quello che già da subito viene anticipato da particolari neanche tanto difficili da interpretare. Il film si gioca su quest’atmosfera ansiogena di attesa, nervosa, sull’orlo di un abisso che solo il protagonista riuscirà a gestire. Purtroppo il finale è tra quelli che più telefonati non si poteva. Carismatico Logan Marshall-Green.

Enzus79 2/03/24 22:12 - 2864 commenti

I gusti di Enzus79

Coppia di fidanzati viene invitata a una cena fra vecchi amici: non sarà un'atmosfera serena. Thriller sorprendentemente riuscito. Buona dose di suspense, che sale col passare dei minuti pur avendo un finale piuttosto telefonato. Scritto in modo sapiente. John Carroll Lynch, in una parte non certo di primo piano, risulta lo stesso convincente. Discreta la fotografia.
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  • Discussione Didda23 • 25/07/16 08:43
    Contatti col mondo - 5798 interventi
    Dani hai fatto benissimo a sottolinearlo nel commento: la somiglianza fra Tom Hardy e Logan Marshall-Green è IMPRESSIONANTE!
  • Discussione Daniela • 25/07/16 09:28
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    Didda23 ebbe a dire:
    Dani hai fatto benissimo a sottolinearlo nel commento: la somiglianza fra Tom Hardy e Logan Marshall-Green è IMPRESSIONANTE!

    In effetti, sembrano gemelli separati alla nascita.
    In altri film in cui è apparso non avevo notato questa somiglianza così vistosa, spero che non danneggi la sua carriera. Qui è davvero bravo, anche se è chiamato ad interpretare un personaggio caratterizzato al 99% da espressioni che coprono una gamma ristretta che va dal sospettoso all'allarmato, con sfumature di paranoia.

    Il film inizialmente non l'avevo preso in considerazione, visto il nome della regista, l'ho visto dopo averne letto la segnalazione in un sito che bazzico: niente di eclatante ma merita la visione. E' uno di quei film che è chiaro fin dall'inizio finiranno male però c'è sempre la curiosità di vedere i birilli che resteranno in piedi... E poi è ben fatto e ben interpretato.
  • Discussione Didda23 • 25/07/16 09:32
    Contatti col mondo - 5798 interventi
    Dovrei vederlo a breve. Spero sia meglio del deludentissimo The Witch...
  • Discussione Daniela • 25/07/16 09:37
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    Didda23 ebbe a dire:
    Dovrei vederlo a breve. Spero sia meglio del deludentissimo The Witch...

    Ohi ohi Didda, mi infami uno degli horror migliori visti negli ultimi tempi. Occhio a Black Philip ;oP

    Abbassa le aspettative per The invitation, rischi di rimanere deluso. Considera anche che io ho una passione per i film con pochi attori ambientati in spazi chiusi (siano thriller, horror o fantascienza da camera) e, quando mi imbatto in uno che non fa ululare alla luna per la palese fesseria, divento buona e festosa come una foca (paragone che deriva dalla recentissima re-visione di 20.000 leghe sotto i mari).
    Ultima modifica: 25/07/16 09:43 da Daniela
  • Discussione Kaciaro • 25/07/16 11:58
    Galoppino - 506 interventi
    beh parte CON UNA SEQUENZA MOLTO DISTURBANTE non trovate???, in quanto c'e subito incidente di auto un po'particolare con epilogo assai cruento,secondo me alla fine i fatti precipitano un po' troppo repentinamente, ma comunque e' vero la tensione rimane alta per tutto il film...
  • Discussione Daniela • 25/07/16 12:20
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    Kaciaro ebbe a dire:
    beh parte CON UNA SEQUENZA MOLTO DISTURBANTE non trovate???, ...

    Beh, nel mio commento ho accennato al fatto che il film è disseminato di indizi e questo piazzato nel prologo più che un indizio sembra una prova, un presagio funesto esplicito come un cartello indicatore di pericolo.
    Quanto alla eccessiva precipitazione dei fatti, mi è sembrato l'effetto di un elastico tirato, tirato ancora di più che poi, sguisc, parte di botto.
  • Discussione Buiomega71 • 4/02/17 00:59
    Consigliere - 25892 interventi
    Mi ha messo un'angoscia e una tensione della malora. La Kusama si riconferma regista sopraffina e di immenso talento. Gran prefinale con momenti di esplosiva violenza e quella chiusa apocalittica (le lanterne rosse che sembrano dire : "Al mio segnale scatenate l'inferno") che mi ha ricordato un pò quella di Dèmoni

    Domani ci torno sù.
    Ultima modifica: 4/02/17 09:02 da Zender
  • Discussione Buiomega71 • 4/02/17 09:56
    Consigliere - 25892 interventi
    Consolidato, ormai: la Kusama è una gran regista (e la Palma d'oro "buiesca" 2011 per Jennifer's Body - quanto amo quel film - non le è stata data invano).

    La regista di origini giapponesi riesce a creare un'atmosfera disturbante, pregna di angoscia e tensione, e non si sa mai bene dove voglia andare a parare veramente.

    Anch'io, come Will, mi sentivo a disagio a quella rimpatriata, in quella villa accogliente eppure così insicura (con quelle canzoni in sottofondo), e tutta quella gentilezza e quella diplomazia dei padroni di casa mi metteva vera inquietudine.

    Insomma, per tutta la visione ero irrequieto, come di rado mi capita vedendo un film.

    E quando stai per mangiare la foglia (il video della setta sulla donna che spira, fatto vedere dai padroni di casa sul PC agli ospiti, il messaggio di Choi, il ragazzo della tipa coreana, Gina), Karin ti spiazza con l'arrivo del ragazzo che ha fatto tardi per questioni lavorative, ed ecco che ricomincia la subdola inquietudine che (ri)giunge ad attanagliarmi.

    Il coyote investito all'inizio è funesto presagio (un po' come l'armadillo morto sulla strada arida di Non aprite quella porta) così come lo schiaffo improvviso che Eden ammolla a Ben, in cucina, perché scherza sulle sue teorie già fa capire che c'è qualcosa che non va, e quando Karyn scopre le carte fa jackpot, e il film scende in picchiata con attimi di gran violenza inaspettati, battute da slasher più viscerale e una chiusa apocalittica (le lanterne rosse, colpo di genio assoluto, così suggestive e, allo stesso tempo, terrifiche) e "infettiva" che mi ha ricordato quella di Dèmoni (il male si espande anche fuori, dove il kaos regna)

    La cena che sta per degenerare (nella mente a pezzi di Will) in stile Emanuelle e Françoise (Le sorelline), la pazzia ninfomane/violenta di Sadie (come il corpo di Jennifer) e quando fa le boccacce in camera sua, o la vede per la prima volta Will, davanti alla porta della stanza, nuda dalla cintola in giù, il drink finale "Non bevete!", la paranoia di Will che sembra prenda il soppravvento (fantastica la sua sbroccata a fine cena), il gioco "Io voglio", i dialoghi penetranti e tesissimi.

    Si odora complotto polanskiano e cinema "settario" nostrano (mi sono venuti in mente La corta notte delle bambole di vetro, Il profumo della signora in nero, Tutti i colori del buio e Mangiati vivi), e una morsa che attanaglia e non ti molla più.

    Bellissimo anche il design della villa, così confortevole eppure, allo stesso tempo, così minacciosa.

    Ottima la fotografia di Bobby Shore che regala tracce di cinema argentiano e davvero in palla tutti i protagonisti (menzione speciale per il taurino John Carroll Lynch).

    Interessante, poi, come la Kusama "rompa" le convenzioni (la coppia gay, Will stà con una donna di colore) e imbratti di sangue perbenismo, borghesia e diplomazie.

    Davvero intenso, kammerspiel da anticamera dell'inferno. E io ero lì, in quella cena, partecipe più che spettatore...

    Ultima postilla, ma non meno importante, Sadie (guarda caso nome da Family Mansoniana, così come il suo personaggio che sembra uscito, appunto, da lì, nonchè nome-omen atavico dei primi furori craveniani-e non credo sia una casualità-) che seduce Will a bordo piscina: "Puoi picchiarmi se vuoi..."

    Metti, una sera a cena...
    Ultima modifica: 5/02/17 20:18 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 4/02/17 10:11
    Consigliere - 25892 interventi
    Ottimo (come sempre per la label) il Blu-Ray edito dalla Koch Media/Midnight Factory:

    Formato: 2:39.1 (con risoluzione 1.920 x 1.080 pixel, 24 frame al secondo)

    Blu-Ray a doppio strato (BD-50)

    Audio: italiano (5.1 DTS), inglese (5.1 DTS). HD master audio.

    Sottotitoli: italiano

    Come extra: Dietro le quinte, trailer italiano

    Booklet di 6 pagine curato da Manlio Gomarasca e Davide Pulici (interessante l'intervista alla Kusama, che elenca i film che più l'hanno impressionata, oltre a Rosemary's Baby, Non aprite quella porta, Perchè un assassinio, Una squillo per l'ispettore Klute, e l'influenza di Dario Argento, c'è pure, curiosamente, il sovietico war-movie surreale Và e vedi)

    Durata effettiva del film in Blu-Ray: 1h, 40m e 28s
    Ultima modifica: 4/02/17 16:40 da Buiomega71
  • Discussione Buiomega71 • 17/12/17 15:25
    Consigliere - 25892 interventi
    Palma d'oro "buiesca" per il miglior film visto nel 2017

    Perchè ti rimane dentro come un cancro, l'angoscia, la paranoia, il terrore e la paura che crescono larvatamente per poi esplodere in tutta la loro follia

    Cinema di pancia, di sensazioni inquietanti, di qualcosa di sinistro che stà per accadere (e quando accade ti trascina in un vortice di malessere e imbarazzo quasi palpabile, che ti resta addosso anche a post visione) di una minaccia che non si afferra subito, ma c'è, implacabile, spietata, ferocissima.

    Quell'apocalittica chiusa finale, poi, è l'ennesima staffilata che affonda la lama.

    Dopo questa gemma terrifica e ansiosa gli inviti a cena non saranno più gli stessi

    Doppietta da palmares buiesco per la Kusama (dopo quella del 2011 per Jennifer's Body) che và al pari con Lars Von Trier (Le onde del destino, Antichrist) e anche quest'anno (dopo la figlia di Michael Mann nel 2014) il gran cinema è femmina.
    Ultima modifica: 17/12/17 21:05 da Buiomega71