Frankenstein - Film (2015)

Frankenstein
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Titolo originale: Frankenstein
Anno: 2015
Genere: fantascienza (colore)
Note: Aka "Frank3n5T31n".

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 13/03/16 DAL BENEMERITO DANIELA
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Myvincent 13/03/16 08:17 - 3741 commenti

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Frankenstein ai giorni nostri è un giovane disadattato violento eppure così fragile e bisognoso, proprio com'era nelle intenzioni del celebre romanzo. Nulla è realmente cambiato da allora, se non gli sfondi, i luoghi, i mezzi, mentre sulla incomprensione e il disprezzo per la diversità, tutto rimane tremendamente uguale. Una metafora senza tempo sull'orrore quotidiano verso i "mostri" che facciamo finta di non vedere.

Daniela 13/03/16 01:57 - 12662 commenti

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Continua il mini-revival del mostro, che questa volta si racconta in prima persona: creato in laboratorio da una coppia di scienziati pasticcioni (nei suoi confronti cattivi genitori) che tentano di farlo fuori quanto inizia a diventare bruttarolo, vaga errabondo vittima di umani fetenti dai quali è costretto a difendersi... Rispetto ai film di Beattie e McGuigan vien da essere benevoli verso questo horror assai meno pretenzioso e palesemente girato con due lire, però il finale è davvero tirato via, come pure le citazioni del capolavoro di Whale (la bimba, il cieco). Negletto e neglettabile.

Rebis 29/04/16 19:16 - 2337 commenti

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Non è un horror, ma a ben vedere non lo era nemmeno il romanzo di Mary Shelley. Film sull'avvento dell'umano nel mondo degli uomini, apporta la luce di un bambino nel corpo di un adulto, ricerca l'amore materno in una società regressiva e violenta. Fragile nei raccordi narrativi ma potente nella restituzione percettiva del monstrum, è doloroso, sgradevole e infine politico - perché inchioda genitorialità, scienza e polizia alla loro autarchia e inquadra la marginalità sociale quale creazione della società moderna (e qui Rose torna a Candyman): l'adattamento più coerente alla matrice letteraria.

Pumpkh75 17/10/16 14:00 - 1749 commenti

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Ennesima rivisatazione del mito creato da Mary Shelley, girata dal (comunque) sempre interessante Rose senza il becco di un quattrino ma con una vis coraggiosa e sociale che gli fa aprioristicamente onore. Ottime le dinamiche urbane profondamente degradate e le origini neo-scentifiche, meno i toni inizialmente grotteschi e un finale troppo frettoloso. Tony Todd barbone cieco versione menestrello è un motivo in più per la visione. Non male.

Jena 5/05/18 12:05 - 1555 commenti

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E' possibile inventarsi ancora qualcosa di nuovo sul tema di Frankenstein? Bernard Rose lo fa, collocando la storia ai giorni nostri, con una creatura-bel ragazzo che progressivamente spinto ai margini della società si abbrutisce diventando il mostro. Il bello è che tutti i topos narattivi del capolavoro della Shelley sono rigorosamente rispettati e reinventati: l'incontro con la bambina, il musicista amico, la camminata alla Karloff... Bene Samuel, spicca il musicista cieco di Tony Todd. Interessante.

Anthonyvm 27/02/20 15:44 - 5686 commenti

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Questa rilettura moderna del classico si concentra esclusivamente sul dramma della creatura, che, frutto di una scienza e di una società incuranti dei propri figli, come un Bad boy Bubby vaga incosciente per il mondo e ne scopre il lato più brutale. A sorpresa si tratta di una delle versioni migliori: Rose sembra stilisticamente ringiovanito e si notano divertenti omaggi a trasposizioni precedenti (il mostro nasce bello come nel Frankenstein di Jack Smight, la bambina lanciata in acqua come nel film del '31). Molto gore, diretto ed efficace.
MEMORABILE: Il mostro si ribella ai medici che stanno per sezionarlo; Tony Todd nei panni del bluesman cieco (geniale aggiornamento di DeLacey); Il "nuovo" Adam.

Buiomega71 11/03/23 00:46 - 2910 commenti

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Rose si reinventa nella personale rilettura di un classico. Viscerale e crudele metafora sull'impossibilità di essere normali (bravissimo Samuel) tra sogni pararusselliani, amicizie canine, nutrimento dalle carcasse verminose di animali morti, la brutale violenza della polizia, l'emarginazione delle periferie (dove, tra i graffiti, salta fuori il Rose di Candyman) e un finale gotico/fiammeggiante visivamente potentissimo. Le esplosioni splatter (il seghetto), il complesso edipico e il marcescente make up di Randy Westgate sigillano una delle versioni migliori del mito shelleyano.
MEMORABILE: La poppata; In camera con la prostituta; Come nascono i bambini; Il linciaggio; Il collo parzialmente segato; La pallottola nella testa; Le piaghe.

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  • Discussione Buiomega71 • 11/03/23 09:44
    Consigliere - 25998 interventi
    E' sorprendente come Rose riesca a reinventarsi con budget risicati a sua disposizione (quì scrive, dirige, monta e domina la fotografia) dando al cinema fantastico la sua personale visione dopo il culto di Candyman (per inciso , il tanto vituperato Sx-Tape è stato, per me, un piccolo gioiellino del cinema estremo davvero inaspettato).

    E così fa anche con il mito shelleyano, intingendo la classica, e intramontabile storia, (proposta in tutte le salse cinematografiche) in una dimensione attuale, crudele, viscerale e assai disturbante tra complessi edipici, esplosioni splatter (il seghetto all'opera, le facce spappolate, le carcasse verminose degli animali morti in mezzo alla strada che perdono le interiora), la brutalità violenta e fascista della polizia, i sogni incantati del mostro quasi pararusselliani (e quì Rose ritorna alla Casa di carta ai confini della realtà), il degrado delle periferie suburbane (e tra i graffiti dove dimorano i senzatetto salta fuori il Rose di Candyman), il corpo della creatura ridotto ad un ammasso di carne tumorale che sta tra Cronenberg, Gordon, Yuzna e il Roger Avary di Mr. Stitch (tutta la parte nella squallida camera dell'albergo a ore in compagnia della prostituta è un must) e un finale gotico/fiammeggiante visivamente potentissmo a suggelare questo piccolo diamante grezzo, ahimè passato quasi inosservato.

    Rose è autore di grande personalità che non ha paura di sporcarsi le mani (come in Sx-Tape) che con sensibilità mista a ferocia (l'amicizia iniziale con il cane, l'incontro con la bambina giocando ai bastoncini da gettare in acqua, il linciaggio conseguente, le due facce dell'umanità come le bastonate dei poliziotti e le loro vendette sommarie personali, la madre che lo rinnega e il calore umano del clochard cieco di Tony Todd in una sorta di Fort Washington) propone una diversa rappresentazione sull'impossibilità di essere normali e le sue dannose conseguenze, dando nuova linfa a una tematica ormai logora.

    Bravissimo Xavier Samuel a dare spessore alla creatura dalla forza devastante che distrugge tutto ciò che tocca con l'animo innocente di un bambino che scopre il mondo (lui si chiama solo mostro) che raggiunge attimi toccanti (il cane suo primo e unico amico, come nascono i bambini tramite lo smartphone della prostituta, la canzone cantata dalla voce rauca di Todd che lo incanta).

    E plauso a Randy Westgate che non solo crea un make up marcescente di pustole e tumori che degenerano creando crateri di pus e sangue, ma anche genuino gore prostetico che sembra uscito dagli anni 80.

    Un vero peccato che sia passato così sotto silenzio, perchè, per quanto mi concerne, è tra le migliori trasposizioni del culto di Frankenstein insieme a La sposa promessa e al Frankenstein di Branagh.
    Ultima modifica: 11/03/23 10:44 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 11/03/23 09:58
    Consigliere - 25998 interventi
    Il dvd edito dalla Barter (distribuito dalla Universal)

    Formato: 1.85:1
    Audio: italiano, inglese
    Sottotitoli: italiano per non udenti
    Come extra solo il trailer
    Durata effettiva: 1h, 26m e 13s

    Immagine al minuto 0.04.14

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images64/PDVD-316.jpg[/img]
    Ultima modifica: 11/03/23 10:38 da Zender
  • Discussione Buiomega71 • 11/03/23 10:15
    Consigliere - 25998 interventi
    Conosciuto anche con il titolo grafico di FRANK3N5T31N
    Ultima modifica: 11/03/23 10:16 da Buiomega71
  • Discussione Anthonyvm • 13/03/23 15:21
    Scrivano - 806 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Un vero peccato che sia passato così sotto silenzio, perchè, per quanto mi concerne, è tra le migliori trasposizioni del culto di Frankenstein insieme a La sposa promessa e al Frankenstein di Branagh.
    Pienamente d'accordo con Buio! Le reinterpretazioni del classico shelleyano eclissano per numero gli adattamenti più fedeli al testo, ma solo pochi registi sono riusciti a costruire qualcosa di significativo. Rose è certamente fra questi. Interessante anche il lavoro di Fessenden.