Film carcerario (al femminile) ben confezionato, crudele e cinico, dove la galera è il luogo per l'educazione antisentimentale delle fanciulle; insomma, una vera e propria università del crimine. Da smarrita piccola delinquente comune la protagonista seguirà il suo "corso di studi" sino alla "laurea"; la vedremo farsi disillusa, scafata e probabilmente pronta a tutto. Lavoro mai patetico, crudo e con finale amaro e fatale; da antologia del genere.
MEMORABILE: L'esecuzione sommaria della guardiana (aguzzina e corrotta) con commento ("scannala!") di una detenuta.
Che in un carcere (in questo caso femminile!) si cresca alla svelta è inconfutabile, ma il terrorismo del personale di sorveglianza, che infligge punizioni crudeli ed esagerate, più che altro ammazza (fisicamente e moralmente) e spesso viene avvallato da autorità assolutamente incompetenti. Risultato: chi ne esce delinque più di prima. Il tutto per sintetizzare che i personaggi più riusciti sono la becera capo-secondina (un orrore della natura!) e la carcerata più anziana, che pur restando nelle retrovie non ha nulla da perdere e si barcamena al meglio.
MEMORABILE: "Cosa ne faccio degli incartamenti di...?" "Lasciali in evidenza; La rivedremo".
La diciannovenne Marie viene rinchiusa in prigione perché ritenuta erroneamente complice del marito, autore di un rapina da 40 dollari che gli è costata la vita. Riuscirà a mantenersi onesta nonostante le pressioni ambientali, le angherie di una guardia carceraria corrotta, la perdita del bimbo appena nato che le viene sottratto per darlo in adozione? Risposta scontata, pensando ad altri titoli carcerari del periodo, fra i quali questo tutto al femminile ben figura grazie soprattutto alle belle interpretazioni del cast, fra cui spicca l'imponente Hope Emerson nel ruolo della secondina carogna.
MEMORABILE: Il colloquio in carcere con la madre; Di notte, tutte in silenzio attorno al gattino; L'omicidio in mensa
Nel carcere dove viene ingiustamente rinchiusa, Marie conoscerà tutta la tipologia di personaggi che popolano quest'ambiente, dalle compagne di sventura alle kapò, alle corrotte traffichine, alla direttrice frustrata nel suo ideale innovatore. Dramma un po' troppo sovraccarico di disgrazie per la malcapitata protagonista, tetro e claustrofobico e che marcia su un prevedibile piano inclinato di un moralismo greve e sconcertante: chi è stato in galera da innocente, vi ritornerà da colpevole. Dimostra tutti gli anni che ha, regge per il buon cast.
MEMORABILE: I commerci sottobanco della carceriera; Il neonato tolto alla madre; La ribellione notturna; L'amaro finale.
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CuriositàDaniela • 20/10/19 14:09 Gran Burattinaio - 5925 interventi
Il film ebbe tre nomination all'Oscar: migliore interpretazione femminile (Eleanor Parker), migliore attrice non protagonista (Hope Emerson) e miglior sceneggiatura originale, opera della scrittrice statunitense Virginia Kellogg.
Al Festival del Cinema di Venezia, Eleanor Parker vinse la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile.