Buiomega71 presenta: La lunga estate del brivido dell'imprevisto- 23 Inediti non davinottabili-
Sorprendente e claustrofobico gioco al massacro, con schegge di febbrile violenza e situazioni isteriche di pura follia, abbagliato dalla fotografia dai cromatismi argentiani di Bojan Bazelli e dalla regia sanguigna e estetizzante del cubano Leon Ichaso, che ci infila schegge pulp (il criminale "fumettoso" di McDermott), furori baviani (la coppia diabolica che finisce con lo scannarsi reciprocamente), flash di belluina violenza (il poliziotto freddato al posto di blocco, il massacro a badilate dell'amico della protagonista), momenti di angoscia claustrofobica (i lunghi corridoi della casa immersi nei cromatismi blu con le porte sghembe), il delirio nel finale tra coltellate, lotte corpo a corpo e fughe disperate nei tunnel stradali.
Meredith Cole (Christine Lahti) vive in una grande casa isolata tra i boschi con il figlioletto Sean. La donna non può uscire di casa perchè soffre di una grave forma di agorafobia, e passa il tempo a dipingere inquietanti quadri. Sentendosi sola, causa anche la sua fobia degli spazi aperti, mette un annuncio su un giornale cercando degli affittuari. All'annuncio risponde Jane Caswell (Jennifer Rubin), che dice di essere una laureanda in veterinaria. La ragazza si dimostra subito affabile e simpatica.Nel mentre la raggiunge anche il fratello Peter (Dylan McDermott) che dice di essere un poliziotto. Meredith e attratta subito da Peter e sembra andare d'accordo con Jane. In realtà, i due, non sono fratello e sorella, ma una coppia di psicopatici assassini (hanno massacrato una cantante lirica, dove prestavano servizio come governanti,portandole via un anello di diamanti-amputandole un dito-, e freddato un poliziotto ad un posto di blocco). Meredith si rende conto troppo tardi di chi ha in casa, e viene subito presa in ostaggio, dentro casa sua, dai due. Jane si rivela subito instabile mentalmente con esplosioni di delirante follia e incontenibili istinti omicidi. Meredith dovrà contare solo sulle sue forze, vincere la sua agorafobia e cercare di mettere la coppia omicida uno contro l'altra...
In primis la regia di Leon Ichaso, che non molla la presa della suspence, immergendo il racconto in una claustrofobia angosciosa (il film e girato praticamente tutto all'interno della casa), con la Lahti stretta nella morsa della coppia di psicopatici assassini, sofferente della stessa fobia che attanagliava Sigourney Weaver in COPYCAT, e che deve contare solo su se stessa per aver salva la vita. Reminiscenze da UN GIORNO DI TERRORE (la donna chiusa nel suo appartamento, i balordi che la tormentano, lo scannarsi a vicenda, la situazione che degenera in follia)
Ichaso regala anche momenti pulp (la coppia che fà sesso in piscina, l'occultamento del corpo del poliziotto, il tamarro psicotico di McDermott, alcuni dialoghi della coppia) e immerge il tutto in un atmosfera incubotica spezzata da attimi di belluina violenza (le coltellate, le badilate, i colpi a bruciapelo) e risalta le inquietudini della Lahti (i suoi inquietanti ritratti di volti femminili, un pò come la Sondra Locke di CORAGGIO...FATTI AMMAZZARE, il tentare di convincere Peter a sbarazzarsi dell'instabile e amata Jane)
Nel comparto attoriale (oltre alle angosce ben delineate delle Lahti) si segnala Jennifer Rubin, matta come un cavallo, isterica, psicolabile, incontrollabile e assetata di sangue (da antologia quando aggredisce McDermott a coltellate mentre si appresta a fare l'amore con la Lahti) e che non disdegna nemmeno slanci pedofili, che chiude il film con un gesto estremo
Danno valore aggiunto le musiche del grande Michel Rubini (alcune sonorità ricordano quelle che ha composto per MIRIAM SI SVEGLIA A MEZZANOTTE) e la fotografia del ferrariano Bojan Bazelli
Un noir pulp ruvido, notturno, cupo, feroce, angoscioso, tra follie femminee e discese nel'abisso del delirio
Indiscutibile il talento di Leon Ichaso. Per me e già un piccolo cult.
Momento cult: Jane e Peter tirano fuori dal baule della macchina il cadavere del poliziotto ucciso, e Jane, ridendo sguaiatamente, se ne esce con perle di rara raffinatezza femminile:"
Oddio, e morto con il cazzo in tiro!"