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MMJ Davinotti jr
VOLTI ITALIANI NEL CAST
LE LOCATION
L'IMPRESSIONE DI MMJ
Tra i film del primo periodo inglese di Hitchcock, THE SECRET AGENT è uno dei più riusciti. Meglio che in altre occasioni Hitch è qui riuscito a fondere mirabilmente spionaggio, commedia e - senza esagerare - sentimento. Assistito da un ottimo cast (il protagonista è il bravo John Gielgud e subito dietro troviamo un Peter Lorre particolarmente vivace), il film è scritto con grande misura da Charles Bennett riprendendo una commedia di Campbell Dixon (a sua volta ispirata ai racconti di Somerset Maugham). A strutturarla in maniera chiara e spigliata ci pensa poi il Maestro, che sa renderla avvincente equilibrando mirabilmente tutte le componenti. Trovato in Robert Young...Leggi tutto (nel film è Robert Marvin, un pretendente della bella Madeleine Carroll) un antagonista disegnato con arguzia, il film si sviluppa trovando qualche buon colpo di scena, una breve ma riuscita sequenza sulle Alpi (dove però la suspense non è ancora gestita al meglio), diversi siparietti in cui i dialoghi si fanno spiritosi e un finale per l'epoca spettacolare (e indubbiamente ben girato). Il territorio è quello classico dello spionaggio di guerra (siamo quasi alla vigilia del Secondo Conflitto Mondiale), il set è una Svizzera vista attraverso il filtro dei grandi alberghi dei locali più “in” (salvo le parentesi sulle Alpi e in fabbrica). Nel complesso un'opera piacevole, che nonostante le apparenze si conserva meglio dei tanti film simili sull'argomento (anche dello stesso Hitchcock) in virtù di una trama tutto sommato semplice da seguire che permette di godersi le divertite performance del cast (in primis di un Peter Lorre che col suo inglese maccheronico rasenta quasi la macchietta). Qualche inevitabile lungaggine ma...
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ChiudiTITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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- Quello che si dice un buon film:
Marcel MJ Davinotti jr., Ciavazzaro, Saintgifts, Rambo90 - Non male, dopotutto:
Giùan
Buon film giallo-spinistico in ui Hitchock dirige con l'ausilio del bravo attore Peter Lorre (che lavorerà anche in L'uomo Che Sapeva Troppo), la tensione è più che discreta e l'impegno del cast lodevole. Da vedere la sequenza sulle Alpi. Un Hitch prima maniera ma godibile.
Pink-spy story. Terzo film di una trilogia che comprendeva L'uomo che sapeva troppo e Il club dei 39, tutti girati tra il 1934 e il 1936. Il compito di dare al film il tono spionistico è demandato a un Peter Lorre riccioluto (anche se è soprannominato il messicano calvo, oltre che il generale) risoluto e senza problemi quando c'è da "eliminare" qualcuno, mentre gli altri protagonisti sembrano più inseriti in una commedia rosa, appunto ma che, naturalmente, riserva sorprese. Buona la sequenza finale sul treno.
Giallo spionistico interessante, abbastanza prevedibile nello sviluppo ma condotto bene da Hitchcock che già sviluppa alcuni dei temi sui quali tornerà in film più famosi. Il cast è ottimo: ci sono Gielgud giovanissimo in un raro ruolo da eroe, la bella e brava Carroll e un Peter Lorre che come sempre offre una performance gustosamente eccentrica. Non mancano alcune sequenze di discreta tensione e un po' di ironia tipicamente inglese. Da vedere.
Non un Hitchcock memorabile ma neanche impalpabile come generalmente si presume. Certamente a nuocere, come ammesso dallo stesso Maestro nella "chiaccherata" con Truffaut, è lo sbilanciamento, alla fine un po' anodino, tra parte spionistica, mai granché convincente nel suo concepire dubbi, e la a tratti davvero soverchiante commedia romantica. Utilizzo al solito astutamente congruente delle location svizzere (le Alpi, la fabbrica di cioccolato). Il grande cast inglese è sparigliato dal sempre immenso Peter Lorre, spia assetata di sangue ma (nemmeno troppo) sotto sotto pure d'amore.
John Gielgud HA RECITATO ANCHE IN...
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DATI TECNICI
* Formato video 1,33:1
