L'allievo - Film (1998)

L'allievo
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Apt pupil
Anno: 1998
Genere: drammatico (colore)
Note: tratto da un racconto di Stephen King

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Dopo il successo de I SOLITI SOSPETTI torna Bryan Singer, regista di sicure qualità che però, in questo caso, strizza troppo l'occhio al mainstream confidando nel potenziale di Stephen King, autore del racconto ”Apt pupil” (da noi “Un ragazzo sveglio”). Singer vorrebbe ripetere gli exploit di film non propriamente horror tratti da King come MISERY NON DEVE MORIRE o STAND BY ME, ma finisce per confezionare un prodotto troppo leccato, non genuino, smaccatamente furbo, creato per carpire l'attenzione...Leggi tutto dello spettatore poco uso al genere. Abbondanza di primi piani sugli sguardi, violenza messa in scena con una certa cautela, fotografia patinata, montaggio ruffiano e una colonna sonora (del fido John Ottman) che strizza l'occhio a Jerry Goldsmith e all'enfasi di James Horner. Tutto studiato a tavolino, come la scelta di un giovane dal viso carino come Brad Renfro che tuttavia si rivela essere poco in parte; così come il buon Ian McKellen, per quanto bravo, non riesce a rendere l'idea dell'ex nazista in pensione (si guardi Priebke negli occhi per capire). Casting quindi che può definirsi perlomeno discutibile, oltretutto al servizio di una sceneggiatura mediocre, mai veramente incisiva come vorrebbe essere se non nel finale, quando finalmente il film esplode con ripetuti (e azzeccati) colpi di scena. Rovina l’insieme una fastidiosa sensazione di autocompiacimento, di ricerca estetica fuori luogo che non fa altro che smorzare i toni drammatici. A tratti il film funziona, ci sono sequenze forti e ben girate (su tutte quella del gatto nel forno), ma anche nella riproposizione di scontati e brevissimi flashback dei lager non c'è mordente. Il soggetto di King, curioso, meritava di meglio.

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Capannelle 8/11/07 10:05 - 4394 commenti

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Bel film che da noi è però passato quasi in sordina. Racconta la storia dell'incontro casuale tra uno studente - che passa il tempo libero a documentarsi sulla storia - e un ex-nazista in pensione (che nessuno nel quartiere conosce). La storia si sviluppa sul rapporto perverso che il primo instaura col secondo e che sfocia in atti sadici ma anche di forte dipendenza. Non vuole essere un film di azione ma la tensione si avverte, prevalentemente a livello psicologico.
MEMORABILE: La marcia sul posto.

Cotola 23/12/07 18:27 - 8998 commenti

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Dopo il successo de I soliti sospetti Singer torna dietro la macchina da presa senza bissarne il risultato. Il film, tratto da un racconto di Stephen King, affronta il tema del fascino del male, ma lo fa in modo piuttosto scialbo e consueto. La sceneggiatura è risaputa e non riesce ad avvincere lo spettatore. Ritmo piuttosto noioso e regia priva di guizzi. Ian McKellen è, come al solito, molto bravo.

Galbo 29/07/08 07:15 - 12372 commenti

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Film del bravo Bryan Singer (realizzato dopo il grande successo de I soliti sospetti) e dedicato al fascino perverso e malato del male. Tale fascino è alla base del rapporto tra i due protagonisti del film, giocato quasi sottotraccia sulla base di motivazioni e caratterizzazione psicologica, più che sull'azione che infatti latita ed è probabilmente alla base dello scarsa successo commerciale di un opera affascinante grazie anche alla bella prova di Ian McKellen.

Rickblaine 23/01/09 12:50 - 635 commenti

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Uno studente decide di farsi aiutare da un ex fascista per continuare gli studi. Film coinvolgente e con un cast bene in parte. Ian McKellen e Brad Renfro (R.i.p.), sono bravi e lo dimostrano. Tratto da un racconto insolito di Stephen King.

Brainiac 26/01/09 08:02 - 1083 commenti

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Scelta ardita quella dell'enfant prodige (all'epoca del suo esordio era ventiseienne) Bryan Singer, che dopo l'expolit de I Soliti Sospetti si va a capare uno dei racconti più morbosi di King. Era difficile ricreare le motivazioni psicologiche che possono muovere un ragazzo normale (forse troppo) a pedinare, frequentare ed infine ricattare un ex SS. Singer azzecca i protagonisti e dirige senza cercare sensazionalismi. Proprio questa regia fredda è la chiave per raccontare l'orrore che si annida nel quotidiano, con la pecca di qualche concessione di troppo al registro grottesco nel pre-finale.
MEMORABILE: In un torbido gioco psicologico, i due protagonisti cominciano ad avere incubi ricorrenti.

Enzus79 27/03/09 10:39 - 2863 commenti

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Un ragazzo che si deve diplomare ha dei rapporti, tenuti segreti, con un ex generale nazista. Ognuno nasconderà i propri segreti alla società. Preso da un racconto di Stephen King. Bryan Singer non cambia: usa sempre il suo solito stile, lentezza e flashback. È comunque da apprezzare la dote recitativa dei due interpreti principali.

Ciavazzaro 31/05/09 11:41 - 4768 commenti

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Inizio interessante, finale non troppo convincente. Ian Mc Kellen è un ottimo protagonista e anche Brad Renfro è più che discreto. Come già detto, il film parte molto bene, con buoni dialoghi tra i due protagonisti e una certa aria inquietante alleggiante. Il finale, però, non convince e lascia insoddisfatti. Peccato.

Stefania 28/06/09 00:47 - 1599 commenti

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C'è molta freddezza, in questo film che, a differenza del racconto di King, fallisce lo scopo di farci "sentire" il vero fascino del Male, il suo segreto. Non si avvertono abbastanza la frustrazione e lo smarrimento del giovane Todd, quel suo desiderio di possedere "come Icaro, un paio d'ali per volare più in alto di tutti", che lo spinge ad un patto col satana-gerarca nazista. Il finale, poi, è cinico e triste, mentre quello del racconto ha una vera forza tragica, allegorica. Per me, un film deludente.

Scarlett 21/10/09 12:29 - 307 commenti

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"L'allievo" non è certo una perfetta trasposizione del racconto al quale si è ispirato. Renfro non sembra all'altezza nella maggioranza delle sequenze rimandando un protagonista a volte scialbo e senza i veri tormenti del Todd cartaceo, sul finale non viene ricostruito lo stesso pathos mirando probabilmente a ripulire il ruolo del ragazzo in un'alternativa più ruffiana per lo spettatore medio. Non all'altezza.

Tomslick 4/12/09 10:46 - 205 commenti

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Film interessante ma incompiuto, pieno di potenzialità molte delle quali purtroppo inespresse o solo accennate. Il rapporto di complicità/odio fra il ragazzo furbo e sveglio e il vecchio ufficiale nazista che ne ha viste e fatte di ogni tipo è avvincente, ma si ha come l'impressione che sarebbe potuto esserlo pure di più, se magari si avesse avuto il coraggio di spingere maggiormente l'acceleratore sulla "possessione" che il male esercita nel protagonista. Comunque da vedere: qualche buona cosa c'è e Singer si conferma un regista molto bravo.

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Greymouser 30/06/10 00:12 - 1458 commenti

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Meno crudo e feroce, soprattutto nel finale, della novella di Stephen King, il film di Singer si regge soprattutto sulla buona interpretazione di McKellen nei panni del vecchio nazista, mentre il personaggio di Tod risulta piuttosto sbiadito. Il regista glissa sulle implicazioni più morbose del testo letterario, e preferisce concentrarsi sul lato più esteriore della storia. Non è male, ma delude i conoscitori del modello narrativo.

Buiomega71 2/04/13 00:43 - 2899 commenti

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Singer e il fascino del nazismo (perciò del male), tema su cui tornerà sovente, rivisita il racconto kinghiano, lo riempie di crudeltà sugli animali (il gatto nel forno, l'uccello con l'ala spezzata) e da una patina di omosessualità non troppo latente (le docce con i ragazzi nudi, il marchettaro clochard di Koteas, il rapporto morboso tra il vecchio nazista e il ragazzo). Come un vampiro, l'anziano gerarca, contagerà il ragazzo sveglio al servizio del lato oscuro. Gran regia, straordinaria fotografia e schegge da psychothriller. Quasi un kammerspiel dell'orrore. Una versione nera di Cuori in Atlantide.
MEMORABILE: La marcetta di McKellen con la divisa nazista obbligato da Renfro; La canzoncina "Its Berlin"; Il passerotto con l'aletta spezzata e la crudeltà di Todd.

Pigro 18/05/13 09:45 - 9623 commenti

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Il bravo ragazzo aggancia l’ex nazista diventandone amico e complice. Bisogna aspettare l’ultima mezz'ora per veder decollare un’opera che prima s’impastoia in un complesso àmbito tematico trattato con sufficienza e banalità (il vecchio SS che infila gatti nel forno? ma dài!). Solo alla fine il plot regala momenti avvincenti e solo alla fine emerge bene la riflessione sul delicato intreccio tra le aberrazioni su grande scala e quelle a misura della propria cameretta. Al netto del grande McKellen un film che avrebbe potuto dare molto di più.

Pinhead80 13/06/15 13:10 - 4715 commenti

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Tratto da un racconto breve di Stephen King, il film riesce a trasmettere tutte le emozioni del cartaceo grazie a una regia coerente al testo e a una scelta azzeccata del cast. La tensione che si viene a creare è crescente, così come la trasformazione del giovane ragazzo sorprende e stupisce. Se è vero che le nuove generazioni sono il prodotto di quelle passate, allora questo film può fare davvero paura.
MEMORABILE: Il finale.

Puppigallo 15/06/19 12:59 - 5250 commenti

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Pellicola non completamente riuscita, che i due protagonisti si portano sulle spalle, finendo per faticare. Sono uniti dal ricatto; e il passato di uno di loro...Il giochetto funziona per un po', ma poi, inevitabilmente, subentrano gli imprevisti, alcuni un po' troppo forzati (il senzatetto e l'effetto domino scaturito dalla sua comparsa). C'è però una certa malignità, che non risparmia nessuno, anche chi si affaccia alla vita adulta; e questo permette, in parte, di salvare la baracca, che vede nella coincidenza in ospedale il suo punto più alto-basso (va bene la sfiga, ma qui si esagera).
MEMORABILE: La reazione emotiva dopo il riconoscimento in ospedale.

Myvincent 8/10/19 10:20 - 3721 commenti

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L'orrore striscia e sguscia da vecchi ricordi di guerra, capitoli dolorosi non ancora chiusi del tutto (semmai lo saranno). Stephen King apre ferite insanabili che qui si affidano a un giovane regista di talento, raccontando di un vecchio e un ragazzo con i loro segreti inconfessabili. Il film poggia su questi equilibri vacillanti tesi fra due generazioni distanti, in cui è presente lo stesso seme del male. Brad Renfro avrebbe dovuto essere più sfruttato, in futuro.

Minitina80 17/02/22 20:38 - 2976 commenti

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Il potenziale insisto nel testo di partenza era alto e viene sfruttato in buona parte da Singer che riesce a costruire un dualismo assai grottesco tra i protagonisti. Si parla di nazismo, ma si può estendere il discorso al male in sé, dal quale si può essere pericolosamente attratti. L’idea di marcio permane fino alla fine e l’assenza di figure positive non sembra un caso. La scelta di un epilogo simile, inoltre, conferma tale impressione e fa capire che non sempre le cose tornino al loro posto naturale. L’unico neo è rappresentato dalla scoperta in ospedale, poco credibile.
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  • Discussione Schramm • 4/05/10 11:08
    Scrivano - 7693 interventi
    Brainiac ebbe a dire:
    Di King però preferisco alcune cose considerate "minori" come La lunga marcia, L'occhio del male ed il superbo racconto L'arte di sopravvivere da Scheletri, che consiglio davvero a tutti.

    praticamente prediligi la metà oscura di stefano, ovvero Richard Bachman. E come darti torto. E' più essenziale, secco, pulp, morboso, ossessivo, maniaco-depressivo, sostenuto ritmicamente, quasi barkeriano nello stile. Anche L'occhio del male infatti è un altro suo vertice purtroppo assai mal riposto su celluloide.
    Ultima modifica: 4/05/10 11:10 da Schramm
  • Discussione Greymouser • 4/05/10 12:34
    Call center Davinotti - 561 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    Greymouser ebbe a dire:
    Brainiac ebbe a dire:

    Mi pareva di ricordare fosse un racconto breve (ma posso sbagliare).


    In realtà si tratta di un romanzo breve, contenuto nella celeberrima antologia "Stand by me"

    veramente la raccolta si intitola stagioni diverse e non stand by me, che è invece il terzo romanzo breve della quadripartizione

    a me comunque il modo in cui è stato depurato fece parecchio storcere la bocca e rotare le ventole. c'erano tutti i presupposti per cavarne una micidiale e controversa schiacciasassi. Synger è stato pavido e poco lungimirante. Può aver fatto presa, forse, su chi non ha amato o conosciuto la matrice kinghiana, che assieme a Ossessione e Giardino segreto, finestra segreta resta una delle mie predilette di sempre.



    Avevo semplicemente indicato il titolone che compare a caratteri cubitali sull'edizione italiana. So bene che l'antologia si chiama "Different seasons".
    Per il resto sono assolutamente d'accordo: Synger aveva per le mani una cassa di dinamite, ma ne ha sortito al massimo un petardo col botto.
  • Discussione Schramm • 4/05/10 12:39
    Scrivano - 7693 interventi
    Greymouser ebbe a dire:
    Avevo semplicemente indicato il titolone che compare a caratteri cubitali sull'edizione italiana

    titolone che deve essere stato schiaffato a bella posta solo di recente, perché nella mia edizione dell'88, intitolata appunto stagioni diverse, non figura...
    Ultima modifica: 4/05/10 12:42 da Schramm
  • Discussione Caesars • 4/05/10 15:38
    Scrivano - 16796 interventi
    Vero, la prima edizione del libro s'intitola "Stagioni diverse". Probabilmente "Stand by me" è stato aggiunto dopo il successo del film.
  • Discussione Vawe • 4/05/10 19:01
    Galoppino - 94 interventi
    Brainiac ebbe a dire:
    Vawe ebbe a dire:


    Un buon film ma che trascende non poco da quello che fu il romanzo di King.


    Mi pareva di ricordare fosse un racconto breve (ma posso sbagliare).
    In questo caso si potrebbe spiegare la differenza-rimpolpante della trama.
    Comunque l'atmosfera (ed è questo il plus, visti gli altri mediocri adattamenti di zio king) la ricordavo torva e molto affine al film di Synger.
    Ovvio che questa è un'opinabilissima considerazione personale collegata ad un ricordo piuttosto vago (avevo sedici anni...).


    Esatto, come avete gia detto, trattasi di racconto, non romanzo.
    (Bellissima raccolta, non amo i racconti ma questi del Re sono i migliori, secondo me).
    Il film non è affatto brutto, solo che tralascia parte della crudeltà, dell'animo, del protagonista.
  • Discussione Vawe • 4/05/10 19:04
    Galoppino - 94 interventi
    Greymouser ebbe a dire:
    Brainiac ebbe a dire:

    Mi pareva di ricordare fosse un racconto breve (ma posso sbagliare).


    In realtà si tratta di un romanzo breve, contenuto nella celeberrima antologia "Stand by me", che a mio parere è la cosa migliore realizzata da Stephen King.
    Comunque hai ragione, ci sono notevoli differenze nella trama, a partire dal fatto che la novella è molto più feroce ed esplicita rispetto al film, che non è comunque disprezzabile ma un po' annacquato.
    In particolare, Synger opta per un finale molto meno truculento e irreversibile di quello scritto da King. Secondo me, nel film funziona abbastanza il personaggio del bravo McKellen; molto meno quello del ragazzo. Nel romanzo le fantasie di Tod sono molto più morbose, le uccisioni reali molto più "splatter" e alla fine il tutto si chiude in un bagno di sangue (nel film le cose vanno divrsamente, quindi non è uno spoiler)...

    Ecco, esattamente quello che penso!
  • Discussione Vawe • 4/05/10 19:11
    Galoppino - 94 interventi
    Schramm ebbe a dire:


    a me comunque il modo in cui è stato depurato fece parecchio storcere la bocca e rotare le ventole. c'erano tutti i presupposti per cavarne una micidiale e controversa schiacciasassi. Synger è stato pavido e poco lungimirante. Può aver fatto presa, forse, su chi non ha amato o conosciuto la matrice kinghiana, che assieme a Ossessione e Giardino segreto, finestra segreta resta una delle mie predilette di sempre.


    Certamente, chi non ha mai letto il racconto apprezza di più il film rispetto a chi l'ha letto.
    "Temo" che se si inizia a parlare di King non riusciremo più a smettere....
    Io adoro Ossessione, è il primo libro di King che ho letto.
    Purtroppo è bandito ai lettori da anni.
  • Discussione Buiomega71 • 2/04/13 10:17
    Consigliere - 25892 interventi
    La fascinazione del male secondo Bryan Singer.

    Per sua stessa ammissione (da un intervista rilasciata a Film Tv nel 2000, per l'uscita di X-Men) il bel e bravo Bryan asseriva che c'era un legame tra i suoi film: Nei mie film nulla e come appare, e c'è sempre il labile confine su cosa e bene e su cosa e male, come il presentatore di "Public Acces", il Kaiser Soze dei "Soliti Sospetti", l'anziano gerarca nazista de "L'allievo", e Magnetto e Xavier di "X-Men")

    L'allievo può essere letto come un film di vampiri (il vecchio gerarca nazista che vampirizza il giovane Todd al fascino del lato oscuro), pervaso da un omosessualità non poco larvata (le docce che pullulano di ragazzetti ignudi, il marchettaro clochard di Eias Koteas-che farà una brutta fine, degna del miglior psycho-thriller, e sò che nel racconto i due diventavano veri e propri serial killer di barboni-il legame morboso tra il vecchio SS e l'efebico Todd-non per nulla, Singer, accarezza il suo corpicino a torso nudo, madido di sudore dopo una notte di incubi-)

    Accarezzato dalla stupefacente fotografia di Newton Thomas Sige, toccato dalle note di John Ottman (che fanno tanto Howard Shore) e dalla impeccabile regia di Singer, che aveva un talento non comune, prima di mercificarlo con blockbusteroni senz'anima (a parte il primo X-Men), un kammerspiel dell'orrore (quello del lato oscuro dell'anima e del cuore nero di tenebra), inchiodato tra notti piovose e province spielberghiane, di case fatiscenti che sembrano dimore di insospettabili serial killer.

    Singer regala pezzi di cinema unico (il montaggio alternato sul diploma di Todd, mentre l'FBI perquisisce la dimora del gerarca nazista-alla Il silenzio degli innocenti-), il finale agghiacciante nella sua terribile "normalità" di accusare anche il falso, la violenza sugli animali (il povero gattino Timmy quasi arrostito vivo al forno, e il passerotto con l'aletta spezzata che entra nella palestra, scena quasi insostenibile, che mostra la lucida crudeltà della quale stà sprofondando Todd), sino al momento (denso di omoerotismo feticistico)della vestizione del vecchio nazista con la divisa da gerarca delle SS, davanti ad un estasiato Todd, che obbliga il vecchio a marciare. Attrazione/ repulsione, che sfocia nella follia meccanica del vecchio nel saluto nazista.

    Sottolineato dalla canzoncina tormentone "Its Berlin", da sitcom che passano in tv (i Jefferson), dai cartoni animati di Mr. Magoo, ad un episodio stile Radiazioni BX Distruzione uomo di Strega per amore, dove le donne restano sullo sfondo (la madre di Todd, la ragazzina infatuata di lui che ad un primo incontro sessuale pensa che sia gay, dopo un imbarazzante defiance), agli incubi sull'olocausto (ben reso quella nelle docce che mi ha fatto venire alla mente Nightmare 2), al ricatto che si trasforma in un diabolico cul de sac :

    Todd al gerarca: "Vai a farti fottere!"

    Il gerarca: "No, ragazzo mio, ci stiamo fottendo a vicenda!"

    Sino alla "possessione" del male, che sfocia nel crudele finale.

    Sembra quasi la versione nera e cupa di Cuori in Atlantide, e per quanto mi riguarda il finale (a differenza del racconto kinghiano-che ho letto sul web-) qui e molto più sottile e inquietante, in linea con la violenza psicologica che impregna la pellicola (teste che esplodono e frattaglie di cervello avrebbero fatto precipitare il film nel senzionalistico e nella baracconata), quindi ottima scelta di Singer (e del suo sceneggiatore Brandon Boyce) di cambiare le carte in tavole.

    Un opera che ti resta nella pelle, nella sua quotidianità dell'orrore, tra raccapricianti racconti di sterminio (narrati da un compiaciuto McKellen-da notare il ghigno mellifluo sul suo volto, quando Renfro le chiede che cosa provava in quei momenti-) e patti faustiani melliflui tra anziani nazisti dalla ferocia mai sopita e ragazzi svegli.

    Peccato che Singer abbia-temporanemente-abbandonato questo suo modo "teatrale" di raccontare , dove il marcio "lynchiano" e sapori terrifici alla Tras el Cristal con indimenticabili reminiscenze al Servo loseyano, non hanno bisogno di effetti speciali fracassoni e rivisitazioni di super eroi.
    Ultima modifica: 2/04/13 15:45 da Buiomega71
  • Curiosità Buiomega71 • 17/07/19 20:45
    Consigliere - 25892 interventi
    In realtà L'allievo era sul punto di vedere la luce già dieci anni prima di questo film.

    Il primo film era stato diretto nel 1988 da Alan Bridges, con Ricky Schroder nella parte del "ragazzo sveglio" Todd Bowden e Nicol Williamson in quella dell'ex nazista Kurt Dussander.

    Pare che il film, quasi ultimato, venne bloccato negli ultimi giorni delle riprese per mancanza di fondi e per la preoccupazione dei produttori nell'affrontare un tema parecchio morboso con il rapporto tra il ragazzo e l'anziano criminale nazista, che andava ben più in là dell'omossesualità latente.

    King ne vide alcuni giornalieri affermando che il film non era affatto male e che stava uscendo bene.

    Fonte: "Stephen King pocket" di Joe Arden (S&K Editore)
  • Homevideo Buiomega71 • 13/12/22 18:03
    Consigliere - 25892 interventi
    Il blu ray spagnolo (disponibile dal 13 gennaio 2023) dovrebbe contenere anche l'audio italiano, come segnalato nella scheda

    https://www.amazon.es/Verano-Corrupci%C3%B3n-1998-Pupil-Blu-ray/dp/B0BPQ44Y4P/ref=mp_s_a_1_7?qid=1670950775&refinements=p_n_date%3A831287031&s=dvd&sr=1-7