Intenso dramma che unisce la passione del gioco (in realtà due, quella di una sfavillante Las Vegas e il basket) con sottotrama da "crime movie" (una mafia lontana dai soliti luoghi comuni). Quasi mulliganiana ed europea la mesta regia di Reisz, con un James Caan di rara sofferenza e introspettività (forse uno dei suoi ruoli migliori), un loser antieroico quasi peckinpahiano. Da una Las Vegas tentacolare, sino al disperato finale in un quartiere nero. Reisz firma uno dei più empirici film americani settantiani. Di contorno, ma bellissima, Lauren Hutton.
MEMORABILE: La sofferta e dolorosa scelta finale di Caan; Il confronto con il nonno milionario; La corruzione del promettente studente/giocatore.
Reisz è regista troppo spesso dimenticato, ma indubbiamente ha realizzato pellicole molto buone. Questo "The gambler" fa parte a pieno diritto di quei film della "Nuova Hollywood" che vede dei protagonisti "perdenti". James Caan offre un'ottima interpretazione, ma non sfigurano accanto a lui Paul Sorvino e una splendida Lauren Hutton. Intenso il ritratto che il regista ci offre di un giocatore, che tale non è tanto per speranza di vincere soldi, quanto per quella sensazione particolare che offre il rischio.
Opera che si inscrive a pieno diritto nel canone della "New hollywood" anni '70, i cui dettami cardine (scrittura "addosso al contesto e al personaggio", profondità visiva ed etica, introspezione psicologica) si confanno piuttosto armonicamente alla dissonante regia del già free wave Reisz. Particolarmente indovinata la "schizofrenia" intellettuale del protagonista (un Caan dall'intensa concentrazione), a caccia di alibi letterari per una complulsione che segna fin troppo manifestamente la crisi d'un mondo di valori "ereditati" (la madre, il nonno). Stinge Hutton, già grande Sorvino.
MEMORABILE: La partita ascoltata per radio nella vasca da bagno; Burt Young; Il finale.
Karel Reisz HA DIRETTO ANCHE...
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Quando il cinema americano settantiano era visto da occhi europei (penso anche Alla maniera di Cutter di Ivan Passer, che però settantiano non è), un pò come sarà I Guerrieri dell'Inferno (altro lavoro sottovalutato di Reisz)
Molto mulliganiano, con un James Caan introspettivo e in stato di grazia
Mai editato in vhs e nemmeno in dvd (per ora)
Io ho una vecchia registrazione da RaisatCinema
Richard Brooks lo terrà a mente per La Febbre del Gioco
Imperdibile per chi ama il cinema americano (quello realistico e sofferto) degli anni '70
Finale doloroso e da puro loser peckinpahniano
Rifatto nel 2014 da Rupert Wyatt con Mark Whalberg nel ruolo che fù di James Caan.
Caesars ebbe a dire: Bella "davinottata", Buio. Non mi ricordavo affatto di questo film di Reisz che penso proprio sia interessante (cinema '70 alla Mullighan...)
Grazie, Caesars. Sì, se ami certo cinema americano ti dovrebbe sicuramente piacere.